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visibile sotto le varie forme di nubi. Ma queste sono tutt’altro che destinate a rimanersi sospese nel cielo. Talvolta, come abbiam detto, scompaiono, sciolte di nuovo in vapore invisibile. Altre volte invece scompajono, ma sott’altra forma, condensandosi in gocce di acqua, che si precipitano sulla terra. Ecco l’origine della pioggia e della neve.
visibile sotto le varie forme di nubi. Ma queste sono tutt’altro che destinate a rimanersi sospese nel cielo. Talvolta, come abbiam detto, scompaiono, sciolte di nuovo in vapore invisibile. Altre volte invece scompajono, ma sott’altra forma, condensandosi in gocce di acqua, che si precipitano sulla terra. Ecco l’origine della pioggia e della neve.


{{§|91|91.}} ''Pioggia''. — Vi sarete ben già accorti che la pioggia vien sempre dalle nubi. Se il cielo è sereno, non si parla di pioggia. Piove soltanto quando esso è coperto. Del resto, quante volte avrete visto un negro nembo venir da lontano, rovesciando giù la pioggia a cataratte visibili, finchè, passando la nube sulla vostra testa, ricevete voi stessi il diluvio sulle spalle. Nell’esempio addotto della tazza d’acqua fredda introdotta nella camera umida e calda ({{Pg|30#71§ 71}}) vi ricorderete che la nebbia, o la rugiada che voglia chiamarsi, la quale appanna il vetro al di fuori, si riunisce, forma delle gocce d’acqua, che poi scorrono giù serpeggiando in ruscelli, e irrorano la tavola su cui la tazza venne collocata. La rugiada sul bicchiere e la nube nel cielo hanno un’origine sola; sono anzi la stessa cosa, formate essendo l’una e l’altra dal riunirsi delle particelle d’acqua, per cui risultano le gocce, sdrucciolanti sulla parete del bicchiere nel primo caso, o cadenti come gocce di pioggia nel secondo. Le nubi adunque rappresentano il primo stadio della condensazione del vapore atmosferico; la pioggia il secondo. È infatti col progredire della condensazione che le particelle acquee, costituenti le nubi, si ingrossano per l’aggiunta di altre, fino a tanto che non possono reggersi sospese nell’atmosfera e cadono sul suolo, formando la pioggia.
{{§|91|91.}} ''Pioggia''. — Vi sarete ben già accorti che la pioggia vien sempre dalle nubi. Se il cielo è sereno, non si parla di pioggia. Piove soltanto quando esso è coperto. Del resto, quante volte avrete visto un negro nembo venir da lontano, rovesciando giù la pioggia a cataratte visibili, finchè, passando la nube sulla vostra testa, ricevete voi stessi il diluvio sulle spalle. Nell’esempio addotto della tazza d’acqua fredda introdotta nella camera umida e calda ({{Pg|30#71|§ 71}}) vi ricorderete che la nebbia, o la rugiada che voglia chiamarsi, la quale appanna il vetro al di fuori, si riunisce, forma delle gocce d’acqua, che poi scorrono giù serpeggiando in ruscelli, e irrorano la tavola su cui la tazza venne collocata. La rugiada sul bicchiere e la nube nel cielo hanno un’origine sola; sono anzi la stessa cosa, formate essendo l’una e l’altra dal riunirsi delle particelle d’acqua, per cui risultano le gocce, sdrucciolanti sulla parete del bicchiere nel primo caso, o cadenti come gocce di pioggia nel secondo. Le nubi adunque rappresentano il primo stadio della condensazione del vapore atmosferico; la pioggia il secondo. È infatti col progredire della condensazione che le particelle acquee, costituenti le nubi, si ingrossano per l’aggiunta di altre, fino a tanto che non possono reggersi sospese nell’atmosfera e cadono sul suolo, formando la pioggia.