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ci amate, voi pur crescere dovreste
in ogni cosa, e più di noi.
- Adamo
Vedevi,
Abèl, tu mai, nello spuntar dell’alba,
al primo uscir dalla capanna nostra,
vedevi mai la rosa, pregna tutta
di notturna benefica rugiada,
star tumidetta aspettando che il Sole,
almo apritor delle sue foglie, irraggi?
- Abèle
Oh, questo si vedeva io spesso; ed anzi
anco osservava, al ritornar la sera,
che inaridita e mezz’arsa, e inchinata
ell’era; e mezza appena, il giorno appresso;
e il terzo di, non v’era più.
- Adamo
Vedesti,
figlio mio, ciò che dopo alquanti Soli
adiverrà del viver mio, di quello
della tua madre...
- Abèle
Oh cielo! e verrà giorno,
ch’io cercherovvi, e che in nessuna parte
non troverò i miei buoni genitori,
mai più?
- Adamo
Mi sforza al pianto (oimè!) con questo
suo innocente parlare. Ah! che mai femmo,
- Èva
mia; che mai femmo?
- Caino
Or, di che piangi,
padre amato? i %
- Abèle
E la madre anch’ella, oh Dio!
s asconde il viso lagrimando. Ah! forse
co’ miei detti vi spiacqui? or, perdonatemi,
più non sarò con domande importuno.
Ad. («) Di me non duoimi; io meritai pur peggio:
questi innocenti, dolgonmi. Deh, quale
immenso ben il mio fallir lor toglie! —
( a ) Da se.