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Versione delle 20:49, 15 feb 2019

n
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s 600 / Nibelunghi
Bloedelin sire. Ma ben cara assai
La pena ci ne pagò ; questo vogl’ io
A voi narrare. Queste mani mie
| Gli han la testa recisa. — Oh ! picciol danno
È inver cotesto, Hàgen rispose, allora
Che d’alcun cavalier questa novella
Ridir si |>ossa ch’ei perdè sua vita
Per man d’un altro cavalier. Da piangere
Meno s’avrà per ciò donna leggiadra.
Ma ditemi, e perche di sangue tinto
Siete cosi, fratei Dancwarto? Credo
Che per vostre ferite assai dolore
Soffriate voi. Ma se chi fea cotesto
Ancor s’annida in questi terra, andarne
Dovrà sua vita, ancor se di salvarlo
Tenta il diavolo reo. — Deh ! che qui sano
Voi mi vedete, e son di sangue molli
Le vesti mie. Per piaghe altrui, cotesto

A me toccava, e tanti oggi ho qui uccisi,

Ch’io dirvi non potrei, giurar dovessi,
Quanti erano, giammai. - Fratei Dancwarto,
Hàgen disse, guardateci la porta