Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/397: differenze tra le versioni

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di mare vi disperse le navi, e tanto più dì leggieri in quanto che il lido va privo affatto di porti, laonde s’ebbe a perdere assai tempo. Ragunatisi poscia a Crotone di là navigarono a golfo lanciato a Ruscia. I barbari non appena aocchiatili corrono , saliti in arcione , alla piaggia volendo impedirne il calare a terra. Giuntivi re Totila con lunga ordinanza atelò di contro alle venienti prore suoi militi armati parte di aste e parte di tesi archi. I Romani sgomentati da questo apparato , né osando farsi oltre , tennersi qualche tempo sulle àncore; perduta quindi ogni speranza di pigliar terra diedero tutti di volta afferrando novamente a Crotone, ed avutovi consiglio statuirono che Belisario calcasse la via di Roma per ordinarvi del suo meglio le cose e rinfrescarla di fodero; Giovanni con Valeriano poi, fatti sbarcare intrattanto uomini e cavalli, s’avvierebbero nel Piceno per molestarne gli assediatori dei guardinghi; sì operando speravano che Totila ritrarrebbesi dall’assedio. Giovanni colle sue truppe, mille di numero, compié gli ordini avuti : ma Valeriano impauritosi del pericolo e trasportato coll’armata di mare intorno al seno Ionico, veleggiò per filo ad Ancona, estimando più sicuro da quivi il tragitto nel Piceno per unire sue truppe a quelle del collega. Totila fermo nel proseguire l’assedio mandò colà due mila scelti cavalieri, acciocché insiememente co’ barbari ivi a dimora impedissero gl’imperiali dal penetrarvi.
{{Pt|tissima|violentissima}} fortuna di mare vi disperse le navi, e tanto più dì leggieri in quanto che il lido va privo affatto di porti, laonde s’ebbe a perdere assai tempo. Ragunatisi poscia a Crotone di là navigarono a golfo lanciato a Ruscia. I barbari non appena aocchiatili corrono , saliti in arcione , alla piaggia volendo impedirne il calare a terra. Giuntivi re Totila con lunga ordinanza atelò di contro alle venienti prore suoi militi armati parte di aste e parte di tesi archi. I Romani sgomentati da questo apparato , né osando farsi oltre , tennersi qualche tempo sulle àncore; perduta quindi ogni speranza di pigliar terra diedero tutti di volta afferrando novamente a Crotone, ed avutovi consiglio statuirono che Belisario calcasse la via di Roma per ordinarvi del suo meglio le cose e rinfrescarla di fodero; Giovanni con Valeriano poi, fatti sbarcare intrattanto uomini e cavalli, s’avvierebbero nel Piceno per molestarne gli assediatori dei guardinghi; sì operando speravano che Totila ritrarrebbesi dall’assedio. Giovanni colle sue truppe, mille di numero, compié gli ordini avuti : ma Valeriano impauritosi del pericolo e trasportato coll’armata di mare intorno al seno Ionico, veleggiò per filo ad Ancona, estimando più sicuro da quivi il tragitto nel Piceno per unire sue truppe a quelle del collega. Totila fermo nel proseguire l’assedio mandò colà due mila scelti cavalieri, acciocché insiememente co’ barbari ivi a dimora impedissero gl’imperiali dal penetrarvi.


III. Gli assediati nel castello Rusciano caduti da ogni speranza di ricevere annona ed aiuti romani spedirono Gudila
III. Gli assediati nel castello Rusciano caduti da ogni speranza di ricevere annona ed aiuti romani {{Pt|spe-|}}