Pagina:Contro Wagner, Riccardo Ricciardi, 1914.djvu/14: differenze tra le versioni

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<section begin="s2" />di ''fatale'', di cinico, di candido, di crudele, — ed è in questo ch’esso partecipa della ''natura''! L’amore per il quale la guerra è mezzo, e l’''odio mortale'' dei sessi è fondamento! Non conosco alcun caso ove lo spirito tragico che è l’essenza dell’amore s’esprima con un’asprezza simile, rivesta una tanto terribile forma come in quel grido di Don Josè che chiude l’opera:
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di ''fatale'', di cinico, di candido, di crudele, — ed è in questo ch’esso partecipa della ''natura''! L’amore per il quale la guerra è mezzo, e l’''odio mortale'' dei sessi è fondamento! Non conosco alcun caso ove lo spirito tragico che è l’essenza dell’amore s’esprima con un’asprezza simile, rivesta una tanto terribile forma come in quel grido di Don Josè che chiude l’opera:
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<poem>{{Blocco centrato|''Oui, c’est moi qui l’ai tuèe,''
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Una tal concezione dell’amore (la sola che sia degna del filosofo) è rara: distingue un’opera d’arte fra mille. Poichè in generale gli artisti hanno lo stesso torto di tutti gli altri: ''disconoscono'' l’amore. Anche {{AutoreCitato|Richard Wagner|Wagner}} l’ha disconosciuto. Credon d’essere generosi in amore perchè vogliono il vantaggio di un altro essere spesso a spese del lor proprio interesse. Ma, in compenso, vogliono ''possedere'' quell’altro essere. Dio nemmeno fa eccezione in questo. È lungi dal pensare: «Se io t’amo, ciò non ti riguarda». Egli diventa terribile quando non è contracambiato. ''L’amore'' — con questa parola si vince la propria causa presso Dio e gli uomini — ''è di tutti i sentimenti'' il più egoistico, e, per conseguenza, quando è ferito, il meno generoso. ({{AutoreCitato|Benjamin Constant|B. Constant}})
Una tal concezione dell’amore (la sola che sia degna del filosofo) è rara: distingue un’opera d’arte fra mille. Poichè in generale gli artisti hanno lo stesso torto di tutti gli altri: ''disconoscono'' l’amore. Anche Wagner l’ha disconosciuto. Credon d’essere generosi in amore perchè vogliono il vantaggio di un altro essere spesso a spese del lor proprio interesse. Ma, in compenso, vogliono ''possedere'' quell’altro essere. Dio nemmeno fa eccezione in questo. È lungi dal pensare: «Se io t’amo, ciò non ti riguarda». Egli diventa terribile quando non è contracambiato. ''L’amore'' — con questa parola si vince la propria causa presso Dio e gli uomini — ''è di tutti i sentimenti'' il più egoistico, e, per conseguenza, quando è ferito, il meno generoso. ({{AutoreCitato|Benjamin Constant|B. Constant}})
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