Pagina:Deledda - Nell'azzurro, Milano, Trevisini, 1929.djvu/89: differenze tra le versioni
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dalla nostra parte, la parte dei deboli, delle silenziose! |
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Perchè da noi tutto avveniva in silenzio, senza scandali e raramente: qualche graffiatura sotto il banco, qualche urto che, in caso di scoperta, poteva passare per involontario. Le cause erano grosse: per un pennino, per una macchia di inchiostro, per una castagna rifiutata... Ma le vendette erano più grosse ancora, più belle... per chi poteva profittarne per la prima. |
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— Signora maestra, Maria mi ha mostrato la lingua! |
— Signora maestra, Maria mi ha mostrato la lingua! |
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Era il banco più alto, quello delle correzioni, quando la mancanza non era grave; e dove ci si stava sole sole. |
Era il banco più alto, quello delle correzioni, quando la mancanza non era grave; e dove ci si stava sole sole. |
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Maria cercava di protestare, ma invano; e trottava su, dopo aver mostrato davvero la lingua alla accusatrice con la quale diventava nemica acerrima per tutta la mattina. Del resto si era sempre, o quasi sempre, tranquille nelle ore della scuola, chine sui quaderni a disegnare figurine, casette, fiori, geroglifici inesplicabili, che ci procuravano anche essi dei buoni rabbuffi dalle maestre. |
Maria cercava di protestare, ma invano; e trottava su, dopo aver mostrato davvero la lingua alla accusatrice con la quale diventava nemica acerrima per tutta la mattina. — Del resto si era sempre, o quasi sempre, tranquille nelle ore della scuola, chine sui quaderni a disegnare figurine, casette, fiori, geroglifici inesplicabili, che ci procuravano anche essi dei buoni rabbuffi dalle maestre. |
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Fu appunto per uno di questi figurini che disegnai arbitrariamente sul quaderno di una {{Pt|compa-|}} |
Fu appunto per uno di questi figurini che disegnai arbitrariamente sul quaderno di una {{Pt|compa-|}} |