Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/106: differenze tra le versioni

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{{ZbPensiero|4170/12}} ''Rinegato, renegado'' ec. per che ha rinegato. ''Homme déterminé. Pensées'', o ''idées suivies'', per ''qui se suivent, conséquentes'', conseguenti le une dalle altre. <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|4171}}
{{ZbPensiero|4170/13}} ''Rinegato, renegado'' ec. per ''che ha rinegato. ''Homme déterminé. Pensées'', o ''idées suivies'', per ''qui se suivent, conséquentes'', conseguenti le une dalle altre. <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|4171}}




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{{ZbPensiero|4171/2}} La civiltà moderna non deve esser considerata come una semplice continuazione dell’antica, come un progresso della medesima. Questo è il punto di vista sotto cui e gli scrittori e gli uomini generalmente la sogliono riguardare; e da ciò segue che si considera la civiltà degli Ateniesi e dei Romani nei loro piú floridi tempi, come incompleta, e per ogni sua parte inferiore alla nostra. Ma qualunque sia la filiazione che, istoricamente parlando, abbia la civiltà moderna verso l’antica, e l’influenza esercitata da questa sopra quella, massime nel suo nascimento e nei suoi primi sviluppi; logicamente parlando però, queste due civiltà, avendo essenziali differenze tra loro, sono, e debbono essere considerate come due civiltà diverse, o vogliamo dire due diverse e distinte specie di civiltà, ambedue realmente complete in se stesse. Sotto questo punto di vista, diviene piú che mai utile e interessante il parallelo tra l’una e l’altra. E veramente l’uomo e le nazioni sono capaci, come di stato selvaggio, di barbarie, di civiltà, tutti stati ben distinti tra loro per genere, cosí di diverse specie di civiltà, distinte non solo per semplici ''nuances'', come quelle che distinguono ora la civiltà presso le diverse nazioni colte, ma per caratteri speciali, essenziali, determinati dalle circostanze, e spesso e in gran parte dal caso. Ed è quasi impossibile, come il trovare due fisonomie perfettamente uguali, benché tutti sieno generati in uno stesso modo, cosí il trovare in due popoli qualunque, (o in due tempi) che non abbiano avuto grande ed intima relazione scambievole, una civiltà medesima, e non due <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|4172}} distinte<section end=3 />
{{ZbPensiero|4171/2}} La civiltà moderna non deve esser considerata come una semplice continuazione dell’antica, come un progresso della medesima. Questo è il punto di vista sotto cui e gli scrittori e gli uomini generalmente la sogliono riguardare; e da ciò segue che si considera la civiltà degli Ateniesi e dei Romani nei loro piú floridi tempi, come incompleta, e per ogni sua parte inferiore alla nostra. Ma qualunque sia la filiazione che, istoricamente parlando, abbia la civiltà moderna verso l’antica, e l’influenza esercitata da questa sopra quella, massime nel suo nascimento e nei suoi primi sviluppi; logicamente parlando però, queste due civiltà, avendo essenziali differenze tra loro, sono, e debbono essere considerate come due civiltà diverse, o vogliamo dire due diverse e distinte specie di civiltà, ambedue realmente complete in se stesse. Sotto questo punto di vista, diviene piú che mai utile e interessante il parallelo tra l’una e l’altra. E veramente l’uomo e le nazioni sono capaci, come di stato selvaggio, di barbarie, di civiltà, tutti stati ben distinti tra loro per genere, cosí di diverse specie di civiltà, distinte non solo per semplici ''nuances'', come quelle che distinguono ora la civiltà presso le diverse nazioni colte, ma per caratteri speciali, essenziali, determinati dalle circostanze, e spesso e in gran parte dal caso. Ed è quasi impossibile, come il trovare due fisonomie perfettamente uguali, benché tutti sieno generati in uno stesso modo, cosí il trovare in due popoli qualunque, (o in due tempi) che non abbiano avuto grande ed intima relazione scambievole, una civiltà medesima, e non due <section end="2" /><section begin="3" />{{ZbPagina|4172}} distinte<section end="3" />