La grande proletaria si è mossa: differenze tra le versioni
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— Noi — dicono quei nostri maestri — che siamo l’Italia in armi, l’Italia al rischio, l’Italia. in guerra, combattiamo e spargiamo sangue, e in prima il nostro, non per disertare ma per coltivare, non per inselvatichire e corrompere ma per umanare e incivilire, non per asservire ma per liberare. Il fatto nostro non è quello dei Turchi. La nostra è dunque,
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Noi ce ne ricorderemo. Ricorderemo che voi, o stranieri, avete voluto prestare i fermenti di barbarie che forse ancora brulicano nel vostro cuore, al popolo che con San Francesco rese più umano, se è lecito dirlo, persino Gesù Nazareno; che coi suoi soavi artisti fece dell’inaccessibile cielo una buona tiepida raccolta casa terrena piena d’amore; che col {{AutoreCitato|Cesare Beccaria|Beccaria}} abolì
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la tortura; che, quasi solo nel mondo, non ha più la pena di morte; che in Garibaldi ebbe un portentoso guerriero che odiava la guerra e preferiva la vanga alla spada e piangeva sul nemico vinto e sceso dal trono e perdonava al suo tortòre e non faceva distruggere un campo di grano, dove i nemici potevano nascondersi,
O santi martiri nostri, o {{AutoreCitato|Silvio Pellico|Pellico}} e [[w:Antonio Oroboni|Oroboni]], o {{AutoreCitato|Enrico Tazzoli|Tazzoli}} e [[w:Tito Speri|Tito Speri]], che vi faceste del duro carcere sotterraneo un tempio, e del patibolo un altare!
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ispirata dal sublime pensiero che ella, pur mo’ redenta, doveva a sua volta divenir redentrice.
Così l’Italia si è affermata e confermata. Ora è incrollabile. Può (perdonate la bestemmia;
I nostri feriti non trascineranno per le vie le mutile membra e la vita impotente. No. Saranno quello che per la madre e per i fratelli è il figlio e fratello nato o fatto infelice. Saranno i careggiati, i meglio riguardati, i più amati. Essi ci ricorderanno la prima ora che abbiamo
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