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Versione delle 12:57, 27 feb 2020

146 novelle indiane di visnusarma

è casa tua, bensì mia. A che dunque vai parlando con tanta asprezza? Perchè è stato detto:


Quando alcuno il suo vivaio,
Il suo pozzo, la sua fonte
O il suo tempio abbandonò,


Di riaverne signoria
Più pretendere non può.


E poi:


Chi per dieci anni
Pubblicamente
D’un campo o d’altro
Fu possidente,
Ha quel possesso


Per argomento,
Non testimonio,
Non documento
Gli è necessario
n un processo1.


Ora tu, o sciocco, non hai udito l’avviso di Narada:

Per gli uomini è argomento — di dieci anni il possesso;
Per gli’augelli e le fiere — l’avervi avuto accesso.


E però questa casa è mia per diritto, e non tua. Capingiala allora disse: Se tu vuoi ricorrere all’autorità della legge, vieni con me e interroghiamo qualche dottor di leggi. A chi egli assegnerà per diritto la casa, quello se la prenda. — Dopo ciò, ambedue si tolsero di là per andare a sbrigare quel piato, e io pensai: Che sarà ora? Io pure devo vedere questa faccenda. — Allora, per la curiosità, anch’io andai dietro a quei due. La lepre intanto, non essendo andata ancor molto lontana, così domando a Capingiala: Amico, chi ora definirà questa nostra questione? — E l’altro disse - Un gatto di nome Dadicarna che ha molta pietà per gli esseri viventi tutti, che s’è dato ai voti della vita penitente e se ne sta sul greto del Gange beato che ha le onde mobili delle sue acque increspate dai forti venti e scorre tutto insieme raccolto con suono di dolce mormorio. — Ma la lepre, come vide il gatto, turbata nell’animo da forte spavento, gridò: Via, via da questo malnato! Perchè è stato detto:


In vil che ha l’abito
Di penitente,
Nessun dell’animo
Sia confidente.


Molti si vedono
Su per i greti2
Ingordi e cupidi
Anacoreti3. —


Ma intanto quel gatto selvatico di nome Dadicarna, avendo udito il piato che quei due facevano, per ispirar fiducia in loro, se ne venne alla sponda del fiume là presso la via, e, presa una manata di verbene, segnato dei dodici segni fausti, socchiuso un occhio, le braccia levate in alto, toccando il suolo con la sola punta delle zampe, volta la faccia al sole, mormorò questa pia giaculatoria: Oh! quanto è vano il mondo! La vita dura un
  1. Quando alcuno gli volesse disputare quel possesso.
  2. I lidi sacri dei fiumi dove penitenti e pellegrini fanno le loro abluzioni.
  3. Tutto questo passo che comincia dalla domanda della lepre, manca nel testo di Calcutta e certamente è spurio, tanto più che è tutto contraddetto da ciò che segue.