Pagina:Panzini - Viaggio di un povero letterato.djvu/143: differenze tra le versioni
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quasi come lei. Una spècie di casacca, lievìssima, àmpia, color granata, le sta aperta sul petto, dove una mussolina aderisce così finamente che sìmula l’epidèrmide. La gonnella a sghimbèscio làscia esposte due scarpette laccate, affusolate, mìnime: la trama delle sue calze è così lieve che si direbbe senza calze. |
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Non giunge nè meno ad essere invereconda e scomposta: anzi rimane composta. Un grosso mazzo di viole le sta fermato sul petto: un grosso manìpolo di rose thea, di rose purpùree ella ha posato sul cuscino rosso. Vien la vòglia di soffiarci sopra, e farla fuggire dal finestrino quella fèmmina perturbante. |
Non giunge nè meno ad essere invereconda e scomposta: anzi rimane composta. Un grosso mazzo di viole le sta fermato sul petto: un grosso manìpolo di rose thea, di rose purpùree ella ha posato sul cuscino rosso. Vien la vòglia di soffiarci sopra, e farla fuggire dal finestrino quella fèmmina perturbante. |
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Ne sono perturbati un po’ tutti. È una ressa di gente, enorme, anche in prima classe: grossi maschi, grossi sottotenenti bellìssimi |
Ne sono perturbati un po’ tutti. È una ressa di gente, enorme, anche in prima classe: grossi maschi, grossi sottotenenti bellìssimi affòllano il passàggio del corridoio, sbìrciano, èntrano: è il mattino d’estate, l'ora dei formidàbili appetiti. |
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Lei non si muove; il signore che è con lei, le fa segno di restrìngersi, pare su le spine, ha gli occhi fuori della testa. |
Lei non si muove; il signore che è con lei, le fa segno di restrìngersi, pare su le spine, ha gli occhi fuori della testa. |