Pagina:L'Anticristo.djvu/57: differenze tra le versioni

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fede salva! «''dunque''» è «vera». Ma ciò non ci conduce al fine. Questo «dunque» sarebbe l’assurdo stesso, trasformato in criterio di verità. Ammettiamo tuttavia, con un po’ di deferenza, che la salvazione che deve venire sia dimostrata dalla fede («''non''» solo desiderata, «''non''» solo promessa dalla bocca sospetta del sacerdote.) La salvazione — per parlare più tecnicamente, il «''piacere''» — sarebbe ora una prova della verità? Sarebbe tale, tanto poco che quasi produrrebbe un’antitesi, ed in ogni caso il maggior sospetto, rispetto alla «verità» quando le sensazioni di piacere si mettono a rispondere alla domanda: «che cosa è vero?» La prova del «piacere» è una prova «di» «piacere», nulla più; come si potrebbe sapere che i giudizii «''veri''» causano maggior piacere dei giudizii falsi, e che secondo un’armonia prestabilita, apportano necessariamente sensazioni di piacere? L’esperienza di tutti gli spiriti seri e profondi insegna l’«''opposto''». E’ stato necessario conquistare a viva forza ogni briciola di verità, è stato necessario sacrificare quasi tutto ciò che avevamo a cuore, tutto quello a cui si riduceva il nostro amore e ia nostra fiducia nella vita. Bisogna aver grandezza d’animo per questo: il servizio della verità è il silenzio più duro. Che cosa è, infatti, esser leale nelle cose dello spirito? Esser severo col proprio cuore, dispreizare i «buoni sentimenti»: farsi un caso di coscienza di ogni «''si''» e di ogni «''no...''» La fede salva: «''dunque''» mente....
fede salva! «''dunque''» è «vera». Ma ciò non ci conduce al fine. Questo «dunque» sarebbe l’assurdo stesso, trasformato in criterio di verità. Ammettiamo tuttavia, con un po’ di deferenza, che la salvazione che deve venire sia dimostrata dalla fede («''non''» solo desiderata, «''non''» solo promessa dalla bocca sospetta del sacerdote.) La salvazione — per parlare più tecnicamente, il «''piacere''» — sarebbe ora una prova della verità? Sarebbe tale, tanto poco che quasi produrrebbe un’antitesi, ed in ogni caso il maggior sospetto, rispetto alla «verità» quando le sensazioni di piacere si mettono a rispondere alla domanda: «che cosa è vero?» La prova del «piacere» è una prova «di» «piacere», nulla più; come si potrebbe sapere che i giudizii «''veri''» causano maggior piacere dei giudizii falsi, e che secondo un’armonia prestabilita, apportano necessariamente sensazioni di piacere? L’esperienza di tutti gli spiriti seri e profondi insegna l’«''opposto''». E’ stato necessario conquistare a viva forza ogni briciola di verità, è stato necessario sacrificare quasi tutto ciò che avevamo a cuore, tutto quello a cui si riduceva il nostro amore e la nostra fiducia nella vita. Bisogna aver grandezza d’animo per questo: il servizio della verità è il silenzio più duro. Che cosa è, infatti, esser leale nelle cose dello spirito? Esser severo col proprio cuore, dispreizare i «buoni sentimenti»: farsi un caso di coscienza di ogni «''si''» e di ogni «''no...''» La fede salva: «''dunque''» mente....