Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie postume, 1947 – BEIC 1726528.djvu/225: differenze tra le versioni

Phe-bot (discussione | contributi)
Alex_brollo: split
(Nessuna differenza)

Versione delle 23:20, 16 ott 2019

a porger preghi a Dio, finché con esso
io qui tornato, riuniti tutti
compier possiamo il dover sacro. Io tosto
o troverò; certo, è nel campo; e forse
di qualche ajuto or gli fa d’uopo. Un qualche
tetro sogno lui forse anco strappava
dall’inquieto strato.

Adamo

Chi sa! forse
ell’è cosi. Ma, sia che vuol, ben parli,
figliuol mio; non conviensi al di dar capo,
senza aver tutti riuniti, ad una
voce invocato Iddio. Va, corri e torna.

Èva

Solo un istante, o Figlio; ch’io t’abbracci
pria ben bene. Or, va pure, e presto presto
col fratei torna: e digli, che noi stiamo
in un mortale affanno per lui solo.
Sii sollecito; sai ? — Deh, come ratto!...
Par ch’ali snelle al lieve piede impenni.

SCENA QUINTA


  • ■ « »


Adamo, Èva, poi La voce d’Iddio.

Adamo

Oimè! mal femmo, di lasciar soletto
andarne il garzoncello...

Èva

Ah! si...

Adamo

Ma come
or ci penso io soltanto? Richiamarlo...
Ma, lungi è troppo. E s’io il seguissi?... Oh cielo,
te lascierei... Ma donde in me si fera
perturbazione insolita?

Èva

Seguiamlo
piuttosto entrambi.
(a) Ali'uscir di Abèle sparisce la nube, dentro la quale Lucifero stava.