Varenna e Monte di Varenna/Secolo XVIII/Opere pubbliche - Strade - Boschi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Cruccone (discussione | contributi)
Porto il SAL a SAL 75%
(Nessuna differenza)

Versione delle 14:47, 28 feb 2020

Opere pubbliche — Strade — Boschi

../Nuovo catasto — Censimento — Tasse ../Vicende ecclesiastiche e religiose IncludiIntestazione 28 febbraio 2020 75% Da definire

Opere pubbliche — Strade — Boschi
Secolo XVIII - Nuovo catasto — Censimento — Tasse Secolo XVIII - Vicende ecclesiastiche e religiose
[p. 270 modifica]

OPERE PUBBLICHE — STRADE — BOSCHI ecc.

Si farà cenno nelle notizie di carattere ecclesiastico e religioso della costruzione della gradinata della chiesa parrocchiale di San Giorgio di Varenna e del piazzale davanti alla chiesa stessa che ebbe luogo nell’anno 1754 così pure della costruzione della facciata della chiesa parrocchiale di San Martino di Perledo avvenuta nell’anno 1785.

Si è precedentemente accennato come una volta passasse per Varenna la strada regia che da Colico conduceva a Lecco. Quando però venne dichiarata regia la strada Bellano, Valsassina, Lecco, il comune di Varenna dovette pensare alla manutenzione delle sue strade divenute tutte comunali. Ma in quei tempi la manutenzione delle strade era affidata in parte ai proprietari delle località per le quali la strada stessa passava come si legge nella seguente grida pubblicata nel 1733 dal podestà di Mandello e Varenna: «D’ordine dell’egregio signor Podestà di Mandello e Varena e per esecuzione delli ordini e statuti e continuando anche l’atichissimo uso: si fa pubblica grida e commandamento che qualunque persona niuna eccettuata, qual possiede stabili in questa giurisdizione e territori confinanti alle strade pubbliche, debbono nel termine di giorni otto prossimi a venire avere con effetto aggiustate dette strade in quelle parti dove fossero rotte, spazate in quelle parti dove fossero impedite tanto da sassi, quanto d’altri materiali, come anche cimate le case adherenti ed esse strade streppati li boschetti in esse e sopra le [p. 271 modifica]rippe d’esse strade esistenti, come pure recisi e troncati li rami d’arbori pendenti sopra quelle, ed in somma aver dette strade accomodate ed agiustate in modo che siano comode e sicure alli passaggi ed alle Croci in occasioni delle processioni, e ciò sotto le pene comminate nelli ordini avvertendo che passato detto termine, dal prefato signor Podestà si farà la solita visita generale e trovandosi alcun contraventore si farà eseguire dal medemo signor Giudice quanto sopra a spese di renitenti e si farà eseguire si detta pena nella quale saranno incorsi come anche detta spesa mediante l’esecuzione reale da farsegli immediatamente senz’altro aviso».

Come è accennato nella grida era dovere del podestà di passare periodiche visite alle strade per accertarsi del loro buon mantenimento. Le spese di queste visite erano a carico dei comuni e perchè il comune di Varenna aveva trascurato di eseguire questo pagamento, venne così richiamato all’ordine dalla Delegazione del novo censimento con lettera 22 giugno 1761: «Il podestà di Mandello che lo è anche di codeste comunità di Varenna con Fiume Latte ci ha fatto istanza perchè vogliamo ordinare che la stessa comunità di Varenna continui a corrispondergli quella mercede solita ritirarsi da lui per la visita delle strade comunitative che restò esclusa dalla nota delle spese locali allegando l’antica consuetudine ed il bisogno del comune che le sue strade siano bene aggiustate. Come abbiamo osservato che la comunità non si oppone a tal pagamento avendo anzi compreso negli scrutinii qua trasmessi dalle spese locali ordinarie anco questa mercede. Noi ci siamo perciò determinati a ordinarvi di far pagare dal suddetto comune al mentovato podestà l’accennnata consueta mercede»

Le strade si trovavano in quei tempi quasi sempre in cattive condizioni.

Da una supplica del sindaco di Perledo in data 11 marzio 1711 si ricavano le seguenti notizie sulle strade di Perledo:

«La regia ed unica strada che dalla Valsassina pone fino alla riva di Gitana, Pieve di Perledo e che comunica per tutta la riviera di Lecco come pure la strada che dal castello di Lecco rettamente conduce al forte di Fuentes trovansi in certi siti si fattamente diroccate che sono, ormai impraticabili ai pedoni nonchè ai cavalli. Rispetto alla prima ne corrose gran parte l’escrescienza del lago di modo che per rimetterla nel primo essere abbisogna di riparamento di trenta gradini o cordoni per sostenerla e 400 braccia di rizzato del tutto distrutto.

Rispetto poi all’altra tra Varenna e Bellano dove si dice al Bosnadi, sino alla chiesola detta dell’albero secco, rimane interrotta pel dirrocamento dei muri che servivagli di sostegno di modo che per risarcirla si precisa il rifacimento di braccia 220 in lungezza, e braccia 3 di altezza oltre le rigate che ad ogni tratto mancano in entrambe le suddette strade. Per le quali ristorazioni saranno precise almeno lire 1800». [p. 272 modifica]

Nei casi in cui per l’entità dei lavori le riparazioni dovevano essere assunte dal comune, questi doveva in precedenza domandare l’autorizzazione delle spese all’autorità governativa come risulta dalla seguente adesione data dal Presidente del Supremo Consiglio d’Economia al comune di Varenna il 16 Settem. 1768. «Hanno domandato i deputati dell’Estimo della comunità di Varenna di poter far riparare a spese comunali una strada divenuta impraticabile, per la quale nella terza domenica d’ogni mese si fa la processione del SS. Sacramento. Qualora dunque questa strada, che si dice aver bisogno di essere riparata o mantenuta sempre a spese della comunità noi ne permettiamo la spesa, a condizione che premesso il giudizio di un pubblico perito si deliberi sulla riparazione all’asta, con avvertire che essendovi in detta strada qualche sito di gronde si debba questo lasciare a carico particolare e de’ padroni delle case»1.

In una carta dell’anno 1757 si lamenta che gli abitanti di Varenna si diano liberamente alla pesca ed al taglio dei boschi. In quegli stessi tempi vengono pubblicate delle istruzioni sul miglioramento dei boschi nel territorio del Monte Varenna nelle quali notiamo i seguenti due articoli:

«art. 14. Non sarà permesso di tenere più di due capre per ogni famiglia

«art. 20 La comunità di Perledo che ha un piccolo bosco di nocciole che dal Portone si estende verso Gittana ed il quale rende poco o nessun utile alla comunità dovrà metterlo parte a castagni e parte a roveri».

Circa le capre il senato di Milano aveva già pubblicato nel 1726 e nel 1753 della grida proibenti le capre nella comunità del monte di Varenna, una senza effetti.

L’autorità tutoria era molto rigorosa nel controllare le spese fatte dal comune; avvenne che il comune di Varenna senza chiedere autorizzazione a chicchessia si accordò con un fabbricante di orologi certo professore Giacomo Sprione perchè venisse sostituito il vecchio orologio del campanile con un orologio nuovo, il vecchio orologio sarebbe rimasto allo Sprione.

Ma quando il comune domandò l’autorizzazione della spesa corrispondente il Presidente del Supremo Consiglio d’Economia così rispose:

«Coerentemente dunque al sentimento del Supremo Consiglio ed in esecuzione dell’accennato decreto dell’A. S. S. non potendosi accordare alcuna spesa per un’opera in servigio di detta comunità quale non sia stata prima proposta nel Convocato Generale e approvata dal Tribunale dell’Estimo a tenore dagli ordini, farete che sia restituito alla comunità il vecchio orologio già dato al Professore, e rimesso al suo primitivo [p. 273 modifica]posto, retrocedendogli il nuovo, e obbligando il detto Professore e la sua sicurità a rifondere il percetto per detta opera, cosicchè la Cassa Comunale venga ad essere indennizzata di quanto illegittimamente ha pagato e sofferto.

Il professore poi e detta sicurità, avendo qualche particolar ragione contro Gaetano Scanagatta e Giovanni Pirelli i quali in qualità di deputati dell’Estimo di propria autorità e senza legittimo mandato e previa permissione del Tribunale dettero la Commissione dell’orologio suddetto agiscano contro di essi come particolari persone avanti il Giudice competente».

  1. A. S. M.