Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/184: differenze tra le versioni
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{{Indentatura}}''Uccisione di Constantino assalitore colla spada in pugno di Belisario dopo un costui precetto di restituire l’iniquamente tolto.''</div> |
{{Indentatura}}''Uccisione di Constantino assalitore colla spada in pugno di Belisario dopo un costui precetto di restituire l’iniquamente tolto.''</div> |
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I. Tali eran le cose : ma la |
I. Tali eran le cose : ma la fortuna, invidiosa de’ Romani al mirarne i più che felici progressi, ordiva lor contro sciagure, e venuta in desiderio di mescolare un che di sinistro colle tante prosperità loro, macchinava discordie per frivolezze tra Belisario e Constantino, delle quali ora mi farò a narrare da imo a sommo la istoria. Un Romano di nome Presidio e di non abbietto sangue, nella sua dimora in Ravenna era guardato con occhio bieco dai Gotti all’epoca dell’apprestamento delle armi contro Roma; il perché egli sotto pretesto d’una gita alla caccia e senza comunicare con uomo del mondo il suo divisamento campava di là non portando seco de’ suoi preziosi arredi che due pugnali con <section end="s2" /> |