Varenna e Monte di Varenna/Secolo XVII/Curiosità: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Cruccone (discussione | contributi)
Porto il SAL a SAL 75%
 
(Nessuna differenza)

Versione attuale delle 13:55, 26 feb 2020

Curiosità

../Varenna nella letteratura del secolo XVII ../Personaggi notevoli IncludiIntestazione 26 febbraio 2020 75% Da definire

Secolo XVII - Varenna nella letteratura del secolo XVII Secolo XVII - Personaggi notevoli
[p. 218 modifica]

CURIOSITÀ

In una sdegnosa lettera scritta da Lelio Mornico ad un certo Ambrogio Galiperti in Firenze, nell’anno 1637, vero capo d’accusa che qui riproduciamo, vediamo adombrato un misterioso e cupo dramma familiare.

Santino ha detto il vero ch’io sia desgustato; non credo siate tanto scioccho che benchè Santino non ve lo havesse detto non lo sapeste per voi stesso. Alla lettera che mi scriveste al novembre passato risposi, ma non inviai la risposta così consigliato dai miei amici et dalle mie passioni. Hor veggo la vostra seconda alla quale non credo più che alla prima; ma per non lasciarvi senza risposta in questa inchiudo anco l’altra, dalla qual (benchè le sappiate) vedrete le cause della mia doglianza et Dio vi perdoni. Varena li 2 luglio 1639. Già vostro zio Lelio Mornici.

A tergo: Al magnifico messer Ambrogio Galperti che nostro Signore guardi. Fiorenza.

(Allegata alla precedente, trovasi la seguente lettera).

Livia morse e fu sotterrata. Questo noti ha più remedio, et quello che più importa morse tisica (cosa prevista) et da me avisata, ma da voi a bella mano procurata. Però non occorre meco (sapendo ch’io sono) scriver historie, nè doglianze straordinarie. So che in voi il dolor de gombito non eccederà quello degl’altri, ma potrebbe ben esser che v’ingegnaste di mostrarlo. La penultima lettera, ch’ebbi da voi, fu data di Fiorenza d’aprile, portata a me da maestro Andrea, nella quale voi a nome anco di Lucia mi pregavate ch’sperasse che maestro Andrea [p. 219 modifica]ottenesse madonna Orsola per moglie da condur costì per compagnia di detta Livia che dicevate esser sana et in cervello. Alli 9 di novembre mi avvisate la morte di questa povera figliola seguita sino alli 9 di settembre et dite che è stata inferma sette mesi. Da maggio a settembre non numero sette mesi. Dite tisica; li nostri medici dicono che li tisici non muoiono in cinque o sei mesi. Dite che vi fu dubio de fattuccierie vecchie; perchè non nuove? Che non vi sia ipocrito tanto sfacciato, che mi tenga così coglione di darmi ad intendere queste novelle. Guardimi Dio da que’ vostri frati tanto intelligenti de spiriti, che non intendono il vostro. Livia è morta, ne può più dir la sua ragione et so che sarà morta innocente. La sua sorte portò la sua causa et conforme alla giustizia sua la vendichi. Vi dico bene che non ho sentito morte più al vivo di questa et tanto più quando scrivete tisica, havendovi pregato che mutaste stanza. Ma dico che questo non fu cena per voi. Tutte sono mercantie, gl’huomini de negotii s’apigliano al tutto, purchè arrivino alli loro interessi. Tronco questi discorsi che mi tiranano in infinito et pregandovi da Dio le consolationi che meritate et che date ad altri, vi lascio con li vostri pensieri. Ponzone, li 22 dicembre 1638. Già vostro zio Lelio Mornici1.

Note

  1. Archivio di Casa Mornico.