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<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify"><p>CAJO PLINIO SECONDO</p>
 
L'uomo che potrebbe accrescere splendore ad ogni città benchè ricca di grandi ingegni, e che non solo a noi, ma a tutti gli studiosi d’ogni età e d’ogni paese ha grandemente giovato, è {{Wl|Q82778[[Autore:Gaio Plinio Secondo|Cajo Plinio Secondo}}]]. È divulgatissima la celebre questione agitatasi lungo tempo, e con grande contenzione delle parti, tra Como e Verona, per vendicarsi l’onore di avere dati i natali ad un uomo sì grande. Tutta l’antichità si unì a chiamarlo Comasco; quando pel primo, l’anno 1313, senza fior di lettere e di senno, un Giovanni Veronese, prete che talvolta, come in questa occasione, confuse i due Plinii in un solo, scrisse: «''Plinio essere di nazione Veronese leggesi in certa storia''». Questo bastò ad accendere col tempo la guerra tra Veronesi e Comaschi, contendendo quelli pel nuovo ricchissimo acquisto che speravano, e questi per non perdere quanto avevano sempre posseduto e che in origine era proprio; siccome finalmente, a tacere di molti altri infiniti, ebbe a provare [[Autore:Antonio Giuseppe della Torre di Rezzonico|Antongioseffo Della Torre di Rezzonico]], che trionfò pienamente degli avversari, e la vittoria è in perpetuo assicurata ai Comaschi. Merita in proposito di essere letta la dissertazione che sulla patria dei due Plinii indirizzò l’anno 1824 al cavaliere [[Autore:Ippolito Pindemonte|Ippolito Pindemonte]] il cavaliere [[Autore:Pier Alessandro Paravia|Alessandro Paravia]]. Il Paravia, quantunque nato sul Veneto e a’ suoi Veronesi propenso, stabilisce essere fuori di controversia che Plinio il Vecchio sortì i natali in Como. Il Pindemonte, Veronese fino nel midollo, non seppe replicare al chiarissimo Paravia.</div>
 
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== 26 aprile ==
<section begin=26-04-2020 />
{{Testo|Le poesie religiose (1895)|Le poesie religiose}}
 
[[File:Mario Rapisardi.jpg|70px|right|link=Autore:Mario Rapisardi]]
 
<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify"><poem style="margin-left:0">
Fuggon dagli occhi miei, fuggon dall’anima
Le illusíoni della nova età:
Fosca la vita mia sotto a ciel rigido,
Siccome rupe solitaria, sta.
 
Torbido intorno all’aspra rocca intricasi
Fra canne e giunchi e fratte irte il pantan,
Su cui tra nubi di veleno gravide
Gitta la luna un bianco raggio invan;
 
Mentre per l’aure, che beffarde fischiano,
Vogan, quali migranti anatre, a stuol
I dolci sogni miei, l’auree fantasime
E le speranze dall’aereo vol.
 
Or sì, or no, per le fredde ombre lanciano
Un canto, un grido, ahi, non più quel che un dì
Mosse la mente giovinetta, e a’ fulgidi
Vaneggiamenti dell’amor l’aprì.
</poem></div>
 
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</div><section end=26-04-2020 />
 
== 3 maggio ==
<section begin=03-05-2020 />
{{Testo|Della utilità delle faggete}}
 
<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">Mentre che i filosofi d’alto, e sommo intendimento, occupati nelle difficili indagini di materie scientifiche, astruse, e pressochè impenetrabili, diradano quelle oscure tenebre, entro cui stannosi avvolti i secreti più misteriosi, e quindi preparano all’ingegno umano immortalità di gloria, e di fama nei secoli avvenire; la felicità delle nazioni, che prospera soltanto in mezzo all’ingrandimento delle arti utili e necessarie, si fa languente, impallidisce, ed incontra ostacoli, e barriere insuperabili, che si oppongono all’industria, e all’attività di quelli, che vorrebbero pur migliorarla. La prepotenza di pochi, l’invidia di molti, l’interesse di assaissimi, la pusillanimità di alcuni, la paura d’esito non fortunato in altri sono quei mezzi di reazione, coi quali si ritardano, si percuotono, si abbassano, e si troncano i più proficui, e lodevoli stabilimenti.</div>
 
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</div><section end=03-05-2020 />
 
== 10 maggio ==
<section begin=10-05-2020 />
{{Testo|L'Ossola}}
 
<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">{{FI
| file = L'Ossola di Carlo Errera (page 19 crop1).jpg
| width = 100%
| float = center
| caption = {{Sc|affresco nella sala d’onore al «boarengo».}}<span style="position:absolute;right:0">(Fot. O. Leoni, Ferrara).</span>
| tstyle=font-size:70%
|margin-top=0em
|margin-bottom=1em
}}
{{capolettera|[[File:L'Ossola di Carlo Errera (page 19 crop2).jpg|70px|D]]|||}}ALLE sue lontane scaturigini di tra i ghiacci dell’Hohsand, il corso della Toce s’allunga quasi rettilineo, trascorrendo per lungo tratto giù per l’alta e solitaria valle Formazza, per la diritta e profonda Antigorio, pel largo ed aperto bacino di Domodossola; poi s’inflette con brusco angolo in direzione di levante dal confluente dell’Anza in giù, e corre a cercar pace alle sue rapide acque in quel bellissimo seno del Verbano, che da Pallanza e da Stresa si fa così triste e chiuso verso Fondotoce e Feriolo. Ossola è il nome della convalle, esteso sovente a indicare tutto quanto il bacino della Toce, ma più rettamente limitato a quel tratto della valle maggiore piano ed uniforme, occupato da prati e da ghiaieti, fasciato d’una fitta cintura di borghi e di casali, sul quale la Toce, uscita dai corridoi e dalle gole del suo corso più alto, si allarga divagando tra i raddolciti pendii fino al lago.</div>
 
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</div><section end=10-05-2020 />
 
== 17 maggio ==
<section begin=17-05-2020 />
{{Testo|Il libro dei morti}}
 
[[File:Alfredo Panzini 1905.jpg|70px|right|link=Autore:Alfredo Panzini]]
 
<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">CAPITOLO I.
 
Una sentenza di [[Autore:Pitagora|Pitagora]], riferita da gli antichi filosofi, dice che — nessuno, senza comando del duce, che vuol dir di Dio, si deve partire da la sua stazione ne la vita — ; significando con ciò come, anche per i credenti, essa sia triste e non valga la pena d’essere vissuta.
 
Ora, ai nostri tempi, vi fu un uomo credente che avea nome G. Giacomo il quale, non a malincuore, ma lietamente fece la sua scolta in questo breve periodo de la vigilia dei sensi, ed amò la vita e gli piacque di vivere.
 
Egli era cresciuto secondo certe massime semplici, che sono il fondamento dell’Evangelo, perdurando in quelle per più di settant’anni; ed inconsciamente le aveva contemperate con le leggi de la natura, senza che queste si trovassero in disaccordo con quelle; anzi le une si avvalorarono per virtù de le altre con felice armonia.
 
Ma ciò forse avvenne perchè egli fu un uomo semplice e non un filosofo; e la sua fede era troppo viva per venire a contrasto con la ragione; la quale era molto rimessa e più intenta a le piccole cose de la vita che a speculare di metafisica.</div>
 
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</div><section end=17-05-2020 />
 
== 24 maggio ==
<section begin=24-05-2020 />
{{Testo|I commentari, secondo libro}}
 
[[File:Ghiberti.png|70px|right|link=Autore:Lorenzo Ghiberti]]
 
<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">Cominciò l’arte della pittura a sormontare in Etruria in una villa a lato alla città di Firenze la quale si chiamava Vespignano. Nacque un fanciullo di mirabile ingegno, il quale si ritraeva del naturale una pecora; in su passando Cimabue pittore per la strada a Bologna vide il fanciullo sedente in terra e disegnava in su una lastra una pecora. Prese grandissima ammirazione del fanciullo essendo di sì piccola et à fare tanto bene, domandò veggendo aver l’arte da natura domandò il fanciullo come gli aveva nome. Rispose e disse: Per nome io son chiamato Giotto: e ’l mio padre ha nome Bondoni, e sta in questa casa che è appresso disse a Cimabue, andò con Giotto al padre, aveva bellissima presenza, chiese al padre il fanciullo, e ’l padre era poverissimo. Concedettegli el fanciullo a Cimabue, menò seco Giotto et fu discepolo di Cimabue.</div>
 
<div class="plainlinks">
[[I commentari, secondo libro|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Continua a leggere</span>]]
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</div><section end=24-05-2020 />
 
== Testi successivi ==
* {{Testo|Le poesie religiose (1895)|Le poesie religiose}}
* {{Testo|Della utilità delle faggete}}
* {{Testo|L'Ossola}}
* {{Testo|Il libro dei morti}}
* {{Testo|I commentari, secondo libro}}
* {{Testo|Open source, software libero e altre libertà}}
* {{Testo|Regolamento per il pubblico tiratoio dell'arte della lana di Prato}}