Pagina:Giuseppe Conti Firenze vecchia, Firenze 1899.djvu/47: differenze tra le versioni

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{{ct|t=1|v=1|f=130%|Nuovi proclami e sempre nuovi governi}}
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{{smaller|Ultimi atti del commissario Reinhard - Il Senato fiorentino - Effetti della reazione - Selim III - Il generale Suwarow - La Sandrina Mari e gli aretini a Firenze - Il vescovo Scipione Ricci - Gli austro-russi - Sempre Te Denm - La morte di Pio VI - I francesi tornano in Toscana - Il regno d’Etruria - Lodovico di Borbone a Parigi - Proclama del generale Murat Giuramento prestato al nuovo sovrano - Suo arrivo a Firenze - L’Apollo di Belvedere e la Venere dei Medici - Tristi condizioni del regno d’Etruria - Viaggio dei reali e morte del re Lodovico.}}
{{smaller|Ultimi atti del commissario Reinhard - Il Senato fiorentino - Effetti della reazione - Selim III - Il generale Suwarow - La Sandrina Mari e gli aretini a Firenze - Il vescovo Scipione Ricci - Gli austro-russi - Sempre ''Te Deum'' - La morte di Pio VI - I francesi tornano in Toscana - Il regno d’Etruria - Lodovico di Borbone a Parigi - Proclama del generale Murat - Giuramento prestato al nuovo sovrano - Suo arrivo a Firenze - L’Apollo di Belvedere e la Venere dei Medici - Tristi condizioni del regno d’Etruria - Viaggio dei reali e morte del re Lodovico.}}


Appena gli ultimi soldati francesi ebbero lasciato in fretta e furia Firenze, fu affisso un avviso senza data - ciò dimostra che era stato pronto da un pezzo - del commissario Reinhard col quale rammentava ai fiorentini ch’erano «sottomessi al governo francese dal diritto della guerra; e che se era stata rispettata la loro religione, le proprietà e le persone, lo dovevano soltanto alla loro pacifica sommissione e alla generosità francese, che non s’era obliata un istante.» E dovevasi altresì «alla saviezza, alla purità e alla bontà dei Toscani» se era stato conservato il loro paese, cioè se non era stato distrutto erigendovi una piramide sulle sue rovine, come avevano minacciato di fare ad Arezzo e a Cortona.
Appena gli ultimi soldati francesi ebbero lasciato in fretta e furia Firenze, fu affisso un avviso senza data - ciò dimostra che era stato pronto da un pezzo - del commissario Reinhard col quale rammentava ai fiorentini ch’erano «sottomessi al governo francese dal diritto della guerra; e che se era stata rispettata la loro religione, le proprietà e le persone, lo dovevano soltanto alla loro pacifica sommissione e alla generosità francese, che non s’era obliata un istante.» E dovevasi altresì «alla saviezza, alla purità e alla bontà dei Toscani» se era stato conservato il loro paese, cioè se non era stato distrutto erigendovi una piramide sulle sue rovine, come avevano minacciato di fare ad Arezzo e a Cortona.


Per essere amici, non potevano parlar meglio davvero! Nello stesso tempo, fu affissa l’ultima e «furibonda» ordinanza del su nominato Reinard, il quale, alludendo ai fatti d’Arezzo, diceva che «una ribellione provocata e feroce aveva
Per essere amici, non potevano parlar meglio davvero!
Nello stesso tempo, fu affissa l’ultima e «furibonda» ordinanza del su nominato Reinard, il quale, alludendo ai fatti d’Arezzo, diceva che «una ribellione provocata e feroce aveva