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ALU ILLUSTRISSIMO

SIGNOR ABATE

ANTONINO UGUCCIONI

PATRIZIO FIORENTINO d).

COLORO i quali del mio bene hanno invidia, e non poten-
dola tenere in petto, la spargono dalle labbra e dagli occhi,
ed empiono di veleno i fogli, nuovo avranno motivo di macerarsi
e di fremere, allora quando sapranno avermi io in Firenze un
altro Protettore acquistato, dotto, illustre e gentile, pieno per me
di benignità e d’amore. Non vorrebbono i maligni, che io pub-
blicassi al mondo gli onori che dalle persone di rango mi ven-
gon fatti, e il render grazie ch’io fo a chi mi benefica e mi
protegge, viene interpretato dagli invidiosi vanità e ostentazione.
Dican essi checche dir vogliono, retta io non do loro; vuò ren-
der palese al mondo il fregio, che novellamente acquistato mi
sono, del patrocinio di V. S. Illustrissima, e se in ciò fare usassi
della vanità, della ostentazione, sarei anche dagli Uomini di buon
senno lodato, non che compatito, poiché delle cose che preziosis-
sime sono, è lecito indiscretamente (2) vantarsi. Chi ha la fortuna di
conoscere e di trattare l’amabilissima di Lei persona, ha motivo
certamente di rallegrarsi, trovando in Lei tante belle Virtù, e quelle
precisamente che formano V uomo gentile, il colto ed ottimo Ca-
valiere. Io non istaro qui a descrivere ad una ad una quelle belle
Virtù, che al di lei eccelso animo fan corona, poiché lunghis-
sima e per me malagevole saria V impresa, ma di alcune soltanto
farò menzione, di quelle cioè che fanno risuonare il grido del
di Lei nome. L’onestà de’ costumi, la massima sincerità di cuore,
la generosità dell’animo, la dolcezza del tratto, l’affabilità, la

(t) La presente lettera di dedica fu stampata la prima volta nel t. IV dell’ed. Pape-
rini di Firenze, sulla fine del 1753. (2) Pap.: discrelamente.
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moderazione, la cortesia, qualità sono in V. S. Illustrissima, che
la rendono a tutti gli ordini delle persone oggetto di venerazione
e di maraviglia; ma sopra tutto quella vivacità, quella prontezza
di spirito, che brilla mirabilmente ne’ detti suoi e ne’ suoi pen-
samenti, dà a conoscere chiaramente, che i doni della natura cor-
rispondono alla nobiltà originaria antichissima del di Lei sangue,
e rende perfettamente a’ Maggiori suoi quell’onore che ha lar-
gamente ricevuto da essi. Ella ha V ottimo gusto nelle migliori cose
del mondo, le intende, le distingue, le ama. Ama i siudj più serj
e più interessanti dell’uomo, ed ama eziando dell’uomo i più
onesti, i più nobili, i più discreti trattenimenti. Fra questi Ella non
dà al teatro V ultimo luogo ; lo crede oggetto degno non solo del
suo piacere, ma anche delle sue applicazioni. Ella ha preso a
proteggere una Compagnia di valorosi Comici suoi nazionali, de’
quali ho fatto altra fiata menzione, e sono, a dir vero, ornamento
del Teatro Italiano.

Indi alla di Lei protezione venne raccomandato il teatro me-
desimo in Via del Cocomero situato, governato da una onoratis-
sima Società d’Accademici Fiorentini, il quale, sotto la savissima
di Lei condotta, va facendo progressi ammirabili, ed è ormai reso
esemplare degli altri, per V onestà, per il modo, per la condotta,
alla quale corrisponde la città tutta con l’applauso e il concorso.

Se dirò che le Commedie mie in cotesto Teatro si rappre-
sentano quasi continuamente, mi verrà apposto dagli emoli, che
io lo dica per vanità ; ma quando anche ciò fosse vero, sarei
compatibile, se di un sì grande onore invanissi, e se mi stimolasse
la forza dell’amor proprio a rendere palese al Mondo, che delle
Opere mie una sì colta Città si compiace, ed un Cavaliere dottis-
simo, e di sì fino gusto fornito, ne è Il benignissimo promotore.

A Lei, Illustrissimo Signor mio, cui tanto preme la riputa-
zione delle opere mie e del mio nome, di che tante generose
prove mi ha dato, a Lei raccomando questa Commedia (’), in par-
ticolar modo sotto la protezione Sua validissima pubblicata. La

(I) Pap.: questa vigesima Commedia. E in fatti l’ultima del t. IV.
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curiosità di alcune Donne somministrato mi ha l’argomento, non
già quelle virtuose e magnanime, che degne sono dell’amabilis-
sima di Lei conversazione, e che costì e da pertutto ebbi anch’io
la fortuna di conoscere e di ammirare; ma quelle alle quali un
tal difetto e comune, per debolezza di animo particolare, non per
natura del gentil sesso.

Nell’atto però di raccomandarle quest’imperfetta Opera mia,
intendo di raccomandarle assai più l’umilissima mia Persona, sup-
plicandola concedermi benignamente lo specioso titolo, con cui ho
l’onore di protestarmi

Di V. S. Illustriss.

Umiliss. Devotiss. e Obbligatiss. Serv.

Carlo Goldoni.