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50 Firenze Vecchia

50 Firenze Vecchia si recarono alla Malmaison, nome dì cattivo augurio, in un antico carrozzone tirato da quattro muli. Alla Malmaison, Napoleone li ricevè da regnante più che da console, circondato dal suo stato maggiore. L’infante e la moglie viaggiavano col titolo imposto loro da Napoleone stesso, cioè, di conte e contessa di Livorno. Appena Lodovico vide il primo console, r abbracciò e lo baciò come se fosse stato suo padre. Napoleone che non s’aspettava l’amplesso di quel fanciullone, credendo che avesse inciampato, gli stese le braccia per sorreggerlo. I sovrani d’Etruria si trattennero a Parigi vario tempo; e quell’ingenuo principe che Napoleone regalava alla Toscana, diede la maggior prova della sua pusillanimità il dì 3 giugno, nella circostanza della grande rivista fatta in suo onore davanti alle Tuilleries. Nientemeno, che cotesto tipo novissimo di sovrano, avendo una indecente paura dei cavalli, preferì di stare a godersi lo spettacolo da un terrazzino, motteggiato e deriso dai generali e dagli ufficiali che si burlavan così per causa sua della Toscana e dei fiorentini che dovevano ossequiarlo come re! Ma ciò non è tutto. Questo sovrano buffone, poiché tale è il titolo che gli spetta nella storia, profittando della confidenza che a mano a mano prendeva coi coniugi Bonaparte, smettendo la timidezza che gli era abituale, faceva spesso in loro presenza, e dei familiari, pare incredibile, le capriole sul tappeto della sala, come fanno i ragazzacci di strada, o i pagliacci delle arene!... Di più, insegnava ai generali ed al seguito militare di Napoleone, a cantare il TantiLiìi ergo ed altri inni sacri, facendosi deridere da quella gente fiera e guerresca, che aveva tutt’altro da pensare che al Pange lingua’. E tanto si prendevano giuoco di lui, che per scherno gli» portavano i balocchi che avevan servito ai piccoli Beauharnais, perchè con quelli si divertisse! Il 30 giugno 1801 i sovrani d’Etruria partirono da Parigi accompagnati e scortati da 260 ussari francesi che li accompagnarono fino a Parma, dove si fermarono per qualche