Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/335: differenze tra le versioni

Accurimbono (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Accurimbono (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|990}}-->(e massime italiani) si citino in francese o se n’aggiunga la traduzione.
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|990}}-->(e massime italiani) si citino in francese o se n’aggiunga la traduzione.


Osservo ancor questo. Ridotti in provincie romane i diversi paesi dell’impero, tutti gli scrittori che uscirono di queste provincie, qualunque lingua fosse in esse originaria o propria, scrissero in latino. I {{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Seneca}}, {{AutoreCitato|Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano}}, {{AutoreCitato|Marco Valerio Marziale|Marziale}}, <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|991}} {{AutoreCitato|Marco Anneo Lucano|Lucano}}, {{AutoreCitato|Lucio Giunio Moderato Columella|Columella}}, {{AutoreCitato|Aurelio Prudenzio Clemente|Prudenzio}}, {{AutoreCitato|Blossio Emilio Draconzio|Draconzio}}, {{AutoreCitato|Gaio Vettio Aquilino Giovenco|Giovenco}} ed altri, spagnuoli; {{AutoreCitato|Decimo Magno Ausonio|Ausonio}}, {{AutoreCitato|Gaio Sollio Sidonio Apollinare|Sidonio Apollinare}}, S. Prospero, S. Ilario, {{AutoreCitato|Latino Pacato Drepanio|Latino Pacato}}, {{AutoreCitato|Eumenio|Eumenio}}, {{AutoreCitato|Sulpicio Severo|Sulpizio Severo}} ed altri, galli; {{AutoreCitato|Publio Terenzio Afro|Terenzio}}, {{AutoreCitato|Marziano Capella|Marziano Capella}}, {{AutoreCitato|Marco Cornelio Frontone|Frontone}}, {{AutoreCitato|Apuleio|Apuleio}}, {{AutoreCitato|Marco Aurelio Olimpio Nemesiano|Nemesiano}}, {{AutoreCitato|Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano}}, {{AutoreCitato|Arnobio|Arnobio}}, {{AutoreCitato|Ottato di Milevi|S. Ottato}}, {{AutoreCitato|Gaio Mario Vittorino|Mario Vittorino}}, {{AutoreCitato|Agostino d'Ippona|S. Agostino}}, {{AutoreCitato|Tascio Cecilio Cipriano|S. Cipriano}}, {{AutoreCitato|Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio|Lattanzio}} ed altri, affricani; {{AutoreCitato|Sedulio|Sedulio}}, scozzese. Vedi p. {{ZbLink|1014}}. Parecchi de’ quali arrivarono ancora all’eccellenza nella lingua latina. Non cosí i greci. E dico tanto i greci europei, quanto quelli nativi delle colonie greche nell’Asia Minore o delle altre parti dell’Asia divenute greche di lingua e di costumi dopo la conquista di Alessandro, e cosí dell’Egitto o di qualunque luogo dove la lingua greca prevalesse nell’uso quotidiano, ovvero anche solamente come lingua degli scrittori e della letteratura. Nessuno di questi scrisse in latino, ma tutti in greco, eccetto pochissimi (come Claudiano e Igino, alessandrini, Petronio, marsigliese ec.); che son quasi nulla rispetto al numero ed estensione delle dette provincie greche, massime paragonandoli alla gran copia degli altri scrittori latini forestieri di ''ciascuna'' provincia, ancorché minore. E di questi pochissimi nessuno arrivò, non dico all’eccellenza, ma appena alla mediocrità nella lingua latina. Vedi p. {{ZbLink|1029}}. E {{AutoreCitato|Ambrogio Teodosio Macrobio|Macrobio}}, che si stima uno di questi pochissimi, si scusa se ec. (vedi il {{Sc|Fabricius}}, ''Bibliotheca Latina'', t. II, p. 113, l. 13, c. 12, § 9, nota (a)) e di lui dice Erasmo (in ''Ciceroniano''): ''Graeculum latine balbutire credas'' ({{Sc|Fabricius}}, ivi). Cosa applicabilissima agli odierni francesi per lo piú balbettanti nelle altrui lingue e massime nella nostra. E di Ammiano {{pt|Mar-|Marcellino, }}<section end="2" />
Osservo ancor questo. Ridotti in provincie romane i diversi paesi dell’impero, tutti gli scrittori che uscirono di queste provincie, qualunque lingua fosse in esse originaria o propria, scrissero in latino. I {{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Seneca}}, {{AutoreCitato|Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano}}, {{AutoreCitato|Marco Valerio Marziale|Marziale}}, <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|991}} {{AutoreCitato|Marco Anneo Lucano|Lucano}}, {{AutoreCitato|Lucio Giunio Moderato Columella|Columella}}, {{AutoreCitato|Aurelio Prudenzio Clemente|Prudenzio}}, {{AutoreCitato|Blossio Emilio Draconzio|Draconzio}}, {{AutoreCitato|Gaio Vettio Aquilino Giovenco|Giovenco}} ed altri, spagnuoli; {{AutoreCitato|Decimo Magno Ausonio|Ausonio}}, {{AutoreCitato|Gaio Sollio Sidonio Apollinare|Sidonio Apollinare}}, S. Prospero, S. Ilario, {{AutoreCitato|Latino Pacato Drepanio|Latino Pacato}}, {{AutoreCitato|Eumenio|Eumenio}}, {{AutoreCitato|Sulpicio Severo|Sulpizio Severo}} ed altri, galli; {{AutoreCitato|Publio Terenzio Afro|Terenzio}}, {{AutoreCitato|Marziano Capella|Marziano Capella}}, {{AutoreCitato|Marco Cornelio Frontone|Frontone}}, {{AutoreCitato|Apuleio|Apuleio}}, {{AutoreCitato|Marco Aurelio Olimpio Nemesiano|Nemesiano}}, {{AutoreCitato|Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano}}, {{AutoreCitato|Arnobio|Arnobio}}, {{AutoreCitato|Ottato di Milevi|S. Ottato}}, {{AutoreCitato|Gaio Mario Vittorino|Mario Vittorino}}, {{AutoreCitato|Agostino d'Ippona|S. Agostino}}, {{AutoreCitato|Tascio Cecilio Cipriano|S. Cipriano}}, {{AutoreCitato|Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio|Lattanzio}} ed altri, affricani; {{AutoreCitato|Sedulio|Sedulio}}, scozzese. Vedi p. {{ZbLink|1014}}. Parecchi de’ quali arrivarono ancora all’eccellenza nella lingua latina. Non cosí i greci. E dico tanto i greci europei, quanto quelli nativi delle colonie greche nell’Asia Minore o delle altre parti dell’Asia divenute greche di lingua e di costumi dopo la conquista di Alessandro, e cosí dell’Egitto o di qualunque luogo dove la lingua greca prevalesse nell’uso quotidiano, ovvero anche solamente come lingua degli scrittori e della letteratura. Nessuno di questi scrisse in latino, ma tutti in greco, eccetto pochissimi (come {{AutoreCitato|Claudio Claudiano|Claudiano}} e Igino, alessandrini, {{AutoreCitato|Petronio Arbitro|Petronio}}, marsigliese ec.); che son quasi nulla rispetto al numero ed estensione delle dette provincie greche, massime paragonandoli alla gran copia degli altri scrittori latini forestieri di ''ciascuna'' provincia, ancorché minore. E di questi pochissimi nessuno arrivò, non dico all’eccellenza, ma appena alla mediocrità nella lingua latina. Vedi p. {{ZbLink|1029}}. E {{AutoreCitato|Ambrogio Teodosio Macrobio|Macrobio}}, che si stima uno di questi pochissimi, si scusa se ec. (vedi il {{Sc|Fabricius}}, ''Bibliotheca Latina'', t. II, p. 113, l. 13, c. 12, § 9, nota (a)) e di lui dice Erasmo (in ''Ciceroniano''): ''Graeculum latine balbutire credas'' ({{Sc|Fabricius}}, ivi). Cosa applicabilissima agli odierni francesi per lo piú balbettanti nelle altrui lingue e massime nella nostra. E di Ammiano {{pt|Mar-|Marcellino, }}<section end="2" />