Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/210: differenze tra le versioni

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190 LIBRO QUARTO Mandò a misurare la profondità del fiume Veragua, e non vi si trovò sufficiente acqua, laddove il fiume Belen era profondo quattro braccia sull'entrata: vi rimase dunque ancorato: e fu buon pensiero dell'Ammiraglio di non uscir di là , poiché un giorno più tardi non avrebbe potuto rientrarvi : lo attesta egli medesimo : « Il giorno dell' Epifania giunsi a Veragua non ne potendo più. Quivi nostro Signore mi fece trovare un fiume, e un buon porto: vi penetrai con pena, e il dì seguente ricomin- ciò la tempesta. Se mi fossi trovato fuori, non avrei potuto en- trarvi a motivo della gran sabbia Sulle rive di Belen era una borgata indiana, che si mise in armi alla veduta degli stranieri. La si quietò e se ne ottennero, quantunque con grave difficoltà, alcune notizie sul luogo delle miniere d'oro. La dimane una scialuppa armata entrò nel fiume. Gli abitanti mostrarono di opporsi allo sbarco: ma l'antico scudiere di Colombo, Diego Men- dez, che sapeva alcun po' l' indiano, fece loro comprendere che veniva unicamente per fare baratti: allora si calmarono, e cam- biarono venti specchi d'oro con bagatelle d' Europa. Il 12 gennaio, l'Adelantado coi canotti risali il fiume di Vera- gua sino alla dimora del capo della contrada, che aveva il titolo Quibian , e che avvertito della sua visita andò a incontrarlo. L'abboccamento fu amichevole. Quibian diede i gioielli d'oro che aveva seco, e ricevette presenti che stimava di gran pregio: dipartironsi vicendevolmente soddisfatti. Il giorno dopo la curio- sità condusse Quiban all' ancoraggio di Belen. L'Ammiraglio gli fé' le migliori accoghenze, e gli mostrò le caravelle. Quibian si intratteneva con lui per via di segni. Le sue genti cambiarono specchi d'oro con sonaglietti. Improvvisamente venuto in qual- che sospetto, parti. Dopo tutti i pericoli corsi dall'Ammiraglio, un altro pericolo doveva minacciarlo nel porto. Il 24' gennaio, mentre una tempesta metteva sossopra l'Ocea- no, e gli Spagnoli dovevano reputarsi fortunati di essere al si- vavansì nei vascelli, furono ammalati, e aiTranli di forze in modo strano. — Herrera, storia generale dei viaggi, ecc., nelle Indie occidentali. De- cade 1, lib. V, cap. IX.

  • Citarlo y ultimo viage de Colon.