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amore ragione e prudenza 53

contro la madre e fassi, come dici, sfrenato tanto che viene in preiudizio e danno de l’amante, perché quel che bene ama, se medesimo disama. Il che è contra ogni ragione e dovere; ché l’amore è caritá e da se medesimo debbe principiare: il che non facciamo, ché amiamo piú altri che noi medesimi; né questo è poco. E per essere l’amore, dipoi che è nato privato d’ogni ragione, si dipinge cieco senza occhi; e perché la madre Venere ha gli occhi belli, però desidera il bello. E la ragione giudica la persona bella buona e amabile: e di qui nasce l’amore. Si dipinge Cupido ancora nudo, perché il grande amore non si può dissimulare con la ragione né coprire con la prudenzia, per l’intollerabili pene che lui dá. Ed è pieccolino, perché gli manca la prudenzia, né per quella si può governare. Ha l’ale, perché amore con celeritá entra negli animi e con celeritá gli fa andare a trovare sempre la persona amata. Astratto da se medesimo; e per questo Euripide dice l’amante vive in corpo d’altri. Dipingesi saettando, perché ferisce da longa, e saetta il cuore come proprio segnale; ancor perché la piaga d’amore è come quella de la saetta improvisa, stretta di bocca e di profonda penetrazione, non facile a vedersi, difficile a curarsi, e molto grave a sanare. Chi mira quel di fuore, gli pare poco; ma secondo l’intrinseco è pericolosissima, e il piú de le volte si converte in fistola incurabile. E ancora, cosí come la piaga fatta da la saetta non si sana, se ben si distempera l’arco, o si rompe, che l’ha tirata; cosí quella che fa il vero amore non si remedia per alcuna dilettazione che la fortuna gli possa concedere e che la persona amata in alcun tempo gli possi dare, né ancor si può saldare per mancamento de la cosa amata ne l’irreparabil morte. Sicché non ti maravigliare se ’l perfetto amore, essendo figliuolo de la ragione, non è ordenato da quella.

Sofia. Anzi mi maraviglio che possa essere laudabile amore quello che non è governato da la ragione e prudenzia; ché io teneva che questa fusse la differenzia fra l’amore virtuoso e il lascivo in tutto disordenato e sfrenato; donde io sto pensando quale è il perfetto.