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LA PROVA DEI FATTI

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D'altra parte E. Freundlich fa giustamente notare che l'atmosfera solare necessaria per questa spiegazione, a giudicarne almeno dalla nostra esperienza terrestre, assorbirebbe la luce delle stelle molto più di quello che non lo mostri l'osservazione. Secondo lui la maggior parte di quelle, le cui fotografie svelano la deviazione dei raggi, non potrebbero più impressionare le lastre.
D’altra parte E. Freundlich fa giustamente notare

che T atmosfera solare necessaria per questa
Si sono anche tentate altre spiegazioni di questa deviazione: la si è voluta ricondurre a dei fenomeni che, come la “rifrazione annuale” di Courvoisier, sono tutt'affatto incerti e discussi, e che anche nel caso più favorevole, non potrebbero dare che una spiegazione parziale.
spiegazione, a giudicarne almeno dalla nostra

esperienza terrestre, assorbirebbe la luce delle
Allo stato di fatto è più naturale considerare l'effetto Einstein come reale, piuttosto che tentare di ricondurre la deviazione, provata dall'esperienza, ad una rifrazione ancora sconosciuta o a qualche altra causa accessoria.
stelle molto più di quello che non lo mostri l’osservazione.

Secondo lui la maggior parte di quelle,
Una terza possibilità di verificare la teoria con i fatti, cioè lo spostamento delle linee spettrali verso il rosso, ha avuto una grande importanza nelle discussioni di questi ultimi tempi. Ecco di che si tratta: si sa che le onde di una luce monocromatica si succedono con la massima regolarità ad intervalli di tempo straordinariamente brevi. Questa regolarità le designa precisamente come adatte alla misura del tempo, cioè a servire da cronometri. Ora noi sappiamo che la marcia dei cronometri dipende dal loro stato di movimento; noi abbiamo visto di più che i movimenti accelerati possono essere rimpiazzati da campi di gravitazione; questi dunque
le cui fotografie svelano la deviazione dei raggi,
non potrebbero più impressionare le lastre.
Si sono anche tentate altre spiegazioni di questa
deviazione: la si è voluta ricondurre a dei fenomeni
che, come la * rifrazione annuale ” di Courvoisier,
sono tutt’affatto incerti e discussi, e che
anche nel caso più favorevole, non potrebbero dare
che una spiegazione parziale.
Allo stato di fatto è più naturale considerare
l’effetto Einstein come reale, piuttosto che tentare
di ricondurre la deviazione, provata dall’esperienza,
ad una rifrazione ancora sconosciuta o
a qualche altra causa accessoria.
Dna terza possibilità di verificare la teoria con
i fatti, cioè lo spostamento delle linee spettrali
verso il rosso, ha avuto una grande importanza
nelle discussioni di questi ultimi tempi. Ecco
di che si tratta: si sa che le onde di una luce
monocromatica si succedono con la massima
regolarità ad intervalli di tempo straordinariamente
brevi. Questa regolarità le designa precisamente
come adatte alla misura del tempo, cioè
a servire da cronometri. Ora noi sappiamo che
la marcia dei cronometri dipende dal loro stato
di movimento; noi abbiamo visto di più
che i movimenti accelerati possono essere rimpiazzati
da campi di gravitazione; questi dunque
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