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e cinti gli fianchi d’una verde corona de bei vignoli che versano in delicata copia bevanda di vista e di sapore simile a gl’ori di Creta più brillanti, ed a gli rubini disfatti di Lico ma non essendovi luogo, ne pur di passaggio per la madre Cerere si ha sortito veridico il divulgato proverbio: Varena è secca, chi non gliene porta non gliene lecca. È però la parte più minore con stentosissimo otio stentando.

Hora con reti, hora con rami ascosi
Turban a’ pesci i lor grati riposi.

Tramezzasi indi la punta di Morcà dalla qual si ricava e il luculleo marmo»1.


CURIOSITÀ

In una sdegnosa lettera scritta da Lelio Mornico ad un certo Ambrogio Galiperti in Firenze, nell’anno 1637, vero capo d’accusa che qui riproduciamo, vediamo adombrato un misterioso e cupo dramma familiare.

Santino ha detto il vero ch’io sia desgustato; non credo siate tanto scioccho che benchè Santino non ve lo havesse detto non lo sapeste per voi stesso. Alla lettera che mi scriveste al novembre passato risposi, ma non inviai la risposta così consigliato dai miei amici et dalle mie passioni. Hor veggo la vostra seconda alla quale non credo più che alla prima; ma per non lasciarvi senza risposta in questa inchiudo anco l’altra, dalla qual (benchè le sappiate) vedrete le cause della mia doglianza et Dio vi perdoni. Varena li 2 luglio 1639. Già vostro zio Lelio Mornici.

A tergo: Al magnifico messer Ambrogio Galperti che nostro Signore guardi. Fiorenza.

(Allegata alla precedente, trovasi la seguente lettera).

Livia morse e fu sotterrata. Questo noti ha più remedio, et quello che più importa morse tisica (cosa prevista) et da me avisata, ma da voi a bella mano procurata. Però non occorre meco (sapendo ch’io sono) scriver historie, nè doglianze straordinarie. So che in voi il dolor de gombito non eccederà quello degl’altri, ma potrebbe ben esser che v’ingegnaste di mostrarlo. La penultima lettera, ch’ebbi da voi, fu data di Fiorenza d’aprile, portata a me da maestro Andrea, nella quale voi a nome anco di Lucia mi pregavate ch’sperasse che maestro Andrea otte-

  1. Giovanni Bonanomi. Le riviere dell’ill.mo signor conte Sfondrati. Milano, Filippo Ghisolfi, 1645.