Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/82: differenze tra le versioni

 
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(''Com. a Dionisio Perieg.'') che gli dia il titolo di geografo per eccellenza. Tanto silenzio vuolsi per avventura attribuire ai molti volumi degli altri geografi, dai quali trasse Strabone i suoi materiali, e che non erano per anche smarriti, o dall’essere la sua geografia giaciuta molto tempo oscura in Roma, dov’ei forse morì. (M.)
(''Com. a Dionisio Perieg.'') che gli dia il titolo di geografo
per eccellenza. Tanto silenzio vuoisi per avventura attribuire ai
molti volumi degli altri geografi, dai quali trasse Strabone i suoi
materiali, e che non erano per anche smarriti, o dall’essere la
sua geografia giaciuta molto tempo oscura in Roma, dov ei forse
morí. (M.)


(44) Vita di Lucullo.
(44) Vita di Lucullo.


(45) Voce ''Amasia''. - E aggiungi, se vuoi, Suida (voce ''Strabone'').
(45) Voce ''Amasia''. - E aggiungi, se vuoi, {{TestoAssente|Suida}} (voce ''Strabone''). (M.)
(M.)


(46) Geloso di questo nome di filosofo, si studia Strabone dal
(46) Geloso di questo nome di filosofo, si studia Strabone dal bel principio dell’opera sua di provarci che la scienza della geografia si appartiene quanto qualsivoglia altra alla professione del filosofo. (M.)
bel principio dell’opera sua di provarci che la scienza della geografia
si appartiene quanto qualsivoglia altra alla professione del
filosofo. (M.)


(47) ''Geogr. l. {{Sc|xii}}, p.'' 548. Tirannione fu a Roma, e come pare dopo la guerra mitridatica, avendolo Lucullo fatto prigione in Arniso (''{{AutoreCitato|Plutarco|Plut.}}, {{TestoCitato|Vita di Lucullo}}''), e quindi affrancato a richiesta di Murena. Forse poi tornò in Sida sua patria, città vicina alla patria di Strabone, ed ivi questi l’udí. Fu assai accreditato per l’erudizione. (''Suida, voce Tiran.; {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicer.}} {{TestoAssente|Epist. a Quinto fratello}}''), ed ebbe fama di ristoratore delle dottrine del Peripato. I libri di
(47) Ceogr. I. xi/, p. 548. Tirannione fu a Roma, e come
{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotele}} e di {{AutoreCitato|Teofrasto|Teofrasto}} nascosti in una cava sotto terra furono poi venduti ad Apellicone teio. Silla quindi li trasportò in Roma, e Tirannione col far servitú al presidente della libreria ebbe nelle mani le opere dei due filosofi, ne sottrasse una gran quantità, e gli diede ad {{AutoreCitato|Livio Andronico|Andronico}} peripatetico, il quale gli pubblicò (''Strab. l. {{Sc|xiii}}, p.'' 609, ''e Plut., {{TestoAssente|Vita di Silla}}''). Obbliò il {{AutoreCitato|Adamantios Korais|Coray}} che Strabone ancor molto giovanetto udì in Nisa le lezioni di {{AutoreCitato|Aristodemo di Nysa|Aristodemo}}
pare dopo la guerra mitridatica, avendolo Lucullo fatto prigione
filosofo ed oratore, il quale giunto era nella sua estrema vecchiaia. Costui in Rodi e nella patria teneva due scuole, leggendo la mattina rettorica e a mezzodì grammatica; ma essendosi posto in Roma ad insegnare ai figliuoli di Pompeo Magno, si contentò della scuola di grammatica. (''Strab. l. {{Sc|ii}}'', 146). È probabile che Aristodemo e non Tirannione insegnasse al nostro Geografo le umane lettere. Tra suoi amici oltre il duce Elio Gallo, ed il filosofo
in Arniso (Piai., Vita di Lucullo), e quindi affrancato a richiesta
{{AutoreCitato|Atenodoro di Tarso|Atenodoro}} maestro d’Augusto e mentore di Tiberio, Slra-
di Murena. Forse poi tornò in Sida sua patria, città vicina alla
patria di Strabone, ed ivi questi l’udí. Fu assai accreditato per
l’erudizione. (Suida, voce Tiran.; Cicer. Epist. a Quinto fratello),
ed ebbe fama di ristoratore delle dottrine del Peripato. I libri di
Aristotele e di Teofrasto nascosti in una cava sotto terra furono
poi venduti ad Apcllicone teio. Siila quindi li trasportò in Roma,
e Tirannione col far servitú al presidente della libreria ebbe
nelle mani le opere dei due filosofi, ne sottrasse una gran quantitá,
e gli diede ad Andronico peripatetico, il quale gli pubblicò
(Strab. L un, p. 609, e Plut., Vita di Siila). Obbliò il Coray che
Strabone ancor molto giovanetto udí in Nisa le lezioni di Aristodemo
filosofo ed oratore, il quale giunto era nella sua estrema
vecchiaia. Costui in Rodi e nella patria teneva due scuole, leggendo
la mattina rettorica e a mezzodí grammatica; ma essendosi posto
in Roma ad insegnare ai figliuoli di Pompeo Magno, si contentò
della scuola di grammatica. (Strab. l. {{Sc|ii}}, i46). È probabile che
Aristodemo e non «Tirannione insegnasse al nostro Geografo le
umane lettere. Tra suoi amici oltre il duce Elio Gallo, ed il filosofo
Alenodoro maestro d’Augusto e mentore di Tiberio, Slra-