Pagina:Morandi - Origine della lingua italiana.djvu/19: differenze tra le versioni

Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
 
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{nop}}
<section begin="II" />{{nop}}


Nel secolo XVI, mentre {{AutoreCitato|Joachim Périon|Gioacchino Périon}} faceva derivare il francese dal greco,<ref>''De origine linguae galliacae et ejus cum graeca cognatione dialogorum libri IV'' (Parigi, 1555).</ref> il {{AutoreCitato|Pier Francesco Giambullari|Giambullari}} (nel ''Gello'') sosteneva che la nostra lingua derivasse principalmente dall’etrusca, la quale, secondo
Nel secolo XVI, mentre {{AutoreCitato|Joachim Périon|Gioacchino Périon}} faceva derivare il francese dal greco,<ref>''De origine linguae galliacae et ejus cum graeca cognatione dialogorum libri IV'' (Parigi, 1555).</ref> il {{AutoreCitato|Pier Francesco Giambullari|Giambullari}} (nel ''Gello'') sosteneva che la nostra lingua derivasse principalmente dall’etrusca, la quale, secondo
lui, era figlia dell’aramea e sorella della caldea e dell’ebraica. E poichè egli aveva avuto la rara fortuna di conoscere un prete armeno, “grande, magro, bruno e di lunga capellatura, il quale affermava che l’arca di Noè era ancora nei monti loro, non intera già, ma conquassata e rovinata in gran parte da alberi grossissimi che vi eran nati:„ gli pareva evidente che il ''Janus'' dei Romani provenisse, come aveva già detto il suo amico {{AutoreCitato|Giovanni Battista Gelli|Gelli}}, da ''jain'', “voce aramea ed ebrea, che significa ''vino'', e da ''no'', che vuol dire ''famoso'', cioè famoso e celebre per il vino;„ e che perciò fosse tutt’uno con Noè, il piantatore della vite, venuto nell’Enotria, la terra del vino, a diffondervi l’arameo, e poi “gloriosamente sotterrato nel monte ''Janicolo''.„
lui, era figlia dell’aramea e sorella della caldea e dell’ebraica. E poichè egli aveva avuto la rara fortuna di conoscere un prete armeno, “grande, magro, bruno e di lunga capellatura, il quale affermava che l’arca di Noè era ancora nei monti loro, non intera già, ma conquassata e rovinata in gran parte da alberi grossissimi che vi eran nati:„ gli pareva evidente che il ''Janus'' dei Romani provenisse, come aveva già detto il suo amico {{AutoreCitato|Giovanni Battista Gelli|Gelli}}, da ''jain'', “voce aramea ed ebrea, che significa ''vino'', e da ''no'', che vuol dire ''famoso'', cioè famoso e celebre per il vino;„ e che perciò fosse tutt’uno con Noè, il piantatore della vite, venuto nell’Enotria, la terra del vino, a diffondervi l’arameo, e poi “gloriosamente sotterrato nel monte ''Janicolo''.„<section end="II" />


<section begin="I" /><ref follow="p17">attraversare l’intiera Franca-Contea e metter capo ben dentro al territorio lorenese (sezioni dei dipartimenti del Jura, del Doubs, dell’Alta Saona — si raggiunge anche l’Alsazia
<section begin="I" /><ref follow="p17">attraversare l’intiera Franca-Contea e metter capo ben dentro al territorio lorenese (sezioni dei dipartimenti del Jura, del Doubs, dell’Alta Saona — si raggiunge anche l’Alsazia