Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie postume, 1947 – BEIC 1726528.djvu/219: differenze tra le versioni

Phe-bot (discussione | contributi)
Alex_brollo: split
(Nessuna differenza)

Versione delle 23:19, 16 ott 2019

Si, s’attoschi, si tronchi, si sbarbi
ogni suo bene...

Lucifero

Senza tremar.
Tutti Senza tremar.
Ogni, ogni bene,
senza tiemar.

L’Invidia

Ecco mia preda: questi,
che qui supino dorme:
truci in volto ha le forme:
vada, vada, e si annesti
seco, ed al cor ben ben se gli avviticchj,
questa mia serpe, e gliel rosicchi a spicchj.

La Morte

A me quest’altro piace
che al di lui fianco giace.
Piace a me la gioventù:
segnare il vo’.
Dormi dormi, pur tu;
doman tuo sangue tutto io mi berrò.
Si, giovincel ; da te
principierà ’l mio esser, che non è.
Quanto ne piangerà
quell’altra coppia che sen dorme or là!

Lucifero

Già già il sottile serpentel tuo livido
sovra Caino — strisciasi,
e in mezzo al cor gli pianta il fero brivido.
Già d’Abèle il destino — irrevocabile
sul di lui volto stampasi:
niun può torlo a tua falce inesorabile.
Ben feste, o Figlie, l’alto dover vostro:
quel che a far vi rimane, al fatto è poco.
Or visibili, or no; talor col nostro,
talor col finto aspetto, in ogni loco,
or da lunge, or da presso, omai si debbe
sempre osservar da nui,
se alcun di questi dui
il suo calice amaro appien non bebbe.