La fame del Globo/Cap. 4: differenze tra le versioni

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'''Il frumento sfida il riso'''
 
[[Immagine:Risaienepal08.GIF|thumb|400px|<small>Le arginature che contengono l'acqua sulle ripidi pendici himalayane fanno di questo singolare ambiente di cultura il più delicato sistema ecologico, eposto, ove la manutenzione non sia assidua, a frane disastrose in occasione dei temporali monsonici. Nell'immagine ancora risaie del Nepal in una foto di G. d'Onofrio per la Photo Lybrary della Fao (14907)</small>]]
 
A metà degli anni Sessanta la Rivoluzione verde ha diffuso in Asia il frumento, le cui produzioni hanno iniziato una progressione vorticosa. Nei decenni successivi a fianco del frumento è iniziata lo coltura dei mais ibridi, e anche le produzioni di mais hanno iniziato a crescere a ritmi inarrestabili. La Cina, il paese emblematico del riso, nel quale mais e frumento erano le produzioni di aree peculiari, dove le condizioni climatiche erano avverse al riso, oggi produce 91 milioni di quintali di frumento, un’entità equivalente a quella dell’Unione Europea, primo produttore mondiale, prima dell’ultimo allargamento, e 141 milioni di tonnellate di mais, 10 meno dell’Unione Europea a venticinque membri, secondo produttore mondiale dopo il titano americano.
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'''Quanta terra occorre per mangiare carne?'''
 
[[Immagine:Risaienepal05.GIF|thumb|400px|<small>Il rimodellamento delle pendici nepalesi per ricavare ''camere'' di risaia di poche decine di metri quadrati consente la percezione visiva dei rapporti tra la popolazione e le risorse del suolo in Asia, il continente dove metà dell'umanità dispone di sconfinate superfici desertiche, di aree agricole esigue rispetto agli abitanti che vivono delle produzioni che se ne ricavano. Ancora una immagine di G. d'Onofrio per la Photo Library della Fao (14906)</small>]]
 
Ma se l’antico Celeste Impero dispone, tra i le potenze mondiali, di una superficie agricola pro capite esigua, tutti gli analisti concordano nel riconoscere che quella superficie sarà drasticamente contratta dal travolgente progresso economico in corso nel Paese, che imporrà di convertire in strade, aeroporti e aree industriali milioni di ettari dai quali oggi si ricava uno straordinario raccolto di riso e, nel corso dell’inverno, un abbondante raccolto di frumento. Come concordano nel ritenere pressoché impossibile che la Cina riesca a destinare alla propria agricoltura, in futuro, la quantità d’acqua che oggi destina alle proprie risaie, 400 miliardi di metri cubi, sempre più contesi dai centri urbani, dalle acciaierie e dalle industrie chimiche. Se muterà dieta, l’Asia importerà cereali, importerà tutti i cereali che le consentiranno le disponibilità economiche. Siccome quelle disponibilità economiche stanno dilatandosi ad un ritmo impressionante, è, probabilmente, già iniziata la più grande rivoluzione dei flussi di derrate della storia umana.