Pagina:Chi l'ha detto.djvu/164: differenze tra le versioni

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{{Cld/Cap|26|Fallacia dei giudizi, false apparenze, regole del giudicare|b}}


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La prima regola del giudicare è di parlare soltanto delle cose delle quali ciascuno s’intende. Non fare che ti si possa rivolgere il rimbrotto dantesco:
La prima regola del giudicare è di parlare soltanto delle cose delle quali ciascuno s’intende. Non fare che ti si possa rivolgere il rimbrotto dantesco:
{{Cld|445|Or tu chi se’ che vuoi sedere a scranna<br/>
{{Cld|445|Or tu chi se’ che vuoi sedere a scranna<br/>
Per giudicar da lungi mille miglia<br/>
Per giudicar da lungi mille miglia<br/>
Con la veduta corta d’una spanna?<br/>|{{AutoreCitato|Dante Alighieri|{{Sc|Dante}}}}, ''{{TestoCitato|Divina Commedia/Paradiso|Paradiso}}'', {{TestoCitato|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIX|c. XIX, v. 70-81}}}}
Con la veduta corta d’una spanna?<br/>|{{AutoreCitato|Dante Alighieri|{{Sc|Dante}}}}, ''{{TestoCitato|Divina Commedia/Paradiso|Paradiso}}'', {{TestoCitato|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIX|c. XIX, v. 79-81}}}}


nè, meno che meno, la ironica puntata:
{{ni}}nè, meno che meno, la ironica puntata:</p>
{{Cld|446|Ne sutor ultra (''o meglio'' supra) crepidam [''judicaret''].|traduzione=Che il calzolaio non giudicasse più in su della scarpa.}}
{{Cld|446|Ne sutor ultra (''o meglio'' supra) crepidam [''judicaret''].|traduzione=Che il calzolaio non giudicasse più in su della scarpa.}}


È questo il motto diretto da {{Sc|Apelle}} al ciabattino, il quale, avendo una volta rilevato felicemente un difetto delle scarpe dipinte in un quadro di Apelle, presumeva poi di giudicare di cosa che era fuori del suo mestiere. Ne parlano {{AutoreCitato|Gaio Plinio Secondo|{{Sc|Plinio}} il vecchio}}, ''Nat. Hist.'', XXXV, 10, 36, § 85, e {{AutoreCitato|Valerio Massimo|{{Sc|Valerio Massimo}}}}, VIII, 12, 3.
{{ni}}È questo il motto diretto da {{Sc|{{Wl|Q216822|Apelle}}}} al ciabattino, il quale, avendo una volta rilevato felicemente un difetto delle scarpe dipinte in un quadro di Apelle, presumeva poi di giudicare di cosa che era fuori del suo mestiere. Ne parlano {{AutoreCitato|Gaio Plinio Secondo|{{Sc|Plinio}} il vecchio}}, ''Nat. Hist.'', XXXV, 10, 36, § 85, e {{AutoreCitato|Valerio Massimo|{{Sc|Valerio Massimo}}}}, VIII, 12, 3.</p>


Simile è la risposta del citarista {{Sc|Stratonico}}.
Simile è la risposta del citarista {{Sc|{{Wl|Q5485602|Stratonico}}}}.
{{Cld|447|Non animadvertis (''inquit'') te supra malleum loqui?|traduzione=Non ti accorgi, disse, che tu parli di cose che stanno al di sopra del martello?}}
{{Cld|447|Non animadvertis (''inquit'') te supra malleum loqui?|traduzione=Non ti accorgi, disse, che tu parli di cose che stanno al di sopra del martello?}}
a Minnaco calzolaio che voleva con lui disputare di musica: vedi {{AutoreCitato|Ateneo di Naucrati|{{Sc|Ateneo}}}}, ''Deipnosoph.'', lib. VIII, cap. XI, Lugd. 1657, pag. 351 a. L’aneddoto è ripetuto da {{AutoreCitato|Erasmo da Rotterdam|{{Sc|Erasmo}}}} nei suoi ''Apophtegmata'' (lib. VI,
{{ni}}a Minnaco calzolaio che voleva con lui disputare di musica: vedi {{AutoreCitato|Ateneo di Naucrati|{{Sc|Ateneo}}}}, ''Deipnosoph.'', lib. VIII, cap. XI, Lugd. 1657, pag. 351 a. L’aneddoto è ripetuto da {{AutoreCitato|Erasmo da Rotterdam|{{Sc|Erasmo}}}} nei suoi ''Apophtegmata'' (lib. VI,
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