Pagina:Giuseppe Conti Firenze vecchia, Firenze 1899.djvu/51: differenze tra le versioni
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re, distributore delle corone, ec.» mandò anch’egli un proclama per dire che il Profeta aveva permesso che la Francia sterminatrice facesse le sue vendette per le colpe degli uomini; ed ora che il suo compito era eseguito, i turchi sarebbero venuti a darci la libertà, promettendoci «una primavera di delizia e di riso!..,» Ma degno di riso sarebbe stato davvero, se non lo fosse di sdegno, il veder bandire dagli altari da alcuni preti fanatici e ignoranti il proclama del sultano, come se si trattasse del vangelo di un nuovo apostolo! |
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re, distributore delle corone, ec.» mandò anch’egli un proclama |
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per dire che il Profeta aveva permesso che la Francia |
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E non fu soltanto il fratello del Sole e della Luna, che s’intenerì per noi, vedendoci preda dei francesi; ma anche il generale Suwarow si commosse per conto del suo governo, alla nostra sorte; e anche lui, poveretto, mandò un proclama che cominciava così: «Popoli d’Italia, armatevi e venite a porvi sotto gli stendardi della religione e della patria, e voi trionferete d’una perfida nazione.» E dire che il comandante russo intendeva di alludere alla Francia!... |
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sterminatrice facesse le sue vendette per le colpe degli uomini; |
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ed ora che il suo compito era eseguito, i turchi sarebbero |
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Il colmo dell’indignazione russa a nostro vantaggio è contenuta in queste parole: «I francesi vi opprimono tutti i giorni con gravezze immense: e sotto il pretesto d’una libertà e d’una eguaglianza chimeriche, portano la desolazione nelle famiglie...» e via di questo passo. |
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venuti a darci la libertà, promettendoci «una primavera di |
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delizia e di riso!..,» Ma degno di riso sarebbe stato davvero, |
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Poi che fu ammansita la tracotanza del fiero guerriero Lorenzo Mari, il patriottico e sapientissimo governo toscano, non sdegnò di trattare il 7 luglio anche col prete Donato Landi, qualificato commissario di guerra della armata aretina, per preparare gli alloggi e le vettovaglie necessarie a tale valorosa armata, costituita da una ciurmaglia di 5000 ribelli, per la maggior parte appunto aretini. Essi infatti entrarono in Firenze nel pomeriggio del giorno stesso dalla porta a San Niccolò in numero di 2500 fra fanti e cavalli guidati dalla celebre ''Sandrina Mari'', che a cavallo come un uomo, vestita metà da donna e metà da soldato, entusiasmava quel prode esercito. Il vero nome di lei era Cassandra Cini, figlia d’un macellaro di Montevarchi; ma ad Arezzo la chiamavano Sandrina. Fu poi sposata al capitano Lorenzo Mari, il quale, |
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se non lo fosse di sdegno, il veder bandire dagli altari da |
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alcuni preti fanatici e ignoranti il proclama del sultano, come |
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se si trattasse del vangelo di un nuovo apostolo! |
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E non fu soltanto il fratello del Sole e della Luna, che |
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s’intenerì per noi, vedendoci preda dei francesi; ma anche |
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il generale Suwarow si commosse per conto del suo governo, |
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alla nostra sorte; e anche lui, poveretto, mandò un proclama |
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che cominciava così: «Popoli d’Italia, armatevi e venite a |
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porvi sotto gli stendardi della religione e della patria, e voi |
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trionferete d’una perfida nazione.» E dire che il comandante |
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russo intendeva di alludere alla Francia!... |
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Il colmo dell’indignazione russa a nostro vantaggio è contenuta |
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in queste parole: «I francesi vi opprimono tutti i giorni |
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con gravezze immense: e sotto il pretesto d’una libertà e d’una |
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eguaglianza chimeriche, portano la desolazione nelle famiglie....» e via di questo passo. |
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Poi che fu ammansita la tracotanza del fiero guerriero Lorenzo |
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Mari, il patriottico e sapientissimo governo toscano, |
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non sdegnò di trattare il 7 luglio anche col prete Donato |
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Landi, qualificato commissario di guerra della armata aretina, |
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per preparare gli alloggi e le vettovaglie necessarie a tale |
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valorosa armata, costituita da una ciurmaglia di 5000 ribelli, |
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per la maggior parte appunto aretini. Essi infatti entrarono |
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in Firenze nel pomeriggio del giorno stesso dalla porta a |
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San Niccolò in numero di 2500 fra fanti e cavalli guidati |
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dalla celebre Sandrina Alari, che a cavallo come un uomo, |
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vestita metà da donna e metà da soldato, entusiasmava quel |
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prode esercito. Il vero nome di lei era Cassandra Cini, figlia |
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d’un macellaro di Montevarchi; ma ad Arezzo la chiamavano |
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Sandrina. Fu poi sposata al capitano Lorenzo IVIari, il quale. |
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