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questo ad ogni nostr’arte die di piglio;
ma più gran possa là mia possa ammorza:
puro ivi Tuoni, dietro all’usbergo stassi
d’Angiol celeste, che ne scorta i passi.
E, perdi’a voi più aperto sia lo scherno,
che di noi tutti il verme vii si prende;
e, perché più frustrato omai l'Inferno
non sia di prede, ch’egli immense attende;
piacciavi udir, da chi ’l notò, l’interno
stato deli’Uoni, che ancor beato il rende.
Quindi ogni gioja sua per noi si sterpa
si che, a ciò nato, in duolo e falli ei serpa.
- Il Pecc.
Vero è, pur troppo! ed in voce di pianto
voi mi udrete frementi or la sua vita
ritrarvi appieno, ancor felice, ahi quanto!
- Èva
sorge coll’Alba; e tosto invita
dalle tepide foglie a sorger anco
lui, che ad ogni sua impresa è socio e aita.
Questa la niente, e riposato il fianco,
volgonsi entrambi al lucido Oriente;
e, a quel Dio, che non mai vien loro manco,
prosternandosi, adoran caldamente:
né in lor (bontà d’iddio soverchia udite)
quel supplizio de’ rei niun d’essi sente,
quel rimorso che addoppia le ferite:
già perdonato è il loro fallo appieno;
già, quasi pure, son lor preci udite.
Poscia, con volto placido e sereno,
a destare i lor figli ambo sen vanno,
fraterna coppia a un solo strato in seno.
- Caino
e Abèle in dolci nodi stanno
abbracciati giacendo in queto sonno,
che li ristora del diurno affanno.
E, sorti appena anch’essi, all’alto Donno
porgono accetti preghi; indi a lor opra
ritornali baldi, e fan quant’ei più ponno,
onde al padre la mensa ognor si copra.