La fame del Globo/Cap. 4: differenze tra le versioni

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A metà degli anni Sessanta la Rivoluzione verde ha diffuso in Asia il frumento, le cui produzioni hanno iniziato una progressione vorticosa. Nei decenni successivi a fianco del frumento è iniziata lo coltura dei mais ibridi, e anche le produzioni di mais hanno iniziato a crescere a ritmi inarrestabili. La Cina, il paese emblematico del riso, nel quale mais e frumento erano le produzioni di aree peculiari, dove le condizioni climatiche erano avverse al riso, oggi produce 91 milioni di quintali di frumento, un’entità equivalente a quella dell’Unione Europea, primo produttore mondiale, prima dell’ultimo allargamento, e 141 milioni di tonnellate di mais, 10 meno dell’Unione Europea a venticinque membri, secondo produttore mondiale dopo il titano americano.
 
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La rivoluzione alimentare asiatica è iniziata. Dove condurrà? La risposta è ardua, ma è ragionevole supporre che, se disponessero della ricchezza necessaria, i cittadini del Continente, che sono la metà della popolazione del Pianeta, realizzerebbero livelli di consumo comparabili a quelli occidentali. Quattro dati sono sufficienti a dimostrare quale sarebbe il significato dell’evento: il consumo di carne corrisponde a 120 chilogrammi pro capite all’anno negli Stati Uniti, a 90 nell’Unione Europea (quindici membri), corrisponde a 4 chilogrammi in India, a 46 in Cina. Supporre che il consumo di carne aumenti, nei prossimi dieci anni, di 30 chilogrammi pro capite in ciascuno dei due paesi, quindi di 30 chilogrammi per due miliardi di persone, significa postulare un fabbisogno di mais che, siccome il tasso di conversione del mais in carne corrisponde, secondo le specie animali, ad un fattore tre-otto, supponiamo cinque, toccherebbe i 300 milioni di tonnellate, l’equivalente della produzione degli Stati Uniti, un paese che è, esso solo, il continente del mais. E il computo ignora i latticini e la birra, e si limita ai due paesi chiave dello scacchiere, trascurando nazioni in cui si stanno sviluppando, con intensità diversa, gli stessi processi: Indonesia, Filippine, Pakistan.