Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/209: differenze tra le versioni

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{{ZbPensiero|4260/2}} ''Quanto, in quanto'', per ''poichè, perocché'' ec. – παρ’ ὅσον, ovvero ὅσον ec. Vedi un <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|4261}} esempio di ὅσον in questo senso, usato da {{AutoreCitato|Ateneo di Naucrati|Ateneo}}, ap. {{AutoreCitato|Isaac Casaubon|Casaubon}}. ''ad Athenae'', l. XV, c. 2, verso il fine, e dallo scoliaste di {{AutoreCitato|Pindaro|Pindaro}}, ap. eumdem, ib. c., 19. fine.
{{ZbPensiero|4260/2}} ''Quanto, in quanto'', per ''poichè, perocché'' ec. – παρ’ ὅσον, ovvero ὅσον ec. Vedi un <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|4261}} esempio di ὅσον in questo senso, usato da {{AutoreCitato|Ateneo di Naucrati|Ateneo}}, ap. {{AutoreCitato|Isaac Casaubon|Casaubon}}., ''ad Athenae'', l. XV, c. 2, verso il fine e dallo scoliaste di {{AutoreCitato|Pindaro|Pindaro}}, ap. eumdem, ib., c. 19, fin.




{{ZbPensiero|4261/1}} ''Dimonia. Demonia. Mulina''. plurali.
{{ZbPensiero|4261/1}} ''Dimonia. Demonia. Mulina'' plurali.




{{ZbPensiero|4261/2}} Tutti siamo naturalmente inclinati a stimar noi medesimi uguali a chi ci è superiore, superiori agli uguali, maggiori di ogni comparazione cogl’inferiori; in somma ad innalzare il merito proprio sopra quel degli altri fuor di modo e ragione. Questo è natura universale, e vien da una sorgente comune a tutti. Ma un’altra sorgente d’orgoglio e di disistima altrui, sconosciuta affatto a noi; divenuta, per l’assuefazione incominciata sin dall’infanzia, naturale e propria; è ai Francesi e agl’Inglesi la stima della propria nazione. Tant’è: il piú umano e ben educato e spregiudicato francese o inglese non può mai far che, trovandosi con forestieri, non si creda cordialmente e sinceramente di trovarsi con un inferiore a se (qualunque si sieno le altre circostanze); che non disprezzi piú o meno le altre nazioni prese in grosso; e che in qualche modo, piú o meno, non dimostri esteriormente questa sua opinione di superiorità. Questa è una molla, una fonte<section end="2" />
{{ZbPensiero|4261/2}} Tutti siamo naturalmente inclinati a stimar noi medesimi uguali a chi ci è superiore, superiori agli uguali, maggiori di ogni comparazione cogl’inferiori; in somma ad innalzare il merito proprio sopra quel degli altri fuor di modo e ragione. Questo è natura universale, e vien da una sorgente comune a tutti. Ma un’altra sorgente d’orgoglio e di disistima altrui, sconosciuta affatto a noi; divenuta, per l’assuefazione incominciata sin dall’infanzia, naturale e propria; è ai francesi e agl’inglesi la stima della propria nazione. Tant’è: il piú umano e ben educato e spregiudicato francese o inglese non può mai far che, trovandosi con forestieri, non si creda cordialmente e sinceramente di trovarsi con un inferiore a se (qualunque si sieno le altre circostanze); che non disprezzi piú o meno le altre nazioni prese in grosso; e che in qualche modo, piú o meno, non dimostri esteriormente questa sua opinione di superiorità. Questa è una molla, una fonte<section end="2" />