Utente:Xavier121/Prove: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Phe-bot (discussione | contributi)
m Xavier121: match
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/1]]==
|
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/2]]==
Ji fw^ J-U-s» ^c\nu^uMc
I NIBELUNGHI
Volume I
CjT\u Jm,. y°<
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/3]]==
fA- Vi - -f±
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/4]]==
ULRICO HOEPLI
LIUKAIO'KDITOKK UKLLA Kit AL CASA
MILANO
POEMA EPICO GERMANICO
Tlt AUU/.IONK
IN VKKSI ITALIANI
DI
ITALO PIZZI
••■
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/5]]==
•■ItMMtlll
l'KOI'KIKTX LETTERARIA
3*36*83. - l'innto, Tip. ili Salvadorc I.anili.
UHM
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/6]]==
IMtMdl
A
GIOSUÈ CARDUCC
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/7]]==
I
éààè&
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/8]]==
à&èààék&&&à
INTRODUZIONI-;
■*
ÌIella leggenda" eroica, clic trovasi :
raccontata nel poema germanico « I :
Nibelunghi », si vedono congiunti e con- :
fusi insieme due elementi essenzialmente :
diversi, uno mitico e uno storico. Dei quali :
il primo discende ila tempi antichissimi e :
ha stretta parentela con altri cicli di altre |
mitologie indo-europee, laddove il secondo ;
è assai più recente e risguarda alcuni fatti ■
storici del Medio Evo. Il primo, se si con- :
sidera quale e in qual misura esso è entrato ;
a far parte del poema, si riconnette agli |
antichi miti degli eroi uccisori di mostri e ì
di dragoni, dei quali sono piene le mito- i
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/9]]==
i
* :
ì X / .Vibtlllllglti
i logie indiana c persiana, greca e italica,
I perché racconta di Sifrido, il bello e gio-
| vane eroe dagli occhi rilucenti, che uccide
: un drago ai piedi di una montagna e si ba-
f gna nel sangue e diventa invulnerabile. Egli
= è, come tale, il nobile e fatato guerriero che
: muore tradito nel fiore degli anni, una lon¬
tana, ma pur sempre vivace reminiscenza
del mito del sole che disperde la nuvola
tenebrosa e le potenze demoniache deU
l’aria. Tale almeno, senza esaminarla, è
P interpretazione che secondo la mitologia
vuoisi dare alla storia dell’eroe.
Nona caso abbiam detto di sopra quale
e in qual misura il mito di Sifrido è en¬
trato nella narrazione dei Nibelunghi, per¬
chè appunto nei Nibelunghi esso non è che
esposto come episodio e fuggevolmente, e
molti particolari che pur servono a far me¬
glio risaltare la figura del fatato eroe, o vi
sono oscuramente notati o taciuti del tutto.
Nè si potrebbe ora conoscerli, nè ci sarebbe
1 Nibelunghi XI
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/10]]==
ora dato «li considerarne l’importanza sto¬
rica, se essi non venissero dichiarati am¬
piamente da nn altro poema epico che è
strettamente affine a quello dei Nibelunghi
c abbraccia un maggior numero di leggende
mitiche ed eroiche. Questo poema si è
l’Edda scandinava, nella quale ad un am¬
pio ciclo di leggende divine, succede un
ciclo di leggende eroiche, laddove si nar¬
rano le avventure strane e nuove, san-
: guinose e truci e misteriosamente cupe di
: molti eroi di quel gran mondo leggendario,
f Tra i quali eroi, è purè il Sifrido dei Ni-
{ bclunghi, col nome di Sigurdh, uccisore
{ del drago Fafnir ; e di lui si narrano molte
j avventure che precedono quelle raccontate
| nei Nibelunghi, mentre in questi soltanto
con la debita ampiezza vengono narrati
: gli amori suoi con la bella Nriemliildc a
Worms e la sua fine miseranda procurata
dai cognati invidiosi. Anche questa parte,
benché con differenze non lievi, trovasi nar-
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/11]]==
XII
/ Nibelunghi
: rata nell’Edda, ma l’Edda dell’altra parte
: precedente possiede e reca una narrazione
: compiuta, laddove nei Nibelunghi la nar-
: razione n’ò fatta soltanto per via di epi¬
sodio.
Ma, sebbene 1’ Edda sia scandinava
quanto all’origine dei suoi canti, e la forma
nella quale essa è pervenuta a noi, sia do¬
vuta all’Islanda, tutta quella parte di leg-
| genda eroica che tocca di Sifrido, venne
: all'Edda dalla Germania settentrionale. E
ciò è attestato dall’Edda stessa, laddove i
suoi cantori si riferiscono sovente e accen¬
nano a sorgenti germaniche ; oltre di che
e il Grimm e il Lachmann che furon tanto
benemeriti degli studi di questi poemi, s’ac¬
cordano nel riconoscere nella leggenda di
Sifrido una leggenda franca, del tempo che
i Franchi abitavano non lontani dal mare
del Nord.
L’altro elemento entrato nella composi¬
zione dei Nibelunghi è un fatto che sem-
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/12]]==
I Nibelunghi Xlll
bra storico c tale dev’essere certamente.
Ora, mentre quel primo elemento mitico
ha informata di sé tutta quanta la prima
parte del poema dei Nibelunghi, dal canto
primo al decimonono, questo secondo ele¬
mento storico, invece, informa tutta la parte
seconda del poema, cioè dal canto vente¬
simo al trentesimonono. E vi si racconti
10 sterminio di una famiglia di principi bor¬
gognoni avvenuto alla Corte di Etzel re
degli Unni, fatto storico raccontato anche
da Prospero d’Aquitania, secondo il quale
11 re Attila (Etzel nel poema) avrebbe vinto
e sterminato un re di Borgogna con tutta
la sua famiglia nell'anno 435 dell’era vol¬
gare. Ancora, nel poema di Eckehardo I,
abate di San Gallo, nel Waltharivs manti
fortis, si ricordano alcuni principi borgo¬
gnoni i cui nomi somigliano assai a quelli
che essi recano nell’Edda e nei Nibelunghi,
e questi stessi nomi di re sono pur ricor¬
dati da re Gundebaldo di Borgogna, allor¬
xiv / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/13]]==
quando, nella sua raccolta delle leggi, volle
parlare dei suoi predecessori. Attila poi,
il terribile re guerriero che fu detto flagello
di Dio e intorno al cui nome si raggruppano
tante leggende paurose, tanto occupa di sè
la scena del quinto secolo, che la sua figura
terribile e grande era bene appropriata per
entrare a far parte dei grandi racconti epici.
Ora questi due elementi, uno mitico e
l’altro storico, e lo storico composto di
due momenti, quello dei re borgognoni e
quello del re Attila, erano già acconcia¬
mente accoppiati e intrecciati insieme prima
ancora che fossero composti i canti del-
l’Edda, ai quali non si può dare un’ anti¬
chità maggiore del nono o tutt’al più del¬
l’ottavo secolo (e ciò per i più antichi
soltanto), e perciò prima ancora che fosse
composto il poema dei Nibelunghi quale lo
abbiamo noi, e a cui non si può.assegnare
un’età che vada più indietro del dodicesimo.
Che anzi, mentre nell’Edda scandinava,
■*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/14]]==
I Nibelunghi
xv
come abbiam detto, la parte mitica che ri-
sguarda Sigurdh o Sifrido, è più ampia¬
mente svolta e le avventure tutte si seguono
in tanti canti staccati e indipendenti, nel
poema dei Nibelunghi tutto è bellamente
coordinato, tutte le parti sono ben dispo¬
ste e poste in reciproca armonia fra loro.
E sebbene nei Nibelunghi sia manifesta dif¬
ferenza tra la prima e la seconda parte, ciò
che, del resto, procede dalla natura stessa
della leggenda, pure il poeta (qualunque
esso sia stato) ha saputo far corrispondere
queste parti in modo fra loro che la prima
non avrebbe esito senza la seconda, e la
secondanon avrebbe ragione di essere senza
la prima. Ovvero, per dir con chiarezza
maggiore, la morte di Sifrido, che si narra
nella prima parte del poema, domanda ven¬
detta e l’infelice sua sposa la compirà, e
la compirà nella seconda, quando, alla corte |
di Etzel, potrà averne in sua mano gli uc- f
cisori.
Z
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/15]]==
XVI
/ Nibelunghi
Del resto, il soggetto del poema è il se¬
guente, brevissimamente esposto. Sifrido,
figlio di Sigemundo e di Sigelinde e signore
di Niderland o dei Paesi Bassi, avendo
udito vantar la bellezza di Kriemhilde,
figlia di Dancrat e della ricca Ute, si reca
a Worms a chiederne la mano. A'Worms
regnava Gunther fratello di Kriemhilde, il
quale, minacciato di guerra dal re dei Sas¬
soni e dal re dei Danesi, trova un potente
aiuto in Sifrido. Cessata però la guerra,
egli con Sifrido si reca in Islanda a chie¬
dervi la mano di Briinhilderegina dell’isola;
e perchè Sifrido voglia assisterlo nella dif¬
ficile impresa, gli promette la mano di sua
sorella Kriemhilde. Ritornato Gunther a
Worms con la sposa, tra costei e la co¬
gnata Kriemhilde, che frattanto si era spo¬
sata a Sifrido, nasce una grave contesa,
perchè ciascuna di esse crede di avere uno
sposo più forte e valoroso dell’altra ; e Brttn-
hilde che si crede mortalmente offesa, sol-
/ Nibelunghi xvn
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/16]]==
lecita Hagen di Tronega, il più fido amico
di Gunther, a vendicarla. Hagen allora, ac¬
cordatosi con Gunther, uccide a tradimento
il prode Sifrido mentre stava bevendo a
una fontana, e ne fa portare il cadavere di¬
nanzi alla porta di Kriemhilde. La quale,
nell’immenso suo dolore, mentre tu cele¬
brar splendide esequie all’estinto sposo,
giura di vendicarlo, fatta ornai certa da non
dubbie prove chi sia stato il traditore.
Passano frattanto alcuni anni, ed essa va
sposa ad Etzel re degli Unni, dopo essersi
fintamente riconciliata co’ suoi fratelli. Ma
poi, non potendo dimenticare l’atroce of¬
fesa e molto meno scordar l’amor suo per
Sifrido, manda ad invitare i fratelli, accon¬
sentendovi Etzel, alla corte. Da principio
essi concepiscono qualche sospetto per tale
invito; ma poi, dietro consiglio di Hagen,
partono armati per difendersi con valore,
ove necessità lo voglia. Alla corte di Etzel
però sono essi accolti assai freddamente da
c
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/17]]==
i xvui I Nibelunghi
: Kriemhilde e poi, dopo un fiero combatti-
: mento suscitato nella sala stessa del con-
: vito, scannati tutti con tutte le loro genti.
Kriemhilde stessa, alla fine, è uccisa d’un
\ colpo di spada dal vecchio Hildebrando.
Ora, il racconto dell’Edda e il racconto
= dei Nibelunghi sono in gran parte eguali,
\ ed eguali sono pure i personaggi che v’ en-
: trano, quantunque alcuno dei loro nomi
§ differisca, sebbene di poco. Al Sifrido per-
: tanto e alla Kriemhilde dei Nibelunghi,
j corrispondono il Sigurdh e la Gudruna del-
j l’Edda, ma Gunthèr è Gunnar, e Hagen
: è Hògni, edEtzelè Atli, re degli Unni. Sol-
i tanto, mentre in tutte le altre parti del rac-
ì conto i due poemi s’accordano fra loro,
ì nell’ultima differiscono non poco. Perchè,
: laddove nei Nibelunghi Kriemhilde fa scan-
: nare tutti i suoi fratelli per comprendere
i nella strage anche Hagen, uccisore del suo
: Sifrido, nell’Edda trovasi che Gudruna,
: fatta da senno la pace con Gunnar e con
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/18]]==
Nibelunghi XIX
Hògni, come essi con gli altri fratelli en¬
trano nella reggia di Atli, per invito di
costui, vorrebbe salvarli e v’adopra ogni
suo potere. Atli perù, frustrato nel suo di¬
segno di possedere il tesoro che quelli ave¬
vano nascosto nel Reno, tutti li manda a
morte, e Gudruna, per vendicare i fratelli,
appresta allo sposo un’orribile convito fa¬
cendogli mangiare il cuore dei due suoi figli,
Erp ed Eitil, e incendiando poi la sala del
convito per perir poi essa stessa nell’im¬
mane incendio con lo sposo e i convitati.
Nò di tal mutamento si può assegnare al¬
cuna plausibile ragione, se non forse che
nell’Edda, più antica e pagana, prevale e
vince il sentimento di famiglia, vivissimo
presso le antiche stirpi germaniche, laddove
nei Nibelunghi, più recenti, prevale e vince
l’amor di sposo.
Ma, se non nella sostanza del racconto,
nel modo di condurlo e nelle idee che ac¬
compagnano e informano il racconto, tro-
*■'
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/19]]==
4
/ Nibelunghi
: vasi tra i due poemi differenza assai mag-
: giore. Perchè l’Edda è ancora pagana, come
: ora si diceva, e spira ancora tutta la fie-
: rezza del paganesimo, e i Nibelunghi, seb-
: bene rechino ancora molti elementi pagani,
: resti cioè e frammenti di miti antichi, hanno
: accolte le idee cristiane. E il poeta narra
: e descrive di uomini e di cose molto lon-
: tane da lui, almeno per l’età, allo stesso
| modo che narrerebbe e descriverebbe cose
: e uomini del tempo suo. E però il suo fare
: è più placido e gentile, laddove i cantori
: dell’Edda sembrano aversempre, e hanno,
: un certo impeto lirico ; e i suoi cavalieri
: sono veri cavalieri di corte, con tutti i co-
: stumi gentili e raffinati del tempo, ciò che
: contrasta con la fierezza e la durezza di
i certi fatti che pure nella natura loro non
: si potevano mutare. La qual cosa ha fatto
: si, forse, che tutto ciò che di mitico si
: trova nella figura del fatato Sifrido, nei
: Nibelunghi, o inscientemente o di propo-
»
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/20]]==
I Nibelunghi xxi
sito deliberato, è detto e rappresentato in
modo fuggevole e oscuro, come elemento
non più atto ad acconciarsi alle nuove idee
alle quali viene informandosi il poema. Pare
che su questi miti il poeta si soffermi poco
volentieri e condottovi soltanto da neces¬
sità, riserbandosi poi di dire e di ridire altre
cose, anche con soverchia ampiezza, più
vicine ai tempi suoi e ai costumi dei tempi.
Onde avviene che molti punti del rac¬
conto dei Nibelunghi rimarrebbero per noi
oscuri per sempre, se non ci fossero di va¬
levole aiuto i canti dell’Edda, nella quale
l'elemento mitico campeggia in ogni parte,
anzi vi sembra esser trattato con predi-
lezione particolare. Ora, tra i punti più
oscuri dei Nibelunghi, trovasi la leggenda
dell’oro che porta sventura a chi lo pos¬
siede, e la conoscenza o amicizia che eb¬
bero tra loro Sifrido e Brunhilde, prima che
questa fosse sposa di Gunthèr e quello im¬
palmasse la bella Kriemhilde.
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/21]]==
XXII
l Nibelunghi
: Quanto alla leggenda dell'oro, appare
: dai Nibelunghi che Sifrido s’insignorì di
| un gran tesoro un giorno eh’ egli trovò Ni-
: belungo e Schilbungo a piedi d'una mon-
: tagna, intenti a spartirselo. Perchè essi lo
: pregarono di farne la spartizione e perchè
: erano riottosi e superbi, egli li uccise e si
| insignorì del tesoro che poi, morendo, la-
| sciò alla sposa sua Kriemhilde. Ma Hagen
r 1’ ebbe poi nelle sue mani, e da ciò e dal
: desiderio di vendicar la morte di Sifrido
: procede l’odio implacabile che Kriemhilde
; aveva per costui. E appare più volte che
: l’oro dei Nibelunghi è possesso fatale che
: reca sventura a chi lo possiede ; e tutti sei
: contendono. Sei contendono primi Schil-
: bungo e Nibelungo, poi Sifrido lo toglie a
: questi due ; morto Sifrido, il tesoro è tra-
: sportato in Niderland presso di Sigemundo,
: padre dell’estinto eroe, donde poi Hagen
: lo toglie per nasconderlo nel Reno. Sul
: finire del tragico poema, Kriemhilde ne re-
*
*■
■*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/22]]==
I Nibelunghi
XXIII
clama il possesso, e giunge per un istante \
a prometter salva la vita ad Hagen, purché :
manifesti il luogo nel quale egli l’ha nasco- :
sto. Hagen si ricusa ed è colpito a morte :
dalla inferocita donna.
Questo nei Nibelunghi. Ma perchè l’oro :
porti con sé sventura e di qual natura sia :
questo tesoro misterioso, non è detto. \
L’Edda invece vien raccontando come un :
giorno tre Dei, Odino, Loki e Honir, giun- :
gesserò viaggiando ad una cascata d’acqua, ;
laddove trovarono una vipera. Essa fu uc- :
cisa da uno di loro con una pietra, e la =
pelle ne fu tratta e mostrata poi a Hreid- §
mar, presso il quale i tre viandanti, la sera i
di quel giorno, si erano ridotti ad alber- =
gare. Ma la vipera uccisa era il figlio stesso \
di Hreidmar, trasformato ; e però il padre, =
chiamati a sè gli altri due suoi figli, Fa- ;
fnir e Regin, e raccontata loro la morte del £
fratello, fa prigionieri i tre. I quali, conve- l
nuti di coprir d’oro la pelle dell’uccisa vi- E
* * »
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/23]]==
"••••HIIIIIMMIIIIIIIMIIMIIIIIIIMIMIMIIIMIIIIIItllMIMtlltHHMIlHHMMMMMIIMItll
4*
: xxiv I Nibelunghi
i pera per fare ammenda e riscattarsi, man-
: dano fuori Loki a cercar l’oro. E l’oro è
= trovato, rapito, insieme ad un fatato anello,
= al nano Andvari trasformato in pesce. Il
nano derubato, scaglia la sua terribile ma¬
ledizione dietro al tesoro, e tosto la male¬
dizione fa il suo effetto. Perchè, all’atto di
ricoprir d’oro la pelle della vipera, Hreid-
mar si accorge che una squama sola ne re¬
sta scoperta. Loki allora aggiunge l’anello
di Andvari. I fratelli dell’ ucciso vogliono
aver parte della preda, e Hreidmar è uc¬
ciso da loro ; la maledizione insegue i par¬
ricidi, perchè Fafnir, trasformatosi in dra¬
gone, si porta via l’oro e si nasconde con
esso nella selva di Gnitaheide, e Regin ri¬
corre a Sigurdh (il Sifrido dei Nibelunghi)
perchè l’aiuti a ripigliarsi la parte del te¬
soro che gli è dovuta. E Sigurdh uccide il
drago Fafnir e con Regin ne arrostisce il
cuore per farsene cibo; ma poi, avendo
toccato quel cuore col dito per provar s’era
+£+mmmmii ■■■■■■■■un mulinimi munitimi
I Nibelunghi xx
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/24]]==
v :
j al punto d’esser mangiato e postosi alle j
| labbra il dito, scottato dal grasso ardente, {
: acquista la facoltà di intendere il linguaggio :
degli uccelli, e ode intanto certe aquile che :
= discorrevano tra loro del come Regin me- :
\ ditasse la morte del suo compagno e aiuta- :
tore. Sigurdh allora, con quella stessa spada :
r che Regin gli aveva fabbricata per uccidere :
Fafnir, tanto sottile che, immersa nell’ac- :
: qua del fiume, tagliava a mezzo i fiocchi di :
: lana portati giù dalla corrente, uccide il :
[ traditore e si porta via il tesoro, montato :
\ sul suo cavallo Grani.
: Tutto ciò non si trova nei Nibelunghi, :
5 nei quali si legge soltanto della spartizione :
E del tesoro e della uccisione del drago, ma :
: nulla della natura di esso tesoro e della :
; maledizione che l’accompagna.
: L’Edda ancora ci fa sapere la precedente :
amicizia di Sigurdh e di Brynhilde, alla f
] qualeiNibelunghiconfusamenteaccennano. :
: Perchè Sigurdh, ucciso Regine tolto con sè :
4*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/25]]==
5 xxvi I Nibelunghi
\ il tesoro, prosegue il suo viaggio finché :
: giunge ad una casa posta sopra una mon- :
: tagna laddove egli vede un guerriero ad- :
; dormentato. Quel guerriero, chiuso nella :
: sua corazza e addormentato, altri non è \
: che la bella Brynhilde (la Brilnhilde dei Ni- :
: belunghi) che il dio Odino aveva immersa :
: in un profondo sonno in pena di una colpa :
| commessa da lei. AH’appressarsi di Si- |
: gurdh, la fiera e bella Valkyrie, poiché :
: Brynhilde è tale, cioè una dea guerriera, si |
: desta dal sonno, e con l’avvenente eroe |
: che l’ha sorpresa nel sonno, impegna la :
: sua fede. Sigurdh sen va alla casa di Gun- =
| nar (il Gunther dei Nibelunghi), e allora |
| che Gunnar salperà per l’Islanda per do- =
: mandarvi Brynhilde in isposa, Sigurdh lo :
: accompagnerà. Ma Brynhilde abita un ca- ;
: stello circondato dalle fiamme, e Gunnar i
: non è tanto ardito da superarle per gua- :
: dagname la soglia; e però Sigurdh, col suo :
: destriero Grani, supera il difficile passo, :
*•'
*
/ Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/26]]==
xxvil
entra nel castello e si posa accanto a Bryn¬
hilde senza però toccarla, perchè la sua
spada Gram si sta sguainata nel mezzo.
Brynhilde, allora, va sposa a Gunnar che
ella crede essere l’ignoto guerriero che si
è posato accanto a lei la notte. Ma quando
Sigurdh ha sposata Gudruna (la Kriemhilde
dei Nibelunghi) etra Brynhilde e Gudruna
sorge quel sentimento di gelosia che con¬
duce le due regine a contendere fra di loro
quale dei due sposi rispettivi sia il più va¬
loroso, come Brynhilde ha potuto sapere
che l’uomo che le è stato a fianco nel suo
castello non è già Gunnar, ma Sigurdh, quel
Sigurdh che già con lei aveva impegnato
la sua fede molto tempo prima, un impla¬
cabile desiderio di vendetta tutta la prende.
Sette giorni essa si sta senza cibo e senza |
sonno, finché, incitati col marito gli altri j
cognati, essa fa uccidere a tradimento per :
uno di loro il suo antico amante. Ella poi, ì
compiuta la bramata vendetta, sale volcn- [
:
xxviii / Nibel
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/27]]==
unghi
terosa sulla pira e là si uccide di un colpo i
di spada accanto al cadavere di Sigurdh. =
Quello poi che è rimasto e rimarrà sem- ;
pre oscuro senza che l’Edda ci possa dar
qualche lume, si è il nome dei Nibelun¬
ghi. I quali, nel poema, sono da principio i
due figli di Nibelungo, del possessore primo
del tesoro, uccisi da Sifrido allorquando
essi lo chiamarono a spartir fra loro quel
tesoro del padre ; anzi i loro nomi sono
appunto Nibelungo (come il padre) e Schil-
bungo [Ameni. IH). Ma poi, al tempo della
morte di Sifrido, i Nibelunghi sono mille
guerrieri fedelissimi a lui, che pur avreb¬
bero acerbamente vendicata la morte del
loro signore, se Kriemhilde e Sigemundo
con preghiere non li avessero trattenuti. Al
contrario, nell’ultima parte del poema, sono
detti Nibelunghi gli stessi Borgognoni che
con Gunther e Hagen si recano presso re
Etzel nella terra degli Unni. Donde si vede
che il poema stesso non sa nulla di certo
4-
*■
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/28]]==
I Nibelunghi
XXIX
di questi Nibelunghi che pur gli formano
il titolo; nè l’etimologia del nome, quan¬
tunque certa e sicura, ci aiuta. Il nome te¬
desco die Nibelungcn, in scandinavo Niflun-
gar (l’Edda è scritta in questa lingua), de¬
riva certamente dal nome nebel, la nebbia
(in scandinavo nifi), e accenna al lontano
e buio settentrione donde esso, lontano e
buio nel suo significato, è venuto a noi.
Non v’è alcun dubbio che il poema dei
Nibelunghi, quale al presente 1’ abbiamo,
non sia una forma molto recente rispetto
non solo all’origine della leggenda e ai tempi
ai quali essa si riferisce, ma anche rispetto
ai primi canti che la dovettero raccogliere.
Perchè, quanto alla parte mitica, essa leg¬
genda risale a tempi antichissimi, e quanto
alla parte storica essa deve esser riferita al
più oscuro tempo del Medio Evo, allor¬
quando la storia del terribile Attila dovette
cominciarsi a narrare in forma di leggenda.
Ma quale sia stato il poeta che ha ridotta
*
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/29]]==
*f*
5 xxx / Nibelunghi
= essa leggenda alla presente forma, è que-
\ stione che tratteremo fra poco ; laddove qui
; è necessario vedere se dai secoli precedenti
; si ha memoria d’altre forme o redazioni poe-
r tichc del medesimo racconto epico. Perchè,
= lasciando stare la forma che questo racconto
\ dovette prendere nei paesi nordici lino alla
: presente raccolta dell’ Edda, trovasi per te-
i stimonianza di Eginhardo che Carlomagno
E compiacevasi di trascrivere e d’imparare a
i memoria antichissimi canti barbarici che ce-
: lebravano guerre e imprese d'antichi re.
= « /lem barbara, egli dice, et antiquissima
: carmina quibus veterum regimi actus et
i bella canebantur, scripsitmemoritequeman-
: davi/. » Trovasi che al principio del nono
: secolo l’abate Waldo, nel monastero di Rei-
r chenau, faceva trascrivere dodici canti in
: lingua tedesca, e che Saxo grammatico ri-
; corda che nel li57 già si narrava come
: Kriemliilde avesse traditi i fratelli, e che nel
: xi 30 un bardo sassone aveva cantato in
^■■llllllllllllll|ll||l||||f||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||| mm,11,iimin,
•f* f
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/30]]==
1 Nibelunghi xxxi :
pubblico lo stesso fatto. Queste testimo- |
: nianze prendiamo dal libro del Laveleye, :
: che con tanta lode si è occupato degli studi =
= dell’Edda e dei Nibelunghi; ma nò il La- j
i veleye, nè alcun altro ci sa e ci può dire :
: che fossero questi canti antichi, mentre il :
; poema dei Nibelunghi quale al presente lo :
; abbiamo, per ragioni di lirigua e di forma :
: poetica e per il colorito cavalleresco e cor- :
: tigiano dato al racconto, non può esser posto f
j prima del dodicesimo secolo.
: Al qual proposito osserva il Bartsch, ac- :
I curato editore e illustratore dei Nibelunghi, |
: che i sentimenti cavallereschi e cristiani e :
: le descrizioni frequenti delle corti e del vi- i
: vere cortigiano e quella consuetudine vani- :
; tosa di descrivere ad ogni momento vesti e :
\ abbigliamenti di dame e di cavalieri, tutte :
; cose contrarie per natura al racconto antico |
: e barbarico, non possono che additarci di :
; lontanocin manieraaltuttoincerta un poeta :
I cortigiano, un elegante cavaliere delle corti :
miniai
,
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/31]]==
4
*■
*r
XXXII
J Nibelunghi
tedesche del dodicesimo secolo, esperto in
ogni arte gentile e forse più atto a cantar
d’amore che a celebrar gli eroi del tempo
antico. E sembra che il poeta cavaliere sia
vissuto intorno al 1140 e appartenesse alla
nobile famiglia austriaca dei Kurenberger
del territorio di Linz, presso al Danubio.
Ma, in qual misura egli abbia adoperate le
fonti dei canti precedenti, non è dato a noi
di sapere. Sembra soltanto che, mentre la
forma che egli diede o trovò già data al rac¬
conto, è rimasta e tale e quale è pervenuta
a noi nella sostanza, altri più tardi, forse
intorno al 1170, abbia introdotto maggior
regolarità di rime, laddove quello, al modo
della lirica del tempo, si appagava di asso¬
nanze soltanto. E questo lavoro si continuò,
a quanto pare, fin verso la fine del mille-
duecento, nel qual tempo il poema si sarebbe
arrestato e fissato nella forma nella quale
ora l’abbiamo. E questa forma è quella che
porta il titolo: Der Nibelunge liet, che si-
*
■ i
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/32]]==
alini mi
gnifica: la Canzone dei Nibelunghi, quella
stessa che qui diamo tradotta col titolo : /
Nibelunghi. Ma v’è un’ altra redazione del
poema, più raramente conservata dai ma¬
noscritti, che, partendosi daquelladel X170,
cerca togliere certe contraddizioni e tenta,
in sulla fine, di legare il racconto ad un al¬
tro componimento, detto il pianto dei Ni¬
belunghi, composto, esso pure, intorno al
1170. Quest’altra redazione porta il titolo :
Der Nibelunge nói, cioè : La rovina dei Ni¬
belunghi, titolo preso dall’ultimo verso del
poema :
Questa dei Nibelunghi è la rovina.
Ma, qualunque sia il poeta al quale è do¬
vuto il poema, credesi che il maggior pregio
dell’opera sua consista nell’aver magistral¬
mente delineato i caratteri dei suoi perso-
naggi. Che se egli non li inventò, come è na-
/ Nibelunghi
XXX [li
Dax ist der Nibelunge nói,
cioè:
e
mnilMIUIIMMIIIÌIIHMimilNINHIIUIUIHIIIIIIIMIIUIiHM
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/33]]==
'11
XXXIV 1 Nibelunghi
turale, ma gli vennero essi piuttosto con le
memorie del racconto dei secoli passati, è
certo però che egli li ha conservati con molti
arte, e tali quali erano, li ha presentati an¬
cora. E tra questi, primo si fa innanzi Si¬
frido, il bello e valoroso Sifrido, al quale
aggiungono venustà alcuni tratti non del
tutto cancellati dell’ antica natura mitica,
ond’egli appare più splendido e più ideale
e lontano dalla verità dura e volgare della
vita. Come è valoroso e avvenente, si che
egli è il sospiro d'ogni fanciulla in qualunque
luogo si rechi, cosi egli e rapido di pensiero
edi mano, onde, non appena si affaccia qual¬
che nobile impresa che possa arrecar gloria
a chi s’accingerà a compierla, ed egli tosto
vi si sobbarca ; nè dal pensiero del sobbar¬
carsi al mettersi di tutta lena all’opera corre
per lui gran tratto di tempo, ma concepire
e fare sono per il fatato eroe una sola e me¬
desima cosa. E però gli amici e i creduti
amici sempre lo trovano pronto a conceder
+^4MIIIIIIIHIIIMIIIIHnHltMltlilllH<imillll I I
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/34]]==
I Nibelunghi xxxv
l’aiuto suo fortissimo, cd egli non solo pro¬
mette e porge l’aiuto richiesto, ma ancora
fa volentieri ciò che altri dovrebbe fare. La
qual cosa procede in lui non Unto da gene¬
rosità innata, quanto anche da una certa
infantile e ingenua credulità, che, del resto,
è propria di tutti questi eroi primitivi e non
di rado s'incontra ancora in uomini di cuor
generoso e magnanimo. Era un’età fanciulla
quella che concepiva questi croi, e la na¬
tura fanciullesca dell’età s’imprimeva in essi
tanto profondamente «la non cancellarsi mai
più, anche dopo che il racconto delle loro
imprese ebbe attraversate molte età e molte
generazioni.
Anche Sifrido, in forza di questo suo ca¬
rattere particolare, appartieneaquella schie¬
ra d’eroi, dei quali ogni tradizione popolare
ha l’esempio, e che, mentre sanno compiere
una grande e gloriosa impresa laddove si
richiedano forza di mano, ardire di pro¬
positi e impeto di cuor genero
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/35]]==
so, cadono
♦f*
! XXXVI / Nibelunghi
: poi miseramente vinti quando sono assaliti
: con armi che essi non conoscono. L’animo
: loro è troppo semplice e ingenuo, troppo
: alto e nobile, per comprendere che siano e
: voglian dire la calunnia, la menzogna, il
: tradimento e il parlar finto e subdolo, e re-
: stano al di sotto come appena siano presi da
: queste arti perfide. Ecco, uno dei più noti
: esempi si è Otello, su le cui sventure la musa
: dello Shakespeare, del Rossini e del Verdi
: ci ha fatto lagrimare. Anche Otello sa vin-
: cere con armi leali e tocca però splendide
: méte; ma, alla prima parola subdola, per-
: cliè egli crede leali al par di lui quanti l’at-
: torniano e circondano, s’abbandona quasi
: da sè stesso e di animo deliberato alla sua
: rovina. Allo stesso modo, nella più vasta
È leggenda epica che si conosca, l’epopea per-
: siana di Firdusi, il Libro dei Re, Rustcm
: e Siyàvish, vincitori di mille battaglie, vin-
: citori di draghi e di fiere, beneficatori del
: loro re e della terra dove son nati, cadranno
*
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/36]]==
I Nibelunghi
XXXVII
per nulla e moriranno miseramente, il primo,
tradito dal fratello Sheghàd, un maligno e
spregevole omiciattolo, e il secondo, per le
calunnie dei principi turani, presso i quali
egli, fuggendo l’ira del padre, aveva chiesto
e trovato rifugio. E Achille, vincitore di Et¬
tore e di Troia, non cadrà forse per un colpo
assestatogli a tradimento da Paride, imbelle
ed effemminato ? E Orlando non perirà forse
per il tradimento di Gano di Maganza ? An-
cheSifrido, per placar la voglia di Briinhilde,
sarà ucciso a tradimento da Hagen, perfido
e crudele e d’animo truce ; anzi, nel bosco
dove sarà vibrato il colpo traditore, dopo
aver date mille prove di destrezza nella cac¬
cia delle fiere, egli accoglierà con animo fe¬
stante l’invito alla corsa, senza sospettare
dopo tanti ammonimenti della sposa, pre¬
saga di qualche sventura grave, che quello
era per lui un invito di morte. Perchè Ha¬
gen, fatta la prova del gareggiar correndo,
trafigge di pugnale l'infelice che crasi chi-
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/37]]==
4
*
■*
XXXVIII
1 Nibelunghi
\ nato ad una fontana per spegnervi la sete.
: - Se Kriemhilde si mantenesse nella seconda
: parte del poema quale si mostra nella pri-
: ma, cioè fin dove essa piange la morte del
: suo Sifrido, il carattere di lei sarebbe uno
: dei più dolci c soavi e tale da star degna-
: mente accanto a quello dello sposo, col quale
E mirabilmente risalterebbe sui due caratteri
: opposti, foschi e diabolici, di Hagen e di
; Brunhilde. Ma Kriemhilde, la dolce e in-
| genua fanciulla che, ammonita da un sogno
: funesto, mostrasi schiva d’amore a princi-
: pio e poi s’invaghisce di Sifrido e, divenu-
: tane la sposa, vive soltanto per l’amor suo,
: nella seconda parte del poema si fa truce e
| terribile, ributtante nella sua fierezza che
: rasenta l’insania. Nè la scusano il dolore
: per la perdita dello sposo e il desiderio della
: vendetta, perchè ogni moto dell’animo, an-
\ che fiero e tremendo, deve avere i limiti
: suoi e l’arte che vuol rappresentarlo, i suoi
| freni. Ma, e per la meditata vendetta e per
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/38]]==
1 Nibelunghi xxxix z
I il desiderio di riaver l’oro dei Nibelunghi |
: che Hagen le ha tolto con violenza, sem- :
l bra clic, morto Sifrido, il cuore di costei si i
: chiuda d’un tratto ad ogni affetto umano. ;
: Perchè essa con poche parole e poche la- :
i grime si distoglie dall’unico figlio suo na- :
\ togli da Sifrido, e presto se ne dimentica :
: e l’abbandona per sempre allorquando, :
i chiesta in isposa da re Etzel, si toglie da :
: Worms per recarsi all’amplesso del novello [
: sposo. Il quale è compiaciuto da lei nella §
: sua domanda non perchè ella speri di ri- :
z cambiarlo d’amore e di consolarsi della :
I morte del primo sposo, ma soltanto perchè :
[ il potente signore le agevolerà la vendetta :
; e il riacquisto dei perduti tesori. Anche un :
: secondo figlio, nato da lei e da Etzel, essa :
: perde più tardi, anzi in guisa crudele, allor- :
[ quando Hagen inferocito gliel’uccide sotto :
: gli occhi, ed essa non se ne dà per intesa. =
: Ma Hagen è il vero autore della uccisione i
: di Sifrido, e però su lui soltanto deve sca- \
* 4*
♦r
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/39]]==
XL
I Nibelunghi
tenarsi il furor della vendetta di Kriemhilde.
: Eppure costei assiste impassibile alla morte
: de’ suoi fratelli innocenti, anzi ne procaccia
: la morte e promette oro e favori a chi li
: scannerà sotto gli occhi suoi. Nella quale
; efferatezza ella è anche codarda e vile, tro-
\ vandosi eh’essa teme di essere uccisa da
: Hagen e prega d’aiuto Dietrico perchè la
; difenda (Avverti. XXXIII). Ancora, essa
| sembra misurare il sangue de’ suoi nemici
: a goccia a goccia, e gode e si compiace di
§ vederne rosseggiar le vesti di Hagen (Av-
! ventura XXXV), al quale tuttavia ella sa-
: rebbe disposta di perdonar la vita (scordando
: cosi la vendetta del suo Sifrido), qualora egli
: le volesse manifestare il tesoro nascosto. -
: Nella ferocia stessa e nel barbaro costume
; può qualcuno, come abbia anima grande,
f serbare una certa maestà che incute rispetto
r e venerazione, e il Vico già disse che la bar-
l barie va d’accordo col grande ; ma in Krie-
E mliilde che patteggia sangue, oro e vita,
*
*■
*
:
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/40]]==
J Nibt'linigìii
: maestà e grandezza non si trovano, molto
| meno la maestà dei tempi eroici.
! Briinhilde invece è carattere odioso nei
j Nibelunghi, fattovi fastidioso anche perchè
\ rimpicciolito dal poeta. Il quale, perchè gli
; della storia di Briinhilde, perchè storia mi-
= tica, e però ne lasciò monco in alcuna sua
| parte il carattere. Nell’ Edda questo carat-
: tere è integralmente conservato, e la tragica
È morte della fiera Valkyrie, che si uccide e si
; fa ardere sulla pira accanto all’uomo ch’ella
E ha amato e non ha potuto possedere, è una
; vera apoteosi, e tale la rappresenta 1’ Edda
È nella sua magnificenza barbarica. Ma, nei
\ Nibelunghi, tuttoché la fiera voglia di co-
I stei si manifesti e nell’ occasione delle sue
ì nozze con re Gunther, e più ancora nella
\ procacciata morte di Sifrido, essa, morto
\ Sifrido, scompare d’un tratto dal poema,
ì e sembra che il poeta l’abbia del tutto
[ dimenticata, laddove 1’ Edda prosegue di
! /
era necessità di far così, tacque tanta parte
*
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/41]]==
xlii / Nibelunghi
tanto amore la sua eroina da raccontarne e
descrivere la discesa, quale un trionfo, alle
sedi dei morti,
i Quarto viene Hagcn di Tronega, che la
! Edda dice fratello del re di Borgogna e il |
poema dei Nibelunghi attesta esserne sol- |
tanto il più fido amico. Come tale, esso è |
l’anima dannata, se cosi può dirsi, del suo i
signore, per il quale egli non esita ad af- :
frontare arditamente qualunque pericolo e :
a commettere qualunque opera, anche la più
rea e trista. Il prode Sifrido, perciò, cadrà
per sua mano, c del gravissimo misfatto,
mentre gli altri tutti pensano qualche finto
racconto per discolparsi nel cospetto di Krie-
mhildc, come saranno tornati a Worms, e
già s’argomentano di dirle che ignoti ladroni
le hanno ucciso lo sposo nella selva, egli
stesso, Hagen, dice di pigliar per sè tutto
l’odio e la colpa, perchè egli non è avvezzo
a tener conto di pianti di femmine. Dal qual
fatto abbastanza s’intende che Hagen è cs-
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/42]]==
I Nibelunghi xliii
senzialmente feroce e spietato, spietato tal-
XLI1I
volta senza ragione vera, o almeno plausi- :
bile, come quando d’un tratto, sotto gli :
occhi di Kriemhilde e di Ktzcl, loro uccide :
il figlio Ortlieb che s’aggirava fanciullesca- :
mente attorno alla tavola del convito. Anche :
qualche tratto demoniaco è nella natura di :
Hagen, e in ciò egli disvela una grandezza :
maestosa e una fierezza grande, e pare che :
egli ricuopra e protegga della sua potenza :
quasi diabolica quel suo re Gunthèr che :
sembra pupillo inetto dinanzi a lui, come :
Roberto di Normandia dinanzi al cavalicr :
Bertramo e il dottor Faust dinanzi a Meli- :
stofele. :
Ora, nella relazione in cui stanno fra loro :
i caratteri di Hagen e di Guntlier nei Ni- ;
belunghi, è bellamente e pienamente osser- :
vata una legge costante di queste antiche E
epopee, dovute in gran parte al genio po- :
polare. Nelle quali fu già osservato che ac- :
canto all’eroe principale sta sempre un altro
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/43]]==
:
Ill>^
xliv 1 Nibelunghi
eroe di grado secondario, che è come fedele
e alacre esecutore di ogni disegno del primo;
ma appunto perchè egli è tale e col braccio
fa quanto il primo ha pensato, e risplende
| più per valor personale che per vigore di
: mente e di consiglio; cosi, nelle tradizioni
: popolari, avviene che la figura del secondo
: eroe si mostri più splendida e con più ma-
| gnifica arte delineata, laddove la figura del
I primo, nel confronto, sbiadisce di non poco
I e quasi si perde. La quale arte è dovuta al
| popolo, primo autore e compositore dei veri
: canti epici, perchè egli non intende quale e
| quanto sia il merito di chi guida un’ impresa
: col senno e col consiglio, ed essendo preso
: d’ammirazione maggiore per i bei colpi di
: mano e gli ardimenti rischiosi del secondo
: eroe, questo ama di più e preferisce al primo
: e con maggior compiacenza ne racconta e
: descrive le imprese. Che anzi di tanto cresce
: l’importanza del secondo eroe rispetto a
: quella del primo, che il primo, anche con
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/44]]==
Nibelunghi xlv •
tutto il suo senno d’autorità, non potrebbe, :
senza l’aiuto del secondo, condurre a ter- :
mine l’impresa in cui s’è messo. E perù, :
senza di Achille, Agamennone non vince- :
rebbe ; e veggasi intanto di quanto sia meno ■
luminosa la figura di costui dinanzi a quella |
del gran figlio di Teti. Nè i re dell’epopea |
persiana potrebbero o saprebbero ributtare -
gli assalti dei Turani riottosi, sempre irre- :
quieti ai confini dell’Iran, se Rustem, il E
maggiore eroe di quella grande leggenda |
epica, non li aiutasse. Nella maggiore epo- :
pea indiana, Rama nulla può senza di Ha- :
numant, enell’epopea francese, Carlomagno |
imperatore spesso si troverebbe a mal par- ;
tito se con lui non fosse Orlando, e nei Ni- ■
lielunghi, Hagen tutto fa e in ogni impresa |
arditamente si mette, non lasciando altro a
Guntlier che di volere c di comandare.
E però Gunther, nei Nibelunghi, è il per¬
sonaggio più inetto e insipido, tanto da ba¬
star poche parole per tratteggiarlo. Di suo,
xlvx 1
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/45]]==
Nibelunghi
veramente, egli nulla fa, perché egli non può
conseguir la mano della fiera Brunhilde se
Sifrido non l’aiuta, poi, nella seconda parte
del poema, se abbiam detto che Hagen è
il suo cieco senatore, l’anima sua dannata,
ora possiam dire che egli si riduce ad essere
inerte e impassibile spettatore di ciò che l’al¬
tro fa per lui. Anche possiamo aggiungere
che la fantasia popolare s’è non poco di¬
vertita nell’inventare un episodio comico
per questo re dappoco. Il quale, come fu
entrato la sera delle nozze nella stanza nu¬
ziale, non potè valersi dei diritti suoi di ma¬
rito, perchè Brunhilde l’afferrò, lo sospese
a un chiodo della stanza e lo tenne in quello
stato doloroso e di vergogna finché non ap¬
parve il giorno (Avverti. X). •)
') In un poema persiano, che fa seguito al
Libro ilei Re, di Firdusi, si trova che la figlia
di Rustem, la bella Bànùgushasp, una eroina
vincitrice di fiere, di mostri e di eroi, è data
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/46]]==
I
IIMIIttllllMI
I Nibelunghi xlvii
Anche Etzel, nei Nibelunghi, è ben lon-
tano dal mostrarsi quel terribile re guerriero
che da noi meritò d’esser detto flagello di
Dio. Alla vista dell’ uccisione dell’ unico fi¬
glio suo per mano di Hagen, egli non si
commuove, e nella orribile carneficina in
cui si termina il poema, egli sta più volen¬
tieri a parlamentar lungamente e mostrasi
inetto nel tentativo fiacco di sedar le pas¬
sioni tumultuanti. In parte lo scusa il do¬
vere d’ospitalità, non tanto però da conce¬
dergli di poter essere codardo e imbelle,
tanto più che gli ospiti suoi sono ospiti clic
troppo baldanzosi corrono al sangue. In ve¬
rità, ogni uomo che abbia dignità di sè
stesso, vorrebbe essere l’Attila delle nostre
cronache, flagello di Dio e figlio d’un cane,
in isposa a Ghcv. La prima notte essa lega suo :
marito e lo nasconde sotto una panca, finché E
giunge Rustem per rimproverare la figlia e ri- :
stabilir l’ordine in quella casa.
È
-4*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/47]]==
xi. vili 1 Nibelunghi
piuttosto che l’Etzel dei Nibelunghi, in
quella sua natura fiacca e orba di valore!
Tutti gli eroi fin qui ricordati, oltre ad
alcuni altri pochi secondari, dei quali qui
si tace, si trovano anche nell' Edda. Ma nei
Nibelunghi trovansi altri due personaggi
che all’ Edda non appartengono, e sono :
Riiedgero, margravio di Beclielara sul Da¬
nubio, e Pellegrino, vescovo di Passavia.
Il primo è un vero modello di cavaliere e
di gentiluomo, al quale tuttavia la perfetta
integriti del costume nuoce non poco come
nuoce al Buglione del Tasso Tesser troppo
perfetto cavaliere. Il vescovo invece, del
quale il carattere ha ben lieve significato,
pare che sia stato introdotto dal poeta dei
Nibelunghi a far parte del suo racconto sol-
tinto perchè si è risaputo che Pellegrino,
personaggio storico, fece trascrivere in la¬
tino, togliendole dalla tradizione orale dei
menestrelli, le leggende dei Nibelunghi.
Forseaqueste versioni latine ha fatto ricorso
*
*
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/48]]==
I Nibelunghi
XLIX
il poeta dei Kiirenberger, e, senza badare
all’anacronismo, s’ è pensato di potere age¬
volmente, come ha fatto, render contempo¬
raneo de’suoi eroi il vescovo di Passavia,
farlo anzi fratello della regina Ute e però
zio materno di Gunther e di Kriemhildc.
Anche un altro personaggio storico, ben più
grande c illustre del buon vescovo Pelle¬
grino, Teodorico re degli Ostrogoti, sotto
il nome di Dietrico da Verona, a dispetto
di più di mezzo secolo che separa Attila da
lui, è detto vivere esule alla corte di Etzel
e di Kriemhilde, alla quale egli dà molte
prove di rispetto e di devozione. Ciò tut¬
tavia non èproprio dei Nibelunghi soltanto,
ma ancora dell’ Edda, laddove il re Thio-
clrek (Tcodorico) è più volte ricordato sic¬
come consigliere intimo di Gudruna che già
sappiamo essere la Kriemhilde dei Nibelun¬
ghi. Donde s’intende che per tempo assai
un elemento gotico è pure entrato nella com¬
posizione di questa grande leggenda epica,
g
*
L I Nibelun
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/49]]==
ghi
nella quale il mito e la storia, anche con
inevitabili anacronismi, trovano il loro posto
acconciamente.
Ma, lasciando i personaggi dei Nibelun¬
ghi e i loro caratteri, notisi che uno dei più
bei pregi di questo poema per il quale a buon
dritto vanno orgogliosi i Tedeschi, si è l’eco¬
nomia di tutto il piano e l’armonia delle sue
parti, anche se tutto il racconto è pur stato
cosi architettato prima che il poeta dei KU-
renberger pensasse a versificarlo. Il quale
segui bellamente la traccia segnata e riuscì a
rendere attraente la sua narrazione e a di¬
pingere con calore e con una certa evidenza
le passioni de’ suoi eroi e i loro contrasti.
Anche quel fare patetico e sentimentale che
colorisce tutta quanta l’esposizione sua, sia
ch’egli narri o descriva o faccia parlar qual¬
cuno, inducono nell’ animo del lettore un
sentimento di mestizia soave che piace. E
quell’incessante accennare alla lontana e
pure inevitabile rovina che travolgerà tutti,
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/50]]==
Nibelunghi Li
un giorno, gli eroi, intanto che fa presen¬
tire la forza ineluttabile del fato, come av¬
viene nelle tragedie greche, suscita anche
nell’animo un certo sentimento di rassegna¬
zione, non vile, non codarda, ma quale può
essere di colui che sereno e calmo, non però
spavaldo e spensierato, vede il suo fine, lo
attende e deliberato l’affronta. In ciò, più
di tutti gli altri, Hagen si distingue. E forse
èquesto un raddolcimento indotto nella fiera
leggenda dal Cristianesimo, mentre che nel-
1* Edda il cantore, qualunque sia, non pensa
che all’azione del momento, anzi sembra af¬
frettarla, molte cose tacendo e le cose dette
toccando rapidamente con impeto che s’av¬
vicina al lirico.
La qual cosa significa che i cantori del-
l’Edda non hanno quella calma serena e
tranquilla, maestosa nella sua tranquillità,
che è propria delle epopee antiche. La cal¬
ma poi che, al contrario, si trova nei Ni¬
belunghi, sembra essere calma di rassegna-
ni 1 Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/51]]==
zionc placida, non giil di equilibrio dello
animo; tranquillità voluta, non nata da sè,
perchè il poeta anche troppo si compcnetra
dei sentimenti che animano i personaggi suoi.
Perciò i Nibelunghi sono ben lontani dalla
serenità dei poemi omerici, nè hanno la
maestà del poema di Firdusi che contempla
dall’alto e descrive la lotta secolare tra Irani
e Turani, immagine terrestre, viva perciò
ed efficace, della gran lotta cosmica tra Or-
mu/.d e Ahrimane, tra il bene e il male, nè
spirano l’aura mistica del Kàmàyana in¬
diano, dove gli eroi, altrettante incarnazioni
di Dei, malamente e a stento si muovono
in quell’atmosfera sacerdotale. I Nibelun¬
ghi, adunque, hanno carattere tutto loro
speciale, e perchè furon versificati da poeta
cristiano che vi trasfuse idee e pensieri del
tempo e ve ne aggiunse anche i costumi, di¬
versi assai da quelli dei veri tempi epici,
mostrano d'esser discesi, almeno d’un gra¬
dino, da quell’ altezza in cui ne aveva con-
*■
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/52]]==
1
I Nibelunghi
cepito il racconto il cantore dell'Edda, al¬
lora che l’antichità pagana e mitica, madre
feconda di epopee, glielo alimentava di un
fuoco vitale.
Donde si vede che non del tutto è giusti¬
ficato l'entusiasmo che per il loro poema
nazionale hanno i Tedeschi, i quali vollero
anche, almeno tempo fa, dirlo e conside¬
rare eguale in importanza e bellezza ai poemi
omerici, massime allorquando esso, dopo un
lungoobblio, furitratto felicemente alla lrce.
Ma ora i caldi entusiasmi d’un tempo sono
alquanto calmati, sebbene a quegli entusia¬
smi molto si debba condonare, perchè nati
da amot di patria. E però anche dai Tede¬
schi si vede e si riconosce che molti difetti
trovatisi neiXibelunghi. Uno dei quali, anzi
uno dei più gravi, si è che in alcuni punti
il poema sembra una povera cronaca messa
in versi, perchè lo studio di non lasciare
indietro nessun particolare e di toccar tutti
i momenti intermedi dell'azione, ha indotto
:
:
*'
*■
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/53]]==
LIV
/ Nibelunghi
z
il poeta anche a narrare e a descriver cose |
che non sono molto atte alla poesia, lad- ;
dove l’Edda, rapida e concitata, tutte de- [
straniente le tace. Però, in alcune parti del ;
poema, v’ è aridità, e la narrazione sembra j
che ristagni con danno grande dell’effetto, i
Ma quella maestà e interezza epica ven- :
gono meno ai Nibelunghi anche per il metro |
che 6 la strofa di quattro versi che rimano j
due a due. Ora, di quanto questo metro, f
infcliceniente scelto, sia per nuocere a una |
narrazione epica, si giudichi dalle seguenti
parole del Bartsch, che più egregiamente e j
lucidamente non poteva farne conoscere i j
difetti: « Io non credo punto, scrive egli j
nella sua Introduzione al testo, da lui pub- |
blicato, dei Nibelunghi (p. XXI-XXII), io :
non credo punto che, per quanto sia bella j
di per sè la strofa dei Nibelunghi e faccia :
egregia prova di sè adoperata nella lirica, :
sia stato un pensiero felice quello di adope- :
rarla nell’epica. All’epopea ripugna sopra :
*
4* 4*
/ Nibelunghi LV
: tutt
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/54]]==
o una spartizione in strofe regolari. La :
: tranquilla corrente della narrazione epica :
: ha bisogno, essa pure, di qualche pausa, |
: ma non ad intervalli determinati; anzi, ad |
: intervalli liberi. Liqualcosr. universalmente :
: vediamo osservata laddove una epopea vera |
| si è svolta, cioè presso gl’indiani, presso i :
: Greci, presso i Francesi. E la strofa sforza =
: con violenza il poeta o a dipannare senza :
: necessità ciò ch’egli vuol dire, per riempire ;
: la strofa, o a calcarlo insieme a forza, per- ;
: chè trovi posto nella cornice di essa, quando §
\ però, ciò che avviene ancora, ma più rara- |
: mente, non si trapassi l’argomento da una §
: strofa all’altra; la qual cosa, alla sua volta, ;
\ è contraria alla natura della strofa stessa.
: La circostanza poi che spesse volte Targo- ;
: mento epico del momento che doveva esser ;
: trattato in una data strofe, nel terzo verso ;
: è già a sufficienza trattato, ha fatto si che ;
: il quarto verso, allora, contiene soltanto È
ì qualche pensiero generale, o qualche ac- ;
LVI / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/55]]==
cenno a ciò che verrà dopo o a qualche altra
cosa, un che di superfluo veramente, per cui
l'insieme va scapitando quanto a vero con¬
tegno epico. 3 Alle quali parole del Bartsch.
questo può aggiungere per conto proprio il
traduttore in versi sciolti, cioè che nel verso
sciolto, seguitato non interrotto per lunghi
tratti, questi che nel testo sono artificiali
compimenti della strofa, appaiono inutili
ripetizioni e interruzioni fastidiose. Al qual
difetto si sarebbe anche potuto ovviare col
lare, traducendo, tante strofe quante sono
nel testo ; ma la strofa domanda la rima, c
all’obbligo della rima si sarebbe congiunto
l’altro, non meno tirannico, di non dire in
una strofa italiana nè più nè meno di quello
che si trova nella tedesca corrispondente.
E poi, quale strofa dovevasi o potevasi sce¬
gliere? Non una di Iattura italiana, perchè
male si sarebbe accomodata alla tedesca ; c :
rifar la tedesca, sarebbe stata cosa impos- \
sibile e, quando mai, ridicola. D’altra parte, !
*
/ Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/56]]==
L VI I
z il traduttore che traduce in versi, non deve
: mai dimenticare che egli fa opera con intento
| (l’arte, e l’arte è delicata assai e bisogna trat¬
tarla bene ; anche deve pensare che egli non
decompone, ma ricompone, dopo averlo
fatto suo, il libro ch’egli va traducendo, e
però bisogna ch’egli lo renda nella sua lin¬
gua con tutto quel decoro e quella proprietà
che la nuova veste domanda, pur tenendosi
fedele al testo quanto più può. Quanto a me,
dirò ch’io ho fatto ciò che ho potuto per
esser fedele e dar veste conveniente nella
mia lingua alla canzone dei Nibelunghi ; e
altri giudicherà. Aggiungo soltanto, per fi¬
nire,'che io, come in altra mia traduzione
di maggior lena, traduccndo i Nibelunghi
non ho voluto punto soddisfare alle pretese
miserabili di quei pedanti che d’un poeta
che s’ha da tradurre, vogliono resa e ri¬
tratta la parola materiale e non lo spirito,
e mostrano di preferire alla divina tradu¬
zione del Monti la stentata e sciancata, ler- :
A
:
:
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/57]]==
I Nibelunghi
eia e rattoppata traduzione (se tale si può
dire), che uno scolaretto di Liceo può fare,
in prosa bastarda, di un brano di Omero.
Ma di questi pedanti quanti, pur troppo!
non si trovano disseminati per le nostre
scuole! Io scommetto che se un poeta po¬
tesse tornare al mondo, ringrazierebbe di
gran cuore il suo traduttore che ha cercato
d’indovinarne lo spirito e l’idea, e mande¬
rebbe al diavolo i pedanti cornuti che, nel¬
l'aria morta delle biblioteche, ne vanno tor¬
mentando il testo per cercarne le varianti
e queste portano in dono agli scolari, come
unico e sovrano frutto dei loro studi. ')
Ma, tornando ai Nibelunghi, poiché vo¬
gliamo considerarne anche la parte manche¬
vole, ci sia permesso qui di esporre libera-
‘) Un bello spirito ha definito la Biblioteca
Lnurenziana la macelleria delle varianti. Tro-
villino un poco impertinente, ina giustissima
la definizione, perchè non vi si fa altro.
*
♦ ♦
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/58]]==
I Nibelunghi lix
mente ciò che notammo nel farne la lettura
. e nel tradurli. E prima di tutto ci pare che
vi manchi qualunque descrizione della na¬
tura. Anche una descrizione breve, quale
Omero ha talvolta, anche in certe sue im¬
magini, non si trova nei Nibelunghi, ai
quali manca ancora quell’arte del dare e
appropriar gli aggettivi che fa cosi belli i
canti d’Omero e di ogni altra epopea an¬
tica, più ancora se gli aggettivi sono com¬
posti. Nò si vuol dir con ciò che gli agget¬
tivi manchino nei Nibelunghi ; vogliam dire
soltanto che pochi aggettivi, ovvii e sem¬
plici e d'uso molto comune, tutto fanno e
a tutto servono, posti molte volte, non per
interna necessità, ma soltanto per compiere
il verso e per far la rima. O forse ciò si deve
attribuire non del tutto al primo poeta, ma
in parte anche a quelli che dopo di lui, come
abbiam visto, hanno voluto ridurne la strofa
a regolarità maggiore di rime. Anche è da
notare, e ciò in forza della strofa, la narra-
X
LX / Nibelunghi
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/59]]==
.ione spezzata, a cui manca quella conti¬
nuità che è propria della narrazione epica,
e quell’artificio abusato troppo spesso o del
ripetere o del riassumere o del dir cose fuor
di luogo, massime in fine della strofa. Ma
di cotesto ha egregiamente parlato il Bartsch,
citato di sopra. Riesce poi noioso c fasti¬
dioso di là da misura quel frequente descri¬
vere gli abiti pomposi e gli abbigliamenti
delle dame e dei cavalieri, fatto con la va¬
nità di cortigiano elegante che bada di cuore
a queste cose frivole, e non ha alcuna idea
di ciò che possa e debba descrivere col suo
verso potente un grande e vero poeta epico.
E non è da poeta epico, sempre sereno e
sicuro conoscitor delle cose, ma da cronista
del Medio Evo, quel dir frequente che egli
non sa cosa si facesse o non si facesse nella
tale o tale altra occasione, e che non conosce
certi luoghi, ciò che induce una incertezza
impropria nel racconto. Ma che talvolta il
\ poeta dei Nibelunghi sembri più cronista
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/60]]==
I Nibelunghi lxi
che epico cantore, abbiam detto più sopra ;
ora aggiungiamo soltanto che molte volte,
come il cronista, egli è umile e pedestre,
rigido e spicciantesi con poche parole, man¬
candogli quella vena abbondante e quella
pastosità molle e pur solida che fa cosi belli
in tutte le parti loro i canti di Omero.
Ma il punto, nel quale il poeta ha mag¬
giormente fallita la prova (e qui meno che
altrove doveva fallirla), pensiamo che sia
nella catastrofe del poema, laddove una
mano più esperta della sua avrebbe potuto
fare un quadro grandiosissimo e stupendo.
Incendiata la sala nella quale stanno a ban¬
chettare i principi borgognoni, e impegnata
la zuffa tra essi e i troppo fedeli seguaci di
Kriemhilde, la catastrofe, dopo alcuni toc¬
chi maestri del poeto, doveva precipitare,
come precipita rapida e terribile nel canto
di Atli nell’Edda, laddove l’ignoto, e pur
grande cantore racconta e descrive lo stesso
avvenimento. Ma il poeta dei Nibelunghi
lxii / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/61]]==
non ha saputo, come ha fatto il poeta del-
l’Edda, abbracciar d’uno sguardo la terri¬
bile scena, e alla descrizione dell’orribile
tumulto e della sanguinosa carneficina non
ha saputo dar la movenza e la vita che Omero
le avrebbe date. Del quale non avendo l'arte,
l’arte alata, come dice Pindaro, egli doveva
esser più sobrio e più presto sbrigarsi, come
ora si diceva, laddove egli inettamente di¬
luisce il racconto e fa che gli eroi lunga¬
mente stiano a contendere fra loro a parole,
bisticciandosi in modo da togliere quasi ogni
effetto. I colloqui poi che, non si sa per qual
canone d’arte, colloqui quasi platonici, sono
incastrati nel momento più terribile della
azione, collocati uno dietro l’altro, alter¬
nati con tenzoni e duelli, carneficine e morti
d’ambe le parti, come ritardano lo sciogli¬
mento e son di nocumento all’effetto, mo¬
strano anche che il poeta (se pur da lui
procede tale disposizione e ordine del rac¬
conto) è impacciato nel dire e descrivere
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/62]]==
Nibelunghi LXIll
: qual fu la sorti; di ciascuno dei suoi perso-
| naggi. Che se fosse lecita una comparazione
: un poto volgare, io direi che il poeta dei
: Nibelunghi,- con tanta folla di personaggi
| da far morire, trovasi a disagio come il gio-
ì coliere che dovrebbe far muovere una doz-
: zina di burattini e non ha che due mani a
: sua dispozionc.
: I Nibelunghi, che pure, anche con le loro
: imperfezioni, sono sempre uno dei più so-
: lenni monumenti della letteratura germanica
: del Medio Evo, restarono lungamente igno-
: rati fino alla metà del secolo passato, in-
: tanto che la letteratura tedesca servilmente
: imitava la francese. Dicono che il Lessing per
il primo ne rinfrescò la memoria nello stesso
: tempo che il Bodmer, svizzero, avendo ritro-
! vati i manoscritti dei Nibelunghi, pensò di
j farne una edizione, che egli disegnava di
I dedicare a Federico di Prussia, quando il
ì gran re, invasato d’ammirazione per le cose
I francesi, gli dichiarò che gli avrebbe get-
^^^■11 Ulti II HI limili MIIIIIIIIII ■•■■■■IMI I II MIIIMIMIMIII
IMMIMIIIIIIIIIMIMUIIMIMMIMM*
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/63]]==
f
lxiv / Nibelunghi
tato dalla finestra il libro, perchè assoluta-
mente inutile. Ma poi, destata la curiosità
e conosciuto il merito vero dell’anticò poe¬
ma nazionale, esso ebbe edizioni infinite,
commenti e chiose e scritti, intesi a dichia¬
rarne l'origine, l’importanza e la compo- |
sizionc, a stabilirne il testo. Una ricca lette- :
ratura critica si schiera bellamente dattorno :
— i
aquesto monumento antico della letteratura :
germanica e gli fa degna corona, i lavori, :
sovra gli altri tutti, del Lachmann, di Gu- :
glielmo Grimm e del Bartsch. I manoscritti i
più autorevoli, poi, sono tre, nè vanno più :
in là del secolo decimoterzo, e sono : uno :
di Monaco, un altro di San Gallo, e un terzo :
che appartenne già ad un ricco e dotto si- :
gnore tedesco, Giuseppe Lassberg, che volle :
far dipingere sulle pareti delle sale del suo :
palazzo i fatti dei Nibelunghi, togliendoli :
com’erano miniati dal manoscritto da lui
posseduto.
La lingua del poema dei Nibelunghi è il
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/64]]==
I Nibelunghi
mcdio-alto-tedesco, incerto molte volte nelle
: sue forme grammaticali, nella sua sintassi e
: nella espressione spesse volte troppo elit-
: tica e concisa. Perciò i Tedeschi stessi eb-
: bero bisogno di qualche traduzione, tra le
quali (anche a rischio di dimenticarne qual¬
che più recente cmigliore) ricorderemo quella
del Simrock, valente traduttore dell’ Edda,
del Doring, del Braunfels. La migliore tra¬
duzione francese è giudicata esser quella del
Laveleyc ; e noi Italiani finora abbiamo
avuto due traduzioni del poema, una del
Cernezzi, l’altra del Gabrielli, alle quali,
per colpa mia, ora si aggiunge la terza.
La traduzione del Cernezzi è in versi
sciolti, *) dedicata ad Andrea Maflei. A me,
che pure ho tentata una traduzione in versi
sciolti dei Nibelunghi, non è lecito giudi-
') Il Canto dei Nibetongi, antico poema tedesco.
Prima traduzione italiana di Carlo Cernezzi,
Milano, Pirotta c C., 1847.
•f*
:
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/65]]==
lxvc / Nibelunghi
i care dei versi del Ccrnezzi; dirò soltanto
: che la traduzione non sempre c fedele e che
: talvolta lascia indietro e trascura troppe cose.
: Si giudichi da questo esempio, scelto quasi
j a caso. All’Avventura XII, strofa 739 e se-
: guenti, secondo l’edizione del Bartsch, il
: Cernezzi traduce :
? Cavalcando
: venti giorni, al castel de' Nibelongi
: nella inarca eran giunti di Norvegia,
E stanchi essendo cavalli e messaggeri
E dal viaggio. Sigfredo nel castello
E era presso a Crimiidn, quando nuova
E dei messaggeri seppero allor giunti,
I che all’uso di Borgogna cingean vesti
E ed armature
È E il testo dice : « In tre settimane essi ven-
E nero cavalcando nella terra. Al castello di
E Nibelungo, laddove essi erano inviati, nella
{ marca di Norvegia trovarono essi l’eroe (Si-
| frido). Per la lunga via erano stanchi i ca-
E valli dei messaggieri. Allora a Sifrido e a
É Kriemhilde, ad ambedue, fu detto clic erano
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/66]]==
I Nibelunghi lxvii
venuti cavalieri che portavano tali vesti quali
in Borgogna si avea costume di portare. »
— Nel qual luogo, tra le altre inesattezze
che il lettore può notare, il Cernezzi ha di¬
menticato l’inciso: dar wdren si gesant,
laddove essi erano inviati, e non ha inteso
il verso : Si/ride und Kriemhilde warl beì-
den dà geseit, a Sifrido e a Kriemhilde, ad
ambedue, allora fu detto, perchè egli tra¬
duce : Sigfredo nel castello era presso Cri-
milda. — Ancora, seguitando, il Cernezzi
traduce :
Dal suo letto sorse :
tosto Crimilda, e ad un'ancella impose
di recarsi al balcone. Allor veduto
fu nella corte Gero e i suoi compagni,
ond’essa al re dicea: Vedi coloro
nella corte con Gero ? Qui mandati
li avrà Gontero, il fratei mio.
E il testo dice: « Ella balzò da un letto
dove giacea riposando. Pregò allora un’an¬
cella di andare a una finestra; e costei vide
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/67]]==
z lxviii / Nibelunghi
§ l’ardimentoso Gere starsi nella corte, lui e
[ i compagni suoi che là erano stati mandati.
: Per l’angoscia del cuor suo, deh ! qual dolce
: nuova ella ( Kriemhilde) ricevè allora ! Al
: re ella disse: Ora vedete che là si stanno
| quelli che son venuti a corte col prode
I Gere, quali giù pel Reno ha mandati a noi
: il fratclmio Gunthero. » — Nel qual luogo
| notiamo che il Cernezzi ha lasciato indietro,
| oltre ad altre cose di minor conto, tutto
: il verso: gegen irherzeleide wie lìebin maerc
l si bevant! per l’angoscia del cuor suo, deh !
; qual dolce nuova ella ricevè allora! - che è
: uno di quei versi riempitivi che, come più
1 sopra notava il Bartsch, servono a com-
I piere la strofa. — Per finire, citiamo l’ul-
| tima strofa del poema che dal Cernezzi è
i resa così :
Ciò che poi fu, dirvi non in’è concosso.
Garzoni illustri e cari amici pianti
furon colà da cavalieri e donne:
qui fine ha la novella, c questi ffiro
dei Nibelongi i dolorosi eventi.
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/68]]==
I Nibelunghi LXIX
E il testo dice : < Io non posso dirvi ciò che
•là avvenne dipoi, eccetto che cavalieri e
donne, e oltre a ciò nobili garzoni, furon
visti piangere la morte dei loro cari amici.
Qui ha un line il racconto. Questa dei Ni¬
belunghi è la rovina. — Nel qual luogo
il Cernezzi ha commesso l’errore di fare che
siano pianti da cavalieri e donne i garzoni
illustri, die ,-delti knehte, mentre essi sono
tra i piangenti. Il testo è chiaro:
-l'un ritter nude vrouvren weinen vtan dà sac!,
dar zuo die edeln knehte, ir lieben friunde tòt.
Di tali inesattezze troppo spessi esempi
si trovano nella traduzione del Cernezzi, al
quale tuttavia non si può togliere il merito
e il nobile vanto d’aver per il primo fatto
conoscere agli Italiani il poema germanico.
E veniamo alla traduzione del Gabrielli. I)
') La rovina dei Nibelunghi, traduzione dal
tedesco di Ansimale Gabrielli. Città di Ca¬
stello, S. Lapi, ÌS87.
■*
:
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/69]]==
I Nibelunghi
: Il quale, giovane animoso e nutrito di buoni |
: studi, ha data una traduzione in prosa, bella, :
| spigliatacspontanea.etaleclie.adirilvero, j
i molto volentieri si legge e senza fatica. Sol- :
: tanto mi pare che egli abbia abbassato di :
: non poco il tono dei Nibelunghi, i quali :
ì non hanno la grandiosità dei grandi poemi, !
I come l'Iliade o il Libro dei Re, ma non :
I sono nemmeno di stile tanto umile e de- :
I presso quanto quello dei Reali di Francia. =
Se il Gabrielli avesse tradotto in versi il ;
: poema, io molto facilmente avrei lasciato :
: stare, sebbene avessi cominciata la mia tra- ;
: duzione molto tempo prima. Ma poiché egli :
: ha tradotto in prosa e ha creduto di dare j
| al poema quella intonazione che di sopra ;
| ho notato, senza che io pretenda di aver j
| fatto meglio, ma soltanto per seguire una i
E mia propria convinzione, con un tono che :
| ho cercato di mantener più sostenuto, e in ì
I versi, ho pensato di condurre a termine la |
: incominciata traduzione. Da parte mia poi :
I Nibelunghi lxxi :
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/70]]==
credo che le due traduzioni possano stare E
accanto l’una dell'altra, essendo differenti 1
di modo e di concetto. Della mia traduzione, ;
dopo aver appresa la lingua del testo sotto ;
la guida dell’ illustre prof. Emilio Teza a' |
Pisa negli anni 1870 e 1871, diedi già un E
saggio nella mia Antologia Epica, ■) inse- :
rendovi la morte di Sifrido. Ma quella tra- E
duzione era soverchiamente libera, e però la E
disfeci, ricominciando da capo allorquando ;
il lungo lavorio intorno alla traduzione del :
poema di Firdusi m’ebbe lasciato un poco :
di quiete. Ora la traduzione del poema di E
Firdusi è pubblicata,2) e questa dei Xibe- E
lunghi si licenzia per le stampe. Chi sa che, E
terminato che io abbia un lungo lavoro che E
ho fra le mani intorno alla storia della poe- E
') Torino, E. Lascher, 1878 (pag. 256-301).
’) Fmnusi, // Libro dei He,poema epico, re¬
cato dal persiano in versi italiani da I. Pizzi.
Torino, Bona, 8 voi, 1886-88.
lxxii I Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/71]]==
sia persiana, non mi accinga ancora, se po¬
trò far tanto, a tradur l’Edda, della quale
manca ancora una versione italiana.
Torino, Marzo 1889.
Italo Pizzi.
'W'
IIIIfMIMIIMMIIIIIIIIIttlllllllllllItllMIIIIIIMIIIIIIII
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/72]]==
I NIBELUNGHI
❖ *
:
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/73]]==
s
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/74]]==
Avventura Prima
kklemhii.de
Nelle antiche leggende a noi ben molte
Cose si narran prodigiose, d’incliti
Eroi si parla e di gagliarde imprese
E di gioie e di feste e di lamenti
E di pianti pur anco. Oh ! voi dovrete
Udir cose ridir meravigliose
Di battaglie di prodi arditi e forti !
In Borgogna crescea nobil donzella,
Tal, che cosa più vaga in ogni loco
Essere non potea. Costei Kriemhilde
Era nomata; era costei leggiadra,
E per essa dovean molti gagliardi
| 4 I
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/75]]==
Nibelunghi
| Perder la vita. All’amorosa donna
: Ben s’ addicea l’essere amata, e lei
: Disiar molti prodi e niuno a lei
: Fu avverso mai. Leggiadra la gentile
1 Persona avea costei più che misura,
: E ogni altra donna avria fregiata e adorna
: Nobil virtù de la fanciulla. Intanto
: Aveanla in cura tre potenti regi,
| Nobili, Gùnther e Gemòt, eroi
j Degni di laude, e Giselhèr garzone,
| Un prode eletto. Suora la fanciulla
: Era di questi, e i principi 1’ avièno
: In lor custodia. Liberi in lor doni
f Fùr questi re, d’inclita stirpe nati,
Eroi di gran possanza, elli, di tutti
I gagliardi gli eletti. E la lor' terra
Borgogna si dicca. Ma poi» ben grandi
Meraviglie operiir là nella terra
D’ Etzel un di. Soggiorno in lor possanza
A Worms elli tenean prossimi al Reno,
E lor servinp superbi cavalieri
Della lor terra, con pregiato onore,
*■ - 4
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/76]]==
I Nibelunghi 5
: In fino al tempo de la morte. A morte
: Elli ne andar miseramente un giorno
| Di due donne per l’odio, inclite e illustri.
: Donna Ute, ricchissima regina,
: Lor madre si dicea, diceasi il padre
: Dancràt, che al fin di sua terrena vita
: Lor lasciava il retaggio, egli magnanimo, :
: Che onor ben grande procacciossi al tempo |
: Di sua giovane età. Questi tre prenci
: Eran, com’io già'M dissi, di ben alta
: Forza c virtù. Soggetti anche si aviino :
I gagliardi migliori, onde la gente :
Molto parlò, forti c avveduti assai
E in fieri assalti intrepidi. Fra questi
Hàgen fu di Tronega, e il suo fratello,
Dancxvart veloce, e Ortwin da Metze, e i due :
Margravi, Gère ed Ekkewàrt, Volkèro :
D’ Alzeia, adorni d’ ogni pregio. Mastro s
Alla cucina fu Rumòldo, un prode
Eletto, e v’ era anche Sindòlto e Hunoldo, |
E questi prodi in cura avean la corte
E le feste e gli onori, ei di tre prenci
illM
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/77]]==
IMMHIMHHHHHMMMIMMIHMII
6 I Nibelunghi
I fidi amici. Ed clli avean pur anco
Altri prodi con sé, eli’ io qui non posso
Tutti nomar. Dancwarto era preposto
A le stalle, e il nepote, Ortwin da Metze,
Era scalco del re; Sindólt coppiero,
II fior d’ ogni gagliardo, e ciambellano
Era Hunóldo, e sapean nobili uffici
Tutti compir. Ma degli addetti a questa
Inclita corte e della sua possanza,
Ampia all’intorno, e dell’alta virtude
E del valor de’ cavalieri, in tutta
La vita lor con molta gioia addetti
A questi re, nessun veracemente
Al fin giunger potrìa de le novelle.
In tanto onor, sognava IvrTemhildc
Coni’ ella già nutrito aveasi un falco,
Fiero e leggiadro assai, cui due sbranavano
Aquile innanzi agli occhi suoi. Non mai
Avvenir le potea più dolorosa
Cosa quaggiù ! Ma il sogno ella narrava
Ad Ute madre sua, nè alla sua buona
Figlia esplicar potea meglio colei
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/78]]==
Nibelunghi 7 :
Il sogno. Un nobil uom, disse, gli è il falco
Quale allevasti ; e se guardar noi vuole
Iddio signor, tu il perderai ben tosto.
D’uom che parlate voi, dolce mia madre? |
Senz’amor di guerrieri io vo’pur sempre
Così restar. Bella così vogl’ io
Fino alla morte rimaner, perch’ io
D’uom da l’amor non tocchi mai rancura.
Ma la madre le disse : Oh ! la tua fede
Non impegnar si ratto ! Ove tu debba
Sempre alla terra esser di cor beata,
D’uom per l’nmor ciò avviene. E tu sarai
Sposa leggiadra un di, quando ti aggiunga
Al fianco Iddio gagliardo veramente
Un cavaliero. — O donna mia, rispose,
Questo detto lasciate ! E ben sovente
Manifesto si fece a donne assai
Che alfine alfine ricompensa amore
Con doglia acerba. Or io l’amor, la gioia,
Evitar bramo, onde avventura trista
Mai non m’incolga. — E Kriemhilde in core
Si fé schiva d’amor; quindi ella visse,
• •■■hi "lini imi •mi 4
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/79]]==
I S I Nibelunghi
i Ella si dolce, molti giorni assai
| Lieti e sereni, si che ninno in terra
1 Ella sapea cui porre amor volesse.
1 Eppur, d’ un prode cavaliero un giorno
{ Con molto onore ella fu sposa; e quello
: Era il falco medesmo che nel sogno
: Veduto già si avea, qual la sua madre
| Annunziavate in pria. Sovra i congiunti
Più prossimi di lei che aveanlo ucciso,
Ella deh ! come il vendicò ! Per quella
Sola morte di lui molti perirò
Di madri dolorose incliti figli !
•w
=
à
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/80]]==
è * é é & & afe é è & é & & &
Avventura Seconda
SIKKIDO
Di nobile signor crebbe frattanto
In Niderlànd un figlio (erano il padre
Nomato Sigemundo, era la madre
Sigelinde), a un castel lungi ben noto
Ed opulento, laggiù in riva al Reno,
Che Santèn si dicea. Sifrido il nome
Del valente guerrier. Ben molti regni
Ei visitò con poderoso ardire,
Di sua persona col vigor per molti
Paesi cavalcò. Deh ! quanti eroi
Ei ritrovò gagliardi in fra i Burgundi !
Nel suo tempo miglior, ne’ giorni suoi
Giovani ancora, meraviglie assai
2
10
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/81]]==
1 Nibelunghi
Dir di Sifrido si potriano e quanto
Onore attorno gli cresceva e quanto
Egli era bello di persona. L’ebbero
Perciò in amor molte leggiadre donne.
Con molta cura ci fu allevato, quale
Bene a lui s’ addicea ; ma quanti pregi
Aggiungervi ei potè dal suo medesmo
Eletto spirto! Andavane per lui
Adorna ancor del padre suo la terra,
Chè in tutte cose il rinvenia ciascuno
Grande e perfetto. Egli crescea frattanto, =
Fin che alla corte cavalcò. La gente
11 guardò allor con occhio amico, e tosto ;
Molte fanciulle e molte donne in core
Molto bramir che il suo desio pur sempre :
Alla corte il recasse. A lui propensi
Eran tutti dell’alma, e il cavaliere
Cotesto anche sapea. Ma raro assai
Senza custode il nobile garzone :
Altri lasciava cavalcar. Le vesti
Omar gli fean Sigmundo e Sigelinde,
E sapienti, a cui note le leggi
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/82]]==
Nibelunghi
11
: Eran d’ onore, anche l’aveano in cura,
1 Si eh’ egli poi d’ un tratto e genti e terre
: Acquistar si potea. Al grado intanto
: Egli venia di portar l’armi; e allora
: Di quanto ei bisognò, bastevol copia
I Ebbesi innanzi. Incominciò con senno
: Vaghe donne ad ambir, che la persona
| Del prò’ Sifrido amavano ad onore,
i E Sigemundo intanto, il padre suo,
: Fe’ noto a’ suoi che coi diletti amici
: Una festa indicea. Ratto l’annunzio
: D’ altri regnanti ne la terra andava,
: E una vesta e un destrier donava il sire
A famigliali ed a stranieri. Dove
: Rinvenir si potea chi, de la stirpe
| De’ suoi congiunti, cavalier si fea,
{ Là per tal festa i nobili garzoni
: Tutti di Sigemundo aveano invito
: Alla terra; col giovane signore
i La prima volta ei presero la spada.
: Meraviglie narrare altri potria
\ Di quella festa. Molto onor per doni
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/83]]==
1*
z 12 I Nibelunghi
| Ottener potè allor con Sigelinde :
| Re Sigemundo, e ne sparti ben molti
| Lor destra liberal; molti stranieri i
I Fùr visti cavalcar verso la terra.
| Quattrocento i gagliardi che la veste
§ Dovean portar di cavalier gentile
: Con Sifrido, e in quell’opra affaccendate :
; Eran molte fanciulle adorne e belle, :
: Inchinevoli a lui del cor, dell’ alma.
: Fermavano su l’or le vaghe donne
: Molte nobili gemme, esse che al fiero
: E giovinetto cavalier la vesta
: Fregiar volean, nè v’era scampo all’opra, :
: Di fulgidi ricami. Attorno intanto
: Fea por gli scanni l’ospite regale
: Per molti prodi, allor che ad un solstizio :
: Nome di cavalier Sifrido ottenne.
: Al monastero andavano frattanto
: Molti ricchi garzoni e molti ancora
: Nobili cavalieri; e giusto ufficio
: Aveano i savi di giovar col senno
: I garzoncelli, come già per essi
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/84]]==
I Nibelunghi 13 :
: Altri adoprava un di. Feste e tripudi
ì Ebbero allora e dolce speme assai
| D’altra gioia pur anco. E si cantava
| Una messa di Dio santo ad onore,
| E affollavasi attorno in ampia turba
I La gente accolta, ratto che i garzoni,
È Con molto onor quale più mai non fue, ;
È Cavalieri fùr detti, ai santi riti
: Di cavalier conforme. Elli gittàrsi
: Là ’ve trovar sellati i palafreni,
E nel castello di Sigmund sì forte
Fragor levossi che palagio e sale
Echeggiar se ne udian. Grande un tumulto r
Que’ prodi fean d’altere voglie ; assai
Colpi s’udian di vecchi e di garzoni,
Si che le schegge andavano dell’aste
All’etra con fragor. Vedeansi attorno
Dalle destre volar de’ cavalieri :
Lungo il castel tronconi infranti ; e questo :
Con fiero ardor si fea. Ma fe’ comando :
L’ospite regio di cessar. Fùr tratti
Di là i destrieri, e vidersi ben molti
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/85]]==
f t
! 14 / Nibelunghi
5 Forti pavesi là spezzati e molte
| Gemme pregiate su l’erba cadute,
: Tolto de’ scudi a le coregge fulgide ;
| Tanto accadea nell’urto impetuoso !
: Allor, là ’ve al sedersi ebbero invito,
| Dell’ospite regai vennero insieme
: I commensali, e molte dapi elette
: E vin prescelto che fu addotto in copia,
: Li disciogliean da lor stanchezza. Ancora
| A famigliari ed a stranieri assai
: D’onor fu fatto; e poi che tutto il giorno
| Ebber molto tripudio, a l'ampia folla
: Che attorno andava, ogni posar fu tolto.
§ Questa, per doni aver, le ricche genti
: Che là trovò, servia. Cosi di lode
1 Tutta di Sigemùnd la nobil terra
| Andava adorna. L’inclito signore
| A Sifrido garzon terre e castella
: Donava in feudo, come già per lui
: Un di si fece ; e la sua mano egregi
: Doni fe’ ancora a’ nobili compagni
: Nell’armi al figlio suo. Quel lor viaggio.
:
/ Nibelunghi 15
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/86]]==
Ond’ erano venuti alla sua terra,
Gradito al cor cosi gli venne. Intanto,
Fino al settimo di ne andar le feste,
lì Sigelinde ricca, ad un antica
Legge conforme, per l’amor del tìglio
Fulgid'oro sparti, eh’ ella volea
Tanto ottener che fossergli le genti
li benevole e amiche. E là nessuno
Si vide errar mendico, e dava intanto
Vesti e destrieri liberal la mano
Dei due regnanti, come se di vita
Lor non restasse un di. Credo non mai
Verso famigli e amici altri adoprasse
Maggior grandezza. Con pregiato onore
Si disciolse la festa, e da vassalli
Ricchi e potenti bene udiasi allora
Che il giovane guerriero elli bramavano
Aver signore. Ma di ciò desio
Prence Sifrido non avea, quel prode
Leggiadro e bello. Fin che vi$ser ambo
E Sigemundo e Sigelinde, il figlio
A lor diletto mai non volle in capo
16 / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/87]]==
Recar corona ; disiò soltanto,
Ei prode e baldo cavalier, di sire
E nome e potestà per ogni assalto
Cli’ egli temea per la natia sua terra.
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/88]]==
5W
& à à é éàsfe ffe à àéMAÈA
Avventura Terza
In chc modo sikkido andò a Worms
Raro davver turbavano del core
Gli affanni il giovin sire ! Eppure udia
Sovente raccontar come pur fosse
In Borgogna una vergine leggiadra,
Bella quant’ noni può disiar. Da quella
Egli ebbe poi ben molte gioie e ancora
Molto travaglio ! Ma di lei frattanto
La singoiar beiti lungi era nota,
Noti gli alteri sentimenti a un tempo,
Quali in lei ritrovar molti fra i prodi,
Onde tratti eran molti ospiti illustri
Di Gunthero alla terra. Oh ! se ben molti
Fosser visti cercar colei d’amore,
» .
18 I Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/89]]==
Kriemhilde a sè medesma in suo pensiero
Non concedca per eh’ ella mai volesse
Alcuno amante. Ancor straniero a lei
lira il garzon, cui fu sommessa un giorno.
A quell’ inclito amor pensava intanto
Di Sigelindc il figlio, e tosto sparvero
Gli altri amadori innanzi a lui qual vento,
Ch’ ei si merlava la leggiadra e bella
Giovinetta, e più tardi al prò’ Sifrido
La nobile Kriemhilde ivano sposa.
Ma i suoi congiunti e molti degli amici
Il consigliar, poi che recar volea
Sopra un fidato amor la sua speranza,
Ch’ ci cercasse cotal che più di lui
Esser degna potesse, e il valoroso
Sifrido rispondea: Kriemhilde adunque
Pigliar mi vo’, della burgundia terra,
Per sovrana beltà, la giovinetta
Avvenente e leggiadra. È a me ben noto
Che imperator non è si ricco e grande,
Cui, s’egli brami donna aver, costei
Per amor non convenga, inclita donna.
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/90]]==
1 Nibelunghi 19
Cotal novella udì Sigmund. La disse
La gente sua. Quando il voler del figlio
Così noto gli venne, alto un affanno
Fu pel suo cor, che l’illustre fanciulla
Quei disiasse dimandar. Sentore
Pur n’ ebbe Sigelinde, inclita donna
Del nobil sire, e grande in cor n’ avea
Pel viver del suo figlio affanno e cura,
Ch’ ella ben conoscea Gunthero e tutte
Le genti sue. Principio allor fu posto
L’amoroso desio dal cor del prode
A sradicar. Diletto padre mio,
Il prò’ Sifrido favellò, per sempre
Senza 1’ amor di nobil donna in terra
Io mi vivrò quand’ io, là 've il mio core
Ha grande amor, non volgessi il desirc.
Qualunque cosa altri dir possa, nullo
Consiglio fia. — Se ritrarti non vuoi,
Dissegli il prence, al voler tuo con fermo
Desio m’acconcerò; meglio ch’io possa,
Aita ti darò fino alla mjta,
Ben che molti superbi e riottosi
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/91]]==
IIIIIIIIIHIIIIMIIIIIIIIIIIIHIIHIIIIIIIIIIIIIIttlItlllMIIIIMIIIIM
*
*!♦
20
/ Nibelunghi
Abbia con seco re Gunthero. E s’anche
Niun altro fosse fuor d’ Hàgene prode,
Qual ben potrà per disdegnoso vampo
Opre altere compir, si eh’ io d’assai
Temo nel core, ciò soltanto a noi
Esser potrà cagion d'affanno, allora
Che per noi si volesse la regale
Fanciulla dimandar. — Che mai potria
Toglierci questo? rispondea Sifrido.
Cosa che d’essi per amica via
Non ottenessi, la mia man con forza
Aver potrà. M'affido io si con essa
Di vincerne le genti e l’ampia terra.
E prence Sigemùnd cosi rispose :
M’è doglia il tuo parlar. Quando sul Reno
Altri vorrà ridir queste parole,
Tu non potresti mai col tuo destriero
In quella terra entrar. Da lungo tempo
Noti mi son Gunthero e il fratei suo
Gernòt, nò alcun potria per violenza
La fanciulla acquistar. — Si di cotesto
Altri mi favellò, prence Sigmundo
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/92]]==
1 Nibelunghi
21
Soggiunse ancora. Ma se tu con prodi
In quella terra cavalcar presumi,
Se alleati abbiam noi, questi ben tosto
Qui ne verranno. — In mio pensicr tal cosa
Già non è, rispondea Sifrido allora,
Che per far guerra seguanmi sul Reno
(Ciò mi saria dolor) li miei gagliardi,
Per eh’ io la donna illustre al voler mio
Costringa e pieghi. La mia destra sola
Conquistarla dovrà. Ma dodiccsmo
Fra’ miei compagni scenderò alla terra
Là di Gunthero, e tu mi porgi aita,
Diletto padre Sigemundo. — Allora
Vesti grigie c dipinte a’ suoi guerrieri
Fùr date in copia. Ma cotal novella
Anche la madre Sigelinde apprese.
Incominciò pel figlio suo diletto
A dolersi, chè perderlo temea
Di Gunthèr per la gente. Oh ! la regina
Inclita e illustre cominciò un gran pianto !
Prence Sifrido là ’ve ancor potea
Vederla, andava, e a quella madre sua
=
4* 4*
! 22 1 Nibelunghi
: Dol
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/93]]==
ce a parlar si fea: Deh ! non piangete, :
: Donna, sul mio voler, eh’ io già presumo, :
: Senza cura o pensier, stirmi diuanzi
; Ad ogn’ altro campion. Sol m'aitate
: Nel mio viaggio alla burgundia terra,
; Per eli’ io co’ prodi miei vesti cotali
: Aggia con me, quali recar soltanto
f Possono con onor campioni alteri.
: Di tanto a voi dirò con molta fede
: Grazie veraci. — Poi che tu ritrarti
: Da ciò non vuoi, regina Sigelinde
: Così rispose, aita in tuo viaggio,
| Unico figlio mio, con le migliori
: Vesti che cavalieri unqua recaro,
: A te darò, darò a' compagni tuoi.
: Copia che basti, voi recar potrete.
: Inchinavasi innanzi alla regina
: Sifrido allora giovinetto. Ei disse :
È Più che dodici eroi nel mio viaggio
I Aver meco non vo’ ; per questi soli
\ S’ approntino le vesti. Io volentieri
: Bramo veder ciò che a Kriemhilde accade. :
*
*
*■
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/94]]==
I Nibelunghi
23
: Allor, vaghe fanciulle e notte giorno
| Stettero assise, nè fu lor concesso
: Alcun riposo, fin che di Sifrido
: I-'ùr le vesti apprestate. Hi già non volle
: Contro al viaggio suo consiglio alcuno.
: Ma la tunica sua di cavaliero
: Il padre ornar gli fe’, poi che volea
l Di Sigemundo abbandonar la terra,
j E i molti si apprestar fulgidi arnesi
- Pur anco e forti gli elmi e le lor targhe
É Ampie e leggiadre. Ed ecco ! che vicino
: Era il viaggio alla burgundia terra,
: E incominciamo allor uomini e donne
: A ripensar se ancora al suol natio
j Sarian tornati i valorosi. Intanto
; Sovra i giumenti indissero gli eroi
: D’ammontar vesti ed armi. Eran leggiadri
= Lor palafreni, e in fulgid’ or le ricche
: Lor bardature. Nè timor fu mai
: Che altri vivesse allor più fiero e ardito
: Di Sifrido e de’ suoi. Chiedeva intanto
ì Vènia al viaggio appo i Burgundi il prode.
: 24 I Nibelung
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/95]]==
hi
Vènia gli concedcan con molto affanno
\ Il prence e la sua donna, ed ei con molto
| Amor li consolò. Pel mio desire
: Pianger, dieta, voi non dovete. Sciolti
I Per la persona mia sempre da cura
Esser possiate voi ! — Ma ciò fu doglia
A molti prodi e lagrimàr pur anco
} Molte fanciulle, e cred’ io si che il core
| Del ver lor favellò, perchè poi molti,
: Del giovinetto amici, in terra estrana
: Giacquero estinti. Lagrimavan quelli
A ragione cosi, duol veritiero
Così a tutti incoglica. Nella mattina
Che settima spuntò, già su la sponda
Arenosa di Worms i valorosi
Cavalcavano insieme. Ogni lor vesta
Era di fulgid’ or, le bardature
Con molt’ arte composte, e i palafreni
De’ compagni a Sifrido inclito e prode
Camminavano placidi. Lor targhe
Ampie e lucenti erano nuove e gli elmi
Leggiadri assai, quando alla corte andava
*
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/96]]==
I Nibelunghi
25
Sifrido ardimentoso in quella terra
Di re Gunthero. Oh no ! vesti più ricche
Mai non fùr viste indosso a valorosi !
Ma discendean le punte di lor spade
Fino agli sproni, e cuspidate lancie
Recavano gli eletti cavalieri,
E Sifrido una spada ampia recava
Di ben due spanne, qual con la sua lama
In terribile guisa alto fendea.
Le redini dorate elli reggeano
Con la destra, e di seta i pettorali
Eran de’ palafreni. In questa foggia
Ei vennero alla terra, e intorno intorno.
Da tutte parti, incominciò la gente
A rimirarli a bocca aperta. Allora
Molti ai venienti eroi corsero incontro
Uomini di Gunthero. I prodi illustri,
Cavalieri e garzoni, ai prenci incontro
Così venian (dritto sovrano è questo)
E ne la terra del lor sire i nobili
Suoi ospiti accogliean, togliean di mano
I palafreni con loro ampi scudi.
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/97]]==
26 / Nibelunghi
Di là essi volean fino a le stalle
Addur lor palafreni, allor che ratto
Sifrido ardito favellò: I destrieri
Di me, de’ miei compagni, in questo loco
Lasciateci restar. Di qui ben tosto
Andremo noi, che abbiam leale e giusto
Intendimento. Ma colui fra voi
Che sa le cose, non mi taccia ov’ io
Possa il prence trovar (ciò mi si dica),
Guntlièr possente del burgundio regno.
Tale gli disse allor, cui fu ben noto
Il vero: Se trovar bramate il sire,
Ciò ben farsi potrà. Co’ suoi gagliardi
In quell’ampie sue sale or io 1’ ho visto,
E andar là voi potrete. Ivi appo lui
Molti voi troverete incliti prodi.
Ma le novelle furon dette intanto
Al burgundio signor, molti aitanti
Cavalieri venir che bianchi arnesi
E vesti si recavano sfarzose.
Niun però ne la terra di Borgogna
Li conoscea. Di questo al prence incolse
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/98]]==
I Nibelunghi 27
Alto stupor, donde venisscr mai
I nobili guerrieri in sì sfarzose
Vesti dipinte, con sì forti scudi
E nuovi ed ampi. Ma perchè nessuno
Ciò ridir gli potea, n’ avea rancura
Prence Gunthero. Al suo signor rispose
Ortwin da Metze, nobile e gagliardo :
Se noti a voi non son, fate che venga
Hàgen mio zio qui avanti e eh’ ei li vegga.
I regni a lui son noti e le straniere
Terre pur anco. Se cotesti prodi
Son noti a lui, ce ne dirà novelle.
Fe’ cenno il re che lui con le sue genti
Fossegli addotto, e ratto egli fu visto
Ire alla corte fra’ suoi molti eroi
Con fiero incesso. Che volea da lui
II suo prence e signore, Hàgen chieder.
Sono in mie case ignoti cavalieri,
Disse, che niuno qui conosce. Quando
Visti gli abbiate voi, con leal core,
Hàgen, il vero mi direte. — Questo
Io ben farò. — Ciò disse. A una finestra ;
:
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/99]]==
4
*■
*
/ Nibelunghi
| Hàgen andava e gli ocelli suoi su gli ospiti
i Lasciava spaziar. Molto gli piacquero
: K le vesti e i compagni; e molto invero
: Di Borgogna nel suol parvergli strani.
: Ei disse poi : Qualunque sia la terra
I Donde vennero al Reno esti gagliardi,
O son principi ei stessi ovver di prenci
! Son messaggieri. I lor destrier son belli,
: Buone d’assai le vesti lor. Ma d’alti
• Sensi e gran core ei son, donde che vengano.
Hàgen ancor disse cotesto : Cosa
: Io dir vorrei quantunque il prò’ Sifrido
: Io mai visto non abbia; e forse ancora,
l Come ciò sta, creder vorrei che quello
: Appunto ei sia che maestoso incede.
Novelle ei reca in questa terra. Un giorno
: I Nibelunghi ardimentosi uccise
• La man di questo eroe, d’un re potente
Figli, Schilbungo e Nibelungo. Grandi
: Meraviglie operò con sua gran forza
Sifrido allora. Poi che senza scorta
{ Soletto cavalcò l’eroe gagliardo,
*
:
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/100]]==
I Nibelunghi 29 :
Dinanzi a un monte, e ciò ben mi fu detto, =
Appo il tesor di Nibelungo molti
Uomini egregi ei ritrovò. Cotesti
Gli erano ignoti, ma ben tosto ci n’ebbe ;
Esperienza. Fuor da un cavo monte
Di Nibelungo fu portato un giorno
L’ampio tesoro. Or voi di meraviglie
Udrete favellar, come spartirlo
Voleano allora i Nibelunghi. Questo
Sifrido eroe vedea, sì che a stupirne
Quel prode incominciò. Tanto si fece
Vicino, eh’ ei vedea gli ignoti eroi
E gli eroi vedean lui. Ma di cotesti
Uno dicea : Di Niderlànd il prode,
Sifrido valoroso, ecco sen viene !
Là presso ai Nibelunghi oh ! molti e nuovi :
Casi il prode incontrò ! — Liete accoglienze \
Scliilbungoe Nibelung feano a quel prode, :
Ei fean preghiera per concorde brama
Al giovin prence illustre ond’ei, leggiadro, :
Il tesoro spartisse, e ciò con molta
Voglia e studio chiedean, sì che già il sire :
4
: 30 I Nibelunghi
: Cotest
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/101]]==
o promettea. Sì come noi
i Udimmo a raccontar, tante egli vide
: Lucenti gemme, che ben cento plaustri
: Smuover non le potrian ; ma il fulgid’ oro
: Del suol de’ Nibelunghi in maggior copia
r V’ era pur anco, e tutto ciò dovea
: Spartir la man del prò’ Sifrido. Allora
In premio gli donar di Nibelungo
L’inclita spada. Eppur, da tal servigio,
: Qual Sifrido prestò, buon cavaliere,
i Male d'assai lor venne poi. Al line
È Condur l’impresa ci non potò, eh’ egli erano
: D’ alma riottosa. Dodici gagliardi
: Eglino avean de’ loro amici, cd erano
: Forti giganti inver. — Ma che potea
ì Giovar cotesto? — In suo disdegno, tutti
; Di Sifrido la destra li colpia,
: Ed ei ben settecento eroi gagliardi
: Vinse, ch’eran del suol dei Nibelunghi,
: Con quella che Balmùng era appellata,
: Spada possente. Ond’ è che per timore
: Alto che avean del ferro e dell’ eroe,
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/102]]==
1 Nibelunghi 31
Molti giovani prenci a lui sommisero
La lor terra natia co’ suoi castelli.
Ambo atterrati i duo potenti regi,
Morti cosi, grave distretta a lui
:
| D’ Alberico venia. Sul loco istesso
I Distava costui de’ regi suoi
= Pigliar vendetta, fin che da Sifrido
f Colpo fatai toccò. Già non potea
i Resistere a quel prode il forte nano ;
: Come feri leoni, ambo saliano
| Di corsa a! monte, ove la sua Tamkappe I) j
: Tolse al nano Sifrido. Ei, l’uom tremendo, |
: Fu del tesoro allor prence e signore.
Ma quei che di pugnar con seco ardirono, ì
: Tutti giacquero uccisi. Egli il tesoro
: Fé’ ratto addurre e carreggiar sul loco
La 've il tenean di Nibclùng le genti,
E n’ ebbe ufficio di custode il forte
Alberico animoso. Un giuramento
:
:
') Corazza del nano Alberico che rendeva in¬
visibile chi la portava.
I
32 I Xibelun&
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/103]]==
'hi
Forza (u eh’ ci giurasse, onde qual servo
Servisse al prode. E in ogni cosa invero
Ei fu giusto e leal. — Questo ancor disse
Hàgene di Tronega: Ei fe’cotesto,
E niun altro guerrier si acquistò mai
Maggior possanza. Ed altre cose molte
Io so di lui che mi son note. Un drago
La mano uccise dell’eroe. Nel sangue
Ei si bagnò, si che qual duro corno
La cute gli si fea ; perciò niun’ arma
Incidere la può, tanto ella appare
E densa e spessa. Or noi cotanto sire
Accoglier qui dobbiam per quella guisa
Che fia migliore, onde per noi corruccio
Non si inerti del giovane guerriero.
N’è avvenente il bel corpo, e ognun l’ha caro
Veracemente, eh’ egli oprò ben molte
Col valor suo meravigliose cose;
H re possente favellò : T u al vero
Ti apponi. Vedi tu come superba¬
mente ei si tien quale in atto di pugna,
Ei, possente guerrier, con tutti i suoi
*■
♦ ♦
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/104]]==
I Nibelunghi
Prodi segnaci. Or dobbiam noi discendere
Fino all’incontro dell’eroe. - Rispose
Hàgene allor: Ciò ben potete voi
Con vostro onore. Egli è di stirpe illustre,
Figlio di re possente. E in atto ei tiensi
(Parrai, e Cristo lo sa!) qual di chi giunse
Qui cavalcando per non lieve cosa.
Disse il re della terra : Il benvenuto
Egli ci sia. Gli è nobile e gagliardo,
Ed io già il seppi. Giovigli pertanto
Cosi ne andava principe Gunthero
Là 've rinvenne il prò’ Sifrido. Allora
Il regai sire e i prodi suoi di tale
Foggia accogliean quell’ospite novello,
Che in loro atti cortesi alcun non fue
Mancamento o difetto. 11 giovinetto
Avvenente e gentil chinava il capo,
Da che fatto gli avean gli ospiti suoi
•Si bel saluto. Meraviglia, disse
Il prence allor, di ciò mi tocca, o nobile
Sifrido, perchè mai giunto qui
Alla terra burgundia esser venuto.
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/105]]==
5
34 / Nibelunghi
A questa terra; o che cercar vogliate
Sul Reno, a Worms. - E l’ospite a quel sire \
Così parlò: Mai non sarà che questo
A voi si taccia. A me, del padre mio
Là nella terra, venne dato annunzio
Che son qui presso a voi (questo già intesi |
Con gran desìo) gli eroi più valorosi
(Questo già seppi), quali un re da presso :
Aver si può. Per ciò men venni. Ancora |
Odo narrar che siete voi medesmo
Di tal valor, che niuno un re giammai
Vide cotale. Parlano di tanto
Le genti in tutta questa terra; ed io
Non vo’ partir se ciò non mi è ben noto. :
Un cavaliero anche son io, corona
Un giorno porterò. Con ferma voglia
Questo bramo toccar che altri dicendo
Di me poi vada eh’ io posseggo a dritto
Popoli c terre. In questo e l’onor mio
15 il capo mio pegno saranno. Intanto,
Che siate voi, cosi come fu detto,
Prodi e gagliardi, non mi curo, sia
ì
*■
*
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/106]]==
I Nibelungili
35
Che ciò caro vi torni o vi dispiaccia.
10 vo’ rapirvi ciò che avete in terre
Ed in castella, fin che poi sommessi
Tutti mi siate. - Meraviglia s’ebbe
11 prence (e i prodi suoi l’avean pur’anco)
All’annunzio che intese, onde Sifrido
Di toglier la sua terra avea disio.
I prodi che l’udian, n’ebber disdegno.
Mertar come potei, disse a quel prode
Gunthero allor, che quanto il padre mio
Lunga età possedea con molto onore,
Per violenza di chiunque perdere
Per noi si debba? Male inver faremmo
Apparir noi che pur da noi si cura
Di cavalieri dignità! — Partirmi
Io già non vo’, Sifrido ardimentoso
Gli rispondea. Che se pel valor tuo
Pace non ha questa tua terra, tutta
Conquistarla vogl’io. Se tu l’acquisti
Con tua forza e valore, anche il retaggio
Ch’è pur di me, ti fia soggetto. Giacciano
Eguali in mezzo il mio retaggio e il tuo,
4
♦J*
: 36 / Nibelunghi
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/107]]==
: E a quel di noi che l'altro vinca, tutto
j Sommesso resti, e la terra e le genti.
| Ed Hàgene e Gemót gli rispondeano
r All’ istante. Davver ! che alcun disegno
Non abbiam noi, disse Gemòt, estrane
Terre di conquistar, perchè per esse
Giaccia trafitto da la man d'un forte
Alcun de’ nostri. Opima terra abbiamo;
ì Quei che per dritto a noi son ligi, mai
: Non avriano appo alcun sorte migliore.
: Con anima crucciosa ecco ! là stavano
: Gli amici suoi; v’era pur anche Ortwino
Da Metze. Egli dicea: Cotesto patto
Grave doglia è per me. Disdisse a voi
Senza ragion Sifrido oltracotante
L’amistà. Che se voi forza ed ardire
Già non avete co’ fratelli vostri,
Anche s’ei qui trarrà d’un re sovrano
Tutta una gente in guerra, io si m’affido
Tanto con l’armi d'ottener, che questa
Fiera alterezza sua debba il superbo,
A drit'o, abbandonar. — Forte crucciossi
+ +11 ■••■(•••■••Utili III •••••••■■■•••Il IM1MII ••*••• MI
*■
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/108]]==
I Nibelunghi
37 =
L’eroe di Niderlànd. La mano tua.
Gridò, con meco misurar non puossi.
Re potente son io, l’uomo tu sei
Servo d’un re; non dodici de’ tuoi :
Potriam giammai starmi di contro in guerra. :
Alle spade! gridò con fiera voglia
Ortxvin da Metze, ed era si quel prode
Figlio alla suora d’Hàgen di Tronega.
Ma perché lungamente Hàgen tacca,
Cotesto al sire fu dolor. Li in mezzo
Gemòt allora, il nobil cavaliero
Di gran valor, si pose. Il vostro sdegno,
A Ortwin ei disse, deh ! lasciate ! Cosa
Prence Sifrido a noi non fea da tanto;
E si possiam per guise oneste e amiche
La lite definir (tale il mio avviso)
E amico averlo ancor. Di maggior lode
Ci fia cagion cotesto. — Hàgen valente
Parlava allor cosi : Grave corruccio
Egli è per noi, per questi tuoi guerrieri,
Che cavalcando fino al Reno ei giunga
Per contrastar. Lasciar dovria tal voglia,
IHMIIIMI II MIMIMI IIHII
MIIMIIMIII IIMMMIIMMM IMIIMMMMMMMMMMI
*•
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/109]]==
'
■*
38
1 Nibelunghi
Cliè di tanto un’ offesa i regi miei
Fatta non gli hanno. — Risponde» Sifrido, \
L’uom gagliardo, così: Quando vi crucci, :
Hàgen signor, ciò ch’io vi dissi, lascio
Che scelgasi da voi se le mie mani
Esser denno valenti in fra i Burgundi.
Questo sol io torrò, Geraòt risposo. - j
Indi a tutti i suoi prodi ei fea precetto
Di nulla dir con tracotanza e ardire,
Ciò che duol grave gli sarìa. Ma intanto \
Alla vergine illustre il suo pensiero
Sifrido rivolgea. Perché dovremmo,
Gemòt soggiunse, contrastar con voi?
Se morti giacer denno in fra la pugna :
Alcuni prodi, poco onor ne avremmo,
Voi scarso frutto. — Gli rispose il figlio ;
Di prence Sigemund, Sifrido, allora:
Hàgene e Ortwino e perchè mai cotanto =
Fanno indugio e non scendono in battaglia ;
Coi tanti amici quanti egli hanno seco
Qui fra i Burgundi ? — Ma tacer doveano ; =
Tal di Gernòt era il consiglio. Voi,
' { ♦ . I ■ * (■••«■■■■«••(■•■■•■■•■■•■■•■•
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/110]]==
■■IIIKIIMIII
Disse d’Ute il figliuol, coi vostri amici
Che qui venner con voi, tutti ci siete
I benvenuti. E vi farò servigio,
Io co’ parenti miei. — Mescere allora
Si le agli ospiti il vin di re Gunthero.
Ogni cosa che abbiam, l’ospite disse
Di quella terra, se da voi richiesta
É con onor, vi fia sommessa; vosco
Divietatisi di noi beni e persone
In giusta guisa. — E principe Sifrido
Si (i alcun poco di più lieto core.
Fu indetto allor che altri prendesse cura
D’ogni suo arnese, e alloggi si cercaro,
Quali più acconci l’uom trovò, pei servi
Di Sifrido, e per lui furo apprestate
Elette stanze. Da quel giorno in poi
Volentieri fu visto in fra i Burgundi
L’ospite illustre. Grande onor gli fecero
Per molti giorni poi, ben mille volte
Più che dirvi poss’ io. Ciò si mertava
V inclito valor suo. Creder dovete
Che niun fu visto là che odio gli avesse.
/ Nibelunghi
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/111]]==
40 / Nibelunghi
I re co’ lor compagni a’ lor sollazzi
Davan pensiero, c Sifrido pur sempre
Era il migliore in tutto che da quelli
S’incominciava. Niun potea seguirlo
(Tanto grande sua forza!) allor che pietra
Lanciavasi per essi o acuto dardo
Via si scagliava ; e allor che innanzi a donne
A’ lor sollazzi con nobil costume
Attendean lietamente i cavalieri,
L’eroe di Niderlànd volenterosa
Stava la gente a riguardar. Ma il prode
A un alto affetto già rivolto il core
Avea. De la persona era pur sempre
Ad ogni cosa che altri incominciava,
Pronto Sifrido. Nel cor suo recava
Un’amorosa vergine, e costei,
Che visto ancora ei non avea, nel petto
Recavalo pur anco. Ella in secreto
Dolci parole avea per lui. Ma quando
Là ne la corte a’ lor giochi venièno
I giovani, famigli e cavalieri,
Ciò sovente Kriemhilde, inclita donna.
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/112]]==
I Nibelunghi 41
Per la finestra riguardava. Allora
Altro sollazzo non chiedea. Saputo
S’egli avesse però che il contemplava
Quella che in core avea, gaudio bastante :
Avuto sempre egli ne avria. Se lei
Veduto avesser gli occhi suoi, ben questo :
Io vo’ saper che miglior cosa mai
Toccar non gli potea su questa terra.
Quando, presso agli eroi, nell’ampia corte =
Ei si tcnea, come pur fan le genti
Per lor sollazzi, in tale atto d’amore
Stava il figliuol di Sigelind, che a lui
Molte fanciulle eran devote ornai
Per affetto del cor. Ma quei pensava
Molte fiate ancor : Come potria
Tanto avvenir che con questi occhi mici
Vegga l’inclita vergine ch’io tanto
Amo del Cor da tanto tempo? Ancora
Ella m’è ignota, e rimaner qui deggio
Dolente e tristo ! - Quando per la terra
Andavan cavalcando i re possenti,
Tutti ad un punto i cavalieri ancora
a
42
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/113]]==
I Nibelunghi
Dovean partir, con essi anche Sifrido.
Questo era duol per le fanciulle, ed ci
Molto affanno recavasi nel core
Per l’amor suo. Cosi (gli è questo il vero)
Appo que’ prenci un anno ei si tenea
Là, nella terra di Gunthèr, nè mai
In alcun tempo l’amorosa donna
Veder potè, colei, donde più tardi
Molto amor, molto affanno incolse a lui.
à,
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/114]]==
à é é à é à, é è è é é é è à
Avventura Quarta
In qual modo Sifrido combattè coi Sassoni.
Di Gunthero alla terra ecco s’approcciano ;
Novelle strane, e ciò per messaggieri
Che da lungi mandavangli alla corte
Ignoti prenci che in odio l’avièno.
Come udian tale annunzio, alto cotesto
Fu per tutti un dolor. Ma i prenci ignoti |
Vogl’ io nomarvi. Elli erano Liudgero
Della sassone terra, un sire illustre
E ricco molto, e quel di Danimarca
Re Liudegasto. In lor viaggio molti
Ei menavan con sè forti campioni.
Di Gunthero alla terra i messaggieri
Vennero intanto, quali i suoi nemici
44 / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/115]]==
Gl’ invtavan cosi. Di lor novelle
Gli nomini ignoti fur richiesti allora,
E tosto innanzi al re gli strani messi
Altri adducea. Cortese le un saluto
Il prence e favellò : Voi benvenuti !
Ma chi voi qui mandò, non io per anche
Ho ben compreso. Udir questo mi fate.
Cosi disse il buon re, ma quelli assai
Temean di re Gunthero il grave sdegno.
Date licenza voi, prence, elli dissero,
Che le novelle vi diciam che intanto
Qui vi rechiamo, quali noi per nulla
Dobbiam tacervi? E i re direnivi ancora
Che a voi qui c’ inviar. Liudgast, Liudgero
Son essi, che veder bramano in core
La vostra terra. Meritaste voi
Il lor disdegno, e bene udimmo noi
Che ambo v’odiano i prenci. Ei cavalcando
Salir vonno frattanto in lino al Reno,
In fino a Worms, e molti in loro aita
Vengon possenti cavalieri. Questo
Sappiate voi su la mia fede. Intanto,
♦f*
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/116]]==
Nibelunghi
«5 = '
Avverrà lor viaggio dopo due
E dopo dieci settimane; amici
Se buoni avete voi, ratto vederli
Piacciavi qui perchè porganvi aita
A difender la terra e i borghi vostri.
Molte celate e molti scudi infranti
Qui saran da' nemici! O se v'è caro
Trattar con essi, fate allor che alcuno
A lor favelli. E ben sarà che tante
Di nemici gagliardi accolte schiere
Cavalcando non vengano appo voi
Per darvi cruccio, onde perir qui debbano
Molti e valenti cavalieri in guerra.
E il buon prence rispose : Or concedete
Alcun tempo, perch’ io meco pensando
| L’alma raccolga e manifesti poi
: L’avviso mio. Che se qui alcun fedele
Ho veramente, a lui già non vogl’io
: Cosa celar di tale annunzio fiero,
E vo’ lagnarmi appo gli amici miei.
Al possente Gunthero aspra un’ angoscia
Fu ben co testa. Nel secreto core
I■ I • 11• 11 II11• l• 4
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/117]]==
<poem>
46
Con sè recando la novella cura,
I Nibelunghi
Hàgene ei fè chiamar co’ suoi fedeli
= Con sè recando la novella cura,
E indisse ancor che per Gernòt corresse
= Hàgene ei fè chiamar co’ suoi fedeli
Altri al castel rapidamente. Allora
= E indisse ancor che per Gernòt corresse
= Altri al castel rapidamente. Allora
È Tutti si raccogliean quanti trovarsi
= Più gagliardi campioni, ed egli disse :
E Con sue forte falangi in nostra terra
E Visitarci altri vuol. Questo vi sia
E Pensiero e cura. — E Gernòt rispondea,
E Nobile e forte cavalier: CotestocavalierCotesto
: Impedirem co’ nostri ferri, ei disse.
E Muore soltanto chi è devoto a morte ;
E Morto giacer noi lascieremlo ! Intanto
E Scordar non deggio 1J onor1onor mio ; e questi
E Nostri nemici benvenuti a noi
E Esser pur dònno! —dònno— Buon consiglio, disse
E Hàgene di Tronèga, a me cotesto
E Davver non sembra. Tracotanza assai
E Mostran Liudgasto e Liudegero, e noi
E In pochi di raccoglier non possiamo
E I nostri amici. — Disse poi: DipoiDi tanto
E A Sifrido perchè non farem cenno ?
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/118]]==
<poem>
I Nibelunghi 47
 
Ai messaggieri indetti fur gli alberghi
Per la città. Ben che nemici a lui
Line 2 812 ⟶ 51:
In secreto portar. Del cor l’angoscia
Lamentando svelar si dee soltanto
 
iiiii
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/119]]==
<poem>
tiiiiimiiiimiiMiiiiiiimiiiiiiiiitiiMiimiiiiiiimmiim
 
48 l Nibelunghi
A fidi amici. — A Sifrido si fea
Pallido e rosso il color dello gote.
Ei disse al prence: NullaprenceNulla i’ vi negai,
E ben deggio aitarvi ogni dolore
A discacciar da voi Se vi cercate
Line 2 824 ⟶ 64:
E si m’affido che farò cotesto
Fino alla morte con onor. — Mercede
Rendavi Iddio, prence Sifrido! SembramiSifridoSembrami
Onesto il vostro dir. S’anche di nulla
Il valor vostro in ciò m'aita, lieto
Del dir vostro men vò, perchè di tanto
Mi siate voi propenso. E allor eh’ io viva
Line 2 836 ⟶ 76:
Alcun guerriero ciò non le giammai
Fin qui venendo a questa terra. — Disse
Allor Sifrido : Per cotesto, lieve
Pensiero abbiate voi. Pace rendete
 
*
</poem>
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/120]]==
<poem>
Nibelunghi
 
19
All'alma vostra, e quel che v’accomando =
Line 2 850 ⟶ 91:
Avessero cotesti si gagliardi
Nemici vostri, sempre a lor di contro
Io resterei, mille soltanto avessi
De’ miei guerrieri. E a me questo si lasci. ;
Sempre di ciò grazie vi rendo, disse
Prence Gunthero. — Fate adunque ch’io ì
Abbia mille de’ vostri; eccovostriecco, di dodici
Più non ho qui de’ miei. La vostra terra
Cosi difenderò, che di Sifrido
Sempre con le vi servirà la mano.
Line 2 862 ⟶ 103:
Cavalieri cortesi. Anche ne venga
Cavalcando con noi Volkero ardito,
Regga il vessillo ; ad altri io noi potrei
Meglio fidar. Ma, intanto, i messaggieri
Fate voi che cavalchino a lor case
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/121]]==
<poem>
i
*
♦ ♦
*
| 50 I Nibelunghi
l Nella lor terra ; rendasi lor noto
| Che ratto ei ci vedranno, onde la pace
: Abbian pur sempre li castelli nostri.
| E congiunti e guerrieri il nobil sire
: Adunar fece allor. Ma di Liudgero
: Vennero intanto i messaggieri in corte,
: E perchè ritornarsi alla lor terra
: Elli dovcan, n’avean letizia grande.
: Ricchi doni lor fea prence Gunthero,
: D’alma gentile, e scorta anche fornia
: Per lor viaggio, ond’elli andavan fieri
: E gioiosi del cor. Dite frattanto,
: Dicea Gunthero, a que’ nemici miei
j Ch’elli, per tal viaggio, a le lor case
: Meglio potrian restar. Che se pur vonno
: Qui visitarmi, ove attorno dispersi
: Non vadano gli amici, alto travaglio
: Parassi noto a lor. — Pei messaggieri
: Altri apportava ricchi doni, e molti
: A darne avea prence Gunthero. Quelli,
: Di Liudgero fidati, ardir non ebbero
| Di ricusarli, e preser lor commiati
*
 
Nella lor terra rendasi lor noto
Che ratto ei ci vedranno, onde la pace
Abbian pur sempre li castelli nostri.
E congiunti e guerrieri il nobil sire
Adunar fece allor. Ma di Liudgero
Vennero intanto i messaggieri in corte,
E perchè ritornarsi alla lor terra
Elli dovcan, n’avean letizia grande.
Ricchi doni lor fea prence Gunthero,
D’alma gentile, e scorta anche fornia
Per lor viaggio, ond’elli andavan fieri
E gioiosi del cor. Dite frattanto,
Dicea Gunthero, a que’ nemici miei
Ch’elli, per tal viaggio, a le lor case
Meglio potrian restar. Che se pur vonno
Qui visitarmi, ove attorno dispersi
Non vadano gli amici, alto travaglio
Parassi noto a lor. — Pei messaggieri
Altri apportava ricchi doni, e molti
A darne avea prence Gunthero. Quelli,
Di Liudgero fidati, ardir non ebbero
Di ricusarli, e preser lor commiati
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/122]]==
<poem>
I Nibelunghi 51
 
E di là si partir gioiosi e lieti.
Quando giunsero i messi in Danimarca
E prence Liudegasto annunzio s’ebbe
Come tornati eran di là, dal Reno,
Quando ciò gli fu detto, ecco ! che tanta
Oltracotanza de’ Burgundi prenci
Duol verace gli fu. Dissero i messi
Line 2 909 ⟶ 149:
E Sifrido era detto, un uom possente
Di Niderlànd. Liudgasto ebbe rancura,
Il vero annunzio come intese. Allora,
Quando cotesto udian ridir gli eroi
Di Danimarca, s’affrettar lor fidi
Line 2 921 ⟶ 161:
De’ Burgundi alla terra andar bramavano.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/123]]==
<poem>
t
 
: 52 1 Nibelunghi
: Del fratei sud le genti e i suoi congiunti
| Anche prence Gunthero alle sue case
: Fece allora invitar, quanti ebber voglia
: Di partir per assalti ; anche fùr chiesti
: D’Hàgene i valorosi, e que' gagliardi
: Alta spingea necessità. Ma intanto
: Gustar dovean ne’ giorni che vernino,
: Molti prodi la morte. — Egli al viaggio
: Solleciti apprestarsi, e allor che accinti
| Eran tutti a partir, Volkero ardito
{ Regger dovea fra tutti alto il vessillo,
: Allora sì che da Worms fino al Reno
| A cavalcar stavansi pronti. Duce
: All’ampia schiera esser dovè quel forte
: Hàgene di Tronèga. Anche Sindolto
: Cavalcava con essi, Hunoldo ancora,
: Quali merlar potean di re Gunthero
: L’or degnamente. D’Hàgene il fratello
| Dancwàrt fu di tal schiera, Ortwin pur anco,
: Elli si, che potean con molto onore
] Annoverarsi in quel drappel d’eroi.
Prence signor, restate al vostro ostello,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/124]]==
<poem>
IIIMIMMMIMI
 
/ Nibelunghi 53
| Sifrido favellò, da che me vonno
| I vostri prodi seguitar. Restale
: Appo le donne e fate cor d’assai,
: Ch’io sì m’affido e le dovizie e i beni
Di guardarvi con le. Quei che hanno brama
ì Di vedervi qui a Worms appo del Reno,
: Meglio d’assai potrian, di ciò la cura
: Vogl’io, restarsi alle lor case. Noi
I Tanto di cavalcar dentro a lor terra
: Abbiam desio, che ratto in grave duolo
Si volgerà lor tracotanza stolta.
Dal Reno allor, pei campi d’Assia, seco
Cavalcaron gli eroi verso la terra
: Ch’ è di Sassonia, e furo assalti poi
\ E battaglie, e la terra ei devastare
ì Con incendi e rapine. Ai due nemici
Ì Prenci davver ! che con lor doglia poi
ì Ciò si fé noto ! E quei vernano intanto
È Là sul confine, e gli scudieri innanzi
I Andavano per essi. A far dimandi
: Sifrido, l’uom gagliardo, incominciava:
| Chi de’ compagni qui sarà di noi
 
54 1 Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/125]]==
<poem>
A difesa? Davver! che non si fece
 
A difesa? Davverche non si fece
Più fiera entrati in suolo di Sassonia !
Dissero gli altri : Fate sì che guardi
I giovani guerrieri in su la via
Dancwarto ardito. Egli è d’ogn’ altro eroe
II più prestante, e noi però minore
Avrem iattura da le genti armate
Di re Liudgero. Fate si che restino
Alle schiere da sozzo egli ed Ortwino.
Io si cavalcherò disse l’eroe
Sifrido allora, e vo’ esplorar ben molto
Questi nostri nemici, in fin ch’io sappia
Line 2 997 ⟶ 242:
L’ampia schiera de’ Sassoni pel campo
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/126]]==
<poem>
u
 
Vasta giacer, vegliar con ardimento
*
Gioiosamente e con animo altero
/ Nibelunghi
Stava Sifrido a riguardar. Fra quella
55
Gente nemica un valoroso ancora
: Vasta giacer, vegliar con ardimento
Era posto a la guardiae con gran cura
: Gioiosamente e con animo altero
Ratto il scoverse, e lui scoverse il fiero
: Stava Sifrido a riguardar. Fra quella
Prode pur anco, e l’un l’altro con ira
: Gente nemica un valoroso ancora
Gelosa imprese a rimirar. — Chi fosse
: Era posto a la guardia; e con gran cura
Io vi dirò costui, che vigilando
; Ratto il scoverse, e lui scoverse il fiero
Stavasi intento, cui dinanzi al braccio
: Prode pur anco, e l’un l’altro con ira
Stava uno scudo in fulgid’ or. — Costui
: Gelosa imprese a rimirar. — Chi fosse
Era prence Liudgasto, ei, che de’ suoi
: Io vi dirò costui, che vigilando
La schiera difendea. L’uom fiero e ardito
| Stavasi intento, cui dinanzi al braccio
Superbamente e con nobil destrezza
: Stava uno scudo in fulgid’ or. — Costui
Il palafreno fea balzar pel campo.
: Era prence Liudgasto, ei, che de’ suoi
Anche Liudgasto con nemico sguardo
: La schiera difendea. L’uom fiero e ardito
Stavasi l’altro a sogguardar. Ma poi
: Superbamente e con nobil destrezza
Ambo gli sproni conficcar ne’ fianchi
: Il palafreno fea balzar pel campo.
De’ lor destrieri e contro l’ampie targhe
: Anche Liudgasto con nemico sguardo
: Stavasi l’altro a sogguardar. Ma poi
: Ambo gli sproni conficcar ne’ fianchi
: De’ lor destrieri e contro l’ampie targhe
Contro a lo stuol de’ suoi gagliardi. Elli erano
Quarantamila e più d’assai, ma intanto
Armato egli era. Principe Sifrido
 
*■
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/127]]==
<poem>
: 56
 
/ Nibelunghi
: L’aste inclinar di tutta forza. Allora
| De’ Sassoni il signor, ricco e possente,
| Oppresso fu da grave cura. Intanto,
: Nel fiero cozzo, l’uno all’ altro accanto,
: I due figli di re dai palafreni
: Lungi fùr tratti, come se bufera
: Là spirasse improvvisa. Or, poi che a dietro
: Fùr per le briglie, con maestra mano,
: Ritratti i palafreni, ambo provarsi
: I due crucciosi con le spade in pugno.
: Di tal guisa colpi prence Sifrido
: Che tutto il loco n’echeggiò. Dall’elmo,
: Come da vasto incendio, ecco che uscivano
: Sotto la mano dell’eroe scintille
: D’igneo color. Ciascun nell’ avversario
: Emulo degno ritrovò. Sferrava
: Anche prence Liudgàst colpi tremendi,
| E vigor di ciascun forte si urtava
: Nell’ opposto pavese. E già cotesto
: Trenta guerrieri di Liudgàst notato
: Avean da lungi, ma là scesi ancora
Non eran elli, che la sua vittoria
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/128]]==
<poem>
Nibelunghi 57
 
Già toccava Siindo, con le sue
Gravi ferite a re Liudgasto inflitte
Line 3 064 ⟶ 310:
E la sua terra offerse ancora e disse
Che Liudegasto ei s’appellava. Accorsero
I prodi suoi, che chiaramente visto
Avean da lungi quanto fra que’ due
Accadde al loco de la guardia. Volle
Line 3 074 ⟶ 320:
Offesa e danno l’uom valente e forte.
A morte i trenta egli colpia con molta
Forza e vigor; soltantovigorsoltanto uno lasciava
Alla sua vita, e quei rapido assai
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/129]]==
<poem>
s
 
t
Via cavalcando, le novelle a’ suoi
i 58 1 Nibelunghi
Recò di quanto là ne accadde. E il vero
: Via cavalcando, le novelle a’ suoi
Apprender si potea dall’ elmo suo
: Recò di quanto là ne accadde. E il vero
Rosso di sangue. A quei di Danimarca
: Apprender si potea dall’ elmo suo
Grave dolor fu ben cotesto, allora
: Rosso di sangue. A quei di Danimarca
Che s’annunziò giacersi ornai captivo
: Grave dolor fu ben cotesto, allora
Il lor prence e signore. Al suo fratello
: Che s’annunziò giacersi ornai captivo
Ciò ancor fu detto, e quegli incominciava
| Il lor prence e signore. Al suo fratello
Per gran disdegno a conturbarsigrave
: Ciò ancor fu detto, e quegli incominciava
Fu rancura per lui. Ma di Sifrido
: Per gran disdegno a conturbarsi; grave
Per volontà, Liudgasto eroe fu addotto
: Fu rancura per lui. Ma di Sifrido
Di Gunthero ai gagliardi. Ei l’affidava
: Per volontà, Liudgasto eroe fu addotto
Ad Hàgen prence, e come detto fue
: Di Gunthero ai gagliardi. Ei l’affidava
A quelli si eli’ egli era il sire, molto
: Ad Hàgen prence, e come detto fue
Non ebbero dolor, ma gaudio e gioia.
: A quelli si eli’ egli era il sire, molto
D’avvincer le bandiere ecco fu ingiunto
| Non ebbero dolor, ma gaudio e gioia.
A’ Burgundi campioni. Innanzidisse
: D’avvincer le bandiere ecco fu ingiunto
Prence Sifrido, chè più assai da noi
: A’ Burgundi campioni. Innanzi! disse
Qui si farà prima che il giorno cessi,
: Prence Sifrido, chè più assai da noi
Pur eh’ io mi resti in vita. Oh molte assai
: Qui si farà prima che il giorno cessi,
Donne leggiadre avran cordoglio e duolo
: Pur eh’ io mi resti in vita. Oh ! molte assai
De’ Sassoni nel suol Ma voi, del Reno
: Donne leggiadre avran cordoglio e duolo
: De’ Sassoni nel suol ! Ma voi, del Reno
4.,
/ Nibelunghi 59
: Incl
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/130]]==
<poem>
iti eroi, a me volgete il guardo,
: Ch’ io ben posso a le squadre di Liudgero
: Tutti condurvi. Là vedrete voi
£ Di forti eroi da le possenti mani
: Lor cimieri colpiti, e pria che indietro
: Xe ritorniam, grave rancura e doglia
f Lor nota si farà. — Balzava in sella
: Gernòt con tutti i suoi; rapidamentesuoirapidamente
: Il vessillo gliermia prence Volkèro,
: Bardo valente, e innanzi alle sue squadre
: Veloce cavalcò. Superbamente
: Tutti i compagni suoi furono allora
: Accinti e pronti ; eppur, non più di mille
: Adduceano con sè quei di Borgogna,
: Oltre ai dodici eroi del pi o’ Sifrido,
: Forti campioni. Ma la polve intanto
: Già cominciava a turbinar per l'ampie
: Strade a l’intorno, e quei nella nemica
: Terra ne andavan cavalcando. Allora,
: Si videro da lungi in bella guisa
i Luccicar molte targhe. Anche venuti
: Eran con le lor genti e con lor spade
 
|
</poem>
❖ *
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/131]]==
<poem>
f*
Acute in mano i Sassoni guerrieri,
: 60 I Nibelunghi
Coita’io seppi dipoi. Fendean con forza
| Acute in mano i Sassoni guerrieri,
Nella man degli eroi gli acuti brandi,
| Coita’io seppi dipoi. Fendean con forza
Ch’ ei si volean difendere lor terre
: Nella man degli eroi gli acuti brandi,
Contro i nemici e lor castelli. Innanzi
: Ch’ ei si volean difendere lor terre
La falange venia del maggior duce
I Contro i nemici e lor castelli. Innanzi
De’ Burgundi campioni, e già venuto
] La falange venia del maggior duce
Era Sifrido ancor co’ suoi guerrieri
\ De’ Burgundi campioni, e già venuto
Quali con sè recati avea da quella
: Era Sifrido ancor co’ suoi guerrieri
Terra di Niderlànd. Nella battaglia
} Quali con sè recati avea da quella
Di quel giorno, davver che molte mani
{ Terra di Niderlànd. Nella battaglia
Furon tinte di sangueHunòlt, Sindolto
: Di quel giorno, davver ! che molte mani
E Gemòt, nell’assalto, a molti eroi
: Furon tinte di sangue! Hunòlt, Sindolto
Sferrar colpi mortali in pria d’assai
: E Gemòt, nell’assalto, a molti eroi
: Sferrar colpi mortali in pria d’assai
i Che fosse noto a’ miseri di quanto
: Eran valenti que’ gagliardi. Molte
: Ebbero a lagrimar donne leggiadre.
: Hàgen, Volkero, Ortwin da Metze ancora,
: Di molti caschi, nell’orrenda mischia,
: Offuscamo il fulgore, essi gagliardi,
i E grandi fùr le oprate meraviglie
: Da principe Dancwarto. E prova intanto
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/132]]==
<poem>
l
*
/ Nibelunghi 61 \
\ Fean di lor man di Danimarca i prodi,
: Es' udian risuonar pei fieri colpi
: Molli scudi compatti e acute spade
: Che altri forte vibrò. Grave sterminio
: I Sassoni facean valenti in guerra.
Ma quando s’avventar ne la battaglia s
: Quei di Borgogna, fùr da loro aperte
| Ampie ferite assai. Videsi allora
: Sangue colar sovra gli arcioni ; in questi r
: Guisa così pugnavan per l’onore
: I buoni e forti cavalieri. Intanto
: Alto in pugno s’udian de’ valorosi
: Risuonar l’armi aguzze, e quelli tosto
: Di Niderlànd fra le compatte schiere
: Dietro al lor prence s'avventar. Veniano i
| Con fermo core di Sifrido al fianco ;
| Ma seguirli nessun fu visto allora
| Di quei del Reno, e scorger si potea
: Scorrer di sangue un rio su gli elmi fulgidi j
: Sotto la mano di Sifrido, innanzi
: A’ suoi compagni principe Liudgero
: Fin ch’ei rinvenne. Per tre volte avea
*
 
Fean di lor man di Danimarca i prodi,
Es' udian risuonar pei fieri colpi
Molli scudi compatti e acute spade
Che altri forte vibrò. Grave sterminio
I Sassoni facean valenti in guerra.
Ma quando s’avventar ne la battaglia s
Quei di Borgogna, fùr da loro aperte
Ampie ferite assai. Videsi allora
Sangue colar sovra gli arcioni in questi r
Guisa così pugnavan per l’onore
I buoni e forti cavalieri. Intanto
Alto in pugno s’udian de’ valorosi
Risuonar l’armi aguzze, e quelli tosto
Di Niderlànd fra le compatte schiere
Dietro al lor prence s'avventar. Veniano i
Con fermo core di Sifrido al fianco ;
Ma seguirli nessun fu visto allora
Di quei del Reno, e scorger si potea
Scorrer di sangue un rio su gli elmi fulgidi j
Sotto la mano di Sifrido, innanzi
A’ suoi compagni principe Liudgero
Fin ch’ei rinvenne. Per tre volte avea
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/133]]==
<poem>
IIMIIMIIMIIIIIIIMMIIMII'
 
/ Nibelunghi
\ Impeto fatto per l’avversa schiera
; Fino a l’estremo ; ed or venia con lui
: Hàgen, che aita gli recò, la sua
: Ira a sfogar ne la battaglia. Molti
: Dovettero perir nel tristo giorno
; Cavalieri pugnaci. Or che Liudgero
: Forte e valente rinvenia Sifrido
: E vedea come in alto entro la mano
: Ei recava Balmùng, la buona spada,
Onde molti ei colpia, cruccioso e tristo
: Si fè d’assai, il fiero prence. Un impeto
: Era intanto selvaggio e un alto strepito
: Di ferri, che fra lor forte si urtavano
: I combattenti, e più d’assai provavansi
: Ambo gli eroi. Ma già le schiere Sassoni
: A cedere cominciano e là destasi
r Ira maggior con odio. E detto allora
i Fu de’ Sassoni al re eh’ era captivo
: Il fratei suo. Grave dolor cotesto
| Al cor gli venne, ed ei sapea che l’opra
: Del figlio questa fu di Sigelinde,
: Che di Gemòt altri dicea; madiceama il vero
 
:
</poem>
i
:
:
:
:
|
:
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/134]]==
<poem>
:
 
*
/ Nibelunghi
Si riseppe dipoi. Di re Liudgero
f
Vernano i colpi si possenti e forti,
Che a Sifrido piegò sotto la sella
Il palafreno ;palafreno ma poiché novella¬
mente levossi il nobile destriero,
Assunse ne la pugna il prò’ Sifrido
Line 3 240 ⟶ 479:
Sovra gli elmi volar molti lanciotti,
Da la man degli eroi, le targhe fulgide
Attraversando; eAttraversandoe fùron visti assai
Ricchi pavesi colorati in rosso.
Nell’aspra mischia molti eroi giù caddero :
Line 3 246 ⟶ 485:
Correansi intanto e Sifrido valente
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/135]]==
<poem>
64 / Nibelunghi
 
E re Liudgero. Giavellotti acuti
Si videro volar con aste molte.
Line 3 255 ⟶ 496:
De’ Sassoni gagliardi, in cui ben molti
Feriti si vedean, toccar vittoria
H sir di Niderlànd. Oh ! quante furo
Le maglie che spezzò lucenti il forte
Dancwarto allora ! Ma poiché sull’ ampio
Scudo, alla mano di Sifrido innanzi,
Vide prence Liudgero una dipinta
Corona, tosto s’avvisò che quello
Era l’uom si gagliardo. A’ suoi compagni
Alto a gridar si le l’eroe : Deh ! voi
Tutti, compagni miei, da la battaglia
Vi ritraete ! Di Sigmundo il figlio
Ho visto qui. Sifrido valoroso
Io riconobbi. H diavolo maligno
Fra i Sassoni il mandò ! — Fece i vessilli
Nella battaglia declinar. La pace
Chiese, e la pace gli fu data poi ;
 
/ Nibelunghi 65
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/136]]==
<poem>
 
Ma dovea rimanersi di Gunthero
Prigioniero alla terra. A ciò la mano
Line 3 277 ⟶ 521:
Di comune consiglio essi la pugna
Cosi lasciar. Forati caschi ed ampi
Scudi in mano recar; tintarecartinta di sangue
De’ Burgundi pei colpi avean quell’armi,
Quante si rivenian. Ma quale ei vollero,
Ffir captivo i Burgundi; elliBurgundielli ne aveano
Ampio poter. Via carreggiar frattanto
Ed llàgene e Gernòt, gli eroi valenti,
Fcano i trafitti; eitrafittiei trassero sul Reno
A cinquecento i valorosi in ceppi.
Ma i vinti eroi tornaron cavalcando
Line 3 289 ⟶ 533:
Già non avean con tal valor pugnato,
Che altri lodarli anche potesse. Ai forti
Grave duol fu cotesto; ebberocotestoebbero intanto
Lagrime di dolor dai dolci amici
I caduti campioni. Al Reno indietro
Fean riportar da’ lor valletti l’armi
Di Borgogna gli eroi, quali Sifrido
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/137]]==
<poem>
li
 
♦f*
Gagliardo e forte conquistate avca
= 06 / Nibelunghi
Co’ suoi compagni valorosi, oprando
: Gagliardo e forte conquistate avca
Cose leggiadre inver. Ciò ben fu d’uopo
: Co’ suoi compagni valorosi, oprando
Che di Gunthero ogni uom là confessasse.
: Cose leggiadre inver. Ciò ben fu d’uopo
A Worms prence Gernòt altri inviava, :
: Che di Gunthero ogni uom là confessasse.
Indicea di ridir nella sua terra
; A Worms prence Gernòt altri inviava, :
Ai dolci amici qual toccata a lui
: Indicea di ridir nella sua terra
i Fosse e a’ compagni lieta sorte. Egregie :
: Ai dolci amici qual toccata a lui
Opre davver I che avean gli eroi compiute i
i Fosse e a’ compagni lieta sorte. Egregie :
Per onore acquistar Corsero intanto
: Opre davver I che avean gli eroi compiute i
Giovani messi, e i casi intravvenuti
: Per onore acquistar ! Corsero intanto
Da lor fùr detti, e chi s’avea dapprima
: Giovani messi, e i casi intravvenuti
r Doglia nel core, giubilò di gaudio
: Da lor fùr detti, e chi s’avea dapprima
Per queste che lor vennero improvvise
r Doglia nel core, giubilò di gaudio
Liete novelle. Molte inchieste ancora
: Per queste che lor vennero improvvise
Da nobili si fean donzelle intanto
: Liete novelle. Molte inchieste ancora
r Qual fosse degli croi del re possente
: Da nobili si fean donzelle intanto
Esito lieto. E vollesi pur anco
r Qual fosse degli croi del re possente
Un de’ messi a Kriemhilde innanzi addurre;
: Esito lieto. E vollesi pur anco
| Un de’ messi a Kriemhilde innanzi addurre;
i Ma in secreto si fè, che apertamente
: Ella già non osò, poi che del core
: Il suo amico diletto era fra i prodi.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/138]]==
<poem>
I Nibelunghi 67
 
Venirne a le sue stanze il messaggiero
Allor che scorse, dolcemente disse
Kriemhilde bella : Lieto annunzio adunque
Or dammi tu, ch’io ti darò del mio
Oro; eOroe se tu il farai senza menzogna,
Amica sempre ti sarò. Deh ! come
Dalla pugna uscì fuori il fratei mio
Gernòt e gli altri amici miei ? Qualcuno
Là moriva de’ nostri ? Ovver, eli) fece
Il meglio là? Dirmi dèi tu cotesto.
Rapido il messaggier così rispose :
Nessun codardo avemmo noi. Nell’aspro
Line 3 346 ⟶ 592:
Ch’ ei combattean per gloria e onor, fu lieve
Cosa qual’ aura innanzi al prò’ Sifrido,
08 1
08 1 Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/139]]==
<poem>
Figliuol di re Sigmundo. Elli atterraro
Morti ben molti valorosi ; eppure
Ridirvi io non potrei le prodigiose
Cose che fè Sifrido, allor eh’ ei venne
Line 3 364 ⟶ 612:
Egli giugnea, tutti dovean sul campo
Cader feriti, morti i più. Di tutti
Il fratei vostro la maggior rancura
Fe’ che in battaglia mai far si potesse
A cor nemico. E dire il ver n’ è duopo
De’ nostri eletti cavalieri. Opra
I Burgundi superbi hanno compiuta,
Onde seppero ci sì guardar l’onore
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/140]]==
<poem>
Nibelunghi 09
 
Dall'ignominia. E vidersi deserte,
Per lor colpi di man, di cavalieri
Molti le selle, e tutta risonava
La terra intorno de le spade fulgide
All’urto fiero. Oh si! glisigli eroi sconfitti
Di tal foggia tornavansi dal Reno
Su lor cavalli, eh’ evitar per loro
I lor nemici era miglior fortuna.
Ma di Tronòga i valorosi un’ alta
Feccr rancura ai prodi avversi allora
Che s’incontrar, come irrompente folla,
Le falangi nemiche; enemichee morti assai
D’Hàgen possente fè la mano, e in veto
Molto a narrar di ciò qui, de’ Burgundi
Line 3 395 ⟶ 645:
Che là si fè, l’ultimo e il primo assalto
Che là si vide allor, con fiera voglia
70 /
70 / Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/141]]==
<poem>
Di Sifrido compia l’inclita mano;
Ricchi perciò alla terra di Gunthero
Line 3 412 ⟶ 664:
A Kriemliilde venia. — Ma qui s’adducono
Aggiunge il messo, cinquecento in ceppi,
O più, captivi, intatti ancora, e ottanta
Traggonsi di feriti onuste bare,
Tinte di sangue (ciò sappiate, o donna,)
Line 3 419 ⟶ 671:
E quei che oltracotati in riva al Reno
Disdicean l’amistà, di re Gunthero
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/142]]==
<poem>
Nibelunghi 71
 
Or prigionieri star si dènno. Addotti
Con nostra gioia in questa terra ei sono.
Allor, com’ ella udi verace annunzio,
Qual porporino fior della fanciulla
Il color si accendea candido in pria.
Il suo bel volto d’un color di rosa
Copriasi ratto poi che dal tremendo
Fra l’armi perigliar, di lei per gaudio,
Line 3 437 ⟶ 691:
Avrai però da me pomposa veste
E dieci marchi d’or, ch’io qui ben tosto
A te recar farò. — Davver! cheDavverche a ricche
Donne con pronta voglia in cotal guisa
Ridir si ponno simili novelle!
Line 3 443 ⟶ 697:
E la veste pur anco. Alle finestre
Corsero allor molte fanciulle vaglie,
Guardavan elle in su la via ; fùr visti
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/143]]==
<poem>
72 / Nibelunghi
 
: Molti allor de’ più nobili e gagliardi
Molti allor de’ più nobili e gagliardi
In quella terra di Borgogna a dietro
Cavalcando tornar. Venian gl’intatti,
I feriti venian, che dagli amici
Potean senza vergogna ed ignominia
Udir saluti. E l’ospite regale,
Prence Gunthero, a quegli ospiti suoi
Incontro venne con gran gioia. In festa
II suo grave dolor così linia.
Oneste a’ suoi fè le accoglienze, ancora
Le fè oneste agli estrani. A ricco sire
Line 3 469 ⟶ 725:
Pianger caduti. Incolume chi venne,
Molte portò con sè targhe squarciate ,
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/144]]==
<poem>
 
Là, nella terra di Gunthero, e molti
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/144]]==
Elmi infranti e disfatti. Ecco, scendea
r
Da’ suoi destrieri, innanzi dal palagio
*
{ Regai, la gente, e udironsi gioiose
■*
Grida colà per le accoglienze oneste.
:
/ A ih*lunghi
73
■ Là, nella terra di Gunthero, e molti
• Elmi infranti e disfatti. Ecco, scendea
: Da’ suoi destrieri, innanzi dal palagio
{ Regai, la gente, e udironsi gioiose
: Grida colà per le accoglienze oneste.
Ma gli alloggi apprestarsi a’ cavalieri
: Si fean per la città. Volle Gunthero
{ Che quegli ospiti suoi con molta cura
Altri guardasse, e cenno (è che intento
Altri attendesse a ogni ferito e il tutto
l Agevole rendesse ed approntasse;
: E videsi qual fosse alta di lui
ì Verso i nemici suoi virtù sincera.
: Egli disse a Liudgasto ; E siete voi
: Il benvenuto a me! PermePer cagion vostra
Ebb’ io gran danno, di cui poscia, lieta
\ Se fia la sorte, avrò l’ammenda. Intanto
i Ricompensimi Iddio gli amici miei,
: Chè per me con amore elli operaro.
: Bene a ragion, risposegli Liudgero,
: Render dovete lor grazie cortesi.
: Niun re giammai vincea, si come voi,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/145]]==
<poem>
7* / Nibelunghi
 
Tanti illustri captivi. Or noi ben grande
Per onesto trattar darem compenso,
Line 3 515 ⟶ 769:
Agevole ogni cosa a lor con cura
Altri rendea. Giacenti allor si videro
I feriti su letti acconciamente,
E agli incolumi tutti un vin gagliardo
E idromele fu dato. Or, quella gente
Line 3 525 ⟶ 779:
A lagrimar perchè non fosser tratte,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/146]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
Mentre, stanchi dell’armi, fean ritorno
Molti gagliardi cavalieri. Il sire
Line 3 546 ⟶ 802:
Volcano ancor, pregando altri si volse,
Come suol farsi a’ dolci amici, ond’clli
Rimanesscr pur anche ; e il re venia
A consigliarsi per qual foggia mai
Dovrebb’ei compensar le genti sue,
 
76 / Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/147]]==
<poem>
 
Ch’elle con molto onore il suo comando
Avean compiuto inver. Ma disse allora
Sire Gernòt : Lasciarli è d’uopo ornai
Cavalcando partir. Noto si faccia
A tutti lor, fra settimane sei,
Line 3 563 ⟶ 822:
Che re Gunthero il suo desio comprese,
Con molto amore sì ’l pregò che seco
Ancor restasse; nèrestassenè ciò fatto avria
Re Sifrido giammai, se di Gunthero
Stato non fosse per la suora. Ed ei
Line 3 570 ⟶ 829:
Egli avesse cotesto. Eragli il sire
D’animo grato, e grati eran con lui
I suoi congiunti. Aveano elli già visto
Ciò che per suo valor nella battaglia
Avvenne da que’ di. Ma quei soltanto,
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/148]]==
<poem>
MIMMI I IMI MMMMIMMMM IMI'MIMI MIMIMI MMMMMMMI IH ||||
 
Della vaga fanciulla per desio,
Di restar si pensò, quando pur dato
Di vederla gli fosse. E fu che poscia
Ei vederla potè; qualpotèqual fu sua brama,
Nota gli fu la giovinetta, e allora
Di Sigemundo alla paterna terra
Line 3 586 ⟶ 846:
Ospite regio, principe Gunthero,
A tutte l’ore armeggiamenti in cura
Di cavalieri avea; giovaniaveagiovani prodi
Ciò fean con molto amor. Ma, perque’ giorni,
Dinanzi a Worms per la mobile arena
Line 3 599 ⟶ 859:
Festa regale. Ute, possente e ricca,
Novelle udia ridir di croi superbi
 
/ Nibelunghi
</poem>
77
78 1 Nibelung
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/149]]==
<poem>
hi
 
A venirne vicini, e furon molte
Splendide vesti dagl'involti tratte.
Line 3 613 ⟶ 873:
Splendide fè apprestar le vcstimenta.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/150]]==
<poem>
 
Avventura Quinta
In che modo Sifrido vide Kkiemiiildb
—s—
Cavalcar si vedea di giorno in giorno
Li, fino al Reno, chi venia bramoso
Line 3 630 ⟶ 892:
Molte si ornSr vaghe donzelle. Stanco
Gislhero giovinetto unqua non fue;
 
♦!*
</poem>
|
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/151]]==
<poem>
80 / Nibelunghi
80 /
: Egli e Gernòt c d’ambo csti gagliardi
Egli e Gernòt c d’ambo csti gagliardi
: I valorosi gli ospiti e gli amici
I valorosi gli ospiti e gli amici
| Accoglieano cortesi, e come suolsi
Accoglieano cortesi, e come suolsi
| Per onore adoprar, lor fean saluti
Per onore adoprar, lor fean saluti
: Ambo i due prenci. Aurifulgenti selle
Ambo i due prenci. Aurifulgenti selle
: Recavan quelli ne la terra, e targhe
Recavan quelli ne la terra, e targhe
: Dipinte e vesti preziose al Reno
Dipinte e vesti preziose al Reno
| Recavan seco per la festa. Molti,
Recavan seco per la festa. Molti,
| Ancor feriti, vidersi a que’ giorni
Ancor feriti, vidersi a que’ giorni
: Lieti e festanti, e chi giaceasi ancora
Lieti e festanti, e chi giaceasi ancora
È In letto e per sue piaghe avea rancura,
: Veramente obbliò quanto è la morte
§ E dura e trista. Gli egri ancor ccssaro
| Da’ lor lamenti, e pei giorni alla festa
| Regale indetti ebbero gaudio e gioia
| Alle novelle. Oh si ! dolce la vita
: Trarre ei volean nell’ospitai dimora;
| E di là da misura alta letizia
: Con gioia superante ebber le genti,
I Che là trovarsi, tutte. In quella terra
: Di re Gunthero fùr sollazzi molti.
: Ad un mattin di Pentecoste in folla
 
*
</poem>
*
:
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/152]]==
<poem>
1 Nibelunghi
 
81
Fùr visti uscir gagliardi e valorosi
In vesti ricche, cinquemila e ancora
Line 3 675 ⟶ 937:
Esser volete voi, fate che ammiri
Altri le vaghe giovinette nostre,
Che ben degne d’onor sono in Borgogna. :
Dell’uomo qual piacer, che la sua vita |
Gli allegri, vedi tu, che inclita donna
O vaga giovinetta a lui non faccia ?
Deh ! fate si che a’ vostri ospiti innanzi :
Passi vostra sorella! —sorella— E tal consiglio |
Fu dato inver di molti eroi con gioia.
Più di cotesti assai, mossi alla regia
Festa bramosi, e in molti lochi a gara
 
:
</poem>
:
:
:
il
82 / Nibelung
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/153]]==
<poem>
hi
 
Questo consiglio seguitò, dice»
Prence Gunthero. E chi n’avea l’annunzio
Line 3 701 ⟶ 960:
Quante sì di tal gente e grande e illustre
Si rinvenian riposte. Armille assai
Con lor fermagli eranvi pronte; eprontee intanto
Molte leggiadre giovinette adorne
Si fean con cura, e molti giovinetti,
Line 3 710 ⟶ 969:
Bramosamente assai venian cotesti
Le non conte fanciulle a rimirare.
Il nobile signor volle che mille
De’ suoi gagliardi con la sua sirocchia,
A servirla condotti, a lui cognati,
Cognati a lei, venisser tosto; etostoe questi
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/154]]==
<poem>
1 Nibelunghi 83
1 83
Avcan lor spade strette in pugno. Questo
Era di corte l’inclito servigio
Line 3 739 ⟶ 1 000:
L’amorosa fanciulla in tutta sua
Bellezza là restar. Dalle sue vesti
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/155]]==
<poem>
Y
s 84 I Nibelunghi
È Molte splcndean nobili gemme, e il suo
: Color di rosa delle guance avea
Tanto splendor che insinuava amore;
: Per quanto brama un uom quaggiù, nessuno
: Dir già potea che più avvenente cosa
: Avea vista pel mondo. E come innanzi
: Agli astri sta la bianca luna allora
; Che tra le nubi mostrasi più chiaro
= Il suo splendor, cosi, pari alla luna,
: Ella stava dinanzi all’ altre donne
: Tutta leggiadra. D’avvenenti eroi
: In petto il cor balzò. Venirne a lei
: Vedeansi innanzi le sue ancelle adorne
: E gli altezzosi eroi non desisteano
: Dall’ affollarsi per vederla intenti,
: Amorosa fanciulla. Oh ! ma dolore
: Ed’amor gioia avea prence Sifrido!
: Egli pensava nel suo cor ; Deh ! come
Ì Avvenir ciò potea ch’io mi dovessi
\ Accendere di te? Speme fu questa
: D’inesperto garzon. Ma s’io dovessi
; Da te partirmi, con desio più dolce
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/156]]==
<poem>
Nibtlunghi 85
 
10 mi morrei. — Per questi suoi pensieri
10 mi morrei. — Per questi suoi pensieri
Più fiate ei si fe’ rapidamente
Acceso in volto e pallido. K si stava
In tale atto d’amor di Sigemundo
11 vago figlio, qual se immagin fosse
D’abil maestro dalla man dipinta
Su pergamena ad arte. E si dicea
Line 3 781 ⟶ 1 045:
Ma chi venia con le matrone, ratto
Scender fea dalla via da tutte parti
I circostanti; ecircostantie fecero cotesto
Molti guerrieri. Le donzelle adorne,
Di fiero cor, di gioia e di contento
Line 3 787 ⟶ 1 051:
Donne leggiadre assai pomposamente
Di vesti ornate. Di Borgogna intanto
Dicea sire Gernòt : Quei che vi offerse,
Gunthèr, dolce fratello, il suo servigio
Tanto cortese, cortesia da voi
Abbiasi agli altri cavalieri innanzi,
Tutti, ned io giammai di tal consiglio
86 /
86 / Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/157]]==
<poem>
Avrò vergogna. Fate sì che venga
Da mia sirocchia principe Sifrido,
Line 3 804 ⟶ 1 070:
Tutti i congiunti là ’ve l’uom gagliardo
Rinvennero. Hi dicean questa parola
Di Niderlànd al valoroso : Invito
11 re vi fa perchè venirne in corte
Tosto vi piaccia. Vi farà un saluto
La sua sirocchia. Ad onor vostro è questo !
Di ciò ben fu gioioso in fino all’ alma
Il giovinetto sire; cisireci ne recava
Gioia nel cor senza rancura, intanto
Che vicino a mirar d’Ute leggiadra
Line 3 816 ⟶ 1 082:
Quand’ ella innanzi a sè vide arrestarsi
L’altero garzoncel, ratto del viso
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/158]]==
<poem>
yibtlunghi
 
Le si accese color. Voi benvenuto,
Prence Sifrido, la fanciulla disse
Avvenente e leggiadra, o cavaliero
Nobile e prode! - L’alma del garzone
A quel saluto si elevò. Dinanzi
A lei chinossi con bramoso intento
Line 3 830 ⟶ 1 098:
E allor, con riguardar d’occhi amorosi,
Miravansi l’un l’altro i giovinetti,
Il sire e la donzella ; e ciò si fea
Nascostamente inver. Ma se talvolta,
Per dolce amor del cor, la bianca mano
Line 3 841 ⟶ 1 109:
Mai non portò cosi gran gioia, quale
Ebbesi allora, poi che accanto a lui
88 I Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/159]]==
<poem>
 
Quella appunto venia eh’ egli d’amore
Bramava posseder. Molti gagliardi
Fean tal pensiero in cor : Deh ! m’accadesse
Ch’io pur anco venissi a lei da presso,
Come Sifrido ho visto or or! PosarmiorPosarmi
Accanto a lei deh ! potess’ io ! Davvero !
Che far ciò lascierei senza rancura! ')
A regai donna mai non fe’ migliore
Servigio un cavalier. Ma da qualunque
Line 3 861 ⟶ 1 132:
In questi alti saluti, e tristi e grami
Già molti stanno (e ben di ciò m’avveggo)
Per la man di Sifrido. Oh ! nella terra
') Detto con ironia. Cioè con gran dispiacere.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/160]]==
<poem>
I Nibelunghi 89
 
Del regno mio non voglia mai l’Eterno
Che ritorno egli faccia ! - In tutte parti,
In tutte parti allor via dal passaggio
Di Kriemhilde leggiadra a ognun fu indetto
Line 3 888 ⟶ 1 161:
Inchinevole ei pur ver la leggiadra
Era per caldo amor. Quand’ ella uscìa
 
12
</poem>
90
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/161]]==
<poem>
I Nibelunghi
Dal monastero (uscito erane primo
Il giovinetto), a lui, gagliardo e prode,
Fu indetto ancor di porsele daccanto;
E l’amorosa giovinetta a rendergli
Line 3 914 ⟶ 1 188:
Degna di tutta laude accanto al prode
Starsi fu vista la fanciulla, intanto
inumiti UHM
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/162]]==
<poem>
1 Nibelunghi 91
 
Ch’ella andarne solea, dinanzi a’ suoi
Congiunti, in corte; ecortee al giovane guerriero
Con molto amor prestavasi dagli altri
Fedel servigio. Cosi fu che innanzi
Line 3 940 ⟶ 1 215:
Giavellotti avventar. Molti in aita
Venian per essi, chè gran gente seco
 
tIMIIIllllllllll
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/163]]==
<poem>
lItlItlllMtlllltttllllUlllllllllllttllllllllllllttlll
 
92 / Nibelunghi
Avean pur anco. Ma nei di giocondi
Di tante feste, con elette dapi
Line 3 963 ⟶ 1 239:
Pei vostri eroi molti diletti amici.
Fra Liudgasto di sue piaghe ornai
Venuto a guarigion; dopoguarigiondopo la pugna
De’ Sassoni guaria pur anco il duce,
F davver ! che sul campo alcuni morti
 
• •ilMIIIIIIMIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIHIMIIIIHIIIHIIIIMIIIIIIIIHIIIII'
</poem>
/ Nibelunghi 93
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/164]]==
<poem>
 
Egli ebbero a lasciar. Là ’ve Sifrido
Rinvenne, andava allor prence Gunthero.
Ei disse al prode: CiòprodeCiò clic far degg’io,
Tu mi consiglia. Cavalcar dimani
Al primo albor, di qui partendo, vonno
Line 3 982 ⟶ 1 260:
A me daranno quanto in oro lian possa
Di carreggiar, se liberi li sciolgo,
Cinquecento cavalli. - Oh! ciòOhciò sarìa
Opra non bella assai ! disse quel forte
E valente Sifrido. E si v’è d’uopo
Via lasciarli partir liberamente
Da questa terra ; e per che i prenci illustri
Guardinsi bene un di che da nemici
Ei non vengan più mai qui cavalcando,
Fate si che di ciò d’ambo que’ prenci
Vi dia la mano sicurezza e pegno.
 
94 1 Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/165]]==
<poem>
Questo consiglio seguirò. - Con questo
Andavan elli, e a’ lor nemici intanto
Line 4 008 ⟶ 1 288:
Tutti, e fùr visti allor gli ospiti innanzi
A Kriemhilde venirne, anche ove assisa
Donna Ute si stava. Oh ! mai non ebbero
Miglior commiato cavalieri e prenci !
Ma quand’ei si partir, vuoti rimasero
Line 4 015 ⟶ 1 295:
Gentil di Niderlànd. Egli co’ suoi
Andarne si vedea di giorno in giorno
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/166]]==
<poem>
A7bel un giù 95
 
Appo donna Kriemliilde. Eppur, volea
Chieder vènia al partir Sifrido ancora,
L’eroe valente. Di ottener colei
Che in core ei si recava, oh ! non avea
Fidanza certa; macertama poiché già uclia
Prence Gunthero, per ciò che altri disse,
Che partirsi ei volea, dal suo viaggio
Line 4 028 ⟶ 1 310:
Sifrido inclito assai, dove pertanto
Volete cavalcar? Qui vi restate
Appo i nostri gagliardi (oh ! fate voi
Ciò ch’io vi chieggo!), presso a re Gunthero,
Presso i campioni suoi. Donne qui sono
Line 4 038 ⟶ 1 320:
Mi traggo a dietro. Anche i pavesi nostri
Dentro portate. Alla natal mia terra
Io tornarmi volea, ma Giselliero
Impegnando sua fè vinsemi ’l core.
 
96 I
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/167]]==
<poem>
Nibelunghi
 
Per amor degli amici, in questa guisa
Là si rimase il valoroso. In altra
Terra giammai non fe’ soggiorno il prode
Con tanta gioia; egioiae da quell’ora in poi
Avvenne si che ad ogni giorno sempre
La leggiadra Kriemhilde egli vedea.
Line 4 055 ⟶ 1 339:
Vedeano intanto, e sol amor di lei
Era cruccio a Sifrido. Aspro tormento
Amor gli dava; edavae per l’amor quel forte
Giacquesi poi miseramente estinto.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/168]]==
<poem>
nilllIMMIIIHIIMMMIIIIIIIIMIIIIIinilllliltHMIIIIIHMMIIMMl
 
«MI................................II.................................
é & é é à é éfe à ± & ± é é à, à,
Avventura Sesta
In che modo Guntheko andò in Islanda
per BrUnhii.de
—4—
Nuovi racconti levansi sul Reno,
E si dicea che v’ erano leggiadre
Line 4 077 ⟶ 1 360:
Era leggiadra, grande il vigor suo,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/169]]==
<poem>
13
 
*
93
I Nibelunghi
Ch’ ella solca con agili guerrieri,
Accesi in lei d’amor, dardi e saette
Line 4 098 ⟶ 1 380:
Vaga e leggiadra. E per costei la vita
Perder dovean dipoi molti gagliardi.
Disse il prence del Reno : Io giuso al mare
Discender vo’ fino a Briinhilde, avvenga
Ciò che avvenir mi può. Per l’amor suo
Vo’ rischiar la mia vita; evitae perderolla,
’) Il re Gunthero.
</poem>
*■
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/170]]==
*
<poem>
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/170]]==
1 Nibelunghi
99
Se quella non si fa la donna mia.
Io da ciò vi sconsiglio, rispondea
Prence Sifrido. Si crudel costume
Ha la regina, che chi cerca e ambisce
Line 4 126 ⟶ 1 405:
Si fa per te l’innamorata donna,
Pel tuo dolce piacer l’onor, la vita,
Io rischierò. - Di Sigcmundo il figlio,
Sifrido, rispondea: SerispondeaSe tu mi dai
La tua sirocchia, ben farò cotesto,
La tua sirocchia, l’inclita regina,
Kriemhilde bella. Per la mia fatica
Più in là di questa altra mercè non bramo.
 
*
</poem>
*
100 I Nibelung
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/171]]==
<poem>
hi
 
Sifrido, in la tua man, disse Gunthero,
Io ti prometto;ti epromettoe se Briinhilde adorna
In questa terra a me verrà, la mia
Sirocchia a te darò per donna tua.
Con lei, si vaga, possa tu per sempre
Viver beato ! - E fean lor sacramento
Ambo gli eroi molto prestanti. Allora
Ben più d’assai maggior fu lor travaglio
Pria di menar del Ren fino a le sponde
La fiera donna; idonnai giovani gagliardi
Grave a portarsi in cor n’ebber la cura.
E Sifrido recar dovea la cappa
Line 4 159 ⟶ 1 438:
Dodici prodi. E fu perù ch’ei vinse
L’inclita donna con molt’artc. Ancora
 
</poem>
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/172]]==
<poem>
Nibelunghi
 
Di tal foggia composta era la veste,
Che ogn’ uom ravvolto in lei fea quante cose
Line 4 186 ⟶ 1 466:
Chi nosco esser dovrà. Giù fino al mare
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/173]]==
<poem>
102
1
1 Nibelunghi
: Quattro discenderem valenti e prodi,
: Conquisterem, qualunque cosa poi
: Accader voglia, la fanciulla. Uno
: Io sarò de’ compagni ; esser tu dèi
: L’altro ed Hàgene il terzo (oh n’usciremo
: Incolumi!) eDancwàrt, l’uom prode assai,
: 11 quarto sia. Dawer ! che non potranno
I Altri mille resisterci in battaglia !
; Io volentieri apprenderei, soggiunse
ì Prence Gunthero, pria che là ne andiamo
: (E ben lieto n’andrei), quali dinanzi
: A Briinhilde avrem noi che ben si addicano,
: Le vestimenta. Ciò ridir dovete
: A re Gunthero. - Vesti che fra tutte
: Rinvengonsi migliori, ad ogni tempo
§ Di Briinhilde in la terra usa la gente.
\ Ricche vesti perciò dinanzi a lei
l Recar dobbiam, sì che disdoro alcuno,
= Quando s’ udrà narrar cotesta istoria,
= Noi non ne abbiamo. -
Il buon guerrier soggiunse :
| Cosi vogl’io dalla mia dolce madre
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/174]]==
<poem>
un mi inumimi in in mi mimi il li iiiu il ii ni il mi t m nn ninni min unum m mi il in tmiuimiiiiii'
 
*
/ Nibelunghi
103
Andarne tosto, se poss’ io da lei
Tanto ottener che ci porgano aita
Line 4 233 ⟶ 1 514:
E quella, prima che cotesto fosse,
Avvenente e leggiadra, erasi ornata
Con arte molta. Oh ! fu per lei di doglia
Parca il venir di questi ardimentosi ! •)
4) Detto con leggiera ironia. Essa nc ebbe
gran dolore perche il suo Sifrido stava per
 
partire.
</poem>
*
104
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/175]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
Le compagne di lei, qual s’addiceva,
Erano ornate ; e come quella intese
Che ambo i prenci venian, ratto levossi
In piè dal seggio, e con atto cortese
La s’avanzò ’ve nell’ospite illustre
E nel fratello s’incontrò. Deh ! sia
Benvenuto il fratello e il suo compagno,
Disse la giovinetta. Io volentieri
Line 4 255 ⟶ 1 535:
Ad altra corte. Udir mi late adunque
Di voi, nobili eroi, che son novelle.
O donna, io vel dirò, prence Gunthero
Allor rispose. Ben che grande sia
Animo in noi, è d’uopo a noi ben grave
Line 4 262 ⟶ 1 542:
A corteggiar. Per tal viaggio è d’uopo
Che vesti abbiamo noi pompose e belle.
Dolce fratello mio, deh! v’assidetedehv’assidete,
Disse colei, figlia di prenci, e fate
Ch’io bene ascolti quali son fanciulle
• IIIIIIIItlltIMIItMMMIMIIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII lllllllll'
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/176]]==
<poem>
I Nibelunghi 105
 
Che bramate cercar, per l’amor vostro,
D’altri monarchi nella terra. - Intanto
Line 4 278 ⟶ 1 559:
Adorni tutti, e con bei fregi in oro.
Daccanto a la fanciulla ebbero i prodi
Gioia e sollazzo ; e furono amorosi
Sguardi e un mirarsi con amor per gli occhi,
E fu cotesto in ambo i giovinetti
Line 4 286 ⟶ 1 567:
Donna eletta a Sifrido valoroso
La leggiadra Kriemhilde. Il re possente
Le disse allor : Dolce sorella mia,
Senz’aita di te nulla da noi
Potrà compirsi. Aver sollazzi e feste
Vogliamo noi di Briinhilde in la terra,
E dinanzi a colei vesti pompose
14
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/177]]==
<poem>
i 106 I Nibelunghi
 
: Recar ci è d’uopo. - E a lui la giovinetta:
Recar ci è d’uopo. - E a lui la giovinetta:
: Dolce fratello mio, quanto per l’opra
Dolce fratello mio, quanto per l’opra
| Di me può farsi in tale intento, a voi
Di me può farsi in tale intento, a voi
| Offro del core e a ciò pronta son’ io ;
Offro del core e a ciò pronta son’ io ;
: S’altri vi niega alcuna cosa, grave
S’altri vi niega alcuna cosa, grave
| Dolor saria per Kriemhilde. Voi,
Dolor saria per Kriemhilde. Voi,
= Qual chi un affanno ha in cor, me non dovete
Qual chi un affanno ha in cor, me non dovete
| Pregar cosi, prestanti cavalieri,
Pregar cosi, prestanti cavalieri,
; Ma con atto cortese un cenno farmi
Ma con atto cortese un cenno farmi
: E comandar. Per ciò che piaccia a voi
E comandar. Per ciò che piaccia a voi
: Nell’opra mia, per voi son pronta e farlo
Nell’opra mia, per voi son pronta e farlo
| Volentieri vogl’io. - Così dicea
Volentieri vogl’io. - Così dicea
: L’avvenente fanciulla. - E vogliam noi,
L’avvenente fanciulla. - E vogliam noi,
: Cara sorella mia, leggiadre nosco
Cara sorella mia, leggiadre nosco
È Portar le vesti. In ciò compir, soccorso
ì Porti la vostra man nobile e sperta ;
E Finiscan l’opra, si che a noi le vesti
: Leggiadramente stian, le ancelle vostre,
È Chè di ritrarci da cotal viaggio
: Alcun desìo non abbiam noi. - Quel ch’io
: Or vi dirò, notate voi, rispose
: La giovinetta. Serici broccati
^X+IIIIMIIIIIIIIII mutilimi
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/178]]==
<poem>
I Nibelunghi 107
 
Ho qui con meco; or fate voi che targhe
Ho qui con mecoor fate voi che targhe
Altri ci porti ricolme di gemme,
E noi le vesti comporrem. - Gunthero
Line 4 328 ⟶ 1 611:
La regina dicea, sono i compagni
Che a quella corte in tali vesti ornate
Verranno vosco ?-Ei disse: IldisseIl quarto io sono.
E a quella corte due de’ miei verranno,
Hàgen, Dancwàrt, con me. Voi ben dovete,
Donna, ciò ch’io dirò, notarvi in mente.
Io quarto vo’ portar ne’ quattro giorni
Tre di vesti, e leggiadre sian le vesti,
Mute diverse ad ogni di, chè noi
Line 4 343 ⟶ 1 626:
Quante sì per tali opre aveano ingegno
E destrezza d’assai. Si come neve
• III immillili IH IMIIIIIIIIMIIIIIIIMIIMIIIIIIIIIHIf III HIIIIIIII
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/179]]==
<poem>
1
 
*b
108 I Nibelunghi
Bianche sete d’Arabia e ben composte
Sete di Zazamànc, d’un color verde
Line 4 363 ⟶ 1 645:
Meraviglie narrar d’este si belle
Vestimenta da eroi. - Serici drappi,
I più belli che mai figli di regi
Possedessero un giorno, aveansi in copia,
Di Marocco e di Libia; eLibiae ben lasciava
Kriemhilde apparir che buon volere
Ella pei prenci avea. Poi che bramato
Line 4 372 ⟶ 1 654:
Degli ermellini, e neri quanto è scheggia
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/180]]==
<poem>
iiimmiimimiiiiiiiiiitmmiiiiimmiiiiiimimimmmm
 
/ Nibelunghi 109
Di carbon fosco poser le fanciulle
Altri velli sui primi. Ai baldi eroi
Line 4 397 ⟶ 1 680:
Fu allor mandato, s’elli mai le nuove
Lor vestimenta rimirar voleano,
 
HO 1
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/181]]==
<poem>
Nibelunghi
 
Sia che lunghe agli croi fosser soverchio,
Sia di soverchio brevi. Oh ! ma in perfetta
Misura cll’eran tutte, e rcser grazie
I valorosi a le fanciulle. A quanti
Per le vesti venian, d’ uopo fu allora
Asseverar che miglior cosa in terra
Veduta ei non avean; peròaveanperò alla corte
Volentieri potean recarle attorno,
Che niuno favellar di più pompose
Line 4 415 ⟶ 1 700:
Ma di pianto ad alcun torbidi e molli
Si fcr gli occhi lucenti, e Kriemliilde
Così dicea : Diletto fratei mio,
Deh ! che potreste ancor qui rimanervi
E altre donne cercar (questa i’ direi
Opra ben degna ! ), nè in si gran distretta
Vostra viti saria. Ben più vicino
Nobil fanciulla ritrovar potreste.
Io credo si che lor diceva il core
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/182]]==
<poem>
r
 
*
/ Nibelunghi
111
Ciò che avvenne dipoi. Tutti e in eguale
Maniera elli piangean, per quante cose
Line 4 436 ⟶ 1 720:
Prence Sifrido, e per fede e per grazia
Lasciate voi che a voi si raccomandi
Il caro fratei mio, perchè noi tocchi
Di Briinhilde in la terra alcuna offesa.
Ne fè promessa di Kriemhilde in mano
Line 4 450 ⟶ 1 734:
Tutte a quel loco. I palafreni ancora
Furono addotti, che partir voleano
 
kiiiii*iiiiiiiiimiimiimiimmiiiiiimiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiim<
</poem>
4*
* 112 / Nibelungh
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/183]]==
<poem>
i
 
: Dis'iosi gli eroi, si che da donne
Dis'iosi gli eroi, si che da donne
: Leggiadre allor si iè gran pianto assai.
Leggiadre allor si iè gran pianto assai.
1 Le fanciulle amorose alle finestre
1 Le fanciulle amorose alle finestre
: Stavano intente, e ratto un’aura forte
Stavano intente, e ratto un’aura forte
l Mosse la nave con la vela. Tutti
l Mosse la nave con la vela. Tutti
: Posar del Reno sovra l’onde insieme
Posar del Reno sovra l’onde insieme
: I baldanzosi, e re Gunthero disse:
I baldanzosi, e re Gunthero disse:
: Chi nocchiero sarà ? - Vogl’ io cotesto,
Chi nocchiero sarà ? - Vogl’ io cotesto,
: Disse Sifrido, eh’ io su l’onde posso
Disse Sifrido, eh’ io su l’onde posso
| (Nobili eroi, questo sappiate) al loco
(Nobili eroi, questo sappiate) al loco
: Addurvi ratto. Bene a me son note
Addurvi ratto. Bene a me son note
: Le dritte vie dcll’acque. - Ecco ! gioiosi
Le dritte vie dcll’acque. - Ecco gioiosi
: Elli partian dalla burgundia terra.
Elli partian dalla burgundia terra.
; Rapidamente un legno si pigliava
Rapidamente un legno si pigliava
[ Prence Sifrido, e l’uom gagliardo e forte
: A puntar cominciò sovra la sponda;
ì Guntlièr medesmo arditamente in mano
£ Si tolse un remo, e abbandonar la spiaggia
r I cavalieri baldanzosi e forti,
È Degni di laude. Elli rccaron seco
r Eletti cibi e vin gagliardo ancora,
I II miglior vino che dal Reno intorno
 
*u llllllllltllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll1
</poem>
*
*
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/184]]==
<poem>
Nibc/ttnghi
 
113
i Rinvenir si potea. Lor palafreni
E Bene si stanno, ch’elli lian tutti gli agi,
: E lor nave sen va rapida e piana,
= E niun travaglio han quelli. E di lor vele
: Forti furono allor stese le sarte,
: Ed essi andarno, pria che notte fosse,
: Con buon vento scendendo inverso al mare
: Ben venti miglia. Ma cagion di duolo
; Fu poscia il faticar per que’ gagliardi.
= Al mattin dodicesmo, in quella guisa
: Che udimmo raccontar, laggiù recaronli
; Rapide l’aure ad Isenstein di contro,
: Di Brunhilde in la terra, e niun quel loco,
: Se ne togli Sifrido, conoscea.
: Ma re Guntlièr, quando il castello vide
: E suoi ampi ricinti, oh ! come e tosto
: Gridò: MiGridòMi dite voi, Sifrido amico,
: Se pur v’ è noto, di chi son le mura,
: Ancora di chi son le ricche terre.
: Sifrido rispondea: CiòrispondeaCiò mi è ben noto.
: Genti son queste e terra di Brunhilde,
: Isenstein è il castel, quale soventi
*
*
*
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/185]]==
<poem>
114
 
/ Nibelunghi
Mi udiste ricordar. Potrete voi,
Oggi pur’anco, rimirar leggiadre
Line 4 525 ⟶ 1 804:
Ratto clic vedrem noi co’ suoi consorti
L’amorosa fanciulla, un motto solo,
Incliti croi, per voi si dica; edicae sia
Mio signore Gunthero, io suo vassallo.
Cosi, com’egli vuol, tutto farassi.
A prometter conforme ch’egli volle,
Essi fùr pronti, e d’assentir nessuno
Allor lasciò, benché superbo; tuttisuperbotutti,
Com’ei volea, disser concordi. Intanto
Bene ciò avvenne, c principe Gunthero
Line 4 536 ⟶ 1 815:
Dicea Sifrido allor, nè fo nè dico
Per l’amor tuo, ma sol per la tua suora,
*
*
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/186]]==
<poem>
1 Nibelunghi 115
 
L’avvenente fanciulla. A me colei
E qual l’anima mia, quale pur anco
La mia persona. E volentieri in questo
Io vo’servir, perch’ella sia mia donna.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/187]]==
<poem>
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/188]]==
<poem>
 
Avventura Settima
In che modo Guntiikro vinse Brunhilde
Line 4 556 ⟶ 1 841:
Era questo per lui che a lui ben nota
Nessuna fosse. Ei dimandò a Sifrido,
Al suo compagno ei dimandò : Di queste
Fanciulle che di là guardano in basso
Ver noi su l’onde, conoscenza alcuna
Forse che avete voi? Qualunque dicasi
Lor prence, si davver! chedavverche alti hangli spirti!
Accortamente sogguardar dovete
A le fanciulle, principe Sifrido
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/189]]==
<poem>
118 / Nibelunghi
 
Allor rispose, e dirmi poi qual d’esse
Pigliar volete voi, se pur di tinto
Line 4 588 ⟶ 1 875:
Ad obbedirle eran sì tutte pronte,
Ma quanto feano allor, più tardi a noi
 
■*
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/190]]==
<poem>
I Nibelunghi 119
 
= Altri narrava. Per gl’ ignoti eroi
Altri narrava. Per gl’ ignoti eroi
: Elle si ornar della, persona in quella
Elle si ornar della, persona in quella
: Guisa cosi secondo hanno costume
Guisa cosi secondo hanno costume
: Leggiadre donne ognor. Vennero poscia
Leggiadre donne ognor. Vennero poscia
: Là da le feritoie, i prodi estrani
Là da le feritoie, i prodi estrani
: A rimirar, chè per veder soltanto
A rimirar, chè per veder soltanto
: Ciò per esse si fea. Ma quattro soli
Ciò per esse si fea. Ma quattro soli
; Scendean di quelli a terra, e su l’arena
Scendean di quelli a terra, e su l’arena
: Trasse un destrier Sifrido ardimentoso,
Trasse un destrier Sifrido ardimentoso,
| E ciò vedean da le finestre anguste
E ciò vedean da le finestre anguste
: Le vezzose donzelle. Onor pensavasi
Le vezzose donzelle. Onor pensavasi
: D’aversi in questo principe Gunthero ■).
D’aversi in questo principe Gunthero ■).
; Sifrido inver per le ritorte briglie
Sifrido inver per le ritorte briglie
: Tenea del sire il nobile destriero,
Tenea del sire il nobile destriero,
: Buono e leggiadro e forte e grande assai,
Buono e leggiadro e forte e grande assai,
: Fin che prence Gunthero alto in arcioni
Fin che prence Gunthero alto in arcioni
: Assidero potè. Cotal servigio
Assidero potè. Cotal servigio
: Sifrido gli prestò ; ma troppo il sire
Sifrido gli prestò ma troppo il sire
: Ciò si scordò di poi. Dal navicello
Ciò si scordò di poi. Dal navicello
') Dell’essere servito da Sifrido che voleva
Dell’essere servito da Sifrido che voleva
passare per suo vassallo. Vedi più sopra.
 
: !
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/191]]==
<poem>
30 / Nibelunghi
 
\ Il suo destriero si adduce» pur anco,
Il suo destriero si adduce» pur anco,
; E tal servigio rade volte assai
E tal servigio rade volte assai
: Compiuto avea, perch’ci si stesse mai
Compiuto avea, perch’ci si stesse mai
1 Presso la staffa d’alcun prode. Intanto
1 Presso la staffa d’alcun prode. Intanto
: Da lor finestre ciò vedean le donne
Da lor finestre ciò vedean le donne
| Leggiadre e fiere. E veramente, ad una
Leggiadre e fiere. E veramente, ad una
| Foggia soltanto, i prodi alteri e baldi
Foggia soltanto, i prodi alteri e baldi
ì Simili avean fra lor lor bianche vesti
H E lor cavalli come neve bianchi
: E lor pavesi ben costrutti. Lungi
| Essi lucean de’ prodi ardimentosi
: Da le destre possenti. E le lor scile
Eran di gemme adorne, e i pettorali
Piccoli, e quei venian verso a le sale,
In cavalcando, di Briinhilde. In fulgido
Oro pcndean dai colmi pettorali
I sonagli ;sonagli e frattanto elli venièno
Di Briinhilde alla terra, in quella guisa
Che l’ardir li spingea, con le lor lancie
Line 4 637 ⟶ 1 928:
Ben costrutti, che agli uomini leggiadri
Fino agli sproni discendcan. Que' brandi
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/192]]==
<poem>
Nibelunghi
 
121
Recavano gli eroi ardimentosi
E acuti ed ampi. E ciò vedea Brunhilde,
Line 4 663 ⟶ 1 955:
Avea sua stanza l’inclita Brunhilde.
Fu dischiuso il castello, ampie le porte
 
122 I Nibelun
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/193]]==
<poem>
ghi
 
Furon dischiuse, c corsero all’incontro
Di Brunhilde le genti e ne la terra
Line 4 674 ⟶ 1 968:
Darci dovete i brandi e le lucenti
Corazze ancora. - Ciò non fia concesso,
Hàgen rispose di Tronèga; noiTronèganoi,
Noi medesmi portar vogliam quest’armi.
Ma il vero incominciò prence Sifrido
Cosi a ridir: CostumeridirCostume in tal castello
È questo si, questo vogl’io narrarvi,
Che niun ospite qui l’armi si rechi.
Via lasciate portarle ; e ciò per voi
Sarà ben fatto. - Assai di mala voglia,
Hàgen, l’uom di Gunthero, untai consiglio
•Seguiva; eSeguivae intanto agli ospiti novelli
Altri indisse recar giocondo un vino
E tutte cose provveder. Fùr visti
Molti leggiadri eroi, con vesti attorno
Degne di prenci, accorrere da tutte
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/194]]==
<poem>
Nibelunghi 123
 
Partì alla corte; ma d’assai più grande
Partì alla cortema d’assai più grande
Era agli ospiti arditi il riguardare ■ ).
A regina Brunhilde allor fu detto
Line 4 703 ⟶ 1 999:
Nel mio castello, e di che mai per voglia
Fin qui venian gli eroi. - De’ suoi consorti
Uno allor favellò: Poss’iofavellòPoss’io ben dirvi,
Donna, che niun di loro unqua non vidi,
Se pur togli che un v’ è che di Sifrido
Line 4 710 ⟶ 2 006:
Consiglio in tutta fé. L’altro compagno
È pur degno di lode, e s’egli avesse
•) Più che agli altri ei-oi, si guardava agli
stranieri allora venuti.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/195]]==
<poem>
124 / Nibcìungili
 
Poter di ciò, di principi su molte
Ampie terre ei saria signor possente,
Line 4 737 ⟶ 2 035:
Molte donne leggiadre. E di tal guisa
Suo vago aspetto, ed egli, in tutti pregi,
 
/ Nibelunghi 125
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/196]]==
<poem>
 
È baldo e ardito cavalier d'assai.
Disse allor la regina: OrreginaOr mi si porti
La mia corazza, e se venuto è il prode
Sifrido qui nella mia terra, amore
Line 4 757 ⟶ 2 058:
Elli e di più. Ciò fu rancura agli ospiti,
E da' lor seggi si levar d'un moto
: Arditi e baldi i cavalieri. Intanto,
Ratto che la regina il prò’ Sifrido
Scoverse, volentieri udrete voi
Ciò che a lui disse la regai fanciulla:
126 1 Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/197]]==
<poem>
Sifrido, in questa terra il benvenuto
Mi siete voi. Ma che vuol dir cotcsto
Line 4 777 ⟶ 2 080:
Ed ci ben volentier, venga qualunque
Cosa da ciò, porrebbe in te l’amore.
: Or tu frattanto con te pensa. Nulla
Fia che il mio prence ti condoni. Detto
Egli è Gunthero ed 6 monarca illustre,
E nulla in più desia, se l’amor tuo
Acquistarsi potrà. Volle che seco
Io qui venissi il nobile guerriero ;
Ma s’avess’io di tonto ricusarmi
Potere avuto in me, ben volentieri
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/198]]==
<poem>
Nibelunghi 127 |
 
Lasciato avrei cotesto. - Ed ella disse:
Poi ch’è tuo sire e tu se’ l’uom di lui, ;
Nel gioco ch’io gli pongo e ch'egli ardisce !
Pi sostener, s’egli ha vittoria certa,
! Io son la donna sua ; ma se eh’ io vinca =
1 Avvien, per tutti voi ne va la vita.
; Hàgenc allora di Tronèga disse:
: Donna, fateci almen questi tremendi
I Vostri giochi veder pria che vittoria
: Gunthero, il mio signor, confessi a voi,
\ Che ciò male saria. Ma si avvenente
Giovinetta davver! ch’eidavverch’ei vincer spera !
La plttra ei dee scagliar, dietro la pietra
Avventarsi d’un balzo e lanciar meco
Lanciotti acuti. Ma di tanto voi
Non v’aflrettate ! Perder qui potreste
E la vita e l’onor; dil’onordi ciò pertanto
Pensicr vi date, - favellò in tal guisa
L’amabil donna, e al suo signor frattanto
Line 4 811 ⟶ 2 116:
Ch’ci volesse dinanzi a la regina
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/199]]==
<poem>
128 / Nibelunghi
Tutto ridire il suo voler, del core
Sé da ogni affanno disciogliendo : A lei,
A lei dinanzi voi degg’io difendere
Con l’arte mia.-Dicea prence Gunthero :
Line 4 836 ⟶ 2 143:
Composta ad arte, di bei fregi adorna
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/200]]==
<poem>
llllllillllItHIIMIll +
 
1 Nibelunghi
129
Che scintillar vedeansi lunge. Intanto,
Agli eroi ino’ venuti alte minaccie
Si fean per vano ardir; n’eranardirn’eran turbati
Ed Hàgene e Dancwarto, e questo in core
Avcan grave pensici- quale del sire
Line 4 862 ⟶ 2 169:
Già segnato era il cerchio ove dinanzi
A molti arditi eroi, che furo addotti
 
*
</poem>
130 1 Nibelun
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/201]]==
<poem>
ghi
 
Questo a mirar, dovea compirsi ’l gioco,
Ed eran più d’assai che settecento
Line 4 876 ⟶ 2 184:
Eli’avesse a pugnar. Sovra la seta
Molti recava in or fregi lucenti
Intrecciati con arte ; eppur, sott’essi
Nobil candor del volto si mostrava
Meraviglioso. Gli alleati suoi
Line 4 882 ⟶ 2 190:
Tutto di fulgid’or portavan elli
Alto nel pugno, con fibbie d’acciaio,
Ampio e grande d’assai; sottod’assaisotto quel disco
Volea suoi giochi la leggiadra donna
Così compir. Ma dell’ampio pavese
Line 4 889 ⟶ 2 197:
Verdi com’erba, preziose gemme,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/202]]==
<poem>
I Nibelunghi 131
131
Che contro a l’or, con inclito splendore,
Luceano in varie guise. Oh ! ben gagliardo
Esser colui dovea cui simil donna
Saria propizia e amica ! Era la targa,
Come fu detto a noi, là sotto al culmo
Di tre spanne in grossezza, e la fanciulla
Sorreggerla dovea, d’oro e d’acciaio
Ricca e grave d’assai ; con tre consorti
Carreggiarla poteva un de’ valletti
A stento invcr. Ma come l’ampio scudo
Hàgene il forte là recarsi vide,
Ei, l’eroe di Tronèga, in corrucciata
Anima disse: odisseo re Gunthero mio,
Dove siam noi? Noi qui perdiam la vita !
Quella che amar cercate voi, del diavolo
È la mogliera ! - Questo udite ancora
Delle sue vesti, ch’ella avea si ricche.
Di seta d’Azagouc ella portava
Line 4 913 ⟶ 2 223:
Fra un luccicar di tinte. Alla donzella
Altri portava ponderoso e grande
f
</poem>
: 132 / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/203]]==
<poem>
\ E cuspidato un giavellotto, quale
 
: In ogni tempo ella scagliar solea,
E cuspidato un giavellotto, quale
| Immane e forte, sposso ed ampio. In guisa
In ogni tempo ella scagliar solea,
Immane e forte, sposso ed ampio. In guisa
{ Orrenda inver con la sua punta acuta
Squarci inferia l’arma tremenda. Intanto
: Udrete voi del pondo di quest’arma
: Cose narrar meravigliose. In essa
: Ben quattro masse in fulgido metallo
f Furon battute, c la recamo a stento •
: Tre de' valletti di Briinhilde. Allora
: Grave cura ad averne incominciava
: Gunthero illustre, onde in suo cor :
Deh ! questo
: Che mai sarà? pensò. Come, deh! comedehcome
: Di qui scampar, ben che d’inferno uscito,
: Il diavolo potria? Che s’io ritorno
: Di Borgogna nel suol con la mia vita,
: Lunga stagione assai dovrà costei
i Libera andar dall’amor mio ! - Quel prode
: Dancwarto allora, d’ Hàgene fratello,
: Cosi parlò : Mi tocca un pentimento
: Del cor per questo mio viaggio in corte.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/204]]==
<poem>
4*
 
/ Nibelunghi 133 f
Forti noi sempre ci chiamammo; cchiamammoc intanto :
Di qual mai foggia perderem la vita,
Noi, cui trarranno in manifesto esizio
In questo suol le donne ! E mi corruccia |
L'alto dolor che addotto qui mi sia.
Che se avesse nel pugno l'armi sue
Line 4 951 ⟶ 2 264:
Con dolcezza dovrian in loro orgoglio
Di Briinhildc le genti comportarsi
Tutte davver ! Sappiate voi di certo
Che in guardia clli starian. S'anche ben mille :
Giuramenti avcss'io per questa pace
Giurati qui, pria che morir vedessi
Il mio dolce fratei, dovria la vita
Perder cotesta si leggiadra donna.
Liberi e sciolti questa terra noi
Line 4 965 ⟶ 2 278:
Di tal virago si faria l’orgoglio.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/205]]==
<poem>
I4 +
 
i 134 / Nibelunghi
| Ciò che disse il guerrier, l'inclita donna 1
| Bene ascoltar potè, si che rivolta
: Indietro alquanto, con ridente bocca,
| Poi clic si forte ei si presume, disse,
: L’usbergo suo si gli recate. In pugno
: Date agli eroi lor armi acute assai.
| Tosto che racquistati aveano i brandi |
| Si come indisse la fanciulla, in volto
| Per molta gioia si fe rosso il prode
: Dancwarto. Or qui si giochi, ci disse allora, \
\ L’uom baldo c ardimentoso, or qui si giochi [
| Ciò che più si desia. Gunthero è invitto, £
| Poi clic abbiam noi quest’armi nostre. -
Grande :
| Virtù mostrassi di Briinhildc. A lei,
r Li dentro al cerchio, ponderosa e immane ;
j E grossa e tonda e smisurata assai
| Fu recata una pietra, e la recavano
: Dodici a stento valorosi e prodi
: Guerrieri suoi. Scagliato il giavellotto,
: Ad ogni tempo ella solca l’immane
£ Pietra avventar ; cosi avventa che grande |
*
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/206]]==
<poem>
I Nibelunghi 135
 
Fu corruccio ai Burgundi. Oh! per le mie
Fu corruccio ai Burgundi. Ohper le mie
Armi, Hàgene disse, il mio signore
Qual donna mai si fece amante ! Certo
Ch’ella dovea laggiù, nel buio inferno,
Al diavolo maligno andarne sposa!
Alle candide braccia ella frattanto
I bracciali si cinse, e incominciava
L’ampio scudo a brandir, levava in alto
II giavellotto, e l’orrida tenzone
Al principio venia. Già di Brunhilde
Temean lo sdegno e Sifrido e Gunthero,
Line 5 016 ⟶ 2 331:
Sifrido mi son io, l’amico tuo
Diletto c caro. Ben dèi tu, dinanzi
! Iti ili •••••• UH II III I Il HI
: 136 / Nibelunghi
: Alla
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/207]]==
<poem>
regina, da ogni affanno e cura
: Andar disciolto. Porgimi lo scudo,
: Lascia ch’io ’l rechi e nota con tua cura
: Ciò che dir m’udirai. Tu del trar colpi
: Fa i gesti e gli atti, ch’io la gran faccenda
: Da solo compirò. - Come s’accorse
| Chi veramente quei si fosse, n’ebbe
Prence Gunthero molta gioia. - Questa
i Astuzia mia tu dèi celar, soggiunse
Prence Sifrido, e nulla dime. E poco
| Vampo davver potrà su te menarne
: Questa regina, anche se il voglia. Vedi
: Ch’ella innanzi ti sta senza paura!
: L’inclita giovinetta un fiero colpo
: Sferrò contro uno scudo ampio e di nuova
| Foggia ed immane, cui recava in braccio
: Di Sigelinde il figlio, e ratto il fuoco
: Scintillò dall’acciar come se vento
: Entro soffiasse. Del lanciotto immane
: L’acuta punta attraversò lo scudo,
: Si che la fiamma lampeggiar fu vista
: Là per gli anelli. Vacillar di sotto
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/208]]==
<poem>
I Nibelunghi 137
Al fiero colpo gli uomini gagliardi,
E morti elli sarìan, se ivi mancata
Line 5 067 ⟶ 2 386:
Fatto mai non avrìa prence Gunthero !
Ma rilevossi rapida la bella
 
18
</poem>
138 I Nibelung
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/209]]==
<poem>
hi
 
Briinhilde e disse: Nobil cavaliero,
Briinhilde e disseNobil cavaliero,
Gunthero prence, grazie di tal colpo !
Ella credea che in suo vigor scagliato
Re Gunthero l’avesse. Oh! maOhma d’accanto
Furtivamente s’era posto a lui
Uom d’assai più valente! EllavalenteElla n’andava
Rapidamente, e n’era il cor sdegnoso.
Una pietra levò l’inclita donna
Line 5 094 ⟶ 2 414:
E dietro le balzò più lunge ancora,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/210]]==
<poem>
1 Nibelunghi 139
 
: K per l’arti sue belle ebbe di tanto
K per l’arti sue belle ebbe di tanto
: In si vigor, che nell’ardito salto
: PrenceIn Gunthèrsi portòvigor, conche sè. Ma ilnell’ardito salto
Prence Gunthèr portò con sè. Ma il salto
: Era compiuto, ma la pietra immane
Era compiuto, ma la pietra immane
: Là si giacca, ne altri si vide allora
Là si giacca, ne altri si vide allora
| Fuor che Gunthero valoroso e prode,
Fuor che Gunthero valoroso e prode,
: Ond’è che in volto si fi rossa e accesa
Ond’è che in volto si fi rossa e accesa
: Per disdegno Brunhilde. Allontanata
Per disdegno Brunhilde. Allontanata
: Di re Gunthero avea l'acerba morte
Di re Gunthero avea l'acerba morte
: Per tal’arte Sifrido ; e la fanciulla,
Per tal’arte Sifrido e la fanciulla,
: Ratto che vide a l’estremo del cerchio
Ratto che vide a l’estremo del cerchio
: Incolume l’eroe, con alta voce
Incolume l’eroe, con alta voce
: A’ suoi consorti così disse: Voi
A’ suoi consorti così disseVoi
: Rapidamente v’accostate, voi
Rapidamente v’accostate, voi
: Congiunti e amici mici. Tutti dovete
Congiunti e amici mici. Tutti dovete
: Farvi soggetti a principe Gunthero.
Farvi soggetti a principe Gunthero.
: Gli ardimentosi dalla man lasciaro
Gli ardimentosi dalla man lasciaro
: Cader loro armi, ed uomini valenti
Cader loro armi, ed uomini valenti
| A’ piè gittàrsi di Gunthero illustre,
A’ piè gittàrsi di Gunthero illustre,
: Della burgundia terra. Elli credeano
Della burgundia terra. Elli credeano
: Che compiuto egli avesse il fatai gioco
Che compiuto egli avesse il fatai gioco
: Col vigor di sua mano. E il nobil prence,
Col vigor di sua mano. E il nobil prence,
 
140 l
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/211]]==
<poem>
XtoehMghì
 
E cortese e gentil, pieno d’affetto
Li salutava, e lui prendea per mano
L’inclita giovinetta e concedea
Che là sire egli fosse. Oh ! ne gioia
Hàgene allora, l’uomo ardito e baldo.
Ella pregò chc il nobil cavaliere
Line 5 132 ⟶ 2 455:
Al nobil re migliori assai. Dancwarto
Ed Hàgene con lui senza rancura
Dovean di ciò piacersi. Oh! maOhma d’assai
Accorto era Sifrido agile e bello!
La sua cappa egli avea lunge recata
Line 5 138 ⟶ 2 461:
La ’ve sedute cran donzelle molte,
E al suo sire dicea (questo egli fece
Accortamente assai) : Deh ! che attendete,
O mio prence e signor ? Perche non date
Principio al gioco ornai quale v’ imparte
Qui la regina? Deh! vederDehveder ci fate
Ratto in qual foggia il compirete voi.
Come se nulla ei ne sapesse, l’uomo
 
I Nibelunghi 141
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/212]]==
<poem>
 
Comportavasi accorto, e la regina
Cosi parlò: Deh! comeparlòDehcome avvenne adunque
Che visto il gioco non abbiate voi,
Prence Sifrido, quale or qui compia
Line 5 156 ⟶ 2 482:
Sifrido si tenea, l’uom buono e forte,
Del Reno il sire sopra voi si vinse
Il fatai gioco ; ed è per ciò ch’è ignoto
Questo a Sifrido. - Cosi l’uom parlava
Di re Gunthero; eGuntheroe principe Sifrido:
Ben mi vien questo annunzio,
onde abbassata
Line 5 165 ⟶ 2 491:
Prence e signor. V’è d’uopo in fino al Reno
Di qui seguirci, nobile fanciulla.
L’inclita donna rispondea: NonrispondeaNon questo
Ancora esser potrà. Dònno di tanto
Aver contezza li congiunti miei,
 
: 142 / Nibelunghi
</poem>
| Li
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/213]]==
<poem>
mici consorti j nè poss’ io per lieve
 
: Ragion così lasciar questa mia terra.
mici consorti nè poss’ io per lieve
: È d’uopo sì che i miei più lidi amici
Ragion così lasciar questa mia terra.
| Qui sian raccolti in pria. - Da tutte parti
È d’uopo sì che i miei più lidi amici
: Ella fe’ cavalcar suoi messaggieri,
Qui sian raccolti in pria. - Da tutte parti
: Gli amici suoi raccolse ed i congiunti
Ella fe’ cavalcar suoi messaggieri,
= Ed i consorti suoi. Volle che ratto
Gli amici suoi raccolse ed i congiunti
: E senza indugi ad Isenstein venissero,
Ed i consorti suoi. Volle che ratto
r E ricche a tutti fe’ donar le vesti
E senza indugi ad Isenstein venissero,
: E pompose d’assai. Ad ogni giorno
r E ricche a tutti fe’ donar le vesti
| Quelli veniali, venian da mane a sera
E pompose d’assai. Ad ogni giorno
: Di Briinhilde al castello a torme a torme.
Quelli veniali, venian da mane a sera
| Ali ! ah ! che fatto abbiam qui noi, gridava
Di Briinhilde al castello a torme a torme.
| Hàgene intanto! Male assai che gli uomini
Ali ah che fatto abbiam qui noi, gridava
j Venisser qui da la vaga Brunhilde,
Hàgene intantoMale assai che gli uomini
| Noi stemmo ad aspettar ! Che s’clli vengono
Venisser qui da la vaga Brunhilde,
| Con lor schiere alla terra (ignota è a noi
Noi stemmo ad aspettar Che s’clli vengono
| La volontà della regina, e tutti
Con lor schiere alla terra (ignota è a noi
| Perduti siam s’ella s’adira), è nata
La volontà della regina, e tutti
I Per il nostro dolor, per nostra cura
Perduti siam s’ella s’adira), è nata
I Per il nostro dolor, per nostra cura
Grave ed acerba l’inclito fanciulla!
Io questo impedirò, dicca Sifrido,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/214]]==
<poem>
I Nibelunghi 143
 
Eroe gagliardo ; nè vogl’ io che avvenga
Eroe gagliardo nè vogl’ io che avvenga
Che cruccio alcuno abbiate voi. Recarvi
In questa terra di campioni eletti,
Line 5 202 ⟶ 2 532:
Nulla di me per voi si cerchi, ed io
Di qui ne andrò. Per questo tempo Iddio
Custode sia dell’onor vostro! IntantovostroIntanto,
Ritornando fra breve, io mille prodi
Qui v’addurrò, di tutti i forti in guerra
I migliori d’assai ch'io mi conosca.
Non v’ indugiate lungo tempo, allora
II prence favellò. Di vostr’aita
Lieti siam noi veracemente. — Disse:
Fra pochi giorni assai farò ritorno.
Che m’inviaste voi, dite a Brunhilde.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/215]]==
<poem>
i ninnili mi hi il imi nini iniii^A^
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/216]]==
<poem>
Avventura Ottava
In che modo Sifrido si recò
presso i Nibelunghi
Di là ne andava al porto in su l’arena,
Dove rinvenne il navicel, ravvolto
Line 5 225 ⟶ 2 558:
E ratto indi partia come se vento
Dietro soffiasse. Niun vcdea chi fosse
Il nocchier di quel legno, e il navicello
Agii scorrea per vigor de la mano
Sol di Sifrido, chè vigor possente
Era ben quello. Or, chi vcdea, pensava
Che vento impetuoso il navicello
 
19
</poem>
Uh 1 Nibelung
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/217]]==
<poem>
hi
 
Via sospingesse. Oh no! di Sigelinde
Via sospingesse. Oh nodi Sigelinde
Leggiadra il sospingea l’inclita prole!
Nel tempo che restò di tal giornata,
Line 5 240 ⟶ 2 574:
A rcgi'on Sifrido inclita e forte,
Ampia di mille miglia e più d’assai,
(Abitatori i Nibelunghi), dove
Ei possedea tesori ingenti. Solo
Venne quel forte ad un’isola, ed ampia
Era l’isola assai. Rapido il forte
E nobil cavalier legò alla sponda
Il navicello e venne al monte, dove
Stava un castello, e chiese ospizio, come
Fanno le genti dal viaggio stanche.
Line 5 256 ⟶ 2 590:
S’avvedea che da sez/.o era un gigante
Che guardava il castello, e sempre l’armi
- f
/ Nibelunghi 147
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/218]]==
<poem>
Teneasi a lato, qual dicea: Chi dunque
Teneasi a lato, qual diceaChi dunque
È costui che si forte i colpi mena
Sovra le imposte? — Là dinanzi il prode
Sifrido, allor, mutò la voce e disse:
Un cavalier son io. Deh! voiDehvoi m’aprite
Le porte, eh’ io potrei crucciarvi assai
Oggi qui innanzi, e crucciar chi si giace
Line 5 271 ⟶ 2 607:
L’armi vestite avea, l’elmo sul capo
Erasi posto ardimentoso e fero
Il gigante, e quest’ uom gagliardo e forte
Rapidamente tratto avea lo scudo
Spalancando le porte. Oh! com’Ohcom’ ei venne
Impetuoso allor contro a Sifrido !
Chi dal sonno destar, gridava il fero,
Line 5 280 ⟶ 2 616:
E l’inclito stranier studio ponca
In ripararli. Ma d’ un colpo solo
1)' una sbarra di ferro a brani attorno
</poem>
148 I Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/219]]==
<poem>
 
Fe’ de le porte l’orrido custode
I gheroni cader, sì che all’eroe
Grave distretta era cotesta ; e in parte
Incominciava a paventar la morte
Si/rido inver, che forti i colpi suoi
Di quelle porte il guardlan menava ;
Eppure, ei n! eranera ancor nel suo desire
Satisfatto, chè all’orrido custode
Sifrido era signor. Pugnaron elli
Di cotal foggia che il castello intorno
Tutto ne risuonò. De’NibelunghiDe’
Tutta echeggiar s’udìa la sala, e il prode
Di tanto superò quel de le porte
Ardito guardlan, che di catene
II fe’carco. Davver! cheDavverche la novella
Per la terra n’andò dei Nibelunghide!
Lungi, per la montagna, udì frattanto
L’orrida pugna un selvatico nano,
Line 5 306 ⟶ 2 644:
Ove rinvenne l’ospite, l’illustre,
Inclito assai, che avea di ceppi carco
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/220]]==
<poem>
Nibelunghi 140
 
Il gigante gagliardo. Era Alberico
Il gigante gagliardo. Era Alberico
Fiero c forte davver. L’elmo ei portava
E la corazza alla persona e in pugno
Line 5 319 ⟶ 2 659:
Colpi si forte innanzi da la mano
L’ampio pavese, che in frammenti attorno
Il fe’ cader. Già l’ospite gagliardo
Viene in rancura per la dolce vita.
Via gittò dalla man l’infranto scudo,
Il brando, lungo assai, nella guaina
Rimandò ancor, chè a morte ei non volea
Trarre il suo servo. Gli atti suoi contenne,
Nobil costume suo come allor volle.
: Con le forti sue mani egli avventossi
j Ad Alberico. Per la barba ei prese
\ L’uom vecchio assai e trasselo di foggia
f Ruvida si, che quei le voci sue
Alte d’assai levò. Quel trar feroce
</poem>
150 1
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/221]]==
<poem>
Nibelunghi
 
Del giovinetto eroe fe’ ad Alberico
Rancura grave; egravee il nano ardimentoso
Cosi gridava intanto : Oh ! mi lasciate,
Oh! miOhmi lasciate illeso! EillesoE s’io potessi
Farmi d’ altrui senza un altro guerriero
Al qual già feci sacramento io stesso
Line 5 348 ⟶ 2 689:
Qual nome avete voi? — Detto son io
Sifrido, ei disse, e credo ancor che noto
Io ben vi sia. — Disse Alberico, il nano :
Buona per me questa novella, ed io
Esperienza fei per l’opre vostre
Line 5 356 ⟶ 2 697:
Pur che voi mi lasciate. — Ora v’ è d’uopo,
Disse prence Sifrido, irne veloce
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/222]]==
<poem>
Nibelunghi
 
E qui addurmi gli eroi, quali abbiam noi j
Migliori in guerra, mille Nibelunghi.
Ei dènno qui vedermi. — E niuno intese È
Allor da lui perchè gli eroi bramasse.
Line 5 366 ⟶ 2 709:
E li sciolse al gigante, ed Alberico
Rapido corse ove rinvenne i prodi.
Ei, con gran cura, i Nibelunghi eroi
Destando, disse : Eroi, sorgete ! Voi
Tutti a Sifrido andar di qui dovete.
Balzaron dai giacigli e furon presti
Rapidamente; milleRapidamentemille si vestirò
Agili cavalieri c sceser tostò
Là ’ve Sifrido ei rinvenian. Cortesi
Furon saluti, anche con opre in parte, *) |
E furo accese molte lampe e indetta
Fu la bevanda attorno, e perchè ratto
Line 5 380 ⟶ 2 723:
>) Cioè anche con atti di ossequio, inginoc¬
chiand
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/223]]==
<poem>
osi.
:
152 I Nibelunghi
Di qui partirvi sovra l’onde. — Accinti
E pronti ei ritrovò gli eroi valenti.
Line 5 392 ⟶ 2 736:
Da che alla terra di Briinliilde insieme
Andarne elli dovean. Disse quel prode :
O buoni cavalieri, ecco vogl’ io
Dirvi sol questo, perchè voi pompose
Vesti d’assai rechiate a quella corte,
Line 5 399 ⟶ 2 743:
Ornar v’è d’uopo di assai vesti buone.
Ad un mattino, al primo albor, levarsi
D’un moto. Si davver ! che agili e pronti
I compagni rinvenne il prò’ Sifrido !
Buoni destrieri e vestimenta ricche
Elli portar con sè; cosìsècosì ne andavano,
Di cavalieri in nobile costume,
Di Brunhilde alla terra. Agli sporgenti
Merli del borgo si vedean fanciulle
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/224]]==
<poem>
1 Nibelunghi
1
153
Amorose guardar, ma la regina,
| Qualcun sa forse, dimandò, chi mai
I Son cotesti eh’ io veggo là sul mare
: Cosi da lungi navigar? Egli hanno
Neve son bianche. — Così disse allora
Del Reno il prence : Ei sono i prodi miei
Ch'io nel viaggio prossimi lasciai,
A’quali or feci invito; edinvitoed elli, o donna,
Son giunti intanto. — Agli ospiti preclari
Grandi fecersi allor segni d’onore.
Line 5 425 ⟶ 2 771:
Signore il re, dir mi dovete voi
Se accoglier deggia gli ospiti venuti
0 il saluto niegar. — Disse : A incontrarli
Fuor del palagio si dovete voi
Muovere, o donna. Intendan essi ancora
Line 5 432 ⟶ 2 778:
Con diverso saluto ella fra gli altri
Ampie le vele, che più assai d’intatta
 
JO
</poem>
154 1 Ifibthmg
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/225]]==
<poem>
hi
 
Sifrido distingue». ■) Lor si apprcstaro
Acconci ostelli e di lor vesti ancora
Altri cura si prese ; e tanti in quella
Terra allor disccndean ospiti in folla,
Che insiem da tutte parti in moto alterno
Line 5 444 ⟶ 2 791:
Ai loro alberghi di Borgogna in core
Avean desire i più gagliardi. Allora
La regina parlò: D’animoparlòD’animo grato
Esser vo’ per colui che attorno a’ miei
Ospiti e a quelli del mio re pur anco
Line 5 453 ⟶ 2 800:
Cura alle chiavi de’ tesori, ed io
Di spartir si m’affido. E se, dicea
') Lo salutò diversamente, perchè Sifrido
si era detto servo di Gunthero, ovvero per-
che essa l’aveva conosciuto prima. Intorno a
ciò, vedi l’Introduzione premessa da noi al
Poema.
 
/ Nibelung
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/226]]==
<poem>
hi 155
 
Il nobil cavalier, vituperosa
Il nobil cavalier, vituperosa
Cosa ne vien, ch’ella sia mia, vogliate.
E perchè liberal ne’ doni suoi
Egli era, ei ben di ciò fe’ nobil mostra.
Poi che a l’ufficio delle regie chiavi
Il fratei d’Hàgen cosi attese, molti
Incliti doni attorno diè la mano
Del nobile guerrier. Chi disiava
Un marco, ebbe da lui dono in tal copia
Che vita allegra ben potean menarne
I poverelli tutti. Ad infiniti
Ei donò quasi mille libbre, e molti
Andar per l’aula con si ricche vesti
ì Che si nobili panni unqua in lor vita
j Non recamo davver. Seppe cotesto
ì La donna, e vero duol le fu cotesto.
\ Signore il re, di ciò ben io vorrei,
: La regina parlò, mancanza avermi,
Che niuna di mie vesti a me reliquia
II vostro servo lasciar voglia. Tutto
Egli disperde l’oro mio. Per sempre
D’alma riconoscente io per colui
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/227]]==
<poem>
156 / Nibelunghi
Sarò, che questo cessi. Ei si copiosi
I doni spande, che pensar mi sembra,
Questo guerrier, eh’ io in’ abbia fatto invito
: Alla mia morte. *) Or io più lungo tempo
L’oro mio vo' curar ; penso che ancora
Spender poss’ io ciò che lasciommi il padre.
Davver che la regina unqua non ebbe
: Più liberale camerlingo ! — Disse
: Hàgene di Tronèga : A voi sia detto,
: Donna regai, che tant’oro sul Reno
: E tante vesti da donarsi attorno
| Ha il nostro re, che bisogno non tocca
: A noi di qui recarci alcuna veste
: Che di Britnliilde sia. — No! laNola regina
: Cosi rispose ; pel mio amor lasciate
: Ch’io venti scrigni facciami di drappi
: Serici e d’or ricolmi, onde poi doni
: Questa mia man ne dia, ratto che giunti
: Saremo noi di Gunthero alla terra !
Cioè come se io volessi morire e perciò
t
1
’) Cioè come se io volessi morire e perciò
donassi tutto ciò che posseggo.
 
.
</poem>
*
/ Nibelungh
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/228]]==
<poem>
i
 
157
Altri frattanto le colmò gli scrigni
Di preziose gemme, e seco andarne
Line 5 520 ⟶ 2 868:
Ch’ella fidanza non avea nell'uomo
Di Giselhcro. A rider di cotesto
Gunthero ed Hàgen fer principio allora. \
Ma la regina disse : A chi frattanto
Lascierò la mia terra? K la mia mano
E la vostra pur anco ordine in pria
In ciò porranno. — Or fate voi, rispose :
Il nobil sire, che qui venga alcuno
Che a tal fin più vi piaccia, e noi farcmlo ;
Vostro vicario qui. — La donna allora
Vide al suo fianco un de’ congiunti suoi ;
Più prossimi (fratello era alla madre
Costui della regina), e la fanciulla
Disse al congiunto suo: VogliatesuoVogliate voi
Che affidati vi sian questi castelli
: E la mia terra ancor, fin che comando
: Abbia quaggiù di re Gunthèr la mano.
: Da’ suoi consorti venti volte cento
: Uomini scelse, quali fra i Burgundi
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/229]]==
<poem>
i 158 / Nibelunghi
 
: Seco andarne dovean. Mille guerrieri
Seco andarne dovean. Mille guerrieri
r De’ Nibelunghi de la terra aggiunti
De’ de la terra aggiunti
i Furon pur anco; ed al viaggio tutti
i Furon pur ancoed al viaggio tutti
: S’apprestar, chè fùr visti in su le arene
S’apprestar, chè fùr visti in su le arene
: Cavalcando partir. Menaron seco
Cavalcando partir. Menaron seco
: Ottanta donne e sei, cento pur anco
Ottanta donne e sei, cento pur anco
: Fanciulle, di cui molto era avvenente
Fanciulle, di cui molto era avvenente
: La persona leggiadra. Ecco, indugiarsi
La persona leggiadra. Ecco, indugiarsi
i Non molto tempo ancor, ch’elli partirne
| Volean; maVoleanma quelli che restar, deh! quantodehquanto
: Feron principio al lagrimar! LasciavalagrimarLasciava
: La patria terra l’inclita fanciulla
; In nobile costume, e tutti intanto
i Gli amici suoi più prossimi baciava,
: Quanti a sè accanto ella trovò. Sen vennero
: Con onesti commiati al mar su l’onde,
: Ma la fanciulla non tornò più mai
: De’ suoi padri alla terra ! — Ecco, s’udivano
: Lungo l’andar vari concenti ; egli ebbero
: D’ogni sorta sollazzi. Al lor viaggio
: Vento di mar si aggiunse amico, ed elli
: Dalla sponda partir con molta gioia.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/230]]==
<poem>
r
 
l AUhiunghi 159 :
Ma la regina il suo signor non volle |
Nel suo viaggio compiacer d'amore,
Line 5 574 ⟶ 2 925:
Gioia e letizia co’ lor prodi in guerra.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/231]]==
<poem>
4
 
*
</poem>
*
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/232]]==
<poem>
 
Avventura Nona
In che modo Sifiìido fu mandato a Worms
Poi ch'elli viaggiar per nove interi
Giorni sul mare, cosi disse primo
Hàgene di Tronèga: OraTronègaOra ascoltate
Ciò ch’io dirovvi. Troppo lungo indugio
Avemmo noi con le novelle nostre
A Worms, al Reno, da inviarsi. Eppure
I vostri messi già dovrian la terra
Aver toccata de' Burgundi. — Allora
Prence Guntliero così disse: VoidisseVoi
Detto m’avete il ver. Ma niun più acconcio
Per tal viaggio ne saria di voi,
Hagèn diletto. Alla mia terra adunque
 
*
</poem>
*
*
102 1 Nifolunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/233]]==
<poem>
 
Piacciavi cavalcar. Niuno agli amici
Meglio potria di voi questo viaggio
Line 5 603 ⟶ 2 957:
Ed atto messaggier, no, non son io,
Hàgene rispondea. Fate che ufficio
10 curi sol di camerlingo, eh’ io
Qui rimaner su l’onde vo’, d’accanto
A le donzelle, e custodir lor vesti,
Line 5 613 ⟶ 2 967:
Da tal viaggio si ritrae, con dolce
Atto ed amicamente e per l’amore
11 dovete pregar di vostra suora.
Cosi del prode fe’ ricerca il sire,
E venne il prode, ratto che qualcuno
Line 5 620 ⟶ 2 974:
Ci facciam noi, degg’io miei messaggieri
Alla diletta mia sirocchia, a mia
 
f t
</poem>
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/234]]==
<poem>
iVibehniglii 163 ;
 
: Madre ancora, inviar, che noi pel Reno =
Madre ancora, inviar, che noi pel Reno =
: Ci avviciniamo. E di cotesto voi
Ci avviciniamo. E di cotesto voi
: Prego, o Sifrido. Questo mio desire
Prego, o Sifrido. Questo mio desire
: Deh! mi compite, perch’io sempre poi
Dehmi compite, perch’io sempre poi
: Vi sia devoto. — Cosi disse il prence,
Vi sia devoto. — Cosi disse il prence,
: Eletta spada. Ma Sifrido, ci forte
Eletta spada. Ma Sifrido, ci forte
: Ardimentoso, ricusando stette,
Ardimentoso, ricusando stette,
: Fin che Gunthero a supplicar d’assai
Fin che Gunthero a supplicar d’assai
: Incominciò. Per l’amor mio, dicea,
Incominciò. Per l’amor mio, dicea,
: E di Kriemhilde per l’amor, la vaga
E di Kriemhilde per l’amor, la vaga
: Fanciulla, perchè poi meco devota
Fanciulla, perchè poi meco devota
f Ella vi sia, la nobile donzella,
f Ella vi sia, la nobile donzella,
: Partir v’è d’uopo cavalcando. — Ratto j
Partir v’è d’uopo cavalcando. — Ratto j
: Che udì cotesto principe Sifrido,
Che udì cotesto principe Sifrido,
: Accinto e pronto fu al viaggio il prode. =
Accinto e pronto fu al viaggio il prode. =
Or m’imponete ciò che più v’è a grado, |
Or m’imponete ciò che più v’è a grado, |
Chè nulla a voi si negherà. Cotesto
Io volentier farò per la fanciulla
Leggiadra tanto. Ricusarmi a quella
Che porto in cor, come potrei ? Qualunque f
Cosa per lei chieggiate voi, d’un tratto ;
Sarà compiuta. — Alla mia madre adunque, :
 
*4
</poem>
16» / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/235]]==
<poem>
 
Ute regina, dite voi che in questo
Nostro viaggio d’animo giocondo
Ed alto siamo noi. Fate che sappia
Il fratei mio come per noi raggiunta
Sia la meta; emetae v’ò d'uopo està novella
A’ nostri amici anche ridir. Nascondere
Nulla dovete a mia sirocchia bella,
Line 5 670 ⟶ 3 027:
Che appreso avrà eh’ io son giunto alla terra
Con questi ospiti miei, la donna mia
: Diletta accolga con amor sollecito,
:
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/236]]==
<poem>
4
/ Nibelunghi
Con molta cura, per ch’io poi devoto
A Kriemliilde mi sia per tutto il tempo.
Line 5 685 ⟶ 3 041:
Esser già non potea messo migliore
Su questa terra. A Worms ei cavalcava
Con ventiquattro valorosi; evalorosie detto
Poiché fu allor che Sifrido redia
Senza il suo re, ciò fu rancura a tutti
Li suoi consorti con dolor. Torneano,
Temeano ei si che là rimasto fosse
Il lor prence e signor. Ma quei balzare
Da' lor destrieri, e superi» per gioia
Lor alma era d’assai. Rapido corse
Incontro a lor Gislhero, il buono e giovane
Prence, e Gernòt, fratello a lui. Deh ! quanto
{ Ei concitato favellava, ratto
] Che appo Sifrido re Gunthèr non scorse !
! Il benvenuto siate voi, Sifrido.
I E farmi udir dovete voi il mio
:
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/237]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
Fratello, il re, dove lasciaste. Tolte»
Ce l’ha Briinhilde vigorosa, credo !
Cosi saria qucll’amor suo superbo
Addivenuto in nostro danno assai !
Ogni affanno lasciate ! A voi, a tutti
Li suoi congiunti esti compagni miei
Recano il suo saluto. E illeso e incolume
Line 5 720 ⟶ 3 077:
E Gunthero e Briinhilde. Alto e giocondo
È stato d’ambedue. — Cosi rispose
Giselhèr giovinetto : E però è d’uopo
Che a lor ne andiate voi, che a mia sirocchia
Cosa feste ben cara ; •) ed ella intanto
') Venendo per il primo a dar novelle.
 
*
</poem>
/ Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/238]]==
<poem>
167
 
Grave porta dolor pel fratei mio.
V'olentier la fanciulla (io ve ne sono
Line 5 750 ⟶ 3 108:
A lor vesti balzar, le cinser tosto,
E pregar che venisse incontanent
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/239]]==
<poem>
e
 
; 163 / Nibelunghi
£ Sifrido in corte. Ed ei ben fea di buona
: Voglia cotesto, ch’ei vedea le donne
: Volentieri d’assai. Kriemhilde illustre
: Graziosa gli disse : Oh ! benvenuto,
: Sifrido, siate voi, buon cavaliero
: Degno di lode ! Ov’ è il fratello mio,
: Gunthero, il nobil re, possente e ricco ?
| Di Brunhilde per man, la vigorosa,
: Perduto l’abbiam noi, credo. Fanciulla
| Misera che son io, qual venni al mondo!
: L’ardimentoso cavalicr rispose :
: Or la mercè di messaggier mi date !
: Voi, leggiadra donzella, oh ! voi per nulla
: Vi state a lagrimar. Illeso e incolume
f II lasciai; elasciaie cotesto io qui vi rendo
: E manifesto e noto. A voi con queste
: Novelle m’invìaro. Egli e la sua
: Donna diletta con amor del core,
£ Nobil regina, v'ofiron graziosa
: Lor servitù. Lasciate adunque il pianto,
: Che giunger tosto ei vonno. — In lungo tempo
: Più gioconda novella unqua non ebbe
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/240]]==
<poem>
4*
/ Nibelunghi
La giovinetti. Con un lembo, candido
Quant’ è la neve, di sue vesti, i begli
Line 5 795 ⟶ 3 156:
Per sempre adunque. — S’io soltanto avessi
Trenta terre, ei dicca, dalla man vostra
Io pur sempre torrei ben volentieri
Un vostro dono. — E ciò si faccia, disse
Quella, ricca di pregi ; e fe’ comando
: Che ne andasse un valletto incontinente
I Pel guiderdon del nobil messaggiero.
pietre buone ventiquattro anelli
un inni
170 I Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/241]]==
<poem>
 
EUa gli dava in guiderdon. Ma l'alma
Di quel gagliardo anche era tal, che nulla
Line 5 810 ⟶ 3 174:
Ratto, a l'istante. Suoi servigi ancora
Graziosa gli oflria di lei la madre,
E l’uomo ardito le dicea: PiùdiceaPiù assai
I' ri dirò di quanto il re vi prega
Tosto che al Renoei giunga. E se voi, donna,
Line 5 816 ⟶ 3 180:
Devoto egli sarà. Udii che questo
Egli desia che agli ospiti suoi ricchi
Facciate oneste le accoglienze ; ancora
Conceduto gli sia che a Worms innanzi
Uscir vogliate cavalcando voi
Line 5 825 ⟶ 3 189:
L’amorosa fanciulla. E diniegata
Cosa non gli sarà, di che servigio
Io far gli possa: epossae con amica fede
 
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/242]]==
<poem>
Nibelunghi 171
Ciò per lui si farà. — S’accrebbe in lei
Color del volto, qual per gioia assunse.
Line 5 836 ⟶ 3 201:
L’inclita donna. In qual atto d’amore
Vero c perfetto da le donne il prode
Prese commiato allor ! Ma di Borgogna
Facean gli croi quanto indicca Sifrido.
Sindolto e Hunoldo e Rumoldo guerriero,
Line 5 850 ⟶ 3 215:
Molte leggiadre giovinette. Allora,
Per gli ospiti venienti, in ogni parte
Il palagio adornossi e le pareti
*
</poem>
172 / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/243]]==
<poem>
 
Pur anco s’adornàr. Di re Gunthero
L’aula con arte s’impalcò da molti
Line 5 861 ⟶ 3 228:
Di quella terra dei tre re i congiunti,
Che altri inviò perchè aspettar dovessero
Chi là venir bramava; ebramavae da’ forzieri
Vesti fùr tratte assai pompose. Allora
Dato fu annunzio che vedeansi ornai
Line 5 867 ⟶ 3 234:
Di Briinhilde regina, e si levava
Del popol fra le turbe alto un tumulto
Per la burgundi» terra. Oh ! quanti eroi
Vidersi allor d’ambe le parti accolti !
Kriemhilde bella favellò: VoifavellòVoi tutte,
Ancelle mie, che meco esser bramate
Là ’ye accórrem gli ospiti nostri, fuori
Line 5 876 ⟶ 3 243:
Laude con molto onor darassi a noi.
Vennero i prodi ancora. Elli fean cenno
 
*
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/244]]==
<poem>
1 Nibelunghi 173
 
Di là recar dipinte in fulgid'oro
L’inclite selle, che montar le donne
Doveano a AVorms, là presso al Reno.
Oh ! mai
Veder non si potean più belle e acconcie
Equine barde! Oh! quant’orobardeOhquant’oro lucente
Sui palafreni sfavillò ! Splendeano
Molte nobili gemme in su le briglie,
E i dorati sgabelli in su lucenti
Strali di seta ■) altri a recar fu pronto
Per le fanciulle. D’anima gioiosa
EU’erano davver ! Già stavan pronti
In corte, per le nobili fanciulle,
Coni’io v’ho detto, i palafreni, e questi
Line 5 897 ⟶ 3 266:
Drappo di seta che alcun dir vi possa.
Anche fùr viste ottantasei matrone
: Uscir, cheavcan ghirlande. Appo Kriemhilde
: Venian coteste assai leggiadre e vesti
: ') Sgabelli per montare a cavallo (Bariseli). :
l 4
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/245]]==
<poem>
174 / Nibelunghi
Recavano lucenti. Anche venièno
Molte vezzose giovinette, adorne
Line 5 919 ⟶ 3 289:
Grande ben s'addicean. — D’anima vile
Saria colui che acerbo e riottoso
Contro ad alcuna fosse stato ! — E molte
Si rinvennero allor vesti pregiate
Di zibellino e d’armellin ; ben molte
E braccia e mani s’adornàr d’anelli
E di smanigli in sui drappi di seta
Ch’elle recar dovean. Ma niuno invero
Potria tal cura in sino al fin narrarvi.
 
..«4»
</poem>
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/246]]==
<poem>
Nibelunghi 175 :
 
Cintole molte, artificiose e ricche
E lunghe assai, su le vesti lucenti
Furono avvinte allor da molte mani,
I lembi a rattener nobili e ricchi
Di ferrandina in arabica seta,
E l'inclite fanciulle avena di tanto
Alta letizia assai. Molte leggiadre
Fanciulle ancora, graziosamente,
Eran succinte in fibbie ; e ciò polca
Esser d’affanno a lor che in su le pinte
Vesti non tanto rilucesse il vivo
Color de le lor gote. Oh! siOhsi leggiadro
Corteggio ora non ha di regi un figlio !
Poi che vestite le amorose donne
Line 5 949 ⟶ 3 320:
Aste di legno di compatta quercia
Altri apportava con pavesi e scudi.
 
*
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/247]]==
<poem>
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/248]]==
<poem>
Avventura Decima
In chc modo BkuNHH.de fu ricevuta a Worms
Di là dal Reno, con alquante squadre
E con gli ospiti suoi, verso la sponda
Il re fu visto avvicinarsi. Ancora
I cavalier fur visti per le redini
Le fanciulle guidar. Tutti eran pronti
Quei che accòrli dovean. Ma quando giunsero
Sui navicelli quei d’Islanda e quelli
De’ Nibelunghi ancor, uomini addetti
A principe Sifrido, elli ne andarno
Ratto alla terra (infaticata assai
»
</poem>
178 / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/249]]==
<poem>
 
Era lor man possente), ove, su l’altra
Sponda, gli amici si vedean del prence.
Line 5 990 ⟶ 3 367:
Donne cotante insiem raccolte. Allora
Molti là si vedean armeggiamenti
 
*•
</poem>
*
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/250]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
171
Guidar gli croi degni di lode (male
Altri cotesto tralasciato avria), >)
Line 6 002 ⟶ 3 379:
Donne leggiadre ed avvenenti assai.
Già di qua co’ più degni ospiti suoi
Era giunto il signor. Deh! quanteDehquante forti
Aste di prodi a le donzelle innanzi
Furono infrante! einfrantee ben s’udia nell’urto
Fragor di molti scudi. Oh! quanteOhquante colme
Sporgenze di pavesi al fiero scontro
Alto romoreggiàr! MaromoreggiàrMa là sul porto
Stavano le donzelle innamorate,
E con gli ospiti suoi prence Gunthero
Line 6 014 ⟶ 3 391:
Vivacemente e le vesti pur anco
L’une con l’altre scintillar di contro.
') Sarebbe stato sconveniente il tralasciar
questi armeggiamenti, perchè erano d’uso
nelle accoglienze solenni.
*
*
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/251]]==
<poem>
180
 
I Nibelunghi
Donna Kriemhilde in nobile atto venne
Là 've Brunhilde e li consorti suoi
Line 6 030 ⟶ 3 406:
A nobile costume era cotesto.
E disse allora graziosamente
Kriemhilde giovinetta : Oh ! voi dovete
Esserci benvenuta in questa terra
Per me, per la mia madre e pei fedeli
Amici, quanti ne abbiam noi ! — Si fece
Da Brunhilde un inchino. Ambe le donne
Forte si strinser fra le braccia allora,
Line 6 043 ⟶ 3 419:
Tutte fùr su le arene di Brunhilde
Insiem le donne, in atto grazioso
') Indietro dalla fronte.
/ Nibelunghi 181
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/252]]==
<poem>
Fùr prese per la man da valorosi
Eroi ben molte donne adorne e belle,
Line 6 052 ⟶ 3 430:
Tempo trascorse pria che lor saluti
Ne venissero al fin. Molte toccaro
Bocche rosate molti baci ; e intanto
Che stavansi vicine ambe le ricche
Figlie di re, molti gagliardi, degni
Line 6 059 ⟶ 3 437:
Che donne vaghe si com’ ambo queste
Non vide alcun giammai, con occhi intenti
Or riguardava; eriguardavae l’a!Termava intanto
Senza menzogna, nè vedca per tutta
La lor persona alcun inganno. •) E quelli
Line 6 065 ⟶ 3 443:
E persone avvenenti, alto lodavano
Per sua beltà di Gunthero la donna,
') Cioè bellezza procurata ad arte con bel¬
letto c pittura.
 
182 I
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/253]]==
<poem>
Nibelunghi
 
Ma ognun più esperto, che miglior veduta
Ebbesi allor, che preferir poteasi
Line 6 092 ⟶ 3 472:
Ampia la terra. Ma i veraci croi
Si conobbero allor. Molle fanciulle
 
■*
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/254]]==
<poem>
1 Nibelunghi
 
l Ciò che feano armeggiando i cavalieri,
Ciò che feano armeggiando i cavalieri,
§ Stavansi a rimirar; constami intanto
Stavansi a rimirarconstami intanto
: Che dinanzi a le tende assai ritorni
Che dinanzi a le tende assai ritorni
: Fe’ cavalcando principe Sifrido
Fe’ cavalcando principe Sifrido
\ Co’ suoi guerrieri. Egli adducea ben mille §
Co’ suoi guerrieri. Egli adducea ben mille §
] Gagliardi eroi di Nibelunghi. Allora
] Gagliardi eroi d. Allora
ì Hàgene di Tronèga, a ciò che indisse
: I.’ospite suo regai sè conformando,
I Là nel mezzo venia. L’aspra tenzone
E Divise amicamente il valoroso
: Di foggia tal, che da la polve intatte
: Lasci&r le vaghe giovinette i prodi,
| E, da gli ospiti accolti, volentieri
E Di lui consiglio si seguia. Parlava
: Sire Gemòt frattanto : I palafreni
; Starsi lasciate qui, fin che cominci
= L’aria fresca a venir. Potremo allora
z Incominciar cosi le vaghe donne
: A servir noi, menandole rimpetto
l All’ampio ostel del sire. E allor che voglia :
È II sire cavalcar, siate voi pronti.
I Poi che disciolta fu per tutto il loco
:
</poem>
184 / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/255]]==
<poem>
 
L’aspra tenzone, sotto a molti vennero
Eccelsi padiglioni a sollazzarsi
I cavalieri, ei si, d’alta letizia
Appo le donne per desio. Ma quando.
Poco prima del vespro, allor che il sole
Già tramontava e fresca già si fea
L’aria a l’intorno, perché a lungo ancora
Altri là non restasse, ecco ! levarsi
Al borgo per tornar uomini e donne,
E con occhi guardavasi amorosi
Line 6 142 ⟶ 3 526:
Figlia sua, con le ancelle, in ampie stanze
Insieme ritornar. S’udiano intorno .
IIMIMIIIIMIIIIIItlllllllllllUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIII
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/256]]==
<poem>
I Nibelunghi 185
 
Da tutte parti altissimi di gioia
Strepiti e voci. Furon pronti i seggi,
Line 6 156 ⟶ 3 541:
Seggi fùr posti per la gente umile
E deschi ampi d’assai colmi di cibi.
Di ciò ch’ei dènno aver, deh ! quanto poco
Allor fu manco ! E si vedeano attorno,
Daccanto al re, molti ospiti possenti,
E dell’ospite regio i famigliati
In coppe in fulgid’or l’acqua alle' mani
Recavano. Dawer! ch’egliDawerch’egli saria
Leggiero fallo, se dicesse a voi
Qualcuno mai che fu miglior servigio
D’altri principi in feste. ■) Io non vorrei
') Detto con ironia. Cioè sarebbe un gran
fallo.
 
24
</poem>
ISò / Nibelung
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/257]]==
<poem>
hi
 
Creder cotesto inver ! Ma pria che l’acqua
Creder cotesto inver Ma pria che l’acqua
Si prendesse alle man del Reno il sire,
Ciò che a lui si addicea, fe’ prontamente
Line 6 183 ⟶ 3 569:
Donna Brunhilde, la sorella. Or dove,
Dove n’ è ito il giuramento ? E invero
10 mi son preso nel viaggio vostro
Assai travaglio! —travaglio— All’ospite rispose
11 prence allora:prence DialloraDi cotesto voi
Ben giustamente mi ammoniste. Mai,
Mai non sarà che in ciò spergiura sia
Line 6 194 ⟶ 3 580:
A re Guntliero ella venisse in corte.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/258]]==
<poem>
IIIIIHIIMIII
 
/ Nibelunghi 187 :
Con molte vaghe giovinette andava
AUa sala Kriemhilde, allor che d’alto,
Dall’un de’ gradi in giù, balzò Gislhero :
E disse: OrdisseOr fate voi che le fanciulle
Tornino a dietro. Mia sirocchia sola
Esser qui dee daccanto al re. — Fu addotta
Line 6 211 ⟶ 3 598:
Alla mensa regai donna Briinhilde.
Prence Gunthero cosi disse allora :
Sorella mia diletta assai, deh ! solvi
Un giuramento mio con la tua stessa
Alta virtù! ConvirtùCon giuramento a un prode
Io ti promisi. Ov’ei di te si faccia
Inclito sposo, con perfetta fede
Di me la volontà compiuta avrai.
Disse l’illustre giovinetta: MiogiovinettaMio
Fratei diletto assai, me non dovete
 
Itili 4
</poem>
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/259]]==
<poem>
Nibelunghi
 
Per nulla supplicar. Di tale io sempre
Esser vo’, cui promesso abbiate voi;
Line 6 242 ⟶ 3 630:
Di Niderlànd il nobile signore.
Ratto che il prode sposa sua la disse
') Fu segnato un circolo in terra, entro al
quale si doveano tenere i due fidanzati.
*"
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/260]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
E la fanciulla lui, la giovinetta
Amorosa cosi fu da le braccia
Di Sifrido raccolta. Eravi pronto
Il valoroso, e la bella regina
Degli eroi nel cospetto ebbesi un bacio. :
La compagnia si separava. E accadde \
Che fu visto sedersi appo Kriemhilde
Prence Sifrido al seggio di rincontro.
Molta gente il servia; vedeansiserviavedeansi andarne :
I Nibelunghi seco. Or, li di contro
Con Briinhilde fanciulla era seduto
Prence Gunthero, ed ella (oh ! si gran doglia :
Non le fu data mai ! ) appo Sifrido
Seder vedea Kriemhilde. Incominciava
A lagrimar; giùlagrimargiù per le bianche gote
Molte le discendean lagrime calde. •)
L’ospite disse della terra : Oh ! dunque :
Che gli 6, mia donna, che splendor de' vostri :
') Intorno agli antecedenti amori di Brìi*
nhilde e di Sifrido, ai quali qui oscuramente
si accenna, vedi l'Introduzione al Poema.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/261]]==
<poem>
I
 
/ NibcluHgìii
: Occhi lucenti si turbate? Voi
| Ben dovreste allegrarvi a bello studio
: Da che la terra mia, li miei castelli,
: Sottomessi vi son con molti prodi.
: A bello studio lacrimar degg' io,
: Rispose a lui la vergine leggiadra,
| Chè intorno al cor mi sta grave un dolore
r Per la sirocchia vostra. E qui la veggo
: Seder vicina a un de’ famigli. Sempre
ì Degg’ io pianger però, ch'ella è di tanto
: Umiliata e offesa. — E re Gunthero
: Cosi le disse : Or voi silenziosa
| Restatevi di ciò. Vogl’ io narrarvi
| Questo racconto in altro tempo, o donna,
: Perchè mai la mia suora al prò’ Sifrido
: Io concedessi. Viversi mai sempre
: Felice ella potrà col valoroso.
| E quella disse : Cruccianmi ad ogn' ora
: La sua bellezza e il far cortese. Lungi,
: Fin che dato mi fosse, io volentieri
: Fuggirei, perchè mai non dovess’io
| Starmi appo voi, quando dirmi non piaccia
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/262]]==
<poem>
Illllllltllllll
 
/ Nibelunghi 191
Per qual modo a Sifrido è Kriemhilde
Amante e sposa. — E il nobile signore
Cosi le rispondea: CotestorispondeaCotesto adunque
Renderò noto. Egli ha castelli assai
Quant’io pur anco, e vaste regioni.
Line 6 319 ⟶ 3 710:
Non di tanto era libero da questo
Alto desio, che bella d’amor prova
') Perchè tardavano a partire.
 
192 1 Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/263]]==
<poem>
 
Venula gli saria dalla sua donna.
Briinhilde sua con amoroso sguardo
A guatar cominciò; fe’cominciòfe’ cenno poi
Che tralasciasse ogni ospite i graditi
Giochi dell’armi. Con la donna sua
Line 6 340 ⟶ 3 734:
li ciascun si pensò vincer la sua
Donna amorosa per amor. Cotesto
Dolce d’ognun l’alma rendea; marendeama gioia
Grande fu quella di Sifrido. Ratto
Che d’accanto a Kriemhilde si posava,
L’inclito duce fea dell’amor suo,
 
4*
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/264]]==
<poem>
I Nibelunghi 193 |
: Nobile e grande, omaggio a la fanciulla =
: In dolce atto d’amor, fu sua la bella
È Di lei persona. Oh! non avriasi prese,
1 In loco d’esta sola, il giovinetto
; Mille altre donne ! — Più di ciò non dico j
: Per qual foggia Sifrido alla sua donna
: Rese omaggio d’amore. Udite intanto
: Questo racconto, come giacque il sire,
\ Prence Gunthero, appo Brunhilde. Presso ;
È Ad altre donne l’inclito signore
: Giaciuto si saria meglio d’assai !
: Di là tutta la folla si sbandava,
: Uomini e donne, e le stanze secrete
: Chiudeansi tosto. Ben credette il prence ì
: Di posseder della sua donna alfine
: La persona leggiadra. Oh ! da cotesto
[ Lungi egli era d’assai, pria che sua donna ;
: Divenisse colei ! N’andava al letto
: Brunhilde in veste di candido lino,
: Veste notturna, eintanto: Oh! ch’io posseggo, {
: Il nobil cavalier pensava in core,
Quanto in tutti i miei di cercai bramoso ! - i
: 25
 
Nobile e grande, omaggio a la fanciulla =
In dolce atto d’amor, fu sua la bella
È Di lei persona. Ohnon avriasi prese,
1 In loco d’esta sola, il giovinetto
Mille altre donne — Più di ciò non dico j
Per qual foggia Sifrido alla sua donna
Rese omaggio d’amore. Udite intanto
Questo racconto, come giacque il sire,
Prence Gunthero, appo Brunhilde. Presso ;
È Ad altre donne l’inclito signore
Giaciuto si saria meglio d’assai !
Di là tutta la folla si sbandava,
Uomini e donne, e le stanze secrete
Chiudeansi tosto. Ben credette il prence ì
Di posseder della sua donna alfine
La persona leggiadra. Oh da cotesto
[ Lungi egli era d’assai, pria che sua donna ;
Divenisse colei N’andava al letto
Brunhilde in veste di candido lino,
Veste notturna, eintantoOhch’io posseggo,
Il nobil cavalier pensava in core,
Quanto in tutti i miei di cercai bramoso
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/265]]==
<poem>
194
/ Nibelunghi
E veramente a lui per sua beltade
Piacer dovea la vergine leggiadra.
Line 6 392 ⟶ 3 788:
Lasciate ornai. Ciò che bramaste voi,
Avverarsi non può. Vergine sempre
Io vo’ restar (ben ciò saper dovete),
Fin eh’ io da voi narrar del ver non oda.
D’anima ostil si fece a lei Gunthero. -
Eppure ei si balzò dietro l’amore
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/266]]==
<poem>
J Nibelunghi 195
 
: Di lei con forza e tutta le scompose
Di lei con forza e tutta le scompose
: La veste sua notturna. Ella afferrava,
La veste sua notturna. Ella afferrava,
[ L’ardimentosa giovinetta, un cinto,
[ L’ardimentosa giovinetta, un cinto,
: Ed era il cinto un forte arnese, e fibbie
Ed era il cinto un forte arnese, e fibbie
: Avea, quale dintorno a’ fianchi suoi
Avea, quale dintorno a’ fianchi suoi
Recar solca. Gran male assai con questo
: Ella fe’ al sire, che le mani e i piedi
: Forte e insieme gli avvinse, indi l'addusse
| A un chiodo e alla parete alto il sospese.
: Perch'egli i sonni le turbò, l’amore
| A lui quella interdisse, e per la forza
| Di lei gagliarda a morte egli venia
: Prossimo assai. Chi si credea signore,
: A far preghiera incominciò : Deh ! questi
: Vincoli miei scioglietemi, regina
: Inclita e illustre! AillustreA vincervi più mai,
: Donna leggiadra, più non pongo il core,
| E si vicino a voi ben raramente
: D'oggi in avanti giacerò. — Ma quella,
| Da che molle d’assai posava in letto,
: Non si curò stato di lui qual fosse,
Ed ei tutta la notte in fino al giorno,
196 I Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/267]]==
<poem>
 
Fin che mostrassi fulgida l'aurora
Per le finestre, là dovette appeso
Line 6 431 ⟶ 3 832:
Doglia se in voi sarebbe questa, allora
Che i vostri paggi dalla man di donna
Vi trovassero avvinto. — Oh! maleOhmale assai,
Il nobil cavalier le rispondea,
Saria per voi cotesto ! - E anch’ io n’avrei
Onor ben poco veramente! aggiunseveramenteaggiunse
L’uom generoso. Ma deh ! voi, per quella
Vostra stessa virtù, fate eh’ io torni
Da presso a voi ! Da che si gran travaglio
Di me vi dà l’amor, con le mie mani
10 mai non toccherò le vostre vesti.
Ed ella ratto il disciogliea, ponendolo
Fermo su’ piedi suoi. Tomossi al letto
11 cavaliere con la donna sua,
Ma tanto lungi si tenea, che raro,
Oh! raroOhraro assai, ne rasentò le vesti,
 
*
</poem>
■*
/ Nibelunghi 117
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/268]]==
<poem>
 
E di cotcsto ebbe cura e pensiero
Ella pur anco. Vennero i famigli,
Line 6 471 ⟶ 3 873:
Molti garzoni, e furono seicento
E più di tanto, assunsero le spade,
*"
*
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/269]]==
<poem>
1 Nibelunghi
Dei regi per onor. *) Ciò voi dovete
Intendere e saper. Grande levossi
Line 6 484 ⟶ 3 886:
Vedean di molte targhe a sè dinanzi
La luce scintillar. Ma da sue genti
Stava in disparte re Gunthero; ilGuntheroil videro
Là rimanersi desolato c tristo
Per quant’ altri facesse. Era diverso
Line 6 490 ⟶ 3 892:
H nobil cavalier, prence Sifrido,
Avea scienza. Ond’ ei, venendo al sire,
A dimandarlo incominciò : Deh ! come
Passò la notte a voi ! Saper tal cosa
Deh ! voi mi fate! —fate— Dell’ostello il sire
A quell’ospite suo cosi rispose :
Danno e vergogna ho in me. Nella mia casa
Il diavolo maligno ho addotto meco !
■) Furono armati cavalieri.
:
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/270]]==
<poem>
t|fmmiiiiiiH •
 
/ Nibelunghi 199
: E perch’io mi credea goder d'amore,
: Ella forte m’avvinse. Ella mi trasse
[ Fino ad un chiodo e mi sospese in alto
: A una parete. Angoscioso stetti
: Di là pendente, per la notte in fino
; Al nuovo di, pria che da’ lacci mici
£ Ella mi discioglicsse. E quanto molle-
| mente colei giaceasi in letto! Oh! questolettoOhquesto,
: Pel favor mio, da te si celi intanto
| In forza d’amistà! —d’amistà— Vero dolore
: È cotesto per me, gli rispondea
i Sifrido, eroe valente. Eppur vogl’ io
: In poter vostro addur colei, se questo
: Far mi lasciate voi senza corruccio.
: Io farò si che questa notte presso
: Tanto ella posi a voi, che l’amor suo
: Ella indugiar non faccia. — E re Gunthero,
: Dopo il travaglio suo, si fe' per questi
: Detti e gioioso e giubilante. Ancora
! Prence Sifrido gli dicea: TudiceaTu lieto
: Rimani adunque. E cred’ io si che a noi
: Fu diversa la notte. A me più cara
 
</poem>
:
: 200 /
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/271]]==
<poem>
Nibelunghi
 
| Fa di me stesso la sirocchia tua,
Fa di me stesso la sirocchia tua,
| Kriemhilde bella; e questa notte ancora j
Kriemhilde bellae questa notte ancora j
: Forz è che sposa tua facciasi al fine
Forz è che sposa tua facciasi al fine
: Donna Brunhilde. - Aggiunse poi : Stanotte
Donna Brunhilde. - Aggiunse poi Stanotte
: Io verrò pure a le tue stanze, ascoso
Io verrò pure a le tue stanze, ascoso
r E non visto cosi per la mia cappa,
: Che niuno intenderà di me l'astuzia.
: Lascia tu allora a le lor stanze andarne
ì I tuoi famigli, ed io le lampe in mano
: Spengo a'tuoi paggi. E perch’io son là dentro,
i Noto con ciò ti sia che a te servire
: M’accingo volentier. La donna tua
: A te sommetto di tal foggia, ratto,
Che tu stanotte ne godrai l'amore,
; O io la vita perderò. — Eccetto
; Che tu goda l’amor, dissegli ’l prence,
Della mia donna cara, io per tutt’altro
Son felice e contento, e ciò che vuoi,
Line 6 552 ⟶ 3 954:
Questo mi tolgo sulla fede mia,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/272]]==
<poem>
I Nibelunghi 201
 
Sifrido rispondea, che opra d’amore
A lei non cercherò. Prima di tutte
Line 6 562 ⟶ 3 966:
Ma dovunque vietassi ogni tumulto,
Ogni frastuon, perchè le donne insieme
Tornassero alle sale. Ecco! iEccoi famigli
A le genti indicean via da’ passaggi
Di trarsi a dietro. Allor, da palafreni
Line 6 577 ⟶ 3 981:
Giorni e lento e tardivo. Al dolce amore
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/273]]==
<poem>
se
 
*■
20’
I Nibelunghi
Della sua donna il pensier suo costante
Era pur sempre. Con rancura attese
Line 6 587 ⟶ 3 990:
E ratto, di lor quiete ambo a le stanze, \
Furono addotte e Briinhilde leggiadra
E Kriemhilde con lei. — Deh ! quanti prodi ;
Fùr visti allor, prestanti cavalieri,
Andarne innanzi a le regine ! — Intinto, l
Con gioia, sciolto da ogni cruccio, assise |
Prence Sifrido appo la donna sua
Leggiadra, ed ella con sue bianche mani ;
Le mani gli stringea, fin che dagli occhi |
Ei le spari, nè del rapido istante |
Ella s’avvide. Ratto che giocando
Ella con seco si tenea, nè poscia
Più vederlo potè, disse a le ancelle
La regina cosi: GrancosiGran meraviglia
Toccami, dove mai ne andava il sire!
Chi tolse la sua man dalla mia mano ?
Interruppe il suo dir. Ma quegli intanto |
Ito era lungi, ove ben molti paggi
Starsi trovò con lampade. Principio :
 
4».
</poem>
*
/ Nibel
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/274]]==
<poem>
unghi
 
Ei fe’ a spegnerle in man de’ giovinetti,
E fu noto a Gunthèr che giunto al loco
Line 6 633 ⟶ 4 036:
:
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/275]]==
<poem>
204 / Nibelunghi
 
Ben che nulla di lui chiaro vedesse,
Gunthero udiva, chiaro udia che cose
Là non si fean secrete ed intime. Elli
Scarso riposo avean sul letto ! Come
Se re Gunthero ei veramente fosse,
Gunthèr possente e ricco, il valoroso
Line 6 648 ⟶ 4 053:
Novellamente con le forze sue
In piè levossi l’uom gagliardo. Ei volle
Più assai tentar; matentarma com’ei fe’ principio
Violenza a inferirle, alto ne venne
Malanno a lui ; nè cred’ io già che mai
Maggior difesa da fanciulle o donne
Si facesse. E poiché non volle il forte
Dilungarsi da lei, levossi in piedi
La giovinetta e disse : Oh ! non dovete
La mia veste notturna in bianco lino
Cosi scompormi ! E siete voi villano !
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/276]]==
<poem>
1 Nibelunghi 205
 
Ciò vi sarà cagion di duol. La prova
Ben io darovvi ! — Cosi disse quella
: Avvenente fanciulla, e il nobil sire
I Ella frattanto ne le braccia sue
| Fortemente serrò. Volealo avvinto
: Come il re là gittar, perchè sul letto
; Dato le fosse di toccar riposo :
[ E perchè la sua veste aveale scissa
: Il cavaliere, alta pigliar vendetta
| La fiera donna ne volea. Che giova,
: Che giova al cavalier la sua gran forza?
§ La sua molta virtù? Di sua persona
l Manifestò la maestria possente
: Ella a quel prode, chè di forza il trasse
\ (Accader ciò dovette) e con villano
1 Impeto giù il cacciò tra la parete
: Ed un forziere. Oimè ! pensava il prode,
: Se per donzella perdere degg' io
f Questa mia vita, d’oggi in poi e sempre
| Contro a’ mariti lor le donne tutte
: Tracotanti e superbi avran gli spirti
: Quanto non fecer mai! —mai— Tutto ascoltava
</poem>
206 / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/277]]==
<poem>
 
Prence Gunthero, e per l’uom si dolea.
Ma Sifrido più assai si vergognava
Line 6 696 ⟶ 4 105:
Che da l’ugne gli usci, per tanta forza
De la fanciulla, if sangue. Al valoroso
Grave doglia fu questa ! Oh ! ma dipoi
A smentir la sua dura volontade
Ch’ella dissegli in pria, la fiera donna
Line 6 704 ⟶ 4 113:
Al letto ei la cacciò, che alto diè un grido,
Forte e grave dolor le fe’ del prode
Il possente vigor. Ma quella intanto
Al fianco l’afferrò, là 've il suo cinto
Trovò di passamano e avvinto il prode
■■■■■iiiiiiitiiiiiiiiiiiii,iill||||,|ll||l||llll|l|l|lll,l|
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/278]]==
<poem>
IIIMIMMItllll
 
1 Nibelunghi 207
Cercò ratto d’aver. Di lui la mano
Ciò ben difese, e scricchiolar di lei
Line 6 717 ⟶ 4 126:
L’aspra tenzon divisa andonne, e quella
Fu veramente di Gunthèr la sposa.
Deh ! nobil re, disse colei, la vita
Tu dèi lasciarmi! ElasciarmiE ciò che ti fec’ io,
Ratto mi si perdoni ! Io d’ora innanzi
Del nobile amor tuo schiva mostrarmi
Non vorrò, cliè davver! sperimentaidavversperimentai
Ch’esser puoi tu di donne alto signore !
Di là si trasse, come se le vesti
Line 6 729 ⟶ 4 138:
Sentore non avca, cavolle un aureo
Anello da la man, le tolse ancora
Il cinto, ed era con grand’arte intesto
A passamano. — Inver non so, cotesto
S’ei fe’ per tracotanza e per ardire. —
Alla sua donna il diè Sifrido, e poi
Cagion gli fu di doglia il fatai cinto.
208 / Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/279]]==
<poem>
L’uno dell’altro si giaceano al fianco
Prence Gunthero e la fanciulla adorna,
Line 6 743 ⟶ 4 154:
La giovinetta, e pallida si fea
Un cotal poco a l’intimo e fidente
Starsi col suo signor. Deh ! per l’amore
Quanta forza e virtù da lei disparve!
D’altra donna più forte anche non fuc
Line 6 751 ⟶ 4 162:
Resistere e tentar, qual mai potea
Toccarne frutto? Con l'amor suo grande
Ebbesi questo re Gunthero. Oh! comeOhcome
In dolce atto d’amor presso le giacque,
Fino al chiarir del di, con caldo affetto!
Line 6 757 ⟶ 4 168:
Là 've fu accolto da una dolce sposa.
Ei si l’inchiesta indovinò, che in mente
Ella pensata avea; maaveama lungo tempo
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/280]]==
<poem>
I Nibelunghi 209
 
Ei le volle celar quanto per essa
Avea recato, fino al di che, cinta
Di corona regai, ne andò alla terra
Di lui la bella sposa. Oh ! quanto poco
Ciò che darle dovea lasciò negletto ! ■)
Al mattili che seguì, l’ospite regio
D’alma più lieta che non fosse in pria,
Line 6 779 ⟶ 4 192:
Ne andò dawer de’ dispendi del sire!
A’ congiunti di lui, ospite illustre,
') Ironico. Cioè egli non trascurò di dare
a Kriemhilde l’anello e il cinto rapiti a Brìi-
 
nhilde.
</poem>
; 27
è
210 I Nib
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/281]]==
<poem>
elunghi
 
Com’egli indisse, a’ viaggianti molti,
Oro fulgido assai, per l’onor suo,
Fu dato e vesti, ed argento pur anco
E palafreni; epalafrenie quei che disiavano
Doni cospicui, ne partir beati.
Sifrido, il re di Niderlànd, a’ suoi
Line 6 802 ⟶ 4 214:
Alla sua terra. Maggior cura ad ospiti
Non fu data giammai. Venne a sua fine
Cosi la festa nuzial ; cotesto
Volle Gunthero, il prence ardimentoso.
 
*) I Nibelunghi.
</poem>
♦f* *
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/282]]==
<poem>
f*
 
! ffe A jfe è à ìfe à é é à à à à à ffe !
Avventura Undecima
In che modo Sifrido ritornò con la sua sposa
Ratto che si partìan gli ospiti accolti,
A’ suoi consorti cosi disse il figlio
Di Sigemundo: AncheSigemundoAnche dobbiamei noi
Tosto apprestar nella natal mia terra
A far ritorno. — Caro fu cotesto
Line 6 821 ⟶ 4 233:
Di qui partir? Ben io vorrei frattanto
Questo evitar che presto di soverchio
4-
 
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/283]]==
<poem>
212
 
/ Nibelunghi
N’andassimo di qui. D'uopo è che prima
Dividano con me li miei fratelli
Line 6 832 ⟶ 4 245:
Ch’egli udi da Kriemhilde està parola.
Vennero i prenci a lui, tutti parlando,
Tutti e tre. Deh! sappiateDehsappiate, elli diceano,
Prence Sifrido, che sacrati a voi
Sempre, fino alla morte, e in tutta fede
Line 6 839 ⟶ 4 252:
Facean profferta graziosamente.
Anche dobbiamo noi, disse Gislhero
Il giovinetto, spartir vosco e terre
E borghi ancor che nostri son. Di quanto
Dell’ampio regno sta soggetto a noi,
Line 6 848 ⟶ 4 261:
In sempiterno lasci Iddio la vostra
Eredità felice, insiem con quante
 
*■
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/284]]==
<poem>
1 Nibelunghi
 
213
Genti vi sono. Ricusar la mia
Donna diletta l’assegnata parte
Line 6 860 ⟶ 4 274:
Ma per ciò che da voi mi verrà ingiunto,
Di tutti qui son io servo fedele.
Donna Kriemhilde così disse : Allora
Che ricusar v’ è caro esto retaggio,
Non così lieve per gli eroi Burgundi
Line 6 874 ⟶ 4 288:
Ch’è di Tronèga, s’elli e lor congiunti
Esser vorrìan ligi a Kriemhilde. Assunse
:
*'
4
 
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/285]]==
<poem>
T
/ Nibelunghi
Fiero un aspetto di corruccio allora
Hàgene e disse : Principe Gunthero
A nessun per la terra abbandonarci
Mai non dovrà. Ma de’ consorti vostri
Line 6 890 ⟶ 4 303:
Qui, presso al re. Chi ovunque seguitammo.
Lungamente servir dobbiamo ancora.
Cotesto allor si tralasciò; matralasciòma intanto
S’apprcstò la partenza. Incliti e nobili
I suoi consorti si prcndea Kriemhilde,
Line 6 904 ⟶ 4 317:
Lontano per la via. Fu indetto ovunque
*
/ Nibelunghi 215 j
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/286]]==
<poem>
Ostelli d’apprestar là 've ciascuno
Gli ebbe più cari, per la notte, in tutta :
Di Gunthero la terra ; e messaggieri
Fùro inviati a Sigemundo ancora
Per ch’egli, e Sigelinde insiem con lui,
Line 6 915 ⟶ 4 330:
con quella
Di donna Ute celebrata figlia,
L’assai bella Kriemhilde. Oh ! non poteagli
Esser più grata la novella ! Ei disse :
Felice appicn, che tanto son vissuto |
Fin che qui ne verrà Kriemhilde bella, :
Incoronata ! Eredità eh’ è mia,
Alto onore n’ avrà. Sire qui debbe
Essere il figlio mio, nobil Sifrido !
Line 6 926 ⟶ 4 341:
E d’oro un grave pondo, e fu cotesta
Mercè che a lui serbò. De la novella
Ch’ebbe da lui, si rallegrava, e intanto, :
Quanto più s’addicea, le ancelle sue
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/287]]==
<poem>
I
 
■ l'imilHllimilllHIHIti*
: Prendean fulgide vesti. E le fu detto
: Chi col figlio venia nella sua terra,
| Si ch’ei drizzSr le sedie al destinato
: Loco, ove innanzi ai radunati amici
1 Ir dovean con corona ambo gli sposi.
: Ma di re Sigemundo i valorosi
• Mossero incontro cavalcando, e cosa
ì È ignota a me se alcun fu meglio accolto,
: Meglio di questi eroi, famosi ed incliti,
} Là nella terra di Sigmundo. Ancora
È Con donne assai, leggiadre e belle (e alquanti
{ Cavalieri seguian, cortesi, a lei)
; Sigelinde avvenente, alta in arcioni,
: Iva incontro a Kricmhilde, in fin che lungi
: Gli ospiti si vedean, per tutto intero
: Il Viaggio d'un di. Grave soffrirò
: Disagio invcr congiunti e strani, in tanto
: Ch’elli giunsero alfine appo un castello
I Ampio, che detto era Santèna. Quivi,
ì D’allora in poi, corona ebber gli sposi.
; Con bocca sorridente e per lung’ora
i Baciaron Sigemundo e Sigelinde,
 
I Nibelunghi
</poem>
*
'*
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/288]]==
<poem>
Nibelunghi
 
217
Con molto amor, Kriemhilde bella e ancora
Con lei Sifrido. Cosi fu che tolto
Line 6 972 ⟶ 4 386:
Furon gli uomini là, 've incominciossi
Con molta cura a le donne leggiadre
I servigi a prestar. Quantunque grandi
Fosser note le feste là sul Reno,
Anche migliori fùr le vesti, date
Line 6 983 ⟶ 4 397:
Lor consorti recar, quante pregiate
Gemme puranco, sovra il panno intesto!
*
*
*■
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/289]]==
<poem>
218
 
Sigelinde cosi, la nobil donna,
Di tutti si prendea solerte cura.
Disse agli amici suoi prence Sigmundo :
/ Nibelunghi
A tutti, che a Sifrido son cognati,
: Disse agli amici suoi prence Sigmundo :
Io rendo noto che la mia corona
; A tutti, che a Sifrido son cognati,
| Io rendo noto che la mia corona
Ei recar dee dinanzi a questi eroi.
E quei di Niderlind ben volentieri
Udian ridir cotesto annunzio. Intanto
Al figlio suo lasciò la sua corona
r Col suo diritto il re, con la sua terra,
E da quel di per tutto fu sovrano
Prence Sifrido. Quanto giusto ei vide,
: Quanto ci dovè ordinar col suo diritto,
j Tanto da lui si fece, onde le genti
: Temean d’assai di Kriemhilde leggiadra
: I.’ inclito sposo. In così grande onore
: Visse, egli è vero, e governò pur anco
: Sotto alla sua corona in fino al decimo
: Anno, quando acquistò la sua leggiadra
: Donna un figliuol. Conforme a volontatc
: De’ congiunti del re ciò accadde invero.
A battezzarlo ei s’affrettamo e dato
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/290]]==
<poem>
Ili* UHM III ■ i III! •••••••1*1 Utili III ••••••III ItlllMIIIIII ■■■•••••• III
 
/ Nibelunghi 219
Anche un nome gli fu, Gunthèr, conforme
Al nome del suo zio. Di ciò l’infante
Line 7 034 ⟶ 4 447:
Ei fu Sifrido per l’amor del prode. *)
Con qual cura d’assai, che il pargoletto
Si guardasse, fu ingiunto ! E balii volle
Il nobile Gunthero, ei, che allevarlo
*) L’altro Sifrido, sposo di Kriemhilde.
 
:
</poem>
mmmmmmmmmi in ■immillili
220 I Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/291]]==
<poem>
 
Un uom potean destro e gagliardo. E poi
Deli ! quanti amici il rio destin gli tolse !
Ad ogni tempo si dicean novelle,
Novelle assai, quanto con lode piena
Line 7 049 ⟶ 4 463:
Cortesi e illustri. Ma ciò fea pur anco
Gunthèr famoso coi congiunti suoi,
Di simil foggia. Ancor de’ Nibelunghi
Servisi la terra a principe Sifrido
(E niuno inver più ricco era di lui
Fra i suoi congiunti), e gli servian pur anco
I valorosi di Schilbungo e tutta
Di quelli e di costui l’ampia ricchezza;
Per ciò più fieri e più superbi spirti
Line 7 064 ⟶ 4 478:
A morte egli atterrò gagliardi e illustri.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/292]]==
<poem>
I Nibelunghi 221
 
Onore egli ebbe al suo desio conforme;
E se nulla accadea, dovea ciascuno
Il nobile guerricr per vero dritto
Proclamar tale che miglior di lui
Niun si posò su palafreni. Intanto,
Altri temea la sua possanza, e questo
Con giustizia d’assai lacca la gente.
 
:W!
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/293]]==
<poem>
à,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/294]]==
<poem>
é ài à à à ék à é à £ é à à &
 
Avventura dodicesima
§ In che modo Gunthero invitò Sifrido alla festa
,
:
Di Gunthero la donna in ogni tempo
Cosi pensava : E perchè mai si altera
: Porta Kriemhilde la persona? Eppure
Sifrido, l’uom di lei, uno è de’ nostri
! Servi addetti, e ci fe’ per lungo tempo
Servigi scarsi! —scarsi— E quella si recava
l Cotesto in core e si tacca pur anco ;
j Grave rancura a lei che i suoi congiunti
; Sì le fossero estrani e che si raro
È Altri servisse a lei da quella terra
Di eroe Sifrido. Volentieri assai
: Conosciuto cll’avria donde cotesto.
Al re ne fe’ ricerca onde potesse
Questo
*
 
: 224 / Nibelunghi
</poem>
: Questo
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/295]]==
<poem>
avvenir ch'ella dovesse ancora
I Veder Kriemhilde. E favellò in secreto
: Di ciò ch’ella volea. Ala i detti suoi
: Poco d'assai pan erò grati al sire.
: Il re possente cosi disse : Oh ! come,
: Come potremmo a questa nostra terra
: Traggerli noi? Non possiam noi cotesto!
| Troppo lungi hanno stanza, ed io non oso
: Invitarli pur qui. — Gli rispondea
| Briinhilde allor con mente accorta assai :
: Per quanto d’alcun re gli uomini addetti
ì Sian forti e ricchi, tralasciar non dénno
: Ciò che il lor prence comandar si piace,
i E re Gunthero sorridea, cotesto
E Mentr’ella disse, ch’ei non volle mai,
: Quantunque volte egli vedea Sifrido,
: Chieder servigi a lui. Dolce mio prence,
| Ella intanto dicca, deh ! tu m' aita
: Nel piacer mio perchè alla nostra terra
: Vengan Sifrido e la sirocchia tua,
: Si che qui noi possiam vederli. E nulla
E Avvenir mi potrìa veracemente
4"
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/296]]==
<poem>
b
 
/ .Yì/'r lunghi
:
Di più caro c gradito. Allor eh’ io penso
Di tua scrocchia il far cortese e gli alti
E generosi spirti, oh! quantoohquanto dolce
A me ritorna il ricordar quel tempo
;
In che insieme assidemmo, al di che in pria
: A me ritorna il ricordar quel tempo
Tua donna diventai Con molto onore
: In che insieme assidemmo, al di che in pria
Amare ella ben può Sifrido il forte!
: Tua donna diventai ! Con molto onore
: Amare ella ben può Sifrido il forte!
Ella si a lungo supplicò, risposta
: Fin che le diede il re : Ben voi sapete
| Che ospiti non vid’ io si volentieri
: Come cotesti. E pregarmi v’ è d’uopo
: Più dolcemente, ch’io gii vo’ i miei messi
: Appo quelli inviar, si ch’ellr a noi
: Vengan sul Reno. — Anche dovete voi,
: La regina dicea, dirmi chi mai
: Mandar vorrete, c in quali giorni ancora
: A questi terra i dolci nostri amici
Venir potranno. Or, chi mandar volete,
Fate che noto anche mi sia. — Cotesto,
Line 7 150 ⟶ 4 567:
Trenta vogl’io che cavalcando partano. —
E questi innanzi a sè chiamò, per essi
 
</poem>
| 226 /
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/297]]==
<poem>
Nibelunghi
 
| Di Si/rido alla terra egli inviava
Di Si/rido alla terra egli inviava
: Le sue novelle, e volentier Brunhilde
Le sue novelle, e volentier Brunhilde
| Lor diè vesti d'assai belle e pompose.
Lor diè vesti d'assai belle e pompose.
| Voi, valorosi, disse allora il prence,
Voi, valorosi, disse allora il prence,
: Come s’io stesso favellassi (questo
Come s’io stesso favellassi (questo
| Non si taccia da voi), per me direte
Non si taccia da voi), per me direte
| A Sifrido gagliardo e a quella mia
A Sifrido gagliardo e a quella mia
: Sorella ancora che nessuno in terra
Sorella ancora che nessuno in terra
: D'elli più caro esser mi può. Ancora
D'elli più caro esser mi può. Ancora
: Si gli pregate ch’ambo a noi sul Reno
Si gli pregate ch’ambo a noi sul Reno
| Vengano, chè vogl’io con la mia donna
Vengano, chè vogl’io con la mia donna
È Esser per sempre a’ lor servigi. Innanzi
I Al vicino solstizio egli, Sifrido,
I E gli armigeri suoi molti gagliardi
: Qui potranno veder che a lui con grande
= Onor dònno venir. Li mici servigi
: Anche offerite a re Sigmundo, e eh’ io
I Sempre a lui, con cotesti amici mici,
: Son devoto e fedel. Dite pur anco
: Alla sirocchia mia ch’ella non lasci
: Di venir cavalcando appo gli amici,
; Che altra festa non fia di lei più degna.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/298]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
227
Ute e Briinhildc c quante donne ancora
Line 7 186 ⟶ 4 606:
Di Sifrido contrada. Ecco, levarsi,
Degli amici del re dopo il consiglio,
I messaggieri. Elli n'andar, costume
Qual è di viandanti, e vestimcnta
Furon fornite e palafreni. Uscirò
Dalla terra cosi; benecosibene avanzava
II lor viaggio al loco ov’ei d’andarne
Avean disegno, e i messaggieri suoi
Di difendere ingiunse il nobil prence
Con una scorta. Cavalcando vennero
Là nella terra (e fùr tre settimane),
E nel caste! dicastedi Nibelungo, in quella
Di Norvegia frontiera, ove mandati
liran elli, ei trovar Sifrido eroe.
Line 7 202 ⟶ 4 622:
A Sifrido, a Kriemhilde, altri dicea
Ch’eran venuti cavalieri, .quali
228 1 Nibelun
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/299]]==
<poem>
ghi
Recavano le vestì in quel costume
Che in Borgogna si adopra. Oh ! da un suo
letto
Ove giaceasi a riposar, Kriemhilde
: Scese balzando, e che n’andasse, volle,
I Una fantesca a le finestre; efinestree quella
| Vide arrestarsi nella corte il prode
I Gère e i compagni suoi, quali inviava
I Prence Gunthero. Contro al suo dolore
I Deh ! qual gradito annunzio ella
apprendea! *)
Al re cosi parlò : Deh ! voi notate
: Là 've si stanno quei che a questa corte
: Venian con Gère il forte;fortea a noi mandolli
: Giù per il Reno il fratei mio Gunthero.
: Esserci dènno i benvenuti, ratto
: Sifrido il forte cosi disse. — E tutti
I I famigli correan là 've fur visti
: I messaggieri, e ciascun d'essi a parte
: Il miglior detto che ciascun potea,
:
: *) Per il dolori: didoloridi star lontano da casa.
</poem>
 
4*
*
*
/ Nibe
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/300]]==
<poem>
lunghi
A’ messaggieri con atto cortese
Rivolse allora. Principe Sigmundo
Line 7 242 ⟶ 4 660:
Là ’ve presso a Kriemhilde si assidea
Prence Sifrido, i messi. E fu cotesto
Concesso a lor d’andarne in corte ; appunto
Fean questo i prenci. L’ospite regale
Ratto levossi in piè con la sua donna,
Line 7 256 ⟶ 4 674:
Dirvi dobbiam quali v’ invian novelle
E Gunthero e Briinhilde. E loro stato
</poem>
=
 
:
230 I Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/301]]==
 
<poem>
Buono ed alto è davvcr. Diremo ancora
Ciò che la madre vostra impose a noi,
Ute regina; ereginae Giselhèr garzone
E principe Gernòt ed i congiunti
Vostri migliori c’inviàr. Da quella
Line 7 276 ⟶ 4 695:
Nessuna offesa fece mai qualcuno
A’ mici congiunti ? Concedete voi
Ch’io mi sappia cotesto! IocotestoIo vo’ pur sempre |
Loro aita recar con molta fede,
Finché, per miei servigi, alti lamenti
Line 7 282 ⟶ 4 701:
Valoroso guerrier, cosi rispose :
Per tutte lor virtù, d’anima franca
</poem>
=
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/302]]==
<poem>
Il •«■■■•■
/ Nibelunghi 231
Ed alta ci son davver. Fannovi intanto
Un invito, sul Reno ad una festa.
Line 7 293 ⟶ 4 711:
Questa signora mia che venga vosco
Ratto che tocchi l’invernai stagione
Il termin suo. Vedervi ei dènno prima
Del vicino solstizio. — E rispondea
Sifrido il forte: CiòforteCiò potria davvero
A gran stento accader! —accader— Ma Gère disse,
Ei, del suol di Borgogna : Anche vi pregano
Ute, la madre vostra, e Gisclhero
E Gernòt, nè potete in niunii guisa
Cotesto ricusar. Perchè voi séte
Lungi cotanto, ad ogni dì li sento
Io muover lagni. Ma Briinhilde, mia
Inclita donna, ed ogni ancella sua
Gioia si avran di tal novella, quando
Line 7 309 ⟶ 4 727:
A Kricmhilde leggiadra està novella
Buona e lieta sembrò. Congiunto a lei
</poem>
232 / Nibelunghi
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/303]]==
 
<poem>
Era Gère, e d’assidersi gl’ ingiunse
L’ospite suo regai. Volle che fosse
Line 7 319 ⟶ 4 740:
A’ Burgundi parlò l’antico sire :
Voi benvenuti, o valorosi, voi
Uomini di Gunthero. Oh ! da quel tempo
Che il figlio mio Sifrido ebbesi in donna
Kriemhilde, si dovea ben più sovente
Line 7 328 ⟶ 4 749:
Li grave lor stanchezza si scemava.
Ai messaggieri di recar fu ingiunto
Il cibo, e cibo fu recato, e volle
Sifrido si che a quegli ospiti suoi
Si desse in copia. Nove giorni ancora
Là fu d’uopo restarsi, e veramente
I cavalieri valorosi n’ebbero
</poem>
mmmmmmimmmmmmmmmmmmmimimmm
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/304]]==
 
1 Nibelunghi 233
<poem>
: Lamenti poi, ch'ei non poteano ancora
Lamenti poi, ch'ei non poteano ancora
: Alla lor terra far ritorno. Intanto
Alla lor terra far ritorno. Intanto
Appo gli amici suoi mandava un cenno
Prence Sifrido. Ei richiedea che mai
Consigliassero a lui, s'elli con seco
Laggiù al Reno verrian : Per una festa
Gunthèr, l’amico mio, co’ suoi congiunti
Appo me qui mandò. Se la sua terra
Line 7 353 ⟶ 4 775:
Per li cognati miei, ben volentieri
Di Sifrido la man li servirebbe.
Dissero allora i suoi guerrieri : Quando
Voglia per tal viaggio abbiate voi
A quella festa, ciò che far v’ è d’uopo,
: Vi consigliamo. Cavalcar con mille
: Vostri gagliardi fino al Ren dovete,
: E dato allor vi fia con molto onore
</poem>
/
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/305]]==
 
Nibelunghi
<poem>
Andarne fra i Burgundi. — Allora disse
Di Niderlànd il re, Sigmundo antico :
Se alla festa n'andate, oh ! perchè mai
Ciò non mi fate aperto? E se cotesto
Non disdegnate, cavalcando anch’io
Line 7 384 ⟶ 4 808:
Volentieri alla festa egli verria.
E Sifrido e Kriemhilde in quella guisa
</poem>
/
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/306]]==
 
Nibelunghi 235
<poem>
: Che udimmo raccontar, tanti fèr doni
Che udimmo raccontar, tanti fèr doni
A’ messaggeri, che recar que’ doni
Già non potean lor palafreni a casa
: Nella lor terra. Principe Sifrido
i Era ricco d’assai. Cosi que’ messi
: Spingean gioiosi innanzi a sè pel calle
] Lor robusti somieri. E la lor gente
: Vestiano intanto e Sigmundo e Sifrido;
: Conte Eckewarto indisse ancor per donne
: Vesti cercar quali più belle alcuno
: Trovar potè, quali acquistar per tutta
: La terra si potean di re Sifrido.
Selle e pavesi ad apprestar frattanto
| S’incominciò. Quanto più alcun bramava,
Perchè nulla mancasse, a cavalieri,
A donne anche si diè, quali col sire
Line 7 406 ⟶ 4 832:
Cosi menarsi appo gli amici suoi.
Affrettavansi intanto i messaggicri
£ D’assai per la lor via. Come ne venne
: Là fra i Burgundi Gère valoroso,
: Bene fu accolto assai. Scesero tutti
</poem>
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/307]]==
f4
r 236 / Nibelunghi
! Da’ lor cavalli e palafreni al suolo,
ì Di re Gunthero per entrar nell’aula,
i Cosi come fa l’uom, vennero allora
i Garzoni e vecchi a dimandar novelle,
: E il nobil cavalier cosi dicea:
I Ratto udirete ciò che al mio signore
= Dirò. — Cosi n’andò co’ suoi consorti
I Là ’ve Gunthero ei rinvenia. Balzava
: Per molta gioia dal suo seggio il prence,
I E perchè cosi tosto erano i messi
= Di là tornati, Brunhilde leggiadra
: Grazie a tutti rendea. Lor disse intanto
: Prence Gunthero : Oh ! come sta Sifrido,
: Da cui tanta d’amor vennemi prova?
: Rosso per gioia egli si fe’, rispose
I Gère avveduto, e si fe’ rossa pure
; Vostra sirocchia. Nessun uom giammai
I Cose si belle ed amorose indisse
| Ai dolci amici, come a voi le indisse
[ Prence Sifrido e il padre suo pur anco.
] La sposa allor del nobile signore
= Cosi disse al Margravio : Ora mi dite
!
+
 
<poem>
Da’ lor cavalli e palafreni al suolo,
Di re Gunthero per entrar nell’aula,
Cosi come fa l’uom, vennero allora
i Garzoni e vecchi a dimandar novelle,
E il nobil cavalier cosi dicea:
Ratto udirete ciò che al mio signore
Dirò. — Cosi n’andò co’ suoi consorti
I Là ’ve Gunthero ei rinvenia. Balzava
Per molta gioia dal suo seggio il prence,
I E perchè cosi tosto erano i messi
Di là tornati, Brunhilde leggiadra
Grazie a tutti rendea. Lor disse intanto
Prence Gunthero Oh come sta Sifrido,
Da cui tanta d’amor vennemi prova?
Rosso per gioia egli si fe’, rispose
Gère avveduto, e si fe’ rossa pure
Vostra sirocchia. Nessun uom giammai
Cose si belle ed amorose indisse
Ai dolci amici, come a voi le indisse
Prence Sifrido e il padre suo pur anco.
La sposa allor del nobile signore
Cosi disse al Margravio Ora mi dite
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/308]]==
<poem>
1 Nibelunghi 237
Se a noi viene Kriemliilde. E serba ancora
La persona sua bella alcun dei tratti
Line 7 450 ⟶ 4 874:
Intender si potea che volentieri
Udito avria se Kriemhilde leggiadra
Era ancor sana di persona; epersonae Gère
Le disse allor come trovolla e come
Fra breve tempo ella vcrria pur anco.
Line 7 459 ⟶ 4 883:
A contemplar. Per la munificenza
Grande assai di Sifrido, a lui si resero
Inclite grazie. Ed Hàgen disse : Tanto
Donar del suo agevolmente ei puote;
Nulla mancar gli può, s’anche in eterno
Egli vivesse. La sua mano ha chiuse
</poem>
238 / Nibelunghi
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/309]]==
<poem>
De’ Nibelunghi le ricchezze. Oh ! un giorno
De’ le ricchezze. Oh un giorno
De' Burgundi alla terra elle venissero !
Dopo cotesto, s’allegraron tutti,
Line 7 478 ⟶ 4 904:
Elli, scalchi e coppieri. E porse aita
Ortwin pur anco, e di ciò rese grazie
Prence Gunthero. Oh ! quanti fe’ comandi
Rumoldo, capo alla rcgal cucina,
A’ suoi soggetti ! E quanti là rinvennersi
E laveggi e caldai, quante e diverse
Pentole vaste ! Cibi s’apprestavano
Per quelli si che vennero alla terra.
</poem>
à
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/310]]==
<poem>
à ét à à à è à é è à è è è
AVVENTURA TREDICESIMA
In clic modo andarono siila festa
*i
:
Or lasciam noi di questi ogni fatica
E diciam come venner su pel Reno,
Dei NibelunghiDe dalla terra, e donna
Kriemhilde e le sue ancelle. Unqua si ricche \
Vesti non trasportar li palafreni.
Ma per la via ben molti s’invi'aro
Forzicr da soma; esomae cavalcò Sifrido
Gagliardo, allor, co’ suoi diletti amici,
La regina pur anco, olii che speme
Line 7 504 ⟶ 4 929:
A casa abbandonar quel pargoletto
Di Sifrido, ligliuol di Kricmhilde,
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/311]]==
 
E 240 I Nibelunghi
<poem>
E questo esser dovea. Ma dal viaggio
i A quella corte grave la sciagura
Nacque, e mai più non vide il pargoletto
| Il padre suo, la madre sua. Ne andava
: Fra essi ancora principe Sigmundo.
| Che se giusto ei sapea ciò che più tardi
: Ne la festa gli accadde, oh ! quella festa
| Veduta ei non avrìa! DogliaavrìaDoglia maggiore
| Mai non gli venne appo diletti amici.
: Furon mandati messaggieri innanzi
| Le novelle a ridir. Tosto con ampia
Schiera e pomposa incontro a chi venia
: Mossero cavalcando amici assai
D’Ute ed uomini assai di re Gunthero.
L'ospite regio a darsi pronta cura
Line 7 528 ⟶ 4 955:
Similemente accogliere v’è d’uopo
Di Sifrido la donna. — E volentieri
Farò cotesto, ella rispose; arisposea lei
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/312]]==
<poem>
I Nibelunghi 241 i
Debitamente la persona mia
È addetta con amor. — Di gran mattino,
Line 7 553 ⟶ 4 981:
La regina pur anco. Ai dolci ospiti
Molti e d’assai si fecero i saluti.
Deh ! con qual gioia ci fiiro accolti ! Parve
31
m imi miiiMiiiiiiimiiii imi imi imi minmi mimi
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/313]]==
<poem>
♦I*.,
Che cosi lieta in la Burgundia terra
| 242 / Nibelunghi ;
Donna Kriemhilde non avesse donna
: Che cosi lieta in la Burgundia terra
Briinhilde un giorno accolta. A chi non vide
: Donna Kriemhilde non avesse donna
In pria cotesto, si fe’ noto allora
: Briinhilde un giorno accolta. A chi non vide
Che fosse d’allegrezza un nobil senso.
: In pria cotesto, si fe’ noto allora
Anche venuto co' gagliardi suoi
: Che fosse d’allegrezza un nobil senso.
: Anche venuto co' gagliardi suoi
Era prence Sifrido. E furon visti
Andarne qua e colà, da tutte parti
Line 7 571 ⟶ 5 000:
Potea la polve e l’accalcarsi. Ratto
Che l’ospite regai Sifrido scorse
E con lui Sigemundo, oh! favellandoohfavellando
Quanto affetto mostrò ! Deh ! che voi siete
A me, dicea, li benvenuti assai
E a questi amici miei! FierimieiFieri e superbi
Saremo noi per che veniste in corte !
: Sigmundo, l’uom che avea l’onore in cura, :
: Rispose : Iddio vi ricompensi intanto !
: Dal giorno che Sifrido, il figlio mio,
: Voi per amici s’acquistò, pensava
ì Sempre l’anima mia ch’io vi dovessi
</poem>
^^+MM IMI! MMMMMMMMMMMMMMMMMMMIIMMM II MIMMI IMI
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/314]]==
<poem>
t"
■*
/ Nibelunghi
24 3
:
Vedere un giorno. —E re Gunthcro allora
Disse: M’avvenneDisseM’avvenne in ciò cosa ben dolce!
Come a lui s'addicea, prence Sifrido
A grande onor fu accolto. E niuno a lui
Line 7 600 ⟶ 5 025:
A quella sposa, e vuote si restaro
Subitamente molte selle, e molte
| Persone allora di leggiadre donne
: Da le man degli eroi, tolte d’arcioni.
Furon deposte sovra l’erba. Oh ! quanti
Infaticati erano là, che donne
Volentieri servian ! Moveansi incontro
Ambe le donne d’amor degne allora,
E molti cavalieri ebber di tanto
Line 7 611 ⟶ 5 036:
Starsi da presso a le fanciulle molti
De’ più gagliardi. I nobili famigli
</poem>
«
 
■ IIIMIMIIIMIIIIHinMIIIMHinnillMIMMIIMIMIIIIIIIIIHM
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/315]]==
<poem>
244 I Nibelunghi
Per la man si prendean; maprendeanma l'inchinarsi
In un atto cortese (e quale in copia
Ognuno allor toccò), ma l’amoroso
Line 7 637 ⟶ 5 062:
Molti s’udian sotto punture e colpi
Forti scudi suonar. Lungo indugiossi
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/316]]==
<poem>
immillili
/ Nibelunghi 245 :
Con gli ospiti là innanzi il nobil sire,
Prima ch’entrar potessero. Ma l’ora
Line 7 656 ⟶ 5 081:
Che bella era d’assai. Color di lei
Contro a l’or sostenea pomposamente
Il suo vivo splendor. Ma già s’udiano
Di Worms per la città da tutte parti
Vociar famigli. Principe Gunthero
Line 7 663 ⟶ 5 088:
A collocar come addiceasi allora
Incominciò i famigli. Klli fùr posti
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/317]]==
<poem>
i
I Nibelunghi
:
:
=
:
E fuori e dentro a banchettar, nè mai
D’ospiti estrani s'ebbe in alcun tempo
=
Cura migliore. Quanto ei più bramavano :
Era pronto per essi, c di tal guisa
Line 7 694 ⟶ 5 114:
Andaron molli, chè dovean gli scalchi
Per le tavole andar. Con molta cura
</poem>
4^+limilllll MI II ■■«■■■!■ ■■■•■■■Il ■■•••••■I MlltMIlM ■■■*■■■ !■■■■ !■!*■■
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/318]]==
<poem>
J Nibelunghi
ì Pieno servigio si prestò. Sia quando
: Per lung’ora cosi da lor si attese
§ A quella festa, a le donne leggiadre,
l A le fanciulle, altri indicea d’andarne
È A’ lor riposi, e donde che venissero,
| Lor compiacea l’ospite regio. A tutti
: Con vero onor fu dato in copia. E allora
: Ch’ebbe fine la notte e che mostrassi
E II dì novello, fuori da’ forzieri
= Molte splendean nobili gemme e varie
= In su le ricche vestimenta, quali
: Man di donne toccò. Vesti pompose
É Molte e d’assai furon cercate allora.
: Prima che appien facesse di, sen vennero
: Là per la sala molti cavalieri
I E famigli pur anco. E si levava
I Alto un tumulto pria che mattiniera
: Cantata per il re fosse una messa.
E Giovani eroi là venner cavalcando
j Sì che il nobil signor grazie dicea
E Di questo a tutti. Fieramente assai
È Molte eclieggiaron trombe, e fu di corni
</poem>
248 I Nibelunghi
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/319]]==
<poem>
Tanto grande il fragor, di flauti ancora,
Che per esso echeggiava alto a l’intorno
Line 7 728 ⟶ 5 150:
Vennero, e tosto incominciò in la terra
Di molti e buoni croi un fero gioco,
A’ quali assai mirò la gente ; e questo
Dava ardimento a’ giovinetti cuori,
Mentre sotto a’ pavesi assai gagliardi
Line 7 734 ⟶ 5 156:
L’inclite donne a le finestre e molte
De le fanciulle vaghe. Adorna tutta
La lor persona ; ed elle i fieri giochi
Degli arditi vedean. Ma il re principio
Fe’ al cavalcar co’ suoi congiunti amici.
Line 7 744 ⟶ 5 166:
Seguìan da sezzo l’inclite regine.
Sull'erba elle scendean dal monastero
</poem>
/
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/320]]==
<poem>
Nibelunghi Ut
In arrestarsi, c a quegli ospiti suoi
Inchinevol dell’alma era d’assai
Brunhilde ancora. Con un serto in capo
Entrar la vasta cattedrale. — Amore
S’interruppe dipoi; ciòdipoiciò cagionava
Grande un’ invidia. - Poiché messa udièno,
Con gran pompa di là si ritornaro,
Line 7 759 ⟶ 5 182:
Fin che non venne l’undicesmo giorno.
minai inni un mi imi
</poem>
+ *
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/321]]==
 
ààéààééààèééààé
:
:
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/322]]==
<poem>
Avventura quattordicesima
:
In che modo le regine fecero contesa
:
|
z
I
Un di, prima del vespro, alto levossi
\ Un fragor quale accadde per alquanti
: Prodi nel regio ostello. Armeggiamenti
| Di cavalieri ei fean, di sollazzarsi
: Nella speranza, ed a mirarli corsero
| Uomini molti assai e donne ancora.
: Anche si assidean le due possenti
; Regine insieme, ad ambo i lor guerrieri
Kriemhilde bella cosi disse: UndisseUn uomo
</poem>
:
 
in» «
252 I NiM
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/323]]==
<poem>
mngki
Le risponde». Se niun vivesse in terra,
Lui sol togliendo e te, potriano allora
Line 7 802 ⟶ 5 218:
Kobil fratello. Intendi tu ch'ei puote
Ir veramente a tutti i prenci innanzi.
Ma Kriemhilde dicea: TantodiceaTanto gli è degno
Sifrido mio, che non senza ragione
Io fei sue laudi. In molte cose assai
È grande l’onor suo. Credi, Briinhilde;
A Gunthero egli è ugual. - Deh ! che non dèi
Intendermi cosi, Kriemhilde mia,
</poem>
 
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/324]]==
<poem>
Nibelunghi
253
Ho io colai, che in mano sua dovriano
Star questi regni tutti. - Oh! comeOhcome dunque
Accader ciò potria? donna Brunhilde
In mala parte, chè la mia parola
Line 7 820 ⟶ 5 235:
Che in pria li vidi •) e volontà del sire
l'icgossi all’amor mio, d’ambo cotesto
Io bene intesi asseverar. E quando
Di cavalier con bel costume vinse
Gunthero l’amor mio, Sifrido istesso
Line 7 827 ⟶ 5 242:
Che ciò intesi da lui asseverarmi.
Kriemhilde bella così disse allora :
Male adunque m’accadde ! Oh ! come oprato
Avrìan dunque cosi li miei fratelli
Nobili e illustri, perch’ io donna fossi
D’uom eh’è vassallo? Deh ! Brunhilde mia,
Amicamente di questo i’ ti priego
Che per me sola e per atto cortese
•) Sifrido c Gunthero.
</poem>
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/325]]==
<poem>
254 / Nibelunghi
Questo sermon tu lasci. — E non poss* io
Lasciarlo mai, la regai donna disse.
Line 7 847 ⟶ 5 262:
E difetto di lui aver t’ è forza,
Chè alcun servigio in alcun tempo mai
Appo a te non farà ! Egli è più illustre
Di Gunthèr fratei mio, l’uom grande
e nobile.
Risparmiar mi dèi tu questo che intesi
Da te soltanto; esoltantoe meraviglia sempre
Ancor mi prende, se, poi ch’egli è tuo
Vassallo e poi che tanto su noi due
Hai tu poter, si a lungo abbia Sifrido
Il suo tributo ch’ei ti dee, tardato.
Io con ragione assai la tua superbia
Risparmiar mi vorrei. - Deh ! che soverchio
') Sifrido.
</poem>
••^■■•
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/326]]==
<poem>
Militi'
l Nibelunghi
T’innalzi tu, la regai donna disse.
Or io cotesto ben vedrò se tale
:
Alla persona tna onor si rende
Quale alla mia tributan altri. — Assai
Line 7 872 ⟶ 5 286:
Cotesto esser potrà. Da che parlasti
Quid d’un vassallo del mio sposo, appunto j
ì dovranno d’ambo i re le genti
: Cotesto giudicar, s’io l’ardimento
: Centrarmi in chiesa avrò dinanzi a donna =
| Sposa di re. Oggi veder tu dei
: Ch’io mi son donna libera ed illustre,
: Che molto e più d’assai che non è il tuo, |
: È il mio sposo valente; evalentee per cotesto
Non vo’ ch’altri mi oltraggi. E tu vedrai, ;
In corte, innanzi di Borgogna ai prodi,
Questa eh’ è tua vassalla. Assai più illustre :
Line 7 885 ⟶ 5 299:
Regale altri vedea, che mai corona
Oggi stesso vedrai, come ne vada
:
:
Qui un di recasse. — Fra le donne invero
</poem>
256 1 Nibelunghi
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/327]]==
<poem>
Grande un odio c d’assai levossi allora.
Ma Brunhilde dicea: SediceaSe mia vassalla
Esser non brami, separarti è d’uopo
Con le tue donne da’ famigli miei
Ratto che al monastero andremo noi.
Davver ! che ciò farassi ! rispondea
Kriemliilde allor. - La donna di Sifrido,
Or voi, ancelle mie, cosi soggiunse.
Vestitevi! RestarVestiteviRestar la mia persona
Senza scorno qui dee. Ciò voi dovete
Chiaro mostrar, quando recar vi piaccia
Line 7 912 ⟶ 5 326:
Ancelle sue, quarantatre, che al Reno
Ella condusse. Elle recavan panni
</poem>
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/328]]==
<poem>
J Nibelunghi
l Lievi di seta oprati già in Arabia.
Lievi di seta oprati già in Arabia.
1 Così venian l’inclito donne intanto
1 Così venian l’inclito donne intanto
I Al monastero, e da la casa innanzi
I Al monastero, e da la casa innanzi
\ (ìli uomini tutti di Sifrido accolti
(ìli uomini tutti di Sifrido accolti
: Aspettavan Kriemhilde. Ebbe la gente
Aspettavan Kriemhilde. Ebbe la gente
| Meraviglia di ciò, perchè avvenisse
Meraviglia di ciò, perchè avvenisse
| Che le regine si vedean di tale
Che le regine si vedean di tale
ì Guisa disgiunte, che non ivan presso
Guisa disgiunte, che non ivan presso
i L’una dell’altra come in pria. - Da questo
: A molti valorosi incolse poi
\ Sventura orrenda. — Stavasi dinanzi
: Là dalla chiesa di Gunthèr la donna,
1 E molti cavalieri ebbero intanto
: Sollazzo e gioia per femmine vaghe
l Che accoglier là dovean. Donna ICriemhilde
i Giugncva allor con sua pomposa schiera.
Quante recaron mai splendide vesti
\ Figlie di cavalieri incliti e illustri,
| Eran, dinanzi a quelle ancelle sue,
: Com’aura lieve, cosa lieve; edlieveed ella
| Era cosi di assai pregiate cose
E ricca e adorna, che di trenta regi
</poem>
:
:
!
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/329]]==
<poem>
i
♦ ♦'
I Nibelunghi
Le spose non potrian tinto mostrare
Quanto mostrò Kriemhilde allor. Se alcuno
Line 7 956 ⟶ 5 368:
Ambe venner le donne, e la regina,
Per odio grande, fieramente indisse
| Di starsi cheta a Kriemhilde: CertoKriemhildeCerto!
: Non dee giammai dinanzi a rcgal donna
| La vassalla passar! —passar— Rispose allora
; Donna Kriemhilde (e n’era il cor sdegnoso) :
: Se tacer tu potevi, era il tuo meglio.
| Or danno Testi a tua bella persona
: Per te medesma! ComemedesmaCome adunque sposa
: Esser potrìa di re la concubina
: D’ogn’uomo? — E chi di’ tu la concubina?
: Del re disse la donna. — Io questo dico,
| Kricmhilde rispondea. Quel tuo bel corpo
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/330]]==
<poem>
J Nibelunghi 259 E
Ebbe Sifrido in pria, l’uom che m’è caro, j
Nè fu già il mio fratei ch’ebbesi primo :
La tua verginità. Dove n’ andaro
I superbi tuoi sensi? E fu davvero
Un mal giuoco quel tuo ! Come soffristi, :
Poi eh’ è vassallo a te, che l’amor tuo
Sifrido avesse? — E aggiunse: IoaggiunseIo però j
intendo |
Che senza ogni ragion di ciò ti lagni. >) §
Davver ! Bruniiilde rispondea, che questo :
A Gunthèr io dirò ! — Deh ! che men cale ? :
La tua superbia t’ingannò ; tentasti
Di trarmi a te servir con tue parole,
E ciò mi fia, veracemente il sappi,
Line 7 989 ⟶ 5 402:
Là Kriemhilde più a lungo. Ella, dinanzi :
Alla donna regai, con le sue ancelle
Al monastero entrò. Deh ! che levossi
Dell'essere stata chiamata concubina. ;
:
</poem>
') Dell'essere stata chiamata concubina. ;
 
260 / N
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/331]]==
<poem>
ibelunghi
Odio immane fra lor. Ne fùr dolenti
E lagninosi poi molt’occhi fulgidi.
Line 8 005 ⟶ 5 418:
Portar la pena. Con le donne sue,
Andò Brunhilde al monastero innanzi
Ad aspettar. Pensava : Ora più assai
Intender cose mi farà Kriemhilde,
Perchè mai, con favella ardita e fiera,
Line 8 011 ⟶ 5 424:
Ne va la vita di Sifrido. — Ed ecco
Ora venirne con alquanti prodi
La nobile Kriemhilde; eKriemhildee a lei si volse
Donna Brunhilde in questi detti : Voi
Qui v’arrestate. Concubina osaste
Appellarmi, e però fate ch'io ’l vegga.
A me grave dolor, tanto sappiate,
Pel dir vostro toccò. — Rispose allora
</poem>
/
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/332]]==
<poem>
Nibelunghi 261
Donna Kriemhilde : Anche potreste il passo
Cedermi innanzi, e farò chiaro il vero
Per questo anello d’or eh’ io reco al dito.
Mei porse un giorno il mio diletto sposo
Dopo la notte che appo voi si giacque.
Dawer ! che giorno più funesto e reo
Brvinhildc mai non visse ! - Eppur soggiunse:
Questo and prezioso e in fulgid’oro
Tolto invero mi fu, lunga stagione
Line 8 032 ⟶ 5 446:
Or' io giungo a veder chi mel rapia.
Cosi venian le donne in gran corruccio,
E Kriemhilde dicea: DonnadiceaDonna clic ruba.
Io giammai non sarò. Meglio dovevi
Tu serbarne silenzio, ove l’onore
Line 8 042 ⟶ 5 456:
Quel cinto che di Ninive con seta
Era intessuto in preziose gemme,
</poem>
1
 
262 / Nibelungh
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/333]]==
<poem>
i
Che leggiadro era inver. Come ciò vide,
A pianger cominciò donna Bi itnhilde ;
Oh si ! questo dovean Gunthero e gli altri
Gagliardi tutti di Borgogna intendere !
La regina gridò : Fate clic venga
Del Reno il prence qui. Vogl’ io che intenda
Di qual foggia mi fe’ la sua sorella
Line 8 056 ⟶ 5 470:
Ch’io di Sifrido fui la donna un giorno.
Giugneva il re co’ suoi gagliardi. Vide
La sua diletta lagrimar. Deh ! quanto
Amicamente ci le parlò ! Mi dite,
Donna diletta, chi vi fea cotesto.
Al suo prence ella disse: IodisseIo corrucciosa,
E n’ ho ben donde, qui mi sto. Di tutto
L’onor mio di gran cor la tua sirocchia
Line 8 066 ⟶ 5 480:
Ebbemi concubina, ella già disse.
Male questo ella fea, così rispose
Prence Gunthero. - Ma Brilnhilde: UnBrilnhildeUn mio
Cinto ch’io già perdetti, c l'anel mio
</poem>
:
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/334]]==
<poem>
IIIIIIUIIIIIII
Fulgido qui recò. Deh che d’assai
1 Nibelunghi 263
Fulgido qui recò. Deh ! che d’assai
Mi fa rancura eh’ io nascessi un giorno,
Se da tanta vergogna, o signor mio,
Non mi difendi tu. Sarà che allora
Io per sempre a te serva. — A noi ne venga
Sifrido qui per ciò, disse Gunthero.
S’egli di tanto si vantava, a noi
Intender faccia, o questo a noi smentisca,
Di Niderlànd il sire. — Ecco! aEccoa l’istante
Indetto fu che là venisse il prode,
A Kriemhilde si caro. Allor che scorse
Line 8 089 ⟶ 5 502:
Apprenderei cotesto. Ovver, per quale
Cagione il signor mio qui m’appellava?
Re Gunthero dicea: GravediceaGrave dolore
E qui per me. La donna mia, Briinhilde,
Noto fecemi qui che ti vantasti
Line 8 095 ⟶ 5 508:
Goduta per amor. Disse cotesto
La sposa tua, donna Kriemhilde. - Allora
</poem>
264 / Nibelunghi
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/335]]==
<poem>
Disse prence Sifrido: E se tal cosa
Disse prence SifridoE se tal cosa
Ella dicea, n’avrà, pria che da tanto
10 mi ritragga, e cruccio e duol. Ma innanzi |
A tutti i prodi tuoi, col mio più grande j
Giuramento vogl’io chiaro mostrarti
Ch’io di cotesto nulla dissi mai.
Del Reno il prence cosi disse: AdisseA noi ì
Tu fa veder cotesto. E se tu avanzi
11 giuramento e il giurar tuo s’avvera,
Libero e sciolto d’ogni falsa accusa
Ti lascierò.- Fu ingiunto allor che in cerchio f
Di Borgogna gli eroi si radunassero,
Superbi e fieri ; e già stendea la mano
Sifrido ardimentoso al giuramento, i
Quando il nobile re cosi parlava :
Vostra grande innocenza, ecco, ben nota :
Per tal via mi si fa. Libero e sciolto
Io lascierowi che giammai tal cosa
Si facesse da voi quale di voi
La mia sorella afferma. - Oh ! s’ebbe gaudio, :
Sifrido rispondea, perch’ella il core
Di Brunliilde affliggea, la donna mia,
</poem>
:
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/336]]==
<poem>
1 Nibelunghi 265
Ciò veramente a me saria dolore
Senza misura ! — I buoni cavalieri
Guardavansi l’un l’altro. E si dovria,
Dicea Sifrido valoroso intanto,
Line 8 134 ⟶ 5 548:
Fùr separate, al cessar di que’ detti,
Le vaghe donne, ma d’assai crucciavasi
Brunhilde, e s! doveansdovean pietade averne
Di Gunthero gli amici. Ecco ! venia
Hàgene di Tronèga. Ei s’accostava
Alla signora sua, chiedea che mai
Avvenuto le fosse, or che piangente
Ei la rinvenne. E gli narrava aperto
Il tristo caso ella medesma. Allora
Hàgen promise che n’avria la pena
L’uom di Kriemhilde, o ch’egli stesso mai
Non avria gioia in sempiterno. Venne
A quel sermone Ortwin pur anco e venne
</poem>
31
 
Gernò
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/337]]==
<poem>
t, e già gli eroi •) si consigliavano
Sul morir di Sifrido. Anche sen venne
Line 8 153 ⟶ 5 568:
Ei, come udi parole, in questa guisa,
Con fedel core ed innocente, disse:
Voi, buoni cavalieri, oh! perchèohperchè mai
Fate cotesto? E non merta Sifrido
Odio si grande inver, perch’ei ne deggia
Line 8 163 ⟶ 5 578:
Ma poi che troppo si vantò colui
Per la diletta mia signora, morte
Io vo’ piuttosto, se di lui la vita
Non ne va in ciò. - Disse il re stesso : Nulla
Sifrido fece a noi che anche non fosse
Cosa buona ed onrata, e dee pur l’uomo
*) Hagcn e Gunthero che avevano segufto
Brunhildc; vediBrunhildcvedi piti sotto.
</poem>
I Nibelunghi
 
■ ■■•■■
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/338]]==
<poem>
ali Mimiti
Lasciarlo in vita. A me, deh che varrebbe
/ Nibelunghi 267
Lasciarlo in vita. A me, deh ! che varrebbe
Se odiassi il prode ? Egli era a noi fedele
E questo ei fea per volontà devota.
E Ortwin da Metze valoroso : Oh ! mai,
Disse, mai non potrà la sua gran forza
Recargli aita. E se il mio re acconsente,
Ogni gran mal farò a Sifrido. — A lui
L’amistà disdicean senza ragione
I gagliardi così. Ma niuno in questo
Pensiero seguitò, fuor che ad ogni ora
A Gunthero possente Hàgen consiglio
Line 8 191 ⟶ 5 605:
Cotesto intanto abbandonar. Fùr visti
A’ lor giochi guerreschi i valorosi,
E là, dinanzi al monastero, oh ! quante
Aste forti d’eroi ruppersi intanto,
Sotto agli occhi di lei, donna a Sifrido,
’) Gunthero.
</poem>
•f*
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/339]]==
<poem>
E fin dentro a le sale. Oh ma d’assai
z 268 / Nibelunghi
Gli uomini di Gunthero andar crucciosi !
| E fin dentro a le sale. Oh ! ma d’assai
Disse il reLa mortile ira lasciate.
! Gli uomini di Gunthero andar crucciosi !
I Nacque Sifrido a noi per nostra gloria
: Disse il re: La mortile ira lasciate.
E per l’onore. Anche in tremenda guisa
I Nacque Sifrido a noi per nostra gloria
L’uom prodigioso è forte. E s’ei di tanto
: E per l’onore. Anche in tremenda guisa
Avrà scienza, niuno a lui di contro
: L’uom prodigioso è forte. E s’ei di tanto
: Avrà scienza, niuno a lui di contro
{ Di restarsi ardirà. — Non ei saprallo,
: Hàgen rispose. In gran silenzio voi
: Statevi intanto, ed io m’affido in tale
: Acconcia guisa di guidar secreta
: L’impresa mia, che di Britnhilde il pianto
| Cagion di duolo gli sarà. Davvero !
Che d’ Hàgen sempre nimistà egli avrassi.
Come avvenir potria cotesto? disse
Prence Gunthero. — E quei dicea : Vogl’ io
Farlo intendere a voi. Apertamente
L’alleanza a disdir, farem che vengano
Line 8 221 ⟶ 5 634:
Ospiti dite voi che voi con tanti
Vostri guerrieri, per far guerra, lungi
</poem>
*■
 
/ Nibelunghi 269
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/340]]==
<poem>
Andrete tosto. Fatto ciò, Sifrido
V’ofire l’aita sua, ed ei ne perde
Line 8 229 ⟶ 5 643:
Di ciò modo e ragion del valoroso
Dalla sposa medesma. — E seguitava
Il nobil sire male in suo consiglio
Hàgen vassallo. A ordir, pria che nessuno
Conscio ne fosse, l’alto tradimento
I cavalieri eletti incominciaro,
E avvenne si che molti eroi, di due
Donne per vano querelar, perderonsi.
</poem>
:
:
]
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/341]]==
5
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/342]]==
<poem>
4*
Avventura Quindicesima
In clic modo Sifrido fu tradito
~s—
Alla quarta mattina, ecco, fur visti
A corte cavalcar trentadue prodi,
Line 8 258 ⟶ 5 668:
Di Sifrido la destra un di già vinse
E trasse poscia come ostaggio in quella
</poem>
272 I
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/343]]==
<poem>
Sib, lunghi
Terra di re Gunthero. Il suo saluto
Fé’ il prence ai messi e cenno anche
di assidersi,
Ha un d’essi rispondea : Deh ! ci lasciate,
Sire, in piedi restar, fin che per noi
Dicasi motto che per voi n’ è ingiunto.
Line 8 276 ⟶ 5 687:
Gunthèr, poi che ciò seppe, a corrucciarsi.
Fu indetto allor che i falsi messaggieri
Fosscr tratti agli alberghi. Oh ! di qual guisa
Sifrido, o chi altri mai, potea guardarsi
Da questo ch’elli ordian? Ma tutto poi
Line 8 284 ⟶ 5 695:
Hàgene di Tronèga alcun riposo;
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/344]]==
<poem>
IMMt ■MIIMMMIIII
/ Nibelunghi 273
E ben che molti, lidi al re, ritrarsi
Volessero da tanto, il reo consiglio
Line 8 292 ⟶ 5 703:
E un di Sifrido a consigliarsi accolti
Li ritrovò, si che principio a chiedere
Fece l’eroe di Niderlànd: Oh! ilNiderlàndOhil sire
E questi amici suoi, deh! perchèdehperchè vanno
Di tal guisa crucciosi? A vendicarlo,
Se alcun gli fece alcuna cosa, aita
Line 8 309 ⟶ 5 720:
Diserterò. Pegno vi sia di tanto
Questo mio capo. Ma restarvi intanto
</poem>
:o
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/345]]==
<poem>
I
Al vostro ostello co’ gagliardi vostri
| 274 / Nibelunghi
:V’ Al6 vostrod’uopo, ostelloe eh’ io, co’ gagliardiprodi vostrimiei
: V’ 6 d’uopo, e eh’ io, co’ prodi miei
che ho meco,
: Parta in arcion, mi concedete. Quanto
: Io volentier servigio presti a voi,
! Vo’ addimostrarvi. Incoglierà sventura,
| Ciò sappiate, per me a chi v’ t nemico.
£ Oh ! caro annunzio a me ! come se lieto
: Di tant’nita veramente ci fosse,
: Re Gunthero gridò. L’uom disleale
| Giù s’inchinò con falso core, e intanto
: Prence Sifrido questo aggiunse : Voi
: Ben lieve cura di cotesto abbiate.
| Cosi quelli ordinar co’ lor sergenti
: Il lor viaggio, e fean di cotal guisa
| Percliò Sifrido co’ guerrieri suoi
: Questo intanto vedesse. E d’apprestarsi
| Fe’ cenno allor di Niderlànd ai prodi,
i E ratto di Sifrido i valorosi
| Guerreschi arnesi dimandar. Deh! voiDehvoi,
: Padre mio Sigemundo, eroe Sifrido
: Incominciò, qui rimanete. Ancora,
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/346]]==
<poem>
I Nibelunghi 275 j
: Se Iddio fortuna ci darà, verremo
: In brev’ora tornando in fino al Reno.
: Or voi, daccanto al re, qui vi restate
j Con molta gioia. — Le bandiere avvinsero :
: Qual se in punto d'andarne. E v’eran molti |
| Di re Gunthero che di ciò che accadde, :
Nulla invero sapean. Molti famigli
Veder là si potean appo Sifrido,
Line 8 354 ⟶ 5 764:
Rinvenne, si recò, pregò che vènia
Ella dèsse al partir. Già da la terra
Egli andarne dovean. Bene m’accadde, f
Kriemhilde si dicea, per ch’io tal sposo :
M’acquistai già, che ardisce a’miei diletti :
Portar soccorso, come a’ cari mici
Suol far Sifrido, signor mio. — Per questo, :
La regina soggiunse, anima altera
Assumere poss’ io. Ma voi frattanto
Pensatevi a cotesto, Hàgene amico,
</poem>
i
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/347]]==
<poem>
276 / Nibelunghi
Diletto a me d’assai, ch’io volentieri
A voi servigio prestai sempre e eli’ io
Astio giammai non ebbi a voi. Per tanto
Lasciate ancor che del mio caro sposo
Io diletto mi prenda j e s’io pur feci
Cosa a Briinhilde, egli non dee di questo
Portar la pena. Oh ! di cotesto assai,
La nobil donna aggiunse ancora, ebb’io
Pentimento dipoi ! Questa persona
Forte Sifrido mi picchiò. Per eh’ io
Cosi parlai, si dols’egli nell’alma,
E quel gagliardo valoroso e ardito
Grave l’offesa vendicò. — Deh ! voi
Riconciliate 1) a questi di ben tosto,
Hàgen dicea, sarete ! Or voi, Kriemhilde,
Amabil donna, in che poss’ io giovarvi
Pel vostro, sposo, a me chiarir dovete.
Io volenticr farò tal cosa, o donna;
Meglio che a voi far non potrei cotesto
Ad altri mai. — La nobil donna disse:
') Cioè Brfmhilde c Kriemhilde.
</poem>
/ Nibelunghi 277
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/348]]==
<poem>
Senz’affanno sarei che altri potesse
Toglier la vita a lui ne le battaglie,
: Quand’egli mai dell’ardor suo la foga
: Secondar non volesse. Allor saria
: Sempre sicuro l'uom gagliardo e prode.
: Hàgene disse allor: PoiallorPoi che temenza,
: O donna, avete voi che altri vi possa
| Ferir lo sposo, fate almen eh’ io sappia
: Per quali accorgimenti io si potrei
i E guardarlo ed assistere, che sempre,
| Per custodirlo, andando e ritornando
| Vo’ cavalcargli presso. — E quella disse:
: Tu se’ congiunto a me, son io pur anco
| Una de’ tuoi. Però, con molta fede,
: Io t’accomando il mio diletto sposo,
| Perchè tu guardi a me con molta cura
| L’uom che m’è caro. — E disse cose intanto
| Che meglio era lasciar. Lo sposo mio
: È ardimentoso, ella dicea, gagliardo
Pur anco assai. Quanti’ei, vicino al monte,
Il dragone colpi, l’uom generoso
E chiaro assai bagnavasi in quel sangue,
lllllllllllllllll
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/349]]==
<poem>
lllllllllll
278 / Nibelunghi
E da quel di, ne le battaglie sue,
Nessun’arma il ferisce. >) Eppur son io
Line 8 420 ⟶ 5 834:
E da la mano degli eroi continui
Volan gli strali, ch’io mi perda allora
L’uom che m’è caro. Deh ! qual doglia grave
Ebb’io sovente per Sifrido! IntantoSifridoIntanto,
Con fiducioso cor, diletto amico,
Poi che tu serbi a me questa tua fede,
10 ti dirò dove potria qualcuno
L’uom diletto ferirmi. E già cotesto
Intender ti farò; ciòfaròciò per fidanza
Da me si fa. Come pertanto scorse
Da le ferite del trafitto drago
11 caldo sangue e il prode ardimentoso
In quello si bagnò, caddegli un’ampia
Foglia di tiglio assai fra le due scapule,
Al medio punto. Là potria qualcuno
Ferirlo, em'è per ciò grave l’angoscia.
') Per questo drago, ucciso da Sifrido, vedi
l’Avventura Terza e i’Introduziono al Poema.
') Il
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/350]]==
<poem>
re Gunthero.
=
/ Nibelunghi 279 :
Hàgene disse di T ronèga : A lui
Sopra le vesti piccola una croce
Cucite voi. Chiaro per ciò mi fia
Line 8 454 ⟶ 5 870:
Guardar nell’ora che accadrà la pugna,
Ratto ch’egli starà de’ suoi nemici
Ne la battaglia a fronte. — Oh ! dolce mia :
Donna, rispose, i’ ben farò cotesto !
Fede colei si avea che al suo diletto
Line 8 461 ⟶ 5 877:
Commiato Hàgene allor. Di là partia
Lieto e contento, e a’ compagni del sire *)
I
2S0 / Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/351]]==
<poem>
Crebbe perù gioioso spirto. Credo
Che maggior tradimento unqua non fece
Line 8 480 ⟶ 5 898:
(Fu detto) in pace rimaner la terra
Di re Gunthero, averli a ciò inviati
Liudgero presso al re. -Deh! quantoDehquanto in mala
Voglia tomossi principe Sifrido
Senza che vendicata egli l’offesa
Degli amici si avesse ! A gran fatica
Di Gunthero le genti indi il ritrassero,
Ed ci ne venne al re. L’ospite regio
UHI MIMI •Ululili
inni ili
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/352]]==
<poem>
I Nibelunghi 281
281
| A render grazie fe' principio allora:
A render grazie fe' principio allora:
: Or vi compensi Iddio, Sifrido amico,
Or vi compensi Iddio, Sifrido amico,
f Di vostro buon voler! Perchè di tanto
f Di vostro buon volerPerchè di tanto
I Voi volentieri fate ciò eh’ io prego,
I Voi volentieri fate ciò eh’ io prego,
: Vi servirò per sempre in quella guisa
Vi servirò per sempre in quella guisa
È Che a ragione vi debbo. Io mi confido,
È Che a ragione vi debbo. Io mi confido,
1 Fra tanti amici miei, in voi soltanto.
1 Fra tanti amici miei, in voi soltanto.
| Ma poiché dell’andar fra l’armi in giostra
Ma poiché dell’andar fra l’armi in giostra
: Or liberi siam noi, cinghiali ed orsi
Or liberi siam noi, cinghiali ed orsi
j Io cavalcando vo’ cacciar, com’io
Io cavalcando vo’ cacciar, com’io
1 Soglio sovente, in Waskenwild. — Cotesto
| Hàgene consigliò, 1' uom tristo e infido.
| A tutti ospiti miei questo frattanto
| Dicasi, che partir di gran mattino
| Vogliamo noi ; s’appresti chi ha desio
= Di cacciar meco; emecoe se qualcun qui brama
= Con le donne restarsi alla mia corte,
1 Cotesto ancor mi sarà grato. — Allora
i Che ite a la caccia voi, con regale atto
I Disse prence Sifrido, io volentieri
j Vi seguirò. Prestatemi un braccliiero
I E alquanti cani, ed io con voi nel bosco
: *3
*
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/353]]==
<poem>
28’
/
/ Nibelunghi
Cavalcherò. —Nulla bramate voi
Fuor che solo un bracchier? subitamente
Line 8 530 ⟶ 5 952:
E intanto al suo signore Hàgen gii detto
Ebbe di quale accorgimento vincere
L’uom gagliardo ci volca. Deh ! che giammai
Tradimento maggiore altri non fece!
4...
Line 8 538 ⟶ 5 960:
:
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/354]]==
<poem>
Avventura Sedicesima
In che- modo Sifrido fu ucciso
Line 8 546 ⟶ 5 970:
Una caccia apprestar. Con cuspidati
Lor giavellotti egli volean cinghiali
Cacciar, bufali ed orsi. Oh ! qual potea
lìsser cosa più ardita? — In regai foggia
Venia con essi anche Sifrido, e molti
Cibi di varie fogge altri con seco
In via recava. Ad una fresca fonte
Ei la vita perdea ; ciò gli ebbe ordito
Briinhilde in pria, di re Gunthir la donna.
*
Line 8 557 ⟶ 5 981:
*"
•*
/
/ Nibelunghi
: Andava allora il nobil cavaliero
:
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/355]]==
<poem>
Là ’ve trovò Kriemhilde sua. Ma intanto
: Di lui, de’ suoi compagni, altri sul dorso
: Ponea de’ muli un nobile da caccia
: E ricco arnese. Andarne egli voleano
Di li dal Reno. Oh ! non dovea Kriemhilde
Maggior doglia soffrir ! La sua diletta
In bocca egli baciò. Conceda Iddio
Che salva i’ ti rivegga, o donna mia,
E me riveggan gli occhi tuoi! TutuoiTu dèi
Co’ tuoi dolci congiunti a questi giorni
Intrattenerti, che restarmi a casa,
Line 8 578 ⟶ 6 004:
Perch’ella mai nascesse in vita. Pianse
Di principe Sifrido in là da modo
La nobile mogliera. Oh ! vostra caccia
Abbandonate ! al forte ella dicea.
Male sognai la notte, e come due
Feroci verri pel selvaggio loco
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/356]]==
<poem>
4*
4*
1 Nibelunghi 285
1 285
: Vi cacciavano; rossi per il sangue
Vi cacciavanorossi per il sangue
| Del prato i fiori. E s’io piango si forte,
Del prato i fiori. E s’io piango si forte,
I Io n’ ho vera cagion. Temo d’assai
I Io n’ ho vera cagion. Temo d’assai
I Qualche trama funesta ove qualcuno
I Qualche trama funesta ove qualcuno
È Abbia offeso chi noi possa d’un odio
È Abbia offeso chi noi possa d’un odio
È Mortale perseguir. Deh ! signor mio
È Mortale perseguir. Deh signor mio
I Diletto a me, restate ! Io vel consiglio
I Diletto a me, restate Io vel consiglio
: Con tutta fede. — O mia diletta, ci disse,
Con tutta fede. — O mia diletta, ci disse,
: Fra giorni brevi tornerò. Nò alcuno
Fra giorni brevi tornerò. Nò alcuno
: Di questa gente so, che a me del core
Di questa gente so, che a me del core
i Porti alcun odio. I tuoi congiunti tutti
I Benevoli mi son, tutti ad un grado,
1 Nè da que’ prodi inver diverso affetto
| Io mi merlai. — No, no, prence Sifrido !
H Io temo il tuo perir! MaleperirMale sognai
; In questa notte, e come due montagne
1 Su te cadcan dall’alto, e come poi
I Non ti vidi mai più. Che se tu vai,
i Intima doglia ciò mi fa nel core.
= Cinse de le sue braccia la preclara
f Donna Sifrido e la bella persona
\ Amoroso baciolle. Ei si prendea
*
286 / Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/357]]==
<poem>
Di là commiato in breve istante. Vivo
Ella noi vide più d’allora in poi!
Line 8 616 ⟶ 6 046:
Selva andar cavalcando, e molti prodi
Cavalieri seguian prence Gunthero
E i fidi suoi ; ma Gernòt e Gislhero
A casa rimanean. Di là dal Reno
Molti corsieri andaron carchi, e pane
Line 8 632 ⟶ 6 062:
Filr da’ compagni della caccia attorno
Poste le guardie, e l’uomo ardito e forte
Assai, Sifrido, cosi disse: ScortadisseScorta
*•
*
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/358]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
Chi ci sarà di voi, arditi e prodi
Guerrieri, per la selva e sopra l’orme
Delle belve selvaggie? — Oh ! vogliam noi,
Hàgene rispondea, pria separarci
Del cominciar la caccia qui, per ch’io
Line 8 646 ⟶ 6 078:
Cacciatore in cotesto andare attorno
Per la foresta. Spartirem le genti,
I cani spartirem;cani cosispartiremcosi ne vada
Ciascun là 've più vuol. Chi meglio caccia,
Grazie avrà per cotesto. — I cacciatori
L’un presso all’altro non restar gran tempo.
Prence Sifrido disse allor: DiallorDi cani
Io bisogno non ho, se un bracco togli
Qual già in tal guisa di ferino sangue
Gusto scntia, che de le belve i passi
Line 8 660 ⟶ 6 092:
E in brev’ora il suo prence in loco addusse
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/359]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
:
Là 've trovar parecchie fiere, e quale
Line 8 687 ⟶ 6 121:
'4
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/360]]==
<poem>
I Nibelunghi 289
289
E quattr’ uri gagliardi ed un immane
Cervo atterrava, rapido. Si forte
Portavaio dovunque il suo destriero,
Che nulla gli sfuggìa. Dawer! cheDawerche a stento
Scampo s’avean da lui damme e cerbiatti !
Ha il can sagace ritrovò un gran verro.
Line 8 700 ⟶ 6 136:
Balzava il verro in gran disdegno. Allora '
Con la spada il colpìa l’uom di Kriemhilde
(Deh ! che cotesto non avrìa mai fatto,
In sì agevole guisa, un cacciatore !),
Ed altri il cane trattene.!, la belva
Line 8 706 ⟶ 6 142:
Appo quei di Borgogna, conosciuta
Fu di Sifrido la copiosa caccia.
Diceano i cacciatori : Ove ciò sia
In piacer vostro, deh! lasciatedehlasciate ornai,
Prence Sifrido, incolume di queste
Fiere una parte ! Oggi ne fate voi
Disgombro il monte e la valle pur anco.
37
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/361]]==
<poem>
t
: 290 I Nibelunghi
: Il valoroso, ardito e baldo, a ridere
: Incominciò. Ma d’ogni parte intorno
| S'udian strepiti e grida. Era il fragore
: Grande cosi di genti e di mastini,
: Che la montagna e la foresta ancora
Con gli echi rispondean. Venti con quattro
Mute di cani avcano allor disciolte
I cacciatori; ecacciatorie molte belve intanto
Perdere là dovean la cara vita,
E quelli avean pensier che tanto invero
l'atto avrian, che in quel di saria lor dato
II premio del cacciar, nè ciò avverossi
Ratto che al loco in che la vampa ardea, *)
Venir fu visto il prò'Sifrido. Intanto
Era andata la caccia; anchecacciaanche non era
Giunta al termine suo. Chi scender volle
Al loco de la vampa, ecco portava
Molte con sè pelli di fiere e uccise
Belve d’assai. Di ciò, deh ! quanta copia
') Un fuoco acceso nella selva per comodo
«lei cacciatori e per cuocervi le vivande.
mi
-
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/362]]==
<poem>
I Nibelunghi 291
291
Alla cucina de’ regi compagni
Allora si recò ! Ma re Gunthero
Noto fe’ intanto a’ cacciatori eletti
Ch’ei cibarsi volea. Ratto, a l’istante,
Line 8 753 ⟶ 6 193:
Prence, d’ un corno dal sonar, che d’uopo
È recarci a l'ostello, or ora ho inteso.
Io risponder gli vo’. — Dietro a’ compagni,
Dando fiato ne’ corni, assai richiami
Fecersi allor cosi. Noi pur la selva.
Line 8 762 ⟶ 6 202:
Una fiera ei scovarno. Era cotesta
Un orso di foresta, e vólto a dietro
Così dicea quel valoroso : I nostri
Compagni ad un sollazzo io vo’ serbare.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/363]]==
<poem>
4
*■
*!♦
292
 
I Nibelunghi
: Voi disciogliete i cani. Io qui mi veggo
: Un orso, ed ci di qui fino a l’ostello
: Verrà con noi. Se ratto egli non fugge,
: Da noi guardarsi ei non potrà. — Disciolti
| Furono i cani, c di là diede un balzo
: L’orso feroce e tentò di raggiungerlo
: L’uora di Krienihilde cavalcando. E quello
: Ad un loco venia ’v’eran caduti
: Alberi antichi, e del prode avverarsi
| La voglia non potea. Là si credca
; Da’ cacciatori incolume la forte
: Belva restar. Balzò dal suo destriero
| Il buono c ardito cavaliero e l'orrida
: Belva rincorse. Ma perchè indifeso
: L’orso si stava, non potea da lui
: Sfuggir di tanto. A l’istante ei l’afferra,
: Senza ferir per niuna guisa rapido
: L’eroe l’avvince. Nè gradì, nè morsi,
: Nulla potcan sul valoroso, ed ci
: A l’arcione il legò, poscia, leggiero
: Tornando in sella, cosi ’l trasse al loco
Del fuoco acceso, con sua molta lena,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/364]]==
<poem>
J Nibelunghi 293 •
293 •
De' compagni a sollazzo, ei valoroso
E buono c ardito. Oh ! come in tutta grazia :
Di prence e di signore ei cavalcava
All'ostello del bosco! EraboscoEra assai grande
Quell’asta sua, c grossa e forte, e un’arma :
Leggiadra gli scendea 6«o agli sproni.
Line 8 808 ⟶ 6 252:
Che un giustacuore egli recava attorno
Di nera pelle e un casco in zibellino,
Che ricco era d'assai. Deh ! quanti fiocchi :
Splendidi egli portava al suo turcasso !
Sovra il turcasso, per il dolce odore, ')
Line 8 816 ⟶ 6 260:
*) Credevasi nel Medio-Evo che la pantera
mandasse un odore molto soave.
294 1 Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/365]]==
<poem>
Incoccarlo, ove tendere il volesse,
Mentre Sifrido il fea da solo. Tutta
Line 8 837 ⟶ 6 283:
Colma era tutta, e avean le ghiere in oro
Que’ dardi suoi, quanto d'un uom la destra
Ampi nei ferri. Oh si! morirsimorir dovea
Ratto colui che piaga ne toccava!
Ne andava allora il nobil cavaliero
mummimmmm
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/366]]==
<poem>
Nibelunghi 295 |
295 |
Fiero d’assai qual cacciatore, e lui
Miravano avanzar quei di Gunthero
Uomini accolti. Ad incontrarlo ei corsero j
E presergli il destrier. Deh ! che a la sella ;
E forte e grande un orso egli adducea !
Quand’ei discese dal destrier, la bocca :
E i piedi egli sciogliea da le ritorte
Alla belva feroce, e ratto e insieme
Line 8 855 ⟶ 6 303:
L’orso disciolto. E volea ricacciarsi
La fiera al bosco, e le adunate genti
Forte ne avean rancura. Al fiero strepito |
L’orso correa ver le cucine. Oh!Ohquanti quanti =
Famigli intenti alla regal cucina
Lungi balzar dal fuoco, e rovesciarsi
Molti caldai frattanto c andar dispersi
Tizzoni molti. Oh! quanteOhquante ne la cenere :
Fùr viste poi giacersi inclite dapi!
Da’ lor seggi balzar con le lor genti
I prenci allora, e a concepir disdegno
La fiera incominciò; maincominciòma il re fe’ cenno
Di sciolti liberar quanti alla soga
:
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/367]]==
<poem>
2% / Nibelunghi
2% /
Erano cani, e se ciò a bene uscia,
Avuto quei si avrian beato un giorno.
Con lancie ed archi non a lungo invero
S’indugiar quelli ; essi correan veloci
LA 've l’orso fuggi vasi. Ma i cani
Poich’eran molti, cosi niuno ardia
Line 8 887 ⟶ 6 337:
Tosto a’ lor deschi. In dilettoso prato
Acconciamente elli a seder fùr posti;
Deh ! quante ricche dapi a’ cacciatori
Illustri furon date! Ecco! soverchiodateEccosoverchio
Venian lenti i coppieri, essi, che il vino
Dovean recar, nò in miglior guisa eroi
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/368]]==
<poem>
IIMIMIIIIIMI
1 Nibelunghi 297
Ebbero mai tanti servigi. Falso
Animo in cor s’ei non avean, difesi
Erano i forti da ogni danno sempre !
Prence Sifrido allor dicea: MidiceaMi prende
Meraviglia di ciò, perchè se tanta
Provvigione s’invia dalla regale
Cucina a noi, non portino del vino
I coppieri. Oh, davver! sedavverse a’ cacciatori
Miglior pensiero non si dà, compagno
Non sarò più a cacciar con voi. D'assai
Degno son io che alcun di me si curi.
Con mente falsa dal suo desco allora
II re gli disse: PoidissePoi che abbiam disagio,
D’uopo è che a voi si faccia volentieri
Dovuta ammenda. Ciò avvenìa per colpa
D'Hàgen soltanto. Ei volentier ci lascia
Qui di sete morire. — Hàgene allora
Di Tronèga dicea: DolcediceaDolce mio sire,
Io mi credca che oggi dovea la caccia
Ire in Spchtsharte, e il vino io li\ mandailimandai.
Se oggi sarem senza bevanda, oh ! quanto
Ad altra volta eviterò cotesto !
: 298 /
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/369]]==
<poem>
Nibelunghi
 
| Disse prence Sifriilu : Oh ! per cotesto
Disse prence Sifriilu Oh per cotesto
| Grazie da me voi non avrete ! Sette
Grazie da me voi non avrete Sette
: Carchi di vin claretto e d'idromèle
Carchi di vin claretto e d'idromèle
Qui recar si dovean. Che se non era
Modo a far ciò, allogarci alcun dovea
Line 8 932 ⟶ 6 386:
Correr noi tutti. - Per acerba cura
:
Di molti prodi inver si diè il consiglio ! :
Ma rancura di sete il prò’ Sifrido
Forte crucciava, e però volle il desco
Line 8 940 ⟶ 6 394:
Questo consiglio. Sopra i carri allora
Ingiunto fu di trasportar per quella
') llagcne.
:
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/370]]==
<poem>
i
/ Nibelunghi 2Vt |
Terra le fiere che colpite e sfatte
Avea la mano di Sifrido, e intanto,
Quando alcun le vedea, molte eran dette •
D’onor parole a lui ; ma la sua fede
Hàgen, duro soverchio, a lui rompe».
Poi che andarne volean là, sotto ai tigli |
Della fontana: MifontanaMi fu detto assai,
Hàgene disse di Tronèga intanto,
Che ninno inseguir può, s’egli andar vuole, ;
L’uom di Kriemhilde. Ei voglia almcn |
cotesto |
Qui lascinrci veder ! — Disse quel forte |
Sifrido allor di Niderlànd : Cotesto
Provar voi ben potete, ove con meco
Sino alla fonte correre vi piaccia,
Line 8 965 ⟶ 6 421:
A chi si vegga vincere la prova.
Anche di ciò farem la prova, disse
Hàgene, incliti spada ; e questo aggiunse
Sifrido il forte: EdforteEd io, per ciò, dinanzi
A’ vostri piedi, sovra l’erba verde,
300 I N
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/371]]==
<poem>
ibelunghi
Posar mi vo’. ■) — Come cotcsto udia
Prence (ìunthero, quanto dolce cosa
Questa venne al suo cor! MacorMa il valoroso2)
Arditamente disse: IodisseIo più d’assai
Anche vo’ dirvi. Le mie vesti tutte
Vo’ con meco portar, l’asta e la targa
Line 8 985 ⟶ 6 443:
Come due fiere di selvaggia vita,
Ma primo al fonte giungere fu visto
Sifrido valoroso; eglivalorosoegli toccava
In tutte cose, innanzi agli altri tutti,
L’onor del premio. Là disciolsc ratto
') Io staro seduto, mentre altri si spiccherà
alla corsa, e ciò per dargli vantaggio c vin¬
cerlo ancora.
■) Sifrido.
“J I“I lagene e Gunthero.
t
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/372]]==
<poem>
Nibelunghi 301
301
La spada c là depose la faretra
E la forte sua lancia al tronco d’uno
Di que’ tigli appoggiò. Stava da presso
Al zampillar de la fontana il prode,
Straniero in quella terra. Oh ! ma ben grande |
Era di lui la cortesia! LacortesiaLa targa
Al suol depose ove scorrea la fonte,
E ben che sete il tormentasse forte,
L’eroe non bevve già, pria che bevuto
Non avesse Gunthero. Oh ! per cotesto
Male costui gli rese grazia poi!
Fresca, limpida e buona era la fonte
Line 9 012 ⟶ 6 472:
Di là, poi che ne bevve, ci si rizzava,
E volcntier ciò fatto avrìa pur anco
Sifrido ardimentoso; >) egli la sua
Cortesia pagò cara. E ferro ed arco
Via di là gli furava Hàgene intanto
Line 9 019 ⟶ 6 479:
potè.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/373]]==
<poem>
« ••• ♦
« ••• ♦
"*r
/
/ Nibelunghi
I.’asta rinvenne, e sogguardava a quella
Immagine di croce in su la veste
Line 9 031 ⟶ 6 493:
Che d’ Hàgene a le vesti, per la piaga
Spruzzando, di quel core il sangue ascese.
Deh ! clic si gran misfatto unqua non fece
Un valoroso! EvalorosoE l’asta il manigoldo
Givi fino al cor giunger gli fea, ma poi,
Dinanzi ad uom, non volse in fuga mai
Line 9 040 ⟶ 6 502:
Egli signor, qual forsennato, e ancora
Lungo d’in fra le scapule dell’asta
Il legno gli sporgea. Credea la spada
E l’arco di trovar l’inclito sire,
E allora, oh si! toccarsitoccar la ricompensa
Hàgen potea de’ inerti suoi ! La spada
Poi che il ferito di profonda piaga
Là non rinvenne e nulla fuor che l’ampio I
"•limi imi
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/374]]==
<poem>
I Nibelunghi 303
303
Giro egli avea del suo pavese, il tolse
Dalla fontana ed Hàgene rincorse;
Deli! cheDeliche sfuggirgli l’uomo non potea
Di re Gunthèr ! Ben che piagato a morte,
Egli ’l colpi di tal vigor, che molte
Via schiantar dal pavese inclite gemme
Line 9 061 ⟶ 6 525:
Hàgene a terra andò, si che al vigore
Del fiero colpo forte risuonava
Il loco agreste. Se alla mano avea
Prence Sifrido la sua spada, morto
I-Iàgen era davver. Doleasi il forte
Line 9 072 ⟶ 6 536:
Che livido si fea. — Pianto fu poi
Da molte donne adorne e vaghe. - Intanto
304 1 Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/375]]==
<poem>
Là, sui fiori, cadea l’uom di Kriemhilde,
E uscir fu visto dalla sua ferita
Line 9 080 ⟶ 6 546:
A chi la morte consigliò di lui
Per tradimento. L’uom ferito a morte
Cosi dicea : Deh ! voi codardi assai,
Che mi valsero adunque i miei servigi,
Per che ucciso m’avete ? Io fui leale
E fido a voi ; perciò ne pago il fio !
Feste gran male a’ consanguinei vostri,
E chi un di nascerà, vergogna ed onta
Line 9 094 ⟶ 6 560:
E fu quello per lor veracemente
Giorno scevro di gioia. Egli era pianto
Da chi fede anche avea; diaveadi ciò era degno
Il cavalier cortese e valoroso.
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/376]]==
<poem>
I Nibelunghi 305
305
Piangeva intanto di Borgogna il sire
Di lui la morte. Oh ! dissegli il ferito.
Non è bisogno in ciò che il grave danno
Pianga quei che l'ordì. Merta colui
Gran vitupero, e meglio era cotesto
Abbandonar! —Abbandonar— Non so davver, diceva
Hàgen feroce, a che per voi si pianga.
Han fine insiem le nostre cure e tutti
Line 9 116 ⟶ 6 584:
Vostra mortale intenz'ion spiata
Avess’ io, chè da forte innanzi a voi
Difesa avrei questa mia vita ! Eppure
Non mi accoro di ciò quanto per donna
Kriemhilde, sposa mia. Misericordia
Line 9 123 ⟶ 6 591:
Rimprovero farà che i suoi congiunti
39
5 306 / Nibelunghi
 
;
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/377]]==
<poem>
Un di lor sangue hanno ferito a morte,
ì S’io ciò potessi (disse ancor Sifrido),
: Pianger dovrei di ciò più giustamente.
1 Pietosamente assai cosi parlava
ì L’eroe ferito a morte : O nobil sire,
: S’anclie vi piace a tal fede serbare
: Quaggiù nel mondo, deh ! lasciate voi
\ Che a vostra grazia accomandata sia
La sposa mia diletta. Ella di tanto
| Godasi almen perch'è sorella vostra.
Con ogni pregio di regai signora,
Con fè, si stette presso a voi. Oli! aOlia lungo
\ Attender mi dovranno il padre mio
ì E i miei fedeli ! Oh ! per diletto amico
Maggiore affanno di cotesto a donna
: Giammai non si recò ! — Da tutte parti
Eran del sangue suo bagnati i fiori,
Ed ei lottava con la morte. A lungo
Line 9 149 ⟶ 6 619:
Nulla più dir potò. Ratto che i prenci
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/378]]==
<poem>
1 Nibelunghi
Vider morto l’eroe, sovra una ta^a
307
Line 9 157 ⟶ 6 629:
Avverarsi potea che si celasse
Ciò che Hàgen fatto avca. Diceano molti:
Male ci accadde ! Ora celar v’ è d’uopo
Tutto e del pari asseverar che lui,
L’uom di Kriemhilde, uccisero i ladroni,
Mentr’egli andava per la selva, allora
Che solo a caccia cavalcar volea.
Hàgene disse di Tronèga : Io solo
Il recherò a la terra. È lieve cosa
Per me che noto ciò si renda a lei
Che di Briinhilde in cosi fiera guisa
L’anima rattristò. Poco d’assai
Di quanto piangerà, dawer! m’impordawerm’impor
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/379]]==
 
ta.
à
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/380]]==
<poem>
à é y & è è a; & £ à à & & ife
Avventura Diciassettesima
In clic modo Kriemhilde pianse il suo sposo :
c come egli fu sepolto
EUi aspettar fino alla notte e il Reno j
j |
Indi passar. Non si potea da eroi
| EUi aspettar fino alla notte e il Reno j
Di peggior guisa aver cacciato, e quella j
| Indi passar. Non si potea da eroi
: Di peggior guisa aver cacciato, e quella j
ì Nobile fiera che atterrar, fu pianta
Da donne illustri poi. Scontar di tanto
Dovetter poscia molti eroi valenti
: Dovuta pena. D’un’audacia grande,
{ D’orribile opra di vendetta, voi
: Udir dovete favellar. — Fe’ cenno
: Hàgenc allora di portar l’estinto
1 Sifrido, nato in suol de’ Nibelunghi,
1*““' —-T——<
310 1 Nibelun
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/381]]==
<poem>
ghi
Là da presso a le stanze ove Kriemhìlde
Line 9 213 ⟶ 6 687:
Annunzio molto doloroso. Allora
Ch’ella volea con quelle ancelle sue
Andarne al monastero: OrmonasteroOr v’arrestate,
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/382]]==
<poem>
I Nibelunghi 311
311
Disse il famiglio. Presso de la stanza
Si giace un cavalier colpito a morte.
Line 9 225 ⟶ 6 701:
A pensar cominciò che Hàgen le fea,
Di qual mai foggia egli potea guardarlo
Da ogni periglio ; e questo fu primiero
Dolor che la toccò. Cosi da lei
Ogni gioia quaggiù si ripudiava
Line 9 235 ⟶ 6 711:
Ch’ella in tal guisa, al tornar de la mente,
Gridò, che n’echeggiàr le stanze tutte.
I famigli dicean : Che dunque, un ospite
S’cgli è? — Ma il sangue da la bocca uscia
A lei, del core per lo schianto, ed ella:
Sifrido egli è, dicea, l’uom che m’è caro!
</poem>
♦^♦'111 *
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/383]]==
<poem>
b
Ciò consigliò BrOnhildc c ciò compia
| 31J / Nibelunghi
Hàgen per lei— Si fe’ condur la donna
j Ciò consigliò BrOnhildc c ciò compia
Là dove il prode ritrovò. La bella
! Hàgen per lei! — Si fe’ condur la donna
Testa ne sollevò con le sue mani
| Là dove il prode ritrovò. La bella
Bianchissime, e di sangue anche se Unto,
: Testa ne sollevò con le sue mani
Ella ratto il conobbe. Ecco, giacca
: Bianchissime, e di sangue anche se Unto,
Miseramente assai l’eroe gagliardo
: Ella ratto il conobbe. Ecco, giacca
Del suol de’ , e con gran dòglia
: Miseramente assai l’eroe gagliardo
Cosi gridava la regina, lei
: Del suol de’ Nibelunghi, e con gran dòglia
Di cuor si dolce Ahimè pel mio dolore ;
: Cosi gridava la regina, lei
Ed è qui la sua targa e non di spada
: Di cuor si dolce : Ahimè ! pel mio dolore ! ;
EU’ è forata, e tu cadesti ucciso.
: Ed è qui la sua targa e non di spada
Dehs’io saprò chi fe’cotesto, sempre, i
: EU’ è forata, e tu cadesti ucciso.
Sempre di lui starò ad ordir la morte !
: Deh! s’io saprò chi fe’cotesto, sempre, i
E piangeano e gemcan tutti i famigli
: Sempre di lui starò ad ordir la morte !
Con la lor donna caraaspro dolore
: E piangeano e gemcan tutti i famigli
D’essi era questo per il nobil sire
: Con la lor donna cara; aspro dolore
Che perduto elli avean. Forte davvero
: D’essi era questo per il nobil sire
Hàgen lo sdegno di Brunhilde avea
: Che perduto elli avean. Forte davvero
Vendicato cosi. La dolorosa
: Hàgen lo sdegno di Brunhilde avea
Diceva intantoDi qui andar dovete :
: Vendicato cosi. La dolorosa
Di Sifrido a destar subitamente
: Diceva intanto: Di qui andar dovete :
</poem>
: Di Sifrido a destar subitamente
4- 4*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/384]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
Gli uomini tutti. A Sigemundo ancora
Il dolor mio direte voi, s’ei pure
Vuol darmi aita a piangere del prode
Suo Sifrido la morte. — Andava il messo
Rapido là 've gli uomini rinvenne
Giacersi, di Sifrido i valorosi,
Del suol de’ Nibelunghi. Egli lor gioia
Cosi togliea col tristissimo annunzio,
E quelli non volcan, fin clic s’udirò
Line 9 293 ⟶ 6 769:
=
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/385]]==
<poem>
f
= 314 I Nibelunghi
i Tocca vicino assai. — Rizzossi allora
: Sigmundo c disse : Che son mai gli affanni
: Di Kriemhilde leggiadra, onde tu meco
: Parola festi ? — E il messaggier rispose
| Col pianto : Oh ! non poss’ io questo celarvi !
: Certo che ucciso è il re di Nidcrlande,
i Sifrido ardimentoso ! — Oh ! lascia, lascia
: Questo gioco, dicea prence Sigmundo;
: Lascia pel cenno mio queste novelle
i Triste cotanto, per che voi diciate
: Ad alcun ch’egli è ucciso. Io penso e credo
| Che cessar non potrei, lino alla morte,
: Di piangerlo. — Se a me, per quel che a dire
; M’udite qui, voi creder non volete,
: V’ è d’uopo udir, voi stessi, di Sifrido
| Pianger la morte Kricmhilde e con lei
: I famigliari tutti. — Alto sgomento
\ Sigemundo n’avea. Di ciò il toccava
: Alta rancura, e tosto dal suo letto
§ Egli balzò con cento de’ suoi fidi.
È Questi in man si togliean le lunghe e acute
: Armi rapidamente e dietro a’ pianti
</poem>
+^+niiiiiniilinmnmiiin
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/386]]==
<poem>
I Nibelunghi 315
315
Correan con molla doglia. Anche venièno
Mille guerrieri, gli uomini fidati
Line 9 332 ⟶ 6 809:
Re Sigemundo là ne andava intanto
Ove Kriemhilde ritrovò. Dicea:
Ahimè ! per tal Viaggio in questa terra !
E chi mai di tal guisa orrida e fera,
Presso d’amici buoni tanto, voi
Orbar potè del vostro dolce sposo
E me del figlio mio? — Deh ! s’io potessi
Conoscerlo, dicea l’inclita donna,
Nè di persona, nè di cor più mai
Benigna gli sarei ! Tale un affanno
Io gli ordirei, che piangerne per sempre
Dovrian gli amici suoi per mia cagione !
Re Sigemundo in braccio si togliea
L'estinto prence, e cosi grande allora
316 1 Nibelunghi
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/387]]==
<poem>
Fu degli amici suoi la doglia acerba,
Che al fiero lamentar stanza e palagio
E di Worms la città pure a l’intorno
Di quel pianto echeggiava. Oh ! ma nessuno
Consolar di Sifrido la dolente
Sposa potea ! Fuor da le vesti intanto
Altri del sire la bella persona
Poi ch’ebbe tolta, ne lavò le piaghe
E l'adagiò sovra un feretro; eferetroe quello
Di gran pianto fu doglia alle sue genti.
Dissero allora que’ gagliardi suoi
Del suol de’ Nibelunghi : Ecco, lui sempre
Vendicherà con ferma volontate
La nostra mano. Chi ciò fea, si cela
Line 9 366 ⟶ 6 845:
Aveano a capo di lor schiera, ed ei
Volea di gran desio punir la morte
Del figlio suo; disuodi ciò debito vero
Forte il toccava. Ma di quelli alcuno
</poem>
/
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/388]]==
<poem>
Nibelunghi 317
317
Anche non conoscea contro chi mai
Dovea starsi pugnando e se cotesto
Line 9 379 ⟶ 6 859:
Grave d’assai. Ben che fiera la doglia
E grave fosse la rancura, forte
Ella temea de’ Nibelunghi suoi,
Del fratei suo per gli uomini, la morte,
E in mezzo venne ad impedir. Con dolci
Parole gli ammonta si come fanno
I dolci amici ai loro amici. Disse
La donna ricca di sventure : O mio
Signore Sigemundo, a qual mai cosa
Volete voi por mano ? E non è il vero
Line 9 392 ⟶ 6 872:
Gagliardi e fieri contrastar bramate.
Era in essi desio della battaglia,
Mentre alzavan gli scudi. Oh ! ma pregava
318 I
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/389]]==
<poem>
SibetuHgUi
La nobile regina, anche ingiugnea
Che dovesser cotesto i valorosi
Prodi evitar; perchèevitarperchè lasciar l’impresa
Ei non volean, ciò fu dolor per lei
Vero, ch'ella dicea: PrencediceaPrence Sigmundo.
Tal disegno lasciate in fin che meglio
Ciò convengasi a noi. Soltanto allora
Line 9 406 ⟶ 6 888:
Per sempre. E se di tanto io sarò certa,
A chi a me lo rapi, d’alta rovina
Io cagione sarò. Qui, presso al Reno,
Molto v’ha di spavaldo, e non vogl’io
Consigliarvi per ciò scontri e battaglie.
Contro un solo di noi trenta gagliardi
Hanno costoro. Faccia Iddio che tale,
Quale mertàr, tocchino il fine! IntantofineIntanto
Voi restar qui dovete e qui con meco
Quest’angoscia portar. Tosto che aggiorni,
Line 9 418 ⟶ 6 900:
Ciò sarà fatto, rispondean gli eroi.
Non potria dirvi alcuno interamente
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/390]]==
<poem>
f
Meraviglia di ciò, di qual mai guisa
/ Nibelunghi 319
Udirsi allora cavalieri e donne
| Meraviglia di ciò, di qual mai guisa
Piangere e lagrimar, si che la genie
: Udirsi allora cavalieri e donne
; Piangere e lagrimar, si che la genie
§ Ebbe sentor di lamenti e di lai <
: Anche per la città. Venian correndo
: I cittadini illustri. Ei con gli estrani
: Piangean, chè forte era di lor l’angoscia,
: E niuno intanto lor dicea ragioni
; Di Sifrido, perchè perder sua vita
: Dovesse il nobil prence. Anche il piangeano
: De’ buoni cittadini insiem le spose
: Con quelle ancelle di Kriemhilde. Intanto
: A’ fabbri s'indicea d’ accorrer tosto,
: D’oro e d’argento, molto forte e grande,
: Un’arca ad apprestar. Forti cerniere
: D’acciaio ch’era buono, anche s’indissero,
: E l’alma intanto de le accolte genti
: Era di tanto dolorosa e mesta.
: Passata era la notte e si dicea
: Che fra poco aggiornava. Al monastero
; La nobil donna di recar fe’ cenno
: Prence Sifrido, l'uom diletto assai.
</poem>
4^+iHiiiiiHtii
320 / Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/391]]==
<poem>
Deh ! che fùr visti accorrere piangenti
Deh che fùr visti accorrere piangenti
Quanti amici egli avea! Come portato
Quanti amici egli aveaCome portato
L’ebbero al monastero, ecco che assai
Sonar campane, e cl’ogni parte udirsi
Line 9 454 ⟶ 6 935:
Co’ suoi gagliardi re Gunthero, ancora
Hàgen feroce a tanto affanno corse.
Disse Gunthero : Dolce mia sorella,
Oh ! qual dolore il tuo, perché noi tutti
Evitar non potemmo il grave danno!
Sempre, deh ! sempre piangeremo noi
Di Sifrido la vita ! — E ciò voi fate
Senza ragion, dicea la dolorosa.
Che s’era in voi dolor di tanto, tanto
Line 9 466 ⟶ 6 947:
Fui separata dal mio dolce sposo.
Dio volesse (Kriemhilde soggiungea)
Che ciò a me fosse fatto ! — E lor menzogna
Forte quei sostenean. Kriemhilde allora
Incominciò: QualeIncominciòQuale di voi si estima
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/392]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
: Scevro di colpa, ciò veder ne faccia.
Scevro di colpa, ciò veder ne faccia.
■ Egli innanzi a la gente e presso all’arca
Egli innanzi a la gente e presso all’arca
: Vada, perchè ciascun per via spedita
Vada, perchè ciascun per via spedita
: Intenda ratto il vero. — Un gran prodigio
Intenda ratto il vero. — Un gran prodigio
§ È questo, e ben sovente accade ancora
: Che ove qualcuno appo l’estinto vegga
; L’omicida, fan sangue le ferite.
È Anche allora ciò avvenne, e però vista
; Fu in Hàgene la colpa. Assai di sangue
: Mandar le piaghe più che in pria non fèro,
È E più grande fu il duol di chi piangea
: Si forte in pria. Ma re Gunthero disse :
| Io vo’ che questo voi sappiate. Lui
; Hanno ucciso ladroni, e ciò non fece
; Hàgene mai. — Ben noti, ella dicea,
| Sono a me que’ ladroni. Oh ! voglia Iddio
È Ciò vendicar, ciò vendichi la destra
; De’ suoi amici. O Hàgene e Gunthero,
| Questo faceste voi ! — Fiero un desìo
; Avcan di pugna i forti di Sifrido,
\ Ma Kriemhilde dicea : Di ciò con meco
\ Avete voi necessità. — Sen vennero
il
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/393]]==
<poem>
f
=
i 3-’-’
1 Nibelunghi
Là ’ve trovar l'estinto, ambo cotesti,
i Gernòt, fratello di Kriemhilde, e ancora
\ Giselhèr giovinetto. Ei veramente
ì Piangean con gli altri il prode, elli nell’intimo
= Piangean l’uom di Kriemhilde. Ora la messa
ì Dovea cantarsi, e d'ogni parte intorno
} Corsero al monastero e donne e infanti
: Ed nomini con essi ; anche chi poco
! Avea danno in cotesto, il prò’ Sifrido
: Allor piangeva, e Gcmùt e Gislhero
: Cosi dicean : Sorella mia, se questo
I Esser debbo cosi, dopo la morte
: Di lui ti racconsola, e noi di tanto
: Vendicarti vogliam per tutto il tempo
: Che vivrem noi. — Ma niuno il suo conforto,
| In tutto il mondo, render le potea.
| A mezzodì fu l’arca preparata,
: E tosto da la bara ove giacca,
r Egli fu tolto. E non volea la donna
Lasciarlo seppellir, si che gran doglia
: Di tanto aver dovean le genti tutte.
Ma, poscia, avvolto in ricchissimo drappo
/
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/394]]==
<poem>
Nibelunghi 323
323
Fa il prence estinto. Credo che nessuno
Là si trovò che non piangesse. Ancora
Line 9 534 ⟶ 7 017:
Cantavasi e che il prode iva rinchiuso
Entro quell’arca, un affollar di genti
Si fece tosto. Oh ! quante, per suffragio
Dell’alma sua, portarsi offerte ! Egli ebbe,
Oltre a’nemici, buoni amici assai.
E Kriemhilde tapina a le sue ancelle
Cosi dicea: QueidiceaQuei che a lo sposo mio
Aveano amore e sono a me benigni,
Dènno rancura sopportar per questo
Line 9 545 ⟶ 7 028:
Se v’era alcun fanciullo, anche piccino,
Che intendimento aver potea, venirne
Eragli d’uopo a far l’offerta. Oh! primaOhprima
Che fosse il prode in sepoltura, assai
Più che cento cantavansi in quel giorno
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/395]]==
<poem>
324
/
/ Nibelunghi
Messe per lui. Assembramento grande
D'amici v’era di Sifrido. Allora
Che fu cantato, si levò la gente
Di li d’un tratto, e cosi disse donna
| Kriemhilde: InKriemhildeIn questa notte, oh !
s Da sola qui vegliar quest’ uomo eletto
: Nella persona sua. Vogl’ io ch’ci resti
: Qui tre notti e tre giorni, ond’io mi sazi :
: Di contemplar lo sposo mio diletto
: A me cotanto. E vorrà Iddio che morte :
: Me ancor si prenda, e finirà ogni doglia :
: Di me Kriemhilde poveretti allora !
| La gente di città si ritornava
; Alle sue case, ma volea colei
i Che sacerdoti e monaci restassero
: Co’ famigliali suoi, perch’ella intanto
: Cura si avesse dell’eroe. Ben trista
: Ebber la notte e fastidioso assai
: Il dì con essa, chè a quel loco molti,
Senza mangiare e senza ber, si stettero.
I
Line 9 579 ⟶ 7 064:
:
 
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/396]]==
<poem>
1 Nibelunghi 325
1 325
Eppure, altri fe’ noto a chi volea
Prendersi cibo, che in gran copia dato
Altri gli avria, che questa di Sigmundo
Era la cura. Gran travaglio intanto
Ai NibelunghiA si fe’ noto allora.
Per quello spazio di tre dì, cotesto
Così udimmo narrar, quanti sapeano
Canti da chiesa, molte a sopportare
Avean fatiche ; oh ! quante a lor si diéro
Copiose offerte ! E ricco divenia
In bastante misura ognun che assai
Era meschino, e quanti si rinvennero
Line 9 605 ⟶ 7 092:
•iiiiMimiiiimiiiiiiMiiiiiimnMiiiiiiuiiMimiiiiiuutuiati
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/397]]==
<poem>
f*
f*
\ 32b I Nibelunghi
32b
= E di vesti gran copia a’ poverelli
E di vesti gran copia a’ poverelli
Data fu in dono. Ella cosi mostrava,
E Chiaro mostrava che al diletto sposo
i Fido pensier serbò. Ma nel mattino
: Che fu terzo, e nel tempo che si cantano
: Messe, dinanzi al monaster, di genti
| Di quella terra che piangeano assai,
i L’ampio sacrato si fe’ pieno. A lui
E Cosi servìan, dopo la morte sua,
: Come suol farsi per diletti amici.
: Ne’ quattro giorni, cosi allor fu detto,
i A’ poverelli, per l’alma di lui,
= Marchi fùr dati, e forse più d’assai,
: A trentamila, e la sua gran beltade
: E la persona là giaceasi in terra
: Qual spregevole cosa. Allor che a Dio
: Fu servito e compiessi ogni cantare,
: Con immenso dolor là s’affollava
: Molto popolo intorno; eintornoe si fe’ cenno
: Di portar ne la fossa il prence estinto
: Fuori del monastero, e chi da lui
: Non volentier si separava, a piangere
 
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/398]]==
<poem>
4
E a lamentar fu visto. Alto gemendo
*
Il popolo n’andava appo l’estinto,
*
E niuno inver, non uom, non donna, allegro
1 Nibelunghi
Là si mostrò. Fu letto e fu cantato
327
E Ohquanti a quell’avello erano intorno
: E a lamentar fu visto. Alto gemendo
Buoni cherci affollati Or, pria che giungere
: Il popolo n’andava appo l’estinto,
Di Sifrido la donna a quella tomba
: E niuno inver, non uom, non donna, allegro
Cosi potesse, con sì gran dolore
: Là si mostrò. Fu letto e fu cantato
Ebbe a lottar quel corpo suo fedele,
E Oh! quanti a quell’avello erano intorno
Che del fonte più volte a lei sul viso
: Buoni cherci affollati ! Or, pria che giungere
: Di Sifrido la donna a quella tomba
: Cosi potesse, con sì gran dolore
= Ebbe a lottar quel corpo suo fedele,
: Che del fonte più volte a lei sul viso
Furon l’acque spruzzate. Era ben forte,
E Grande soverchio, quell’angoscia sua,
E E alto prodigio fu davver che i sensi
È Potesse ricovrar. Molte là presso
E Erano ancelle sue, piangenti e triste,
E E la regina cosi disse: VoidisseVoi,
: Uomini di Sifrido, a me dovete
E Sola una grazia per la fede vostra !
: Deh ! concedete che piccola gioia
E Dopo il mio duol mi tocchi, ond’ io quel suo
E Leggiadro capo anche una volta miri !
Pria che quel forte in sepoltura andasse;
</poem>
32
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/399]]==
<poem>
8 1 Nibelunghi
| Si lungamente ella pregò con forte
| Sentimento di duol, che la pomposa
ì Arca infranger fu d’uopo, e là fu addotta
: Ove giacente il ritrovò costei,
Sua sposa, che levò fra le bianchissime
Mani quel capo si leggiadro. Un bacio
Line 9 673 ⟶ 7 161:
Ma doloroso il separarsi avvenne.
Altri di là via la condusse, ed ella
Camminar non potea; privapoteapriva di sensi
L’inclita donna fu veduta, e a morte
Parca ceder dovesse in tant’ angoscia
Line 9 679 ⟶ 7 167:
Che fu sepolto il nobil sire, chiaro
Si vide allora immenso duol menarne
Quanti de’ Nibelunghi eran venuti
Dalla terra con lui. Ma Sigcmundo
Raro davver fu scorto andar gioioso;
Anche fra quelli, per tre lunghi giorni,
Alcuni, per la doglia acerba e grave,
I Nibelunghi 329 :
</poem>
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/400]]==
<poem>
Non bevvero o cibar. Di questa guisa
Scordar del corpo non potean la cura
Sempre, e nutrirsi poi di qualche cibo =
Con nuovo amor, come sovente accade.
</poem>
immillili
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/401]]==
 
4
é&
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/402]]==
<poem>
à>&éèè&à é & é & è è
Avventura Diciottesima
In clic modo Sigemundo ritornò al suo paese
—4—
Di Kriemhilde lo suocero sen venne
Là 've incontrolla. Ei disse a la regina:
Line 9 714 ⟶ 7 201:
Andar di dubbio sciolta. E la possanza
Tutta avrete pur anco, o donna mia,
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/403]]==
<poem>
I Nibelunghi
 
Qual vi die già Sifrido, ardila spada,
La corona e la terra a noi soggette ;
Line 9 733 ⟶ 7 221:
Congiunti, al fianco della madre sua
Per ch’ella si restasse. E rispondea
L’inclita donna : Egli avverrà cotesto
Difficilmente assai ! Quello, per cui
A me povera donna incolse tanto
Aspro dolor, come potrei con questi
Line 9 740 ⟶ 7 228:
Disse Gislhero giovinetto, accanto
Alla tua madre rimaner tu dèi
</poem>
♦f*'
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/404]]==
<poem>
4
■*
I Nibelunghi 333 i
Per la tua fede. E non t’ è d’uopo a quelli :
Che t’ han fatto dolor, l’anima tua
Line 9 753 ⟶ 7 238:
Ai cavaliero. S’io veder dovessi
Hàgene ancora, mi morrei d’affanno.
Dolce sorella mia, sciolta di tanto :
10 ti farò. Presso al fratello tuo,
Giselliero, tu resta. Io de la morte
Dell’uomo tuo vo’ consolarti. —E quella, :
Poverella di Dio, cosi rispose :
Di Kriemhilde è cotesto alto bisogno !
Poiché, con tal bontà, sì la pregava
11 giovinetto, Ute e Gernòt e quelli
Suoi congiunti fedeli incominciare
A supplicar. Ch’ella restasse ancora,
Pregavan essi ; e niun congiunto invero :
Di Sifrido tra i prodi ella si avea.
Gernòt cosi dicea: TuttidiceaTutti là sono
Stranieri a voi, nè tanto vive alcuno,
Anche se forte, che non giaccia estinto. :
</poem>
I 334 I
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/405]]==
<poem>
Nibelunghi
 
§ Pensate a ciò, sorella cara, e il vostro
§ Pensate a ciò, sorella cara, e il vostro
| Animo consolate. Appo gli amici
Animo consolate. Appo gli amici
È Restatevi, e cotesto fia per voi
È Restatevi, e cotesto fia per voi
] Benefizio verace. — Ella a Gislhero,
] Benefizio verace. — Ella a Gislhero,
: Che restarsi volea, promise allora.
Che restarsi volea, promise allora.
= Di Sigemundo agli uomini i destrieri
Di Sigemundo agli uomini i destrieri
[ Giii sono addotti, chè partirsi ei vònno
[ Giii sono addotti, chè partirsi ei vònno
| De’ Nibelunghi per la terra; ancora
: De’ cavalieri vannoper ammonticchiatela terraancora
De’ cavalieri vanno ammonticchiate
: Su le some le vesti. Innanzi venne
Su le some le vesti. Innanzi venne
l Là da Kriemliilde principe Sigmundo
l Là da Kriemliilde principe Sigmundo
| E cosi le parlò ; Presso a’ cavalli
E cosi le parlò Presso a’ cavalli
Di Sifrido la gente aspetta voi !
Noi di qui partirem, chè assai di mala
Voglia presso i Burgundi io fo dimora.
Disse donna Kriemliilde : A me consigliano
Gli amici mici, quelli che ho qui fedeli,
Ch’ io con essi qui resti. Io, nella terra
De’ Nibelunghi, non ho alcun congiunto.
Dolor fu questo per Sigmundo, allora
Che ciò scorse in Kriemhilde. Oh! nonOhnon lasciate
Che altri ciò dica, disse il nobil prence.
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/406]]==
<poem>
111 II II I III 1111111 ^
/ Nibelunghi 335
Dinanzi a’ miei congiunti il diadema
Con tal possanza quale usaste in pria,
Line 9 809 ⟶ 7 296:
Molti guerrieri serviranno a voi,
Arditi e buoni. — Principe Sigmundo,
: lìllà dicea, di qui partir non deggio.
: Io qui mi resterò, qualunque cosa
: Avvenir possa, appo i congiunti miei,
: Che a piangere cosi daranmi aita. >)
 
:
') Nota il Bartscii a questo punto che il
: credere che le lagrime date dai congiunti ai
: morti siano assai pifi valevoli di quelle degli
: estranei, è una prova del saldo affetto di fa-
: miglia nella coscienza degli antichi Tedeschi.
: — Noi osserviamo clic ciò andrà benissimo
</poem>
33b / NiU'
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/407]]==
<poem>
liiHglii
A’ buoni cavalieri incominciava
Cotesto annunzio a dispiacer. Diccano
Ei tutti insieme : Or si, che possiam noi
Questo affermar che ci accadde rancura
Di tutt’altre più grave, or che restarvi
Qui «Usiate coi nemici nostri.
Nessun gucrrier per tanto all'anno mai
Di re alle corti viaggiò! —viaggiò— Partirvi,
A Dio fidati e senza affanno o cura,
Voi si potete. Buona scorta intanto
Line 9 845 ⟶ 7 333:
mentica molto facilmente? — Vedi l’Introdu¬
zione al Poema.
Gli
*
</poem>
*
 
/ Nibelunghi
\ Gli
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/408]]==
<poem>
uomini di Sigmundo. Oh ! Sigemundo
uomini di Sigmundo. Oh Sigemundo
ì Con qual giusto dolor si separava
Con qual giusto dolor si separava
; Da regina Kriemhilde ! Angoscia vera
Da regina Kriemhilde Angoscia vera
: Nota allor gli si fe’. Deh! sciagurata
Nota allor gli si fe’. Dehsciagurata
| Festa! gridò l’inclito sire. Mai
Festagridò l’inclito sire. Mai
: Non accade in tripudi o passatempi,
Non accade in tripudi o passatempi,
j Quanto ci accadde, a principe od a’ suoi
Quanto ci accadde, a principe od a’ suoi
j Regi cognati ! Appo i Burgundi alcuno
Regi cognati Appo i Burgundi alcuno
\ Mai più non mi vedrà. — Dissero allora
Mai più non mi vedrà. — Dissero allora
; Apertamente di Sifrido i prodi:
Apertamente di Sifrido i prodi:
; A questa terra avverarsi potrìa
A questa terra avverarsi potrìa
: Il viaggio per noi, tosto che. il reo
Il viaggio per noi, tosto che. il reo
; Veramente ritrovisi per noi
Veramente ritrovisi per noi
; Che il sire ci uccidea. Fra’ lor congiunti,
Che il sire ci uccidea. Fra’ lor congiunti,
; Forti nemici avranno i tristi e assai !
Forti nemici avranno i tristi e assai !
Baciò Kriemhilde Sigemundo. Oh ! quanto
Baciò Kriemhilde Sigemundo. Oh quanto
; Pietosamente ei favellò, restarsi
Pietosamente ei favellò, restarsi
; Poi ch’essa volle, ed ei ciò vide ancora
Poi ch’essa volle, ed ei ciò vide ancora
; Veracemente ! A casa, egli dicea,
Veracemente A casa, egli dicea,
\ In nostra terra, cavalcando andremo,
In nostra terra, cavalcando andremo,
; Senza conforto. Qui soltanto in pria
Senza conforto. Qui soltanto in pria
Ogni mia doglia mi fu nota. — Andaro
</poem>
È 43
 
338 1 Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/409]]==
<poem>
Da Worms al Reno senza scorta. Andarne :
Sicuri dii potean dell’alme loro,
Anche sorpresi in un nemico assalto,
Chè bastava de’ forti Nibelunghifort
A difender la mano. Ei da nessuno
Prendean commiato, e furon visti intanto :
Line 9 885 ⟶ 7 374:
Era dolor per essi, e questi eroi,
Magnanimi e cortesi, apertamente
Il mostravan da l’intimo. Con dolce
Atto dicea prence Gernòt: IddioGernòtIddio
Ben sa dal ciel che colpa non ebb’ io
Di Sifrido alla morte, ove ridirmi
Line 9 894 ⟶ 7 383:
Gislhero giovinetto. Ei dalla terra,
Con molta cura, principe Sigmundo
Co’ suoi guerrieri, a casa, in Niderlande, :
Condusse. Oh ! quanto pochi il vecchio sire E
U trovò de’ congiunti allegri e lieti !
</poem>
\
 
/ Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/410]]==
<poem>
339
Ciò che allora accadea dirvi non posso.
A Worms pianger s’udia Kriemliilde afflitta,
Line 9 913 ⟶ 7 402:
Ma dolor, che le andò fin dentro al core,
Donna Kriemhilde poi le cagionava.
</poem>
*
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/411]]==
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/412]]==
<poem>
à, è ± à à à à è à, è, à é & à, à
Avventura Diciannovesima
In che modo il tesoro dei Nibelunghide
fu trasportato a Worms
Poi die in tal guisa vedova si fea
Line 9 932 ⟶ 7 421:
Ampio e grande un ostello, ingente e ricco,
Là Velia stette ad abitar co' suoi
</poem>
*
 
*'
'*§*
342 1 Nibelunghi
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/413]]==
<poem>
Consorti, senza gioia. E volentieri
Alla chiesa ella andava, e ciò ella fea
Line 9 959 ⟶ 7 447:
Poscia costei, la donna di Sifrido
Ardimentoso, la vendetta sua
</poem>
*■
 
*
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/414]]==
<poem>
1 Nibelunghi
Con gran forza pigliò. - Ma (ciò gli è vero)
343
Ella intanto tre anni si sedea,
ì Con gran forza pigliò. - Ma (ciò gli è vero)
Mezz’anno ancor, dell' uom suo per la morte
| Ella intanto tre anni si sedea,
: Mezz’anno ancor, dell' uom suo per la morte
È In acerbo dolor, nè un motto solo
È A Gunthero ella disse; HàgenedisseHàgene ancora,
ì Nemico suo, non vide essa in quel tempo.
: Hàgene di Tronèga allor dicea:
; Forsecliè tanto far concesso è a voi
; Che aver possiate la sorella vostra
i Ancora amica? In questa terra, allora,
: Di Nibelungo verria l’oro, e molto
: Lucro fareste voi, quando a noi fosse
: La regina propizia. — E di cotesto
: Noi farem prova, disse re Gunthero.
\ Accanto a lei si stanno i miei fratelli,
E pregheremli noi che tanto adoprino
E Per ch’ella amica a noi si faccia, e tanto
z Per noi si ottenga che di giusta voglia
= Ella veda cotesto. — Io non confido,
| Hàgene disse, che ciò avvenga mai.
É Fe’ cenno che venisse allora in corte
l Gere Margravio e Ortwino. E come tanto
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/415]]==
<poem>
>|flll 1111111111 Illlllllllllllll ululili
i Cosi si fea, Gernòt fu addotto c quello
Giovinetto Gislhero, e amicamente
Ei supplicar donna Kriemhilde. Allora
Line 9 994 ⟶ 7 483:
Donna, la morte di Sifrido assai
Troppo a lungo piangete. A voi desia
Il prence addimostrar ch’ei non l’uccise;
Altri frattanto ad ogni tempo voi
Piangere intende di gran doglia acerba.
Line 10 002 ⟶ 7 491:
Lui di spada ferir, come potea
Io creder questo, che persona in terra
L’avesse in odio mai? —Deh! Pavess’io—DehPavess’io
Evitato, che mai la sua persona
(La regina soggiunse) io non tradissi!
Or io potrei, misera donna, il pianto
*) Gli del verso antecedente si riferisce a
Gunthcro; loGunthcrolo a Sifrido. Così nel testo, e ha
maggior forza.
</poem>
: 344
 
1 Nibelunghi
♦ ♦
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/416]]==
<poem>
1 Nibelunghi 345
1 345
Abbandonar? Ma d'anima benigna
VOr chi ciò mi Iacea, non sarò mai!
Gislhero incominciò, l’uom si avvenente,
A supplicar, per ch’ella disse: HdisseH prence,
Io si, saluterò. — Com’ella disse,
Dinanzi a lei co’ suoi miglior congiunti
Fu visto il re. Ma non osò dinanzi
Line 10 026 ⟶ 7 515:
Lasciar suo cruccio contro a re Gunthero,
Miglior consiglio ciò saria che lei
1 Fàgen baciasse ; e quando angoscia tanta
Non le venisse d’ Hàgcn per la frode,
Andarne egli potea senza sgomento
Line 10 032 ⟶ 7 521:
Conciliazion per lagrime cotante
Non si fe’ tra congiunti. Anche le fea
Grave doglia il suo danno; eppurdannoeppur, con tutti,
Tolto un sol d’essi, ella fe’ pace. Niuno,
Se Hàgen noi fea, potea Sifrido uccidere.
Lunga d’assai non fu stagione, e allora
</poem>
Ò46 I
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/417]]==
<poem>
Nibelunghi
Tanto ci fean, che di là, da quella terra
De’ Nibelunghi, riscattò e condusse
Donna Kriemliilde in lino al Reno il suo
Tesoro ingente. Egli era il nuziale
Line 10 052 ⟶ 7 542:
Pel tesoro fiìr visti in su dal Reno
Avvicinarsi, a que’ consorti suoi
Saggio disse Alberico : Or, del tesoro
Nulla confidiam noi di averci ancora,
Da che il richiede qual suo nuziale
Line 10 058 ⟶ 7 548:
Ciò non saria giammai, disse Alberico,
Ove perduto malamente noi
') Dotem non uxor marito, sed uxori mi-
ritus offcrt (Tacit. Gemi. 1S).
</poem>
/ Nibelunghi 34?
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/418]]==
<poem>
Non avessimo, insieme al prò’ Sifrido,
La sua buona Tamkappe; egliTamkappeegli solea,
Di Kriemhilde leggiadra il fido sposo,
Recarla ad ogni tempo. Ora incoglieano
: Tristi mali a Sifrido. •) Il prode un giorno
: La Tamkappe ci tolse, e questa terra
[ Tutta dovette a lui servir. — Ne andava
[ Il tesorier cosi là’ ve rinvenne
Line 10 074 ⟶ 7 566:
Anche una parte de’ congiunti suoi,
E al mar fu carreggiato, al. navicello,
Il tesoro cosi. Traeanlo a monte
Del Reno, sovra Tacque.2) - Ora v’ è d’uopo
Udir prodigi a raccontar per esso,
Line 10 080 ⟶ 7 572:
In quattro notti e in quattro di, dal monte
Trasportarlo dovean. Tre volte al giorno
') La maledizione che pesa sul tesoro. Vedi
l'Introduzione al Poema.
J) Rimontavano il Reno.
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/419]]==
<poem>
E*
D’esse ognuna tornavac di nnll’altro
348 / Nibelunghi
D’esse ognuna tornava; c di nnll’altro
Era il tesor fuor che d’auro e di gemme.
Che se alcuno acquistato avesse il mondo
Cosi per esso, d’un sol inarco il pregio
Scemar non ne potea; nepoteane disiato
Hàgen l’avea senza ragione. In esso
Più disiata cosa si giacca,
Line 10 109 ⟶ 7 601:
Sano e forte al suo fianco, ivi appo lui
Stata saria con vuote ambe le mani
</poem>
/
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/420]]==
<poem>
Nibelunghi 341
Donna Kriemliilde. *) Più fedele sposa
Deh ! che non ebbe mai prence guerriero !
Poi che il tesoro ebbe in sua mano, addusse
Molti in la terra cavalieri ignoti.
Line 10 123 ⟶ 7 616:
A poveri ed a ricchi ella in tal guisa
A far suoi doni incominciò, che questo
Hàgen iva dicendo : Ov’ella ancora
Viva alcun tempo, tanti a’ suoi servigi
Uomini condurrà, che a noi venirne
: Dovrà gran doglia. — Principe Gunthero
\ Così rispose : È sua quella dovizia
: E la persona. Or, di qual guisa'mai
Avrebbe preferito la povertà con lui al
I
') Avrebbe preferito la povertà con lui al
tesoro senza di lui. I1JÌAKTSCU interpreta dif¬
ferentemente. Il verso che segue mi dà ragione.
Anche Laveleye intende cosi.
</poem>
♦|»
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/421]]==
<poem>
350 / Nibelunghi
350 /
Stornar potrei quant’ella fa ? Con molto
Stento, davvero ! ebb’ io ch’ella mi fosse
Ancor di tanto amica, c non è d’uopo
Rattristarci però, s’ella spartisce
Line 10 148 ⟶ 7 641:
Ci menerà, che di Borgogna i prodi
Assai di ciò si pentiranno. — Disse
Re Gunthero : Io giurai un giuramento
Per ch’io mai non le rechi alcuna doglia
Ne’ di venturi, e ciò vogl’ io d’assai
Osservar di mia fede. Ella è pur sempre
La mia sorella. — Oh ! ma di ciò colpevole
Me, me lasciate, Hàgene disse, e solo!
Così ne andar di alcuni *) fra costoro
i
') Di alcuni (nel testo: sumdìclcrtestosumdìclcr) è iro¬
nico, per dir di tutti, compreso lo stesso Gun¬
thero che violò il giuramento. Il I.aveleyk
non h:» inteso bene.
</poem>
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/422]]==
<poem>
/ ATibrlungUi 351
Non osservati i giuramenti. Tolta
Alla vedova donna incontanente
Fu l’ingente dovizia; HàgendoviziaHàgen di tutte
Le chiavi si fe' sire, e n’ebbe sdegno,
Come ciò seppe veramente, quello
Line 10 172 ⟶ 7 665:
Prence Gislhero intanto, alla mia suora
Dolor fe’ grande, e ciò stornar vogl’io.
Che s’ei non fosse mio congiunto, oh ! allora
Di lui ne andria la vita I — Ora, la donna
Del prò’ Sifrido rinnovò il suo pianto.
Dicea sire Gernòt : Pria che dogliosi
Andarne sempre per quest’oro, noi
Ingiungere dobbiam che tutto al Reno
Line 10 181 ⟶ 7 674:
Mai noi possegga. — Con gran doglia allora
A Gislhero dinanzi, al fratei suo,
Kriemhilde stette e disse: OradisseOra, o fratello
Diletto a me, di me dàtti pensiero !
Esser dèi tu di mia persona e ancora
Di mia dovizia difensor. — Rispose
Quegli alla donna: ComedonnaCome sarem noi
</poem>
/
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/423]]==
<poem>
Nibelunghi
\ Cui di ritorno, si farà cotcsto,
[ Chi intanto abbiam di cavalcar desio. *) |
| Prence Gunthero coi congiunti suoi,
I Quanti lii si trovar fra gli altri tutti
: I più prestanti, abbandonò la terra,
= Tolto Hiigene soltanto. Ei restar volle
: Per l’odio clic a Kriemhilde anche portava, ;
| E ciò egli fe’ ben volentieri. Innanzi
! Che di ritorno fosse il re possente,
: Hàgene, intanto, quello per sé tolse
: Ricco tesoro e tutto presso a Loche
§ Nel Reno l’affondò. Credea goderne
: Un giorno poi, nè ciò potè giammai
1 Avverarsi per lui. Ma fean ritorno
i I prenci intanto con uomini seco,
j Molti d’assai, c ratto incominciava
I II suo gran danno a piangere Kriemhilde
: Con sue donne ed ancelle. Era cotesto
| Grave dolor per lei ; ma Giselhero
') Non si sa il perche ; ma Hagene appro¬
fitta dell’assenza degli altri per celare il tesoro.
</poem>
:
* «
 
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/424]]==
<poem>
I Nibelunghi 353
Con tutta fede era là pronto. Insieme
Elli dicean : Male egli ha latto ! - E quei *)
L’ira dei prenci ad evitar si pose
Fin che lor grazia racquistò. Lasciàrlo
Line 10 231 ⟶ 7 724:
Dell’uom di lei, per che le avean rapita
La sua dovizia, ancor. Pace non ebbe
Il suo lamento mai nel viver suo,
Fino a l’estremo de’ suoi dì. Gli è il vero
Ch’ella tredici anni ancor si visse,
Dopo la morte di Sifrido, in molti
</poem>
') Hagcnt*.
 
45
354 1 Nibelung
==[[Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/425]]==
<poem>
hi
E molti affanni, che scordar la morte
Mai non potè di quel gagliardo. A lui
Fedel mai sempre si serbò, e cotesto
Sen va concorde in affermar la gente.
 
*
==no match ===
*r
=== no match ===
 
COLLEZIONCINA DIAMANTE HOEPLI
 
-Wf»-
BOITO C. L’Animadiun Pittore. 1885,un voi.
in-04, eleg. lcg. in tela e oro L. 3 —
BYRON. Lara, traduzione di A. Maffei. 1882,
un voi. in-04, eleg. lcg. in tela e oro. L. 3 —
Mazeppa, traduzione di A. Maffei. 1883,
un voi. in-04, eleg. leg. in tela e oro. I- 3 —
Giaurro, traduzione di A. Maffei. 1884,
un voi. in-04, eleg leg. in tela e oro. L. 3 —
Cielo e terra, la sposa promessa d’Abido,
trad. di A. Maffei. 1887, un voi L. 3 —•
Misteri e canti, Parisina, traduzione di
A. Maffei. 1882, un voi. in-04 L. 3 —
CARCANO G. Dolinda di Montorfano. I fan¬
ciulli di Valsugana. 1880, un voi. in-04, eleg.
leg. in tela e oro L. 3 —
Elvezia. Dal Verbano. 1884, un voi. in-04,
eleg. leg. in tela e oro ‘. L. 3 —
DICKENS. Cantico di Natale. Prima tradu¬
zione italiana di F. Vekdinois. 1888, un voi.
Line 10 272 ⟶ 7 763:
GOETHE. Arminio e Dorotea. Tr.di A.Maf-
fei. 1884, voi. in-04, el. leg. in t. e oro L. 3 —
Elegie, Idilli. Traduzione di A. Maffei.
1885, un voi. in-04, el. leg.in tela e oro. L. 3 —
Ifigenia in Tanride. Trad. di A. Maffei.
1885, un voi. in-04, eL leg. in t. e oro L. 3 —
Cariti d’amore e poesie vaiie. Traduzione
di A* Zardo. 1880, un vói. in-04, eleg. leg. in
tela e oro t L- 3 —
♦|^iiiiiiiiiiiiiiii>iiiii fu m ninni iiiiiiiiiinmin ninnimi'