Teatro Historico di Velletri/Fedeltà de' Velletrani: differenze tra le versioni

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''Nobili dilectissimi, etc. A somiglianza di quello, che per la bellezza datali dal Creatore, levatosi in superbia, e da quella in tutto cecato, non conoscendo se stesso, mentre volse metter la sua Sede in Aquilone à paro di quella di Dio, fù miserabilmente con tutti i suoi seguaci scacciato, e messo nel profondo dell'Abisso; è intervenuto à quelli empij Cittadini traditori della Patria propria, come dalle vostre gratissime lettere havemo inteso, percioche, mentre non conoscendo l'esser loro, cercavano di dar in mano di Potestà empia, e scelerata voi, e la Città vostra, fedeli di Santa Chiesa; sono stati con molto trionfo vostro scacciati dalle proprie case, donde dovemo rendere gratie al Signore, il quale resiste alli superbi, e li disperde; e inalza l'humili, e esso è stato che hà provisto che la sua Santa Chiesa non sia ita in mano de' Tiranni. Rendiate ancor voi gratie à Dio, insieme con Noi, e rallegratevi della fuga, e persecutione di questi empij traditori percioche, dilettissimi, havete fatto un opera segnalata, per servitio de Dio, e della sua Chiesa, e meritate, che per l'avvenire se ne tenghi memoria, havendo liberata la Patria vostra dalla Seditione Civile, oltre, che vi havete apparecchiati honorati Luoghi in Cielo, e Noi con ogni maniera di Laude vi commendiamo, e v'essaltiamo; essortandovi, che, come fin'hora fidelmente vi sete portati per liberar. e custodire cotesta vostra Cattolica Città, per honore, et obedienza della Santa Chiesa, così vogliate perseverare; offerendovi con tutto il Cuore, e con ogni prontezza d'Animo tutto quello, che torna in beneficio, et honor vostro, e della vostra Città; e perchè ci domandiate al presente Cento Fanti per diffesa vostra, ve li mandiamo; se d'altre genti havete di bisogno, scriveteci, che ò Fanti, ò Cavalli, che domandarete, in quel numero, che bisogna, ve se manderanno. Appresso ci par conveniente, che, ad perpetuam rei memoriam, li detti empij Cittadini, hora essuli, si diffidassero, e le lor Case si rovinassero sin da' fondamenti, acciò fosse essempio à tutti quelli, che per l'avvenire tentassero un simil atto contro la Patria, e la Sede Apostolica. Non vi scriviamo altro, se non che delle occorrenze vostre, e di quel che vi farà bisogno, per salute di quella Città, e della Chiesa, ci scriviate spesso. Data in S.Pietro li 6. di Gennaro 1408''.<br>
Che oltre all'esilio, e diffidatione, fossero demolite le Case di quei Cittadini rebelli, non hò potuto trovarlo, come trovo la Fedeltà, e Costanza della Città, la quale mai volse cedere alle minaccie, ne alle promesse di Ladislao, ma facendo fronte in ossequio di Santa Chiesa, resistè all'orgoglio di lui, insinche con participatione del medesimo Cardinal Legato, essendo da' Primati Cittadini Romani introdotto in Roma, per tema della rovina della nostra Città, cedè all'impeto del Rè, malvolentieri, conservando sempre la fedeltà à Santa Chiesa, et al Sommo Pontefice, perchè, se bene esso Ladislao procurò di far acquisto dell'affetto del Popolo, con il concedere molti Indulti, e Privileggi; con tutto questo la nostra Città poca stima ne fece; è ben vero, che li Lupi fattiosi riceverono molto calore da lui. Finalmete morì Ladislao nel fiore della sua gioventù, nel <small>M.CD.XIV.</small> avvelenato registra il Zappullo<ref>Michele Zappulli (1548-?) fu autore di un volume dal titolo ''Historie di quattro principali Città del Mondo. Gerusalemme, Roma, Napoli e Venetia'', pubblicata nel 1603</ref>, e si fece la pace tra le Pecore, e li Lupi per fatiga, e prudenza d'un Padre dell'Ordine Nostro di S.Francesco, il cui Ritratto stava nel nostro Claustro, così registra il Landi.<br>
Il cedere alla potenza di Ladislao non isminuì punto la Fedeltà di questa Città mentre si vedde piegata Roma Capo del Mondo; e perciò Giovanni Vigesimoterzo Sommo Pontefice volendo redimere Sezze dalle mani di lui, mandò Renzio Stallia Romano, e ne scrisse alla nostra Città, che se bene si trovava allhora molto essausta per le passate Guere, e per la Carestia, nulladimeno considerando che Sezze era di frutto alla Chiesa, pagarono li pronti, e fedeli Cittadini 650. Docati d'oro (ma di questo ne parlaremo altrove) il Pontefice mosso dalla fedeltà, e divotione de' Velletrani, instituì per Podestà di Sezze Nicolò Nicoleschi, come si vede per la citata Bolla, e fù alli 4. di Maggio dell'Anno <small>M.CD.XII.</small> l'Anno terzo del suo Pontificato.<br>
Nel <small>M.CD.LXXXII.</small> si fecero conoscere li nostri Velletrani altretanto valorosi, quanto fedeli, perche Ferrando Rè di Napoli, havendo voltato le sue Armi à favore d'Hercole Duca di Ferrara, che guerreggiava contro Venetiani, spinse il Duca di Calabria Alfonso suo figliolo, ma essendogli impedito il passo da Papa Sisto Quarto, che stava in Lega con Venetiani, Alfonso voltò le Armi contro lo Stato Ecclesiastico, e fece mostra di mover l'Essercito, chera composto più di Turchi, che di Christiani
 
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