Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/229: differenze tra le versioni

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CAPITOLO QUARTO 209

lì continuo mal tempo, quell'incredibile successione di tem-
Il continuo mal tempo, quell’incredibile successione di tempeste, oltre che logorare le forze de’ marinai, atterriva la loro imaginazione: i piloti non trovavano più alcuna spiegazione a que’ rigori dell’atmosfera: gli equipaggi erano persuasi che i maghi della costa si erano valsi della lor arte tenebrosa per fuorviare le loro navi e farle perire. D’altra parte, gli abitatori delle contrade visitate dalle caravelle attribuivano al sopravvenire di quegli sconosciuti i disordini dell’aria e siffatti strani sconvolgimenti: avrebbero dato quanto possedevano al mondo, perchè quegli stranieri non si avessero a fermare<ref>“En carlay y en esas tierras de su comarca, son grandes fechiceros y muy medrosos. Dieran el mundo porque no me detuviera alli una hora.” — Cristoforo Colombo, ''{{TestoAssente|Lettera ai Re Cattolici, scritta dalla Giammaica il 7 luglio}}'' 1503.</ref>. Colombo intravvedeva nell’accanimento inudito degli elementi congiurati contro le sue caravelle, un supremo sforzo del nemico del bene per opporsi all’adempimento de’ suoi voti.
peste , oltre che logorare le forze de' marinai , atterriva la loro

imaginazione : i piloti non trovavano più alcuna spiegazione a
Non si può negare che questo viaggio intrapreso affine di aprire il passo alla Croce sull’immensità dell’Oceano, e ricondurla in Europa a traverso la circumnavigazione del globo, non abbia incontrato nei venti, nei flutti, nelle meteore acquee ed ignee, una opposizione violenta e insieme eccezionale; e che l’ostinazione della lotta di Colombo non sia il più grande esempio della costanza umana contro forze che sopravanzavano cosi terribilmente i mezzi dell’umanità. I più vecchi marinai non avevano mai udito parlare di siffatti pericoli di mare; le caravelle non avevano sperimentato mai onde così potenti e sostenuti sì frequenti assalti. Non si era peranco veduta simile ostinazione nel furor dell’Oceano. Il segreto nemico di Colombo, il notaro Diego de Porras, che nella sua relazione tentava dissimulare le difficoltà di quella navigazione, affine di mostrare che le disposizioni prese dall’Ammiraglio erano l’effetto di un puro capriccio, è costretto confessare che si provarono quell’anno contrarietà straordinarie<ref name="p209">“La costa es bien temerosa ó lo fizo parescer ser aquel año muy tempestuoso, de muchas aguas é tormenta del cielo.” — Diego de {{Pt|Por-|}}</ref>. Queste inclemenze {{Pt|del-|}}
que' rigori dell'atmosfera : gli equipaggi erano persuasi che i
maghi della costa si erano valsi della lor arte tenebrosa per
fuorviare le loro navi e farle perire. D'altra parte, gli abitatori,
delle contrade visitate dalle caravelle attribuivano al soprav-
venire di quegli sconosciuti i disordini dell'aria e siffatti strani
sconvolgimenti: avrebbero dato quanto possedevano al mondo,
perchè quegli stranieri non si avessero a fermare *. Colombo in-
travvedeva nell'accanimento inudito degli elementi congiurati
contro le sue caravelle, un supremo sforzo del nemico del bene
per opporsi all'adempimento de' suoi voti.
Non si può negare che questo viaggio intrapreso affine di
aprire il passo alla Croce sull'immensità dell'Oceano, e ricon-
durla in Europa a traverso la circumnavigazione del globo, non
abbia incontrato nei venti, nei flutti, nelle meteore acquee ed
ignee , una opposizione violenta e insieme eccezionale ; e che
l'ostinazione della lotta di Colombo non sia il più grande esem-
pio della costanza umana contro forze che sopravanzavano
cosi terribilmente i mezzi dell'umanità. I più vecchi marinai non
avevano mai udito parlare di siffatti pericoli di mare; le cara-
velle non avevano sperimentato mai onde cosi potenti e soste-
nuti si frequenti assalti. Non si era peranco veduta simile osti-
nazione nel furor dell'Oceano. 11 segreto nemico di Colombo,
il notaro Diego de Porras, che nella sua relazione tentava
dissimulare le difficoltà di quella navigazione , affine di mo-
strare che le disposizioni prese dall'Ammiraglio erano l'effetto
di un puro capriccio, è costretto confessare che si provarono
quell'anno contrarietà straordinarie -. Queste inclemenze del-
< « En carlay y en esas tierras de su comarca, son grandes fechiceros
y imiy medrosos. Dieran ci niundo porque no me deluviera alli una bora. >■>
— Ctàstoforo Colombo, Lettera ai Re Cattolici, scritta dalla Giammaica
il 7 luglio 1503.
" « La costa es bien temerosa ó Io fizo parescer ser aqucl ano niuy
tempestuoso, de muchas aguas é lormcnla del cielo. » — Diego de !*or-
RosELLT, Criit. Colombo, T. II. 14
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