Pagina:Rivista italiana di numismatica 1894.djvu/19: differenze tra le versioni
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senza significato, di un vocabolo del dialetto di quel popolo ivi stanziato prima che giungessero i Greci? |
senza significato, di un vocabolo del dialetto di quel popolo ivi stanziato prima che giungessero i Greci? |
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Riguardo al primo quesito merita di essere considerata l’opinione dell’{{AutoreCitato|Gregorio Ugdulena|Ugdulena}}<ref>{{AutoreCitato|Gregorio Ugdulena|{{Sc|Gregorio Ugdulena}}}}, ''Sulle monete punico-sicule''. Palermo, 1857. Questa monografia trovasi negli ''Atti dell’Accademia di Lettere e Scienze'' di Palermo, vol. III, 1859.</ref>. Il dotto orientalista suppose che l’ampia pianura dove sorse la città di Imera, |
Riguardo al primo quesito merita di essere considerata l’opinione dell’{{AutoreCitato|Gregorio Ugdulena|Ugdulena}}<ref>{{AutoreCitato|Gregorio Ugdulena|{{Sc|Gregorio Ugdulena}}}}, ''{{TestoAssente|Sulle monete punico-sicule}}''. Palermo, 1857. Questa monografia trovasi negli ''Atti dell’Accademia di Lettere e Scienze'' di Palermo, vol. III, 1859.</ref>. Il dotto orientalista suppose che l’ampia pianura dove sorse la città di Imera, "tra campi fertilissimi ed in sito assai comodo da poter signoreggiare la costa settentrionale dell’isola e il mare che la divide dal continente italiano, fosse già abitata innanzi che i Greci venissero a porvi la stanza in quei tempi che i Fenici, venuti di Cartagine e fors’anco dall’Asia, abitavano intorno a tutta la Sicilia, come dice Tucidide.... „. |
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Egli, che scriveva in un tempo in cui la scienza numismatica non aveva ancora fatto grandi progressi, attribuiva ad Imera un gran numero di monete d’argento e rame, di diversi tipi, con leggenda fenicia, ed era quindi necessariamente indotto ad ammettere un’antichissima cultura fenicia, in quella città. Ma la sua ipotesi non è confortata da alcun riscontro negli scrittori antichi, i quali affermano concordemente il contrario. Il più autorevole fra questi, {{AutoreCitato|Tucidide|Tucidide}}<ref>VI, 5.</ref>, narra che Euclide, Simo e Sacone partitisi di Zancle fondarono Imera, e con essi abitarono in quella città Calcidesi in gran numero e degli esuli siracusani detti Miletidi; ed altrove<ref>VI, 62.</ref>μόνη ἐν τούτῳ τῷ μέρει τῆς Σικελίας Ἑλλὰς πόλις. E greca si mantenne questa città per tutto il tempo della sua breve esistenza, fedele alle istituzioni della patria comune ed antagonista fiera dei fenici, dai quali era circondata. |
Egli, che scriveva in un tempo in cui la scienza numismatica non aveva ancora fatto grandi progressi, attribuiva ad Imera un gran numero di monete d’argento e rame, di diversi tipi, con leggenda fenicia, ed era quindi necessariamente indotto ad ammettere un’antichissima cultura fenicia, in quella città. Ma la sua ipotesi non è confortata da alcun riscontro negli scrittori antichi, i quali affermano concordemente il contrario. Il più autorevole fra questi, {{AutoreCitato|Tucidide|Tucidide}}<ref>VI, 5.</ref>, narra che {{AutoreCitato|Euclide|Euclide}}, Simo e Sacone partitisi di Zancle fondarono Imera, e con essi abitarono in quella città Calcidesi in gran numero e degli esuli siracusani detti Miletidi; ed altrove<ref>VI, 62.</ref>μόνη ἐν τούτῳ τῷ μέρει τῆς Σικελίας Ἑλλὰς πόλις. E greca si mantenne questa città per tutto il tempo della sua breve esistenza, fedele alle istituzioni della patria comune ed antagonista fiera dei fenici, dai quali era circondata. |
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Un altro punto oscuro, ma che si presenta |
Un altro punto oscuro, ma che si presenta |