Pagina:Anonimo - Matematiche Fascicolo quarto, 1840.djvu/55: differenze tra le versioni

 
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di una base qualunque, che abbia per esponente il primo numero, può decomporsi per moltiplicazione in potenze simili, che abbiano per esponenti i secondi numeri».
di una base qualunque, che abbia per esponente il primo numero, può decomporsi per moltiplicazione in potenze simili, che abbiano per esponenti i secondi numeri».


Nel caso particolare, in cui gli esponenti delle potenze simili, che si moltiplicano, fossero tra loro uguali (nel qual caso si eleverebbe potenza a potenza), siccome la loro somma sarebbe il prodotto di uno pel numero di tutti, cosi si dice
Nel caso particolare, in cui gli esponenti delle potenze simili, che si moltiplicano, fossero trà loro uguali (nel qual caso si eleverebbe potenza a potenza), siccome la loro somma sarebbe il prodotto di uno pel numero di tutti, così si dice


«Che per elevare una potenza a potenza si moltiplica il di lei esponente per quello ''del grado'', a cui vuolsi elevare»
«Che per elevare una potenza a potenza si moltiplica il di lei esponente per quello ''del grado'', a cui vuolsi elevare»
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Per esempio la ''terza'' potenza di (1)<sup>2</sup> sarà (1)<sup>3.2</sup>, ossia (1)<sup>6</sup>
Per esempio la ''terza'' potenza di (1)<sup>2</sup> sarà (1)<sup>3.2</sup>, ossia (1)<sup>6</sup>


Dividendo dunque (quando è possibile esattamente) 1'esponente di una potenza per un numero intiero, il resultato, ossia la nuova potenza, sarà viceversa la radice della prima del nome o grado denotato da cotesto numero.
Dividendo dunque (quando è possibile esattamente) l’esponente di una potenza per un numero intiero, il resultato, ossìa la nuova potenza, sarà viceversa la radice della prima del nome o grado denotato da cotesto numero.


Così (1)<sup>3</sup>, o (1)<sup>2</sup> sarà la radice quadrata o cubica respettiva di (1)<sup>6</sup>, mentre (1)<sup>1</sup>, ossìa (1), n’è la sesta. Osservando, che questa ultima radice è anche la quadrata di (1)<sup>2</sup>, o la cubica di (1)<sup>3</sup>, si vede, che, ponendo (1)<sup>5</sup> sotto la forma (2)<sup>2.3</sup>, si può ottener la sua radice ''sesta'' coll’estrarne prima la ''quadrata'' e poi la ''cubica''; o viceversa.
Così (1)<sup>3</sup>, o (1)<sup>2</sup> sarà la radice quadrata o cubica respettiva di (1)<sup>6</sup>, mentre (1)<sup>1</sup>, ossìa (1), n’è la sesta. Osservando, che questa ultima radice è anche la quadrata di (1)<sup>2</sup>, o la cubica di (1)<sup>3</sup>, si vede, che, ponendo (1)<sup>5</sup> sotto la forma (2)<sup>2.3</sup>, si può ottener la sua radice ''sesta'' coll’estrarne prima la ''quadrata'' e poi la ''cubica''; o viceversa.