Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/416: differenze tra le versioni

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Versione delle 19:45, 22 mar 2020


atto secondo 29

luto ritrarlo. Rimase lunga pezza in quella attitudine; quindi scuotendomi il braccio lievemente, alzò e abbassò tre volte la testa e trasse dal profondo del cuore sospiro sì triste, sì doloroso, che parve che tutto il suo corpo volesse disciogliersi e terminar la sua vita. Poco dopo mi lasciò; e inoltrando col capo volto a ritroso, parea trovar la sua via senza ministero d’occhi;... così varcò la porta guatandomi e si allontanò da me.

Pol. Vieni, vien meco; andrò a cercare il re. — Tale è l’estasi appunto in cui ne immerge l’amore; l’amore colla sua violenza è sempre fatale a se stesso; ei ne trascina a imprese disperate, più che ogni altra passione, che, sotto questo cielo, commuova la nostra debole natura. Mi duole del suo stato. Gli avresti forse detto in questi ultimi giorni qualche cosa aspra?

Of. No, signore; evitai soltanto, come comandaste, la di lui presenza, e rifiutai le sue lettere.

Pol. Ed ecco quello che gli avrà alienata la mente. Mi dispiace di non aver avuto la sagacità di meglio giudicare de’ suoi sentimenti. Temevo che il suo amore non fosse che un giuoco fatale per te. Disgraziato sospetto! e’ pare che il fallo sia della nostra età, lo smarrirci fra congetture, come difetto è della giovinezza il mancar di previdenza. Vieni; andiam dal re: convien fargli conoscere questo segreto. Sarebbevi più pericolo a nascondere un tal amore, che non vi sia da temer sdegno rivelandolo. Vieni.

(escono)


SCENA II. Una stanza nel palazzo regio.

Entrano il Re, la Regina, Rosencrantz, Guildensterno, e seguito.

Re. Ben giunto, caro Rosencrantz, e voi anche Guildensterno! Oltre il desiderio che avevo di vedervi, il bisogno che ho della vostra opera mi stimolò a chiamarvi presso di me. Udiste parlare della trasformazione d’Amleto? Dico trasformazione, perocchè nè nel suo esterno, nè nell’anima sua, ei rassomiglia più in nulla a quello che era. Qual cagione, fuorchè la morte di suo padre, ha potuto intorbidare a tal punto la sua ragione? Io non ne saprei imaginare altra. Voi dunque, che foste educati con lui fin dalla fanciullezza, che siete sì strettamente uniti seco coi vincoli dell’età e delle passioni, voi prego di restar per qualche tempo a questa corte. La vostra compagnia potrebbe ricondurlo all’amor