Cuore (1889)/Gennaio/La madre di Franti: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=13 giugno 2008|arg=Romanzi}}{{Intestazione letteratura
|Nome e cognome dell'autore=Edmondo De Amicis
|Titolo=Cuore
|Iniziale del titolo=C
|Nome della pagina principale=Cuore
|Eventuale titolo della sezione o del capitolo=[[Cuore/Dicembre|Dicembre]] - La madre di Franti
|Anno di pubblicazione=1888
|Secolo di pubblicazione=XIX secolo
|Il testo è una traduzione?=no
|Lingua originale del testo=
|Nome e cognome del traduttore=
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|Abbiamo la versione cartacea a fronte?=no
|URL della versione cartacea a fronte=
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28, sabato
 
Ma Votini è incorreggibile. Ieri, alla lezione di religione, in presenza del Direttore, il maestro domandò a Derossi se sapeva a mente quelle due strofette del libro di lettura: Dovunque il guardo io giro, immenso Iddio ti vedo. - Derossi rispose di no, e Votini subito: - Io le so! - con un sorriso come per fare una picca a Derossi. Ma fu piccato lui, invece, che non poté recitare la poesia, perché entrò tutt'a un tratto nella scuola la madre di Franti, affannata, coi capelli grigi arruffati, tutta fradicia di neve, spingendo avanti il figliuolo che è stato sospeso dalla scuola per otto giorni. Che triste scena ci toccò di vedere! La povera donna si gettò quasi in ginocchio davanti al Direttore giungendo le mani, e supplicando: - Oh signor Direttore, mi faccia la grazia, riammetta il ragazzo alla scuola! Son tre giorni che è a casa, l'ho tenuto nascosto, ma Dio ne guardi se suo padre scopre la cosa, lo ammazza; abbia pietà, che non so più come fare! mi raccomando con tutta l'anima mia! - Il Direttore cercò di condurla fuori; ma essa resistette, sempre pregando e piangendo. - Oh! se sapesse le pene che m'ha dato questo figliuolo avrebbe compassione! Mi faccia la grazia! Io spero che cambierà. Io già non vivrò più un pezzo, signor Direttore, ho la morte qui, ma vorrei vederlo cambiato prima di morire perché... - e diede in uno scoppio di pianto, - è il mio figliuolo, gli voglio bene, morirei disperata; me lo riprenda ancora una volta, signor Direttore, perché non segua una disgrazia in famiglia, lo faccia per pietà d'una povera donna! - E si coperse il viso con le mani singhiozzando. Franti teneva il viso basso, impassibile. Il Direttore lo guardò, stette un po' pensando, poi disse: - Franti, va' al tuo posto. - Allora la donna levò le mani dal viso, tutta racconsolata, e cominciò a dir grazie, grazie, senza lasciar parlare il Direttore, e s'avviò verso l'uscio, asciugandosi gli occhi, e dicendo affollatamente: - Figliuol mio, mi raccomando. Abbiano pazienza tutti. Grazie, signor Direttore, che ha fatto un'opera di carità. Buono, sai figliuolo. Buon giorno, ragazzi. Grazie, a rivederlo, signor maestro. E scusino tanto, una povera mamma. - E data ancora di sull'uscio un'occhiata supplichevole a suo figlio, se n'andò, raccogliendo lo scialle che strascicava, pallida, incurvata, con la testa tremante, e la sentimmo ancor tossire giù per le scale. Il Direttore guardò fisso Franti, in mezzo al silenzio della classe, e gli disse con un accento da far tremare: - Franti, tu uccidi tua madre! - Tutti si voltarono a guardar Franti. E quell'infame sorrise.
 
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