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e grandiosa mitigasse la frenesia delle danze, e Michelozzo scolaro di Donatello comprese il grave compito e seppe degnamente adempirlo.
e grandiosa mitigasse la frenesia delle danze, e Michelozzo scolaro di Donatello comprese il grave compito e seppe degnamente adempirlo.


Nei ''Miscellanea'' dell’Archivio storico dell’Arte 1895 scritte da {{AutoreCitato|Kornél Fabriczy|Cornelio de Fabriczy}} e ricche di notizie su pubblicazioni estere, trovo un prezioso cenno su un lavoro del barone {{AutoreIgnoto|Geymüller}} sull’evoluzione di Michelozzo architetto e sulla sua collaborazione con Donatello. ''Die architektonische Entwickelung Michelozzos und Zusammenwirken mit Donatello''.
Nei ''Miscellanea'' dell’Archivio storico dell’Arte 1895 scritte da {{AutoreCitato|Kornél Fabriczy|Cornelio de Fabriczy}} e ricche di notizie su pubblicazioni estere, trovo un prezioso cenno su un lavoro del barone {{AutoreCitato|Heinrich von Geymüller|Geymüller}} sull’evoluzione di Michelozzo architetto e sulla sua collaborazione con Donatello. ''Die architektonische Entwickelung Michelozzos und Zusammenwirken mit Donatello''.


Il noto critico e storico, che alla storia della Architettura ha dedicato tutto il suo ingegno, sostiene che non al solo Michelozzo risale il merito della architettura nel pergamo di Prato come nei monumenti Coscia e Brancacci, perchè nei particolari e nella sagomatura rivelano uno stile più perfetto del suo, di cui, come riporta nel suo riassunto il Fabriczy, non si vede traccia nelle opere posteriori di Michelozzo, come il convento di S. Marco. La conclusione del Geymüller sul pergamo di Prato è che vi si trova lo spirito se non la mano del Brunelleschi, allora grande amico di Donatello, e non crede improbabile che questi si sia valso del suo consiglio, se non del suo aiuto diretto.
Il noto critico e storico, che alla storia della Architettura ha dedicato tutto il suo ingegno, sostiene che non al solo Michelozzo risale il merito della architettura nel pergamo di Prato come nei monumenti Coscia e Brancacci, perchè nei particolari e nella sagomatura rivelano uno stile più perfetto del suo, di cui, come riporta nel suo riassunto il Fabriczy, non si vede traccia nelle opere posteriori di Michelozzo, come il convento di S. Marco. La conclusione del Geymüller sul pergamo di Prato è che vi si trova lo spirito se non la mano del Brunelleschi, allora grande amico di Donatello, e non crede improbabile che questi si sia valso del suo consiglio, se non del suo aiuto diretto.