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ISTORIA LIBRO I. >3
Dio principe: iodi tutte che non poteano esser
mo principe: iodi tutte che non poteano esser tacciate di menzognere.

tacciate di menzognere.
Scorsi alcuni giorni, e celebrate le esequie, pensarono gli amici di presentare il giovinetto all’esercito, acciò ne arringasse i soldati, e (come usano i nuovi imperadori) accordasse loro quelle largizioni di moneta, che sogliono essere conciliatrici di benevolenza. Dato ordine dunque che secondo la consuetudine si riducessero lutti nel campo, venne Comodo, e sagrificato agli Iddii, ascese il tribunale ch’era stato elevato nel mezzo degli alloggiamenti, e, standogli intorno gli amici del padre ch’eran molti e dottissimi, così cominciò: ''Non mi può cadere nell’animo dubbio alcuno che io non divida seco voi il dolore della presente calamità. Imperocché, vivente il mio genitore, non mi sono io giammai riputato da più di chicchessia di voi. Ed egli tutti di eguale amore ci amava, e si sentia più intenerire nel chiamarmi commilitone che figlio, per essere di opinione, che questo è nome che dà la natura, e quello procede da comunicazione di virtù. E ben rammenterete, che mi tenendo spesse volte bambino in sulle ginocchia, passavami alle vostre braccia, come se alla vostra fedeltà mi volesse fidare. Per la qual cosa io son certo, che voi tutti mi amiate, dovendomi i più maturi {{Pt|ri-|}}''
Scorsi alcuni giorni, e celebrate le esequie,
pensarono gli amici di presentare il giovinetto
all’esercito, acciò ne arringasse i soldati, e
( come usano i nuovi imperadori ) accordasse
loro quelle largizioni di moneta, che sogliono
essere conciliatrici di benevolenza. Dato ordine
dunque che secondo la consuetudine si riducessero
lutti nel campo, venne Comodo, e sagrificato
agli Iddii, ascese il tribunale ch’era stato
elevato nel mezzo degli alloggiamenti, e, standogli
intorno gli amici del padre ch’eran molti
e dottissimi * così cominciò i Non mi può cadere
nelF animo dubbio alcuno che io non divida
seco voi il dolore della presente calamità. Imperocché, vivente il mio genitore, non mi sono
io giammai riputato da più di chicchessia di
voi. Ed egli tutti di eguale amore ci amava,
e si sentia più intenerire nel chiamarmi commilitone
che figlio, per essere di opinione, che
questo è nome che dà la natura, e quello procede
da comunicazione di virtù. E ben rammenterete, che mi tenendo spesse volte bambino
in sulle ginocchia, passavami alle vostre
braccia, come se alla vostra fedeltà mi volesse
fidare. Per la qual cosa io son certo, che voi
tutti mi amiate, dovendomi i più maturi riDigitized
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