Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/24: differenze tra le versioni
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iS LETTERA DI RANIERI CALZABIGI |
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Non voglio io entrare, per non troppo dilungarmi, in questa ora sí poco nota materia, perché per dilucidarla mi converrebbe fare una dissertazione. Rammenterò solo, relativamente all’effetto che questi muti spettacoli producevano negli spettatori, i versi di {{AutoreCitato|Decimo Giunio Giovenale|Giovenale}}: |
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Non voglio io entrare, per non troppo dilungarmi, in questa |
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ora si poco nota materia, perché per dilucidarla mi converrebbe |
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fare una dissertazione. Rammenterò solo, relativamente all’effetto |
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che questi muti spettacoli producevano negli spettatori, i versi di |
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Giovenale: |
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e quelli di Manilio, il quale d’un di questi celebri pantomimi |
e quelli di {{AutoreCitato|Marco Manilio|Manilio}}, il quale d’un di questi celebri pantomimi cosí fa l’elogio: |
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fa l’elogio: |
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teatrali rappresentazioni ; e ai partiti che insorsero cosi strepitosi |
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e fervidi per Pilade e Batillo, e per Ila e Pilade, che Augusto si |
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credè in dovere di reprimerli, ed altri imperatori dopo di lui. |
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e rimandando il curioso per piú ampie notizie agli autori sopra citati, l’avvertirò di riflettere al furore del pubblico per queste teatrali rappresentazioni; e ai partiti che insorsero cosí strepitosi e fervidi per Pilade e Batillo, e per Ila e Pilade, che {{AutoreCitato|Augusto|Augusto}} si credé in dovere di reprimerli, ed altri imperatori dopo di lui. |
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Ma dunque, ciò che principalmente muove, agita, atterrisce, |
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o impietosisce lo spettatore in una azione tragica teatrale, non è |
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Ma dunque, ciò che principalmente muove, agita, atterrisce, o impietosisce lo spettatore in una azione tragica teatrale, non è il parlare. Lo accennò {{AutoreCitato|Quinto Orazio Flacco|Orazio}}, dicendo: |
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il parlare. Lo accennò Orazio, dicendo: |
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poeta fa ciarlare i personaggi che introduce, tanto più si allontana |
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dall’oggetto primario della tragedia. |
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E ciò essendo vero, come mi speranzo averlo provato, ne ri¬ |
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ma dunque, il troppo vagare nel discorso, il declamare, il dissertare nuoce all’interesse; ma dunque, evidente è che quanto piú il poeta fa ciarlare i personaggi che introduce, tanto piú si allontana dall’oggetto primario della tragedia. |
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sulta evidentemente; che è difettoso ogni piano tragico, in cui |
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troppo si ragiona, e poco si fa; che è d’uopo toglierne, per acco¬ |
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E ciò essendo vero, come mi speranzo averlo provato, ne risulta evidentemente; che è difettoso ogni piano tragico, in cui troppo si ragiona, e poco si fa; che è d’uopo toglierne, per accostarsi alla perfezione dell’arte, ''gli ambiziosi ornamenti''; e che fabbricandosi il piano medesimo, come una serie e continuazione di quadri, come ho proposto, (quadri che ristringeranno il discorso a quel poco indispensabile per caratterizzare i personaggi, e condurli in quella situazione pittoresca che ha da colpire, e <noinclude>{{Alt|efficace-|efficacemente}}</noinclude> |
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starsi alla perfezione dell’arte, £■// ambiziosi ornamenti ; e che fab¬ |
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bricandosi il piano medesimo, come una serie e continuazione di |
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quadri, come ho proposto, (quadri che ristringeranno il discorso a |
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quel poco indispensabile per caratterizzare i personaggi, e con¬ |
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durli in quella situazione pittoresca che ha da colpire, e efficace- |