Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XIV.djvu/495: differenze tra le versioni

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{{Pt|{{Indentatura}}}}
{{Sc|Placida.}} Anzi al contrario, piacemi l’allegria, ed abborrisco queste
{{Sc|Placida.}} Anzi al contrario, piacemi l’allegria, ed abborrisco queste idee malinconiche.
idee malinconiche.


{{Sc|Ferramondo.}} Posso offerirvi il sangue, se lo volete.
{{Sc|Ferramondo.}} Posso offerirvi il sangue, se lo volete.
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{{Sc|Ferramondo.}} Io non lo sono finora?
{{Sc|Ferramondo.}} Io non lo sono finora?


{{Sc|Placida.}} Finora voi non Io foste. Una sorte, un incontro, un
{{Sc|Placida.}} Finora voi non lo foste. Una sorte, un incontro, un atomo può innamorare.
atomo può innamorare.


{{Sc|Ferramondo.}} Attenderò dunque il momento per me felice.
{{Sc|Ferramondo.}} Attenderò dunque il momento per me felice.


{{Sc|Placida.}} Attendetelo pure, ma se alcun altro è il primo, non vi dolete di me. Io bramo di vivere nella mia libertà; se cederò a nuove fiamme, non sarà per inclinazione, ma per destino, ed il destino che accende le fiamme in petto, dipone a suo volere indipendentemente dal cuore. Fate gli sforzi vostri. La piazza è ancora difesa. Ha degli assalti, è vero, ma non è ancora espugnata. Sa bene un capitan valoroso, che ad onta d’ogni difesa, la piazza non può resistere, quando l’assalitore è forte e sagace. Ma pure, ad onta ancora del valore, della forza e della più costante sagacità, quel che decide delle battaglie, è spesse volte il fato. {{Ids|(parte)}}
{{Sc|Placida.}} Attendetelo pure, ma se alcun altro è il primo, non vi

dolete di me. Io bramo di vivere nella mia libertà; se cederò
{{Sc|Ferramondo.}} Ma insegnami tu, Amore, quello che deggio far per innamorarla. Non anderò per ora lontano da queste soglie. Cercherò di essere il fortunato, e se per vincer la piazza non basterà l’assediarla, un capitano mio pari tenterà per assalto di soggiogarla.
a nuove fiamme, non sarà per inclinazione, ma per destino, ed
{{Ct|f=100%|v=1|t=3|L=0px|''Fine dell’Atto Secondo.''}}
il destino che accende le fiamme in petto, dipone a suo vo-
lere indipendentemente dal cuore. Fate gli sforzi vostri. La piazza
è ancora difesa. Ha degli assalti, è vero, ma non è ancora
espugnata. Sa bene un capitan valoroso, che ad onta d’ogni
difesa, la piazza non può resistere, quando l’assalitore è forte e
sagace. Ma pure, ad onta ancora del valore, della forza e della
più costante sagacità, quel che decide delle battaglie, è spesse
volte il fato. {{Ids|(parte)}}


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{{Sc|Ferramondo.}} Ma insegnami tu, Amore, quello che deggio far per
innamorarla. Non anderò per ora lontano da queste soglie. Cer-
cherò di essere il fortunato, e se per vincer la piazza non
basterà l’assediarla, un capitano mio pari tenterà per assalto
di soggiogarla.
Fine dell’Atto Secondo.
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