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Versione delle 23:15, 8 lug 2019

cissimo talento Vostro, oltre il dono di una facile e viva pene- trazione, ha quello ancora (’) di una perfetta comunicativa, onde chi ha la fortuna di poter conversare con Voi, non si ferma soltanto neir ammirarvi, ma ne riporta profìtto. Voi sapete agli studj più serj unire i più dilettevoli; avete parlato meco della Commedia in una maniera che mi ha sorpreso ; ed ho (2) raccolto dai Vostri ragionamenti delle cognizioni^), delle massime e delle notizie, che mi hanno arricchito la fantasia, ed illuminato la mente.

Con questo piccìolissimo cenno di quanto ho potuto scorgere in Voi di luminoso e di grande, ragionevole non sarà poi l’ap- prensione mia d’inviare a Voi, per iscorta della Commedia che vi presento, quest’umile, riverente mio foglio?

Io non ho il dono che Voi avete di restrìngere il molto in poco; manca a me quel brio, quella vivacità, quella prontezza di spirito, che brilla nei Vostri ragionamenti, ed egualmente s’am- mira ne’ Vostri scritti; onde conoscendo me stesso e l’altissima sproporzione che da Voi mi allontana, arrossisco nel comparirvi dinanzi, rozzo nello stile qual sono, e scarsissimo di concetti.

Pure fìa necessario che qualche cosa io vi scriva, raccoman- dando alla protezione Vostra questa Commedia mia, che ha per titolo La Locandiera. Fatto questo, lo che in due sole righe consiste, miglior consiglio reputo per me certamente fermar la penna, anzi che sconciatamente adoprarla. Volea parlarvi della Com- media medesima che vi presento: ma s’ella ha qualche cosa di buono, lo rileverete Voi assai meglio di quel ch’io vaglia a descri- verla ; e vanamente studierei di giustificarla nei suoi difetti, poiché questi da Voi saranno con fondamento a mio rossor conosciuti. Spero bene, ciò non ostante, essere da Voi compatito per due ra- gioni: la prima, perchè un Cavaliere benignissimo ed amoroso Voi siete, il quale quanto più è dotto, sa maggiormente le imperfe- zioni degli uomini condonare; ed in secondo luogo, perchè niuno meglio di Voi sa conoscere quanto malagevole cosa sia la forma- zione di una Commedia, e a quante leggi vada ella soggetta, e

(1) Pap.: ha quello mirabile. (2) Pap.: ho poi. (3) Pap.: delle cognizioni mag- giori, dei pensamenti nuovi, delle massime ecc.