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Il 1. luglio 1896 la spedizione, proseguendo verso Ghera e Caffa, giunse all’Omo (detto poi Omo Bottego) costeggiando il quale andò poi ai laghi Rodolfo e Stefania, dove trovò una regione così ricca di elefanti che vi potè accumulare un’enorme quantità d’avorio.
Il 1. luglio 1896 la spedizione, proseguendo verso Ghera e Caffa, giunse all’Omo (detto poi Omo Bottego) costeggiando il quale andò poi ai laghi Rodolfo e Stefania, dove trovò una regione così ricca di elefanti che vi potè accumulare un’enorme quantità d’avorio.


Distaccatosi dalla spedizione il dottor Sacchi per accompagnare questo avorio alla costa{{Ec|.|,}} Bottego sui primi di novembre proseguì per la sponda occidentale del lago Rodolfo, dirigendosi a nord ovest e raggiungendo i corsi di un altro Giuba e dell’Upeno (dedicato a Saint Bon) affluenti del Sobat che sbocca nel Nilo presso Fascioda. (Così Bottego era precursore di Bonchamps, Marchand e Macdonald verso la capitale dei Scilluk.)
Distaccatosi dalla spedizione il dottor Sacchi per accompagnare questo avorio alla costa{{Ec|.|,}} Bottego sui primi di novembre proseguì per la sponda occidentale del lago Rodolfo, dirigendosi a nord ovest e raggiungendo i corsi di un altro Giuba e dell’Upeno (dedicato a {{Wl|Q326024|Saint Bon}}) affluenti del Sobat che sbocca nel Nilo presso Fascioda. (Così Bottego era precursore di Bonchamps, Marchand e Macdonald verso la capitale dei Scilluk.)


Ma risalite le sponde dell’Upeno e spintasi fino a Legà tra gli Uallegà a sud-ovest del Goggiam e dello Scioa, la spedizione, nella primavera del 1897, fu assalita proditoriamente dagli Amahrà accorsi in gran numero, sopraffatta e depredata.
Ma risalite le sponde dell’Upeno e spintasi fino a Legà tra gli Uallegà a sud-ovest del Goggiam e dello Scioa, la spedizione, nella primavera del 1897, fu assalita proditoriamente dagli Amahrà accorsi in gran numero, sopraffatta e depredata.