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non si sia punto domandato: chi è la ninfa Egeria, che istillò nella mente di {{AutoreCitato|Immanuel Kant|Kant}} l’idea di un inconoscibile noumeno agente sotto il conoscibile fenomeno? chi è il dio onnisapiente, il quale rivelò a {{AutoreCitato|Arthur Schopenhauer|Schopenhauer}} che il principio essenziale del mondo, l’Uno primigenio, è il ''Wille'', la volontà? È indiscutibile che non può essere altro che uno; vale a dire è il pensiero umano, {{spaziato|il pensiero universale}}, che parlava nella mente dell’individuo Kant e dell’individuo Schopenhauer. È il pensiero che si rivela a sé stesso pensando sé stesso. E se il pensiero non è soltanto pensare, anzi è insieme {{spaziato|conoscere e volere}}, {{spaziato|sapere e operare}}, ebbene, non risulta ad evidenza, che l’inconoscibile non esiste, giacché la scienza è appunto il ripensare ciò che il pensiero ha pensato e operato; la scienza è la {{spaziato|filosofia, è la storia}}, è la conoscenza di «questo mondo fatto dagli uomini»? Solo che, per ripensare ciò che ha pensato e ciò che ha fatto, bisogna che il pensiero abbia in sé l’insito potere di un’attività in virtù della quale esso lo evoca a sé medesimo e lo concreta davanti a sé medesimo come se lo è evocato; in virtù della quale, cioè, esso {{spaziato|se lo rappresenta e lo esprime}}; e bisogna che questa sua attività sia in lui distinta e autonoma, come sono distinte e autonome nell’unità della sua essenza l’attività conoscitiva e l’attività operativa. Senza cotesta distinta attività della {{spaziato|fantasia}}, con cui il pensiero si realizza e si rivela a sé stesso come {{spaziato|contenuto-forma}} degl’infiniti atti nei quali si
PREFAZIONE DEL TRADUTTORE
non si sia punto domandato: chi è la ninfa
Egeria, che istillò nella mente di Kant l’idea
di un inconoscibile noumeno agente sotto il conoscibile
fenomeno? chi è il dio onnisapiente, il
quale rivelò a Schopenhauer che il principio
essenziale del mondo, l’Uno primigenio, è il
Wiìle, la volontà? È indiscutibile che non può
essere altro che uno; vale a dire è il pensiero
umano, il pensiero universale, che parlava
nella mente dell’individuo Kant e dell’individuo
Schopenhauer. È il pensiero che si rivela a
sé stesso pensando sé stesso. E se il pensiero
non è soltanto pensare, anzi è insieme
conoscere e volere, sapere e operare, ebbene,
non risulta ad evidenza, che l’inconoscibile
non esiste, giacché la scienza è appunto il ripensare
ciò che il pensiero ha pensato e operato;
la scienza è la filosofia, è la storia, è la conoscenza
di «questo mondo fatto dagli uomini»?
Solo che, per ripensare ciò che ha pensato e
ciò che ha fatto, bisogna che il pensiero abbia
in sé l’insito potere di un’attività in virtù della
quale esso lo evoca a sé medesimo e lo concreta
davanti a sé medesimo come se lo è evocato;
in virtù della quale, cioè, esso se lo rappresenta
e lo esprime; e bisogna che questa sua
attività sia in lui distinta e autonoma, come sono
distinte e autonome nell’unità della sua essenza
l’attività conoscitiva e l’attività operativa. Senza
cotesta distinta attività della fantasia, con cui
il pensiero si realizza e si rivela a sé stesso come
contenuto-forma degl’infiniti atti nei quali si