Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/19: differenze tra le versioni
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immagini, stenta ad avvilirsi nelle smorfie amorose; e quando lo fa, ci rappresenta Polifemo che vuol vezzeggiare con Galatea. Ma si osservi, che tutti altresí i suoi personaggi son somiglianti nel gigantesco suo, nella sua ruvidezza. {{AutoreCitato|Pierre Corneille|Corneille}} è quasi sempre al di lá della natura; le sue figure sono costantemente massicce e stragrandi; il sentenzioso di {{AutoreCitato|Marco Anneo Lucano|Lucano}}, il rettorico di {{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Seneca}} sovente vi s’incontra: anche esso, cercando imitarli, |
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immagini, stenta ad avvilirsi nelle smorfie amorose; e quando lo |
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fa, ci rappresenta Polifemo che vuol vezzeggiare con Galatea. Ma |
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si osservi, che tutti altresi i suoi personaggi son somiglianti nel |
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gigantesco suo, nella sua ruvidezza. Corneille è quasi sempre al |
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di là della natura; le sue figure sono costantemente massicce e |
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stragrandi ; il sentenzioso di Lucano, il rettorico di Seneca sovente |
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vi s’incontra: anche esso, cercando imitarli, |
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e quando con simulata delicatezza vorrebbe pure nella passione |
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{{AutoreCitato|Prosper Jolyot de Crébillon|Crebillon}}, suo ammiratore e discepolo, è sempre nero, e troppo nero; e il suo stile è difettoso e inelegante. {{AutoreCitato|Voltaire}} trascura i suoi piani, onde sovente inciampa nell’inverisimile; e basta solo a provarlo la sua Semiramide, del di cui troppo inverisimile piano uscí, pochi anni sono, una giudiziosa insolubil critica in Londra. Non ha sfuggito affatto il difetto della declamazione, non quello di travestire i suoi personaggi alla francese. Non mi dilungherò in altre prove, per non esser tedioso.<noinclude> |
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vi si scopre subito l’artifizio. |
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Crebillon, suo ammiratore e discepolo, è sempre nero, e |
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</noinclude><ref follow="page11">trova in tutti i tragici antichi e moderni. Tali sono quelli che pronunzia Clitennestra nel momento che crede sacrificarsi la figlia: scena IV, atto V, dell’Ifigenia.{{Pt|</div>|</p>}} |
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troppo nero; e il suo stile è difettoso e inelegante. Voltaire tra¬ |
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scura i suoi piani, onde sovente inciampa nell’inverisimile; e basta |
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solo a provarlo la sua Semiramide, del di cui troppo inverisimile |
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piano usci, pochi anni sono, una giudiziosa insolubil critica in |
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Londra. Non ha sfuggito affatto il difetto della declamazione, non |
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quello di travestire i suoi personaggi alla francese. Non mi dilun-' |
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gherò in altre prove, per non esser tedioso. |
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trova in tutti i tragici antichi e moderni. Tali sono quelli che pronunzia Clitennestra |
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nel momento che crede sacrificarsi la figlia: scena IV, atto V, dell’ Ifigenia. |
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Oh divino entusiasmo! oh modello d’eloquenza incomparabile per ogni secolo, per ogni nazione! oh impeto tragico inimitabile! Son giusto, ma dovrebbe essere a noi resa egual giustizia dagli scrittori francesi.</ref> |
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Oh divino entusiasmo! oh modello d’eloquenza incomparabile per ogni secolo, |
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per ogni nazione ! oh impeto tragico inimitabile ! Son giusto, ma dovrebbe essere a |
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noi resa egual giustizia dagli scrittori francesi. |