Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/318: differenze tra le versioni

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{{Pt|teva|poteva}} pensar mai il male, credette, che, avendo quest’affare una grande importanza, il Re non voleva pigliare sopra di sè di deciderlo, allor appunto che sua figlia, l’infante donna Juana, erede del trono di Castiglia, era sul giungere accompagnata dal suo sposo l’arciduca Filippo d’Austria; e prese pazienza di tal contrattempo. Nondimeno, non mancava occasione di ricordare al Re quale ingiustizia fosse lasciarlo privo del suo governo, delle sue rendite, e come venisse commesso contro di lui un atto di violenza cui nulla poteva giustificare. Nonostante il suo diritto, veniva così sancito l’infame operato di Bobadilla.
298 IJF.RO QUARTO

leva pensar mai il male, credette, che, avendo quest'affare una
Dal canto suo, il figlio primogenito dell’Ammiraglio, don Diego, ricordava anch’esso al Sovrano la dimanda che gli aveva diretta per l’investitura del governo ereditario delle Indie, che gli apparteneva in virtù dei trattati di cui presentava copia. Il Re non lasciava mai senza risposta queste dimande: ne accusava ricevuta con puntuale esattezza. Nelle udienze e nelle conversazioni, aggiungeva cortesie e proteste di benevolenza alle assicurazioni già date. Non si mostrò mai importunato dall’insistenza dell’Ammiraglio, nè da quella di suo figlio; tutto al contrario, quante più istanze gli erano fatte, e tanto più rispondeva garbatamente: non era possibile lamentarsi dell’accoglienza invariabilmante cortese fatta alle urgenti dimande; ma tutto rimaneva in sospeso, niente si terminava.
grande importanza, il Re non voleva pigliare sopra di sé di de-

ciderlo, allor appunto che sua figlia, l'infante donna Juana,
Nell’aspettazione, intanto, di una decisione differita per la paura di avversare le intenzioni del Re, la borsa dell’Ammiraraglio si vuotava: le caravelle d’Hispaniola non recavan nulla per lui: il suo amministratore, sottomesso all’arbitrio del governatore, non osava<ref>“Non vi fu alcuno che osasse reclamare per me in questo paese.” — ''Lettera dell’Ammiraglio a don Diego Colombo'', del primo dicembre 1504.</ref> far valere presso Ovando diritti che venivano contrastati e disconosciuti: questo ufficiale aveva altresì gran motivo di temere. Non potendo più innanzi sostenere la spesa a cui l’obbligava il suo grado nella residenza reale, Colombo partì per Valladolid, ove la corte non fece che una breve e passaggera dimora. Ma affinchè le sue tribolazioni
erede del trono di Castiglia, era sul giungere accompagnata dal
suo sposo l'arciduca Filippo d'Austria; e prese pazienza di tal
contrattempo. Nondimeno, non mancava occasione di ricordare
al Re quale ingiustizia fosse lasciarlo privo del suo governo ,
delle sue rendite, e come venisse commesso contro di lui un atto
di violenza cui nulla poteva giustificare. Nonostante il suo di-
ritto, veniva così sancito l' infame operato di Bobadilla.
Dal canto suo, il figlio primogenito dell'Ammiraglio, don
Diego, ricordava anch'esso al Sovrano la dimanda che gli aveva
diretta per l'investitura del governo ereditario delle Indie, che
gli apparteneva in virtù dei trattati di cui presentava copia. Il
Re non lasciava mai senza risposta queste dimande: ne accu-
sava ricevuta con puntuale esattezza. Nelle udienze e nelle con-
versazioni, aggiungeva cortesie e proteste di benevolenza alle as-
sicurazioni già date. Non si mostrò mai importunato dall'insi-
stenza dell'Ammiraglio, ne da quella di suo figlio ; tutto al con-
trario, quante più istanze gli erano fatte, e tanto più rispondeva
garbatamente: non era possibile lamentarsi dell'accoglienza in-
variabilmante cortese fatta alle urgenti dimande; ma tutto rima-
neva in sospeso, niente si terminava.
Nell'aspettazione , intanto , di una decisione differita per la
paura di avversare le intenzioni del Re, la borsa dell'Ammira-
raglio si vuotava: le caravelle d'Hispaniola non recavan nulla
per lui : il suo amministratore , sottomesso all'arbitrio del go-
vernatore , non osava ' far valere presso Ovando diritti che
venivano contrastati e disconosciuti : questo ufficiale aveva al-
tresì gran motivo di temere. Non potendo più innanzi soste-
nere la spesa a cui l'obbligava il suo grado nella residenza
reale. Colombo partì per Valladolid, ove la corte non fece che
una breve e passaggera dimora. Ma affinchè le sue tribolazioni
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Non vi fu alcuno che osasse reclamare per me in questo paese. »
— Lettera dell' Ammiraglio a don Diego Colombo, del primo dicembre
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