Pagina:Baretti - La frusta letteraria I.djvu/12: differenze tra le versioni

Utoutouto (discussione | contributi)
 
Utoutouto (discussione | contributi)
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|6|{{Sc|la frusta letteraria}}|}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Pt|qu’anni|settantacinqu’anni}} non fanno gola, sia perché gli manca la gamba sinistra, sia per que’ due gran mustacchi ch’e’ porta sul labbro superiore, o sia perché ha eziandio qualche difetto nel labbro inferiore, baciatogli quasi tutto via in Erzerum dalla dammaschina sciabla d’un soldato circasso, le donne del villaggio non si curano troppo di trattar familiarmente con Aristarco, e gli uomini anch’essi di rado s’arrischiano a parlargli, tanto più che alcuni lo hanno anche in qualche leggier sospetto di negromante, o, come dicono essi, di stregone; cosicché gli è forza sì contenti della conversazione di Macouf suo schiavo turco, e di barattare qualche parola con un don Petronio Zamberlucco, il quale è curato del luogo dov’egli dimora. Questo dabben religioso si compiace di passare qualche sera di domenica con Aristarco, fumando seco un paio di pipe, aiutandolo con assai modestia a vuotare qualche fiasco, e stendendo con molto grave taciturnità gli orecchi quand’egli ciancia de’ suoi viaggi, de’ suoi tanti pericoli passati, delle mode e costumanze de’ lontani paesi, delle varie favelle e della varia letteratura di varie nazioni. Qualche volta leggono insieme qualche squarcio d’un qualche moderno libro italiano, e per lo piú Aristarco dá addosso ai moderni italiani autori, e Don Petronio talora si sforza di difenderli. Il buon uomo ha la pecca di farsene venire una copia subito che qualche letterario giornale o gazzetta o un suo corrispondente libraio gliene danno indizio. Vedete che bel modo quel l’onesto curato ha saputo trovare per buttar via danari con non mediocre pregiudizio d’un suo cherichetto, che dev’essere un dì suo erede perché gli è nipote. Per guerir dunque don Petronio Zamberlucco di questo suo difetto. Aristarco ha voluto intraprendere di scrivere i presenti fogli; e perché i moderni dotti capiscano immediate l’intenzione con cui li scrive, ha voluto intitolarli ''La Frusta Letteraria'', che è titolo chiaro e intelligibile e nulla bisognevole di commento. Lo scrivere questi fogli gioverá anche ad Aristarco a sfogare l’innata bizzarria, a fargli purgare un po’ di quella stizza che la lettura d’un cattivo libro naturalmente gli muove, ed a finir di consumare quel breve spazio
6
LA FRUSTA LETTERARIA
qu’anni non fanno gola, sia perché gli manca la gamba sini-
stra, sia per que’ due gran mustacchi ch’e’ porta sul labbro
superiore, o sia perché ha eziandio qualche difetto nel labbro
inferiore, baciatogli quasi tutto via in Erzerum dalla damma-
schina sciabla d’un soldato circasso, le donne del villaggio
non si curano troppo di trattar familiarmente con Aristarco, e
gli uomini anch’essi di rado s’arrischiano a parlargli, tanto
più che alcuni lo hanno anche in qualche leggier sospetto di
negromante, o, come dicono essi, di stregone; cosicché gli è
forza si contenti della conversazione di Macouf suo schiavo
turco, e di barattare qualche parola con un don Petronio
Zamberlucco, il quale è curato del luogo dov’egli dimora.
Questo dabben religioso si compiace di passare qualche sera
di domenica con Aristarco, fumando seco un paio di pipe,
aiutandolo con assai modestia a vuotare qualche fiasco, e sten-
dendo con molto grave taciturnità gli orecchi quand’egli ciancia
de’ suoi viaggi, de’ suoi tanti pericoli passati, delle mode e
costumanze de’ lontani paesi, delle varie favelle e della varia
letteratura di varie nazioni. Qualche volta leggono insieme
qualche squarcio d’un qualche moderno libro italiano, e per
lo più Aristarco dà addosso ai moderni italiani autori, e Don
Petronio talora si sforza di difenderli. Il buon uomo ha la
pecca di farsene venire una copia subito che qualche letterario
giornale o gazzetta o un suo corrispondente libraio gliene
danno indizio. Vedete che bel modo quel l’onesto curato ha
saputo trovare per buttar via danari con non mediocre pregiu-
dizio d’un suo cherichetto, che dev’essere un di suo erede
perché gli è nipote. Per guerir dunque don Petronio Zamber-
lucco di questo suo difetto. Aristarco ha voluto intraprendere
di scrivere i presenti fogli ; e perché i moderni dotti capiscano
immediate l’intenzione con cui li scrive, ha voluto intitolarli
La Frusta Letteraria, che è titolo chiaro e intelligibile e nulla
bisognevole di commento. Lo scrivere questi fogli gioverà
anche ad Aristarco a sfogare ,l’ innata bizzarria, a fargli purgare
un po’ di quella stizza che la lettura d’un cattivo libro natural-
mente gli muove, ed a finir di consumare quel breve spazio